(1) Questa mattina il benedetto Gesù non ci veniva, ed io trovandomi fuori di me stessa giravo e rigiravo in cerca del mio sommo ed unico bene, e non trovandolo, l’anima mia si sentiva morire ad ogni istante, ma quello che accresceva il mio strazio era che mentre mi sentivo morire, ma non morivo, ché se io potessi morire sarei raggiunto il mio scopo, col trovarmi per sempre nel centro Iddio. Oh! separazione, quanto sei amara e dolorosa, non c’è pena che a te possa paragonarsi. Oh! privazione divina, tu consumi, tu trafiggi, tu sei ferro a due tagli, che da una parte taglia, dall’altra brucia, il tuo dolore è immenso per quanto è immenso Iddio.
(2) Ora, mentre andavo vagando mi sono trovata nel purgatorio, ed il mio dolore, il mio pianto, pareva che accresceva il dolore di quelle povere anime prive della loro vita: Iddio. Onde, tra queste parevano parecchi sacerdoti, uno dei quali pareva che più degli altri soffriva, e costui mi ha detto:
(3) “Le mie gravi sofferenze provengono che in vita fui molto attaccato agli interessi di famiglia, alle cose terrene ed un po’ d’attacco a qualche persona, e questo produce tanto male al sacerdote, da formarsi una corazza di ferro infangata, che come veste lo ravvolge, e solo il fuoco del purgatorio ed il fuoco della privazione di Dio, che paragonato al primo fuoco, già scomparisce il primo, può distruggere questa corazza. Oh! quanto soffro, le mie pene sono inenarrabili, prega, prega per me”.
(4) Ond’io mi sentivo più straziare e mi sono trovata in me stessa, e dopo appena l’ombra ho visto del benedetto Gesù, e mi ha detto:
(5) “Figlia mia, che hai andato trovando? Per te non ci sono altri sollievi ed aiuti che Io solo”.
(6) E come baleno è scomparso. Ed io sono rimasta a dire: “Ah! Lui stesso me lo dice? Che Lui solo è tutto per me, eppure ha il coraggio di lasciarmi priva e senza di Lui”.