(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi sentivo il mio adorabile Gesù a me vicino che diceva:
(2) “Figlia mia, in che passo doloroso sta per entrare la Chiesa, ma tutta la gloria in questi tempi è di quei spiriti atletici che non curando ceppi, catene e pene, non fanno altro che rompere il sentiero spinoso che divide la società e Dio”.
(3) Poi ha soggiunto: “Nell’uomo si vede un’avidità di sangue umano. Lui dalla terra ed Io dal Cielo vi concorrerò con terremoti, incendi, uragani, disgrazie, da farne morire in buona parte”.
(1) Dopo avere molto stentato, quando appena è venuto il benedetto Gesù, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, è giunta a tanto la perfidia umana, da esaurire da parte sua la mia misericordia, però la mia bontà è tanta, da costituire le figlie della misericordia, affinché anche da parte delle creature non resti esaurito questo attributo, e queste sono le vittime che stanno in piena padronanza della Volontà Divina per avere distrutto la propria, perché in queste, il recipiente da Me datogli nel crearle, sta in pieno vigore, ed avendo ricevuto la particella della mia misericordia, essendo figlia, la somministrano ad altri. S’intende però che per amministrare la misericordia ad altri si deve trovare essa nella giustizia”.
(3) Ed io: “Signore, chi mai si potrebbe trovare nella giustizia?”
(4) E Lui: “Chi non commette peccati gravi e chi si astiene dal commettere peccati veniali leggerissimi, di propria volontà”.
(1) Questa mattina, trovandomi nel solito mio stato, appena si ha fatto vedere il mio adorabile Gesù, e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, il segno quando la mia giustizia non può più sopportare l’uomo e sta in atto di mandare gravi castighi, è quando l’uomo non può più sopportare sé stesso, perché Iddio respinto dall’uomo, da lui si ritira e fa sentire all’uomo tutto il peso della natura, del peccato, e delle miserie, e l’uomo non potendo sopportare il peso della natura senza l’aiuto divino, cerca lui stesso il modo di distruggersi. In tale stato si trova ora la presente generazione”.
(1) I miei giorni si vanno facendo sempre più dolorosi per le quasi continue privazioni del mio adorabile Gesù, io stessa non so perché mi sento divorare l’anima, ed anche il corpo da questa separazione. Che lima sorda. Unico e solo mio conforto è la Volontà di Dio, perché se tutto ho perduto, anche Gesù, questa santa e dolcissima Volontà di Dio sta solo in mio potere, come pure sentendomi divorare anche il corpo, m’illudo che non porterà tanto a lungo lo scioglimento di esso, perché veggo che me lo sento soccombere, e quindi spero che un giorno o l’altro, il Signore mi chiami a Sé e finire questa dura separazione. Onde stamani, dopo avere stentato, oh! quanto, quando appena è venuto e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la vita è una consumazione continua, chi la consuma per i piaceri, chi per le creature, chi per peccare, altri per interessi, qualcuno per capricci, ci sono tante specie di consumazione. Ora, chi questa consumazione la forma tutta in Dio, può dire con tutta certezza: “Signore, la mia vita si è consumata d’amore per Te, e non solo mi sono consumata, ma sono morta per solo amor tuo”. Perciò, se tu ti senti consumare continuamente per la mia separazione, puoi dire che muori continuamente in Me, e tante morti subisci per amor mio. E se tu consumi il tuo essere per Me, per quanto è consumazione di te, altrettanto acquisti di divino in te stessa”.
(1) Continuando il mio solito stato, quando appena è venuto il benedetto Gesù e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, quando l’anima propone, o di non peccare, oppure di fare un bene e non eseguisce i propositi fatti, il segno è che non si fanno con tutta la volontà, e che la luce divina non ha avuto contatto con l’anima, perché quando la volontà è vera e la luce divina, vi fa conoscere il male da evitare, o il bene da fare e difficilmente l’anima non eseguisce ciò che ha proposto, e questo perché la luce divina non vedendo la stabilità della volontà, non vi somministra la luce necessaria per evitare l’uno e per fare l’altro, al più possono essere momenti di sventura, abbandoni di creature o qualche altro accidente che l’anima pare che si vorrebbe distruggere per Dio, che vuol cambiare vita, ma non appena il vento degli accidenti si cambia, che tosto si cambia la volontà umana. Sicché, anziché volontà e luce, si può dire un miscuglio di passione a norma dei cambiamenti dei venti. Eppure la sola stabilità è quella che fa conoscere il progresso della vita divina nell’anima, perché essendo Dio immutabile, chi lo possiede partecipa della sua immutabilità nel bene”.
(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio adorabile Gesù è uscito da dentro il mio interno, e tenendomi sollevata la testa, che per la tardanza nell’aspettarlo era molto stanca, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, chi veramente mi ama, tutto ciò che le succede, interno ed esterno, divora tutto in una sola cosa, qual’è la Volontà Divina. Tutte le cose, nessuna le pare strana, riguardandola come un prodotto di Divina Volontà, perciò in Essa tutto consuma, sicché il suo centro, la sua mira è l’unica e sola Volontà di Dio. Sicché in Essa sempre si gira, come dentro d’un anello, senza trovare mai la via da uscirne, facendone alimento continuo”.
(3) Detto ciò ha scomparso, e dopo avendo ritornato ha soggiunto:
(4) “Figlia, fa che tutto ti sia suggellato dall’amore, sicché se pensi, devi solo pensare all’amore, se parli, se operi, se palpiti, se desideri; anche un solo desiderio che esca da te che non sia amore ristringilo in te stessa, e convertilo in amore, e poi dalle la libertà d’uscire”.
