MaM
Messaggio del 25 febbraio 2019:Cari figli! Oggi vi invito alla vita nuova. Non importa quanti anni abbiate, aprite il vostro cuore a Gesù che vi trasformerà in questo tempo di grazia e voi, come la natura, nascerete alla vita nuova nell'amore di Dio e aprirete il vostro cuore al Cielo e alle cose celesti. Io sono ancora con voi perché Dio me lo ha permesso per amore verso di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1934

33-5 Gennaio 2, 1934 Quando l’anima fa la Divina Volontà, Dio può fare liberamente ciò che vuol fare in essa, opera le cose più grandi, perché trova capacità, spazio a ciò che vuol dare alle creature.

(1) La mia piccola anima, sebbene nuota nel mare della Divina Volontà, pure sento il chiodo trafiggente della privazione del mio dolce Gesù. Mio Dio, che pena straziante, che tortura la mia dolorosa esistenza! Oh! come vorrei versare fiumi di lacrime, vorrei, se mi fosse possibile, trasformare l’immensità della stessa Divina Volontà in pianto amaro per muovere a pietà il mio dolce Gesù, che si invola da me senza neppure dirmi addio, senza dirmi il luogo della sua dimora, né farmi vedere la via, l’impronta dei suoi passi, per poterlo raggiungere. Mio Dio! Mio Gesù! come non ti muovi a compassione di questa piccola esiliata straziata solo per te e per causa tua? Ma mentre deliravo per la sua privazione, pensavo tra me alla Divina Volontà e temevo che non ci fosse in me il suo dominio, la sua Vita, e perciò il mio eterno Amore Gesù mi lascia, si nasconde e non si cura di me, e di cuore gli chiedevo perdono, ed il mio amato Gesù, dopo molto stentare, avendo di me compassione che non ne potevo più, per poco è ritornato e guardandomi con amore tutto bontà mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia del mio Volere, si vede che sei piccola, e basta che Io faccia una piccola sosta, che ti smarrisci, temi, dubiti, ti opprimi, ma sai dove ti smarrisci? Nella mia stessa Volontà, ed Io vedendoti in Essa non mi do fretta nel venire, perché so che stai in luogo sicuro. Ora tu devi sapere che quando l’anima fa la mia Divina Volontà, Io posso liberamente nell’anima fare ciò che voglio, operare le cose più grandi, il mio Volere me la svuota di tutto e mi forma lo spazio dove posso mettere la santità d’un mio atto infinito, e l’anima si mette a nostra disposizione, la nostra Volontà l’ha maturata e l’ha resa adattabile e fattibile a ricevere la virtù creatrice e operatrice del nostro Ente Supremo. Invece quando non si fa la mia Divina Volontà, Noi dobbiamo adattarci, restringerci, né possiamo essere largo secondo il nostro modo Divino, dobbiamo dare a sorsi a sorsi le nostre grazie mentre possiamo dare fiumi. Oh! come ci pesa operare in chi non fa la nostra Volontà, se vogliamo farci conoscere si rende incapace, perché l’intelligenza umana senza della nostra Volontà è come un cielo nebbioso, che oscurando la bella luce della ragione è come cieca innanzi alla luce delle nostre conoscenze, sicché starà in mezzo alla luce, ma incapace di comprenderne nulla; sarà sempre analfabeta di fronte alla luce delle nostre verità; se vogliamo dare la nostra santità, bontà e amore, le dobbiamo dare a piccole dosi, come sminuzzate, perché il volere umano è ingombrato di miserie, di debolezze e difetti, quindi si rende incapace, e anche indegno di ricevere i nostri doni e quello che le vogliamo dare; povero volere umano, senza della nostra Volontà non si sa adattare a ricevere la virtù delle nostre opere creatrici, i forti amplessi del suo Creatore, i nostri stratagemmi amorosi, le ferite del nostro Amore, e molte volte stanca la nostra pazienza divina e ci costringe a non potergli dare nulla, e se il nostro Amore ci costringe a dare qualche cosa, è per essa come un cibo che non sa digerire, perché non stando unita con la nostra Volontà, le manca la forza e la virtù digestiva di digerire ciò che a Noi appartiene; perciò si vede subito quando non c’è la nostra Volontà nell’anima, il vero bene non è per lei, innanzi alla luce delle mie verità si acceca e diventa più stupida, né ama di conoscerle, anzi le guarda come se a lei non appartenessero. Tutto l’opposto per chi fa e vive nella mia Volontà”.

33-6 Gennaio 14, 1934 Dolce incanto d’ambi le parti: Di Dio e della creatura. Come acquista il poter di fare sua la Divina Volontà. Le pene sorridono innanzi alla gloria, ai trionfi, alle conquiste. Gesù nascosto dalle pene.