(5) E mentre ciò diceva, pareva che con la sua mano toccava tutta la mia persona, mettendo tanti suggelli d’amore.
(1) Questa mattina trovandomi nel solito mio stato, per qualche poco è venuto il benedetto Gesù e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, quando l’anima è distaccata da tutto, in tutte le cose trova Dio, lo trova in sé stessa, lo trova fuori di sé stessa, lo trova nelle creature, sicché si può dire che tutte le cose si convertono in Dio per l’anima al tutto distaccata, anzi non solo lo trova, ma lo mira, lo sente, l’abbraccia, e siccome in tutto lo trova, così tutte le cose le somministrano occasione d’adorarlo, di pregarlo, di ringraziarlo, di stringersi più intimamente a Dio, e poi, i tuoi lamenti non sono del tutto ragionevoli della mia privazione se tu mi senti nel tuo interno, il segno è che non solo vi sto di fuori, ma anche dentro, come nel mio proprio centro”.
(3) Ho dimenticato di dire in principio, che me l’ha portato la Regina Mamma, e siccome lo pregavo che mi contentasse e non mi lasciasse priva di Lui, Gesù benedetto ha risposto nel modo scritto di sopra.
(1) Continuando il mio solito stato, non appena visto il mio adorabile Gesù ho detto: “Signor mio e Dio mio”. E Lui ha seguitato a dire:
(2) “Dio, Dio, Dio solo, figlia, la fede fa conoscere Dio, ma la fiducia lo fa trovare, sicché la fede senza la fiducia è fede sterile. E ad onta che la fede possiede immense ricchezze per potersi l’anima arricchire, se manca la fiducia ne resta sempre povera e sprovvista di tutto”.
(3) Onde, mentre ciò diceva mi sentivo tirare in Dio, e restavo in Lui assorbita come una gocciolina d’acqua nell’immenso mare, più che guardavo non trovavo né i confini dell’altezza, né quelli della larghezza, Cieli e terra, viatori e comprensori, tutti stavano immersi in Dio. Quindi vedevo anche le guerre, come quella della Russia col Giappone, le migliaia dei soldati che morivano o che morranno, e che per giustizia, anche naturale, la vincita starà da parte del Giappone; che altre nazioni europee stanno trattando macchinazioni di guerra alle stesse nazioni d’Europa. Ma chi può dire tutto ciò che si vedeva di Dio e in Dio? Per finirla faccio punto.
(1) Questa mattina il benedetto Gesù non ci veniva, ed io trovandomi fuori di me stessa giravo e rigiravo in cerca del mio sommo ed unico bene, e non trovandolo, l’anima mia si sentiva morire ad ogni istante, ma quello che accresceva il mio strazio era che mentre mi sentivo morire, ma non morivo, ché se io potessi morire sarei raggiunto il mio scopo, col trovarmi per sempre nel centro Iddio. Oh! separazione, quanto sei amara e dolorosa, non c’è pena che a te possa paragonarsi. Oh! privazione divina, tu consumi, tu trafiggi, tu sei ferro a due tagli, che da una parte taglia, dall’altra brucia, il tuo dolore è immenso per quanto è immenso Iddio.
(2) Ora, mentre andavo vagando mi sono trovata nel purgatorio, ed il mio dolore, il mio pianto, pareva che accresceva il dolore di quelle povere anime prive della loro vita: Iddio. Onde, tra queste parevano parecchi sacerdoti, uno dei quali pareva che più degli altri soffriva, e costui mi ha detto:
(3) “Le mie gravi sofferenze provengono che in vita fui molto attaccato agli interessi di famiglia, alle cose terrene ed un po’ d’attacco a qualche persona, e questo produce tanto male al sacerdote, da formarsi una corazza di ferro infangata, che come veste lo ravvolge, e solo il fuoco del purgatorio ed il fuoco della privazione di Dio, che paragonato al primo fuoco, già scomparisce il primo, può distruggere questa corazza. Oh! quanto soffro, le mie pene sono inenarrabili, prega, prega per me”.
(4) Ond’io mi sentivo più straziare e mi sono trovata in me stessa, e dopo appena l’ombra ho visto del benedetto Gesù, e mi ha detto:
(5) “Figlia mia, che hai andato trovando? Per te non ci sono altri sollievi ed aiuti che Io solo”.
(6) E come baleno è scomparso. Ed io sono rimasta a dire: “Ah! Lui stesso me lo dice? Che Lui solo è tutto per me, eppure ha il coraggio di lasciarmi priva e senza di Lui”.
(1) Continuando il mio povero stato, pare ch’è venuto più d’una volta, e pareva che lo vedevo bambino circondato come da un’ombra, e mi ha detto:
(2) “Figlia, non senti la freschezza dell’ombra mia? Riposati in quella, che troverai ristoro”.
(3) E pareva che riposavamo insieme all’ombra sua, e mi sentivo tutta rinfrancare a Lui vicina , e poi ha seguitato a dire:
(4) “Diletta mia, se tu mi ami, non voglio che tu guardi né in te stessa né fuori di te, né se sei calda o fredda, né se fai molto o poco, né se soffri o godi, tutto questo dev’essere distrutto in te e solo devi avere l’occhio se fai quanto più puoi per Me e tutto per piacere a Me, gli altri modi, per quanto alti e sublimi ed operosi, non possono piacermi e contentare il mio amore. Oh! quante anime falsificano la vera devozione e profanano le opere più sante con la propria volontà, cercando sempre sé stesse. E se anche nelle cose sante si cerca il modo ed il gusto proprio e la soddisfazione di sé stessa, se trova sé stessa, sfugge Dio, e non lo trova”.