(1) Sono sotto la pioggia del Fiat Divino, che bagnandomi tutta, dentro e fuori e penetrandomi fin nelle midolla delle ossa, fa dire a tutto il mio povero essere, Fiat, Fiat, Fiat. Mi sento fra le sue braccia, e come lo chiamo col mio dire incessante che formasse la sua Vita negli atti miei, il suo palpito nel mio cuore, il suo respiro nel mio, il suo pensiero nella mia mente, così uno sprazzo di luce si sprigiona da me e vorrebbe come legare il Santo Volere Divino per farlo tutto mio, affinché stesse in mio potere formare la sua Vita in me, tutta di Volontà Divina. Onde mi sentivo impensierita di questo mio modo di fare, ed il mio Sommo Bene Gesù ripetendo la sua breve visitina tutto bontà mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia del mio Volere, tu devi sapere che come la creatura invoca, chiama il mio Fiat, implorando la sua Vita per formarla nella sua, così sprigiona luce e vi forma l’incanto a Dio che rapisce la sua pupilla divina, la quale, rapita, guarda la creatura e vi forma il ricambio del suo dolce incanto, ed il vuoto nell’atto della creatura per poter dar e chiudere nell’atto di essa la Divina Volontà, la quale mentre forma, svolge la sua Vita, la felice creatura acquista il poter di farlo suo, e siccome è suo lo ama potentemente, più che vita propria. Figlia mia, fino a tanto che la mia Volontà non è tenuta come vita propria, esclusivamente sua, che nessuno la può togliere, ad onta che sa ch’è un dono ricevuto da Dio, ma ad onta ch’é ricevuto già è fortunata e vittoriosa di tenerne il possesso, mai si può amare come si conviene la mia Divina Volontà, né sentire il bisogno della sua Vita, né Essa potrà svolgere pienamente, con tutta libertà la sua vita Divina nella creatura. Perciò il chiamarla ti dispone, nel farla tua si farà conoscere e sentirai il gran bene di possedere la sua Vita, e l’amerai come merita d’essere amata, e sarai gelosa di custodirla con tale attenzione, da non perdere neppure un respiro di Essa”.

(3) Onde trovandomi un poco più sofferente del solito, pensavo tra me: “Oh! come amerei che le mie pene mi formassero le ali per potermi volare alla mia patria celeste, ed invece d’affliggermi le mie piccole pene mi facevano festa, ed io mi sentivo impensierita di ciò, ed il mio amato Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, non ti meravigliare, le pene innanzi alla gloria sorridono, si sentono trionfanti nel vedere le conquiste che hanno acquistato, le pene confermano e stabiliscono la gloria più o meno grande nella creatura, ed a secondo le pene, così si sente dipingere le più belle e svariate tinte di bellezza, e vedendosi trasformate nella bellezza più rara, festeggiano. Sicché le pene in terra piangono, alle porte del Cielo incomincia il loro sorriso eterno che non finisce mai più; le pene in terra sono portatrici di umiliazione, alle porte eternali sono portatrici di gloria; in terra rendono infelice la povera creatura, ma col segreto miracoloso che posseggono, lavorano nelle più intime fibre ed in tutto l’essere umano il regno eterno, in modo che ogni pena prende il suo ufficio distinto: Chi si fa scalpello, chi martello, chi lima, chi pennello, chi colore, e allora lasciano la creatura, affidata a loro, quando ciascuna pena ha compiuto il suo lavoro e trionfanti la conducono al Cielo, e allora la lasciano quando veggono scambiata ciascuna pena in gioie distinte ed in felicità perenne, però purché la creatura le riceva con amore e sentano e ricevano in ogni pena il bacio, gli abbracci e le strette forti della mia Divina Volontà, le pene allora posseggono questa virtù miracolosa. Altrimenti si rendono come se non avessero strumenti adatti per compiere il loro lavoro. Ma vuoi sapere tu chi è la pena? La pena sono Io, che mi nascondo dentro di essa per formare i cupi lavori per la mia patria celeste, e ricambio ad usura la breve dimora che mi hanno dato sulla terra. Mi sono imprigionato nel povero carcere della creatura per continuare la mia vita di pene quaggiù, è giusto che questa mia vita riceva le sue gioie, la sua felicità, il suo scambio di gloria nelle regione celesti, perciò cessino le tue meraviglie nel sentire che le tue pene sorridono innanzi alle vittorie, ai trionfi, e alle conquiste”.

33-7 Gennaio 28, 1934 Affratellamento tra l’Ente Supremo e la creatura in terra, affratellamento nella gloria. Potere sullo stesso Gesù. Come chi opera nella Divina Volontà acquista la forza unitiva, comunicativa e diffusiva.

(1) Stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino, e la mia povera mente ora si fermava ad un punto dei suoi atti divini, ora ad un altro per guardare in chi la Bellezza, in chi la Potenza, in chi l’Interminabilità e altro della Divina Volontà Creatrice. Mi sembravano tutte le qualità supreme esposte in tutto il creato per amar le creature, per farsi conoscere, affratellarsi con esse e prenderle come in grembo e portarle nel seno del Creatore, da dove tutto era uscito, sicché tutti gli atti della Divina Volontà sono aiuti possenti, rivelatori a chi si fa ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-8 Febbraio 4, 1934 Amore di Dio nascosto nella Vergine. La Paternità Divina le dà la Maternità Divina, e genera in Essa le umane generazioni come suoi figli. Come l’immensità Divina rende inseparabili tutte le sue opere.

(1) Il mio abbandono continua nel Volere Divino e trovando tutto ciò che ha fatto in Esso, il piccolo atomo dell’anima mia gira e rigira per dare anche un mio piccolo ti amo per tutto ciò che nel giro dell’eternità ha fatto per amore di tutte le creature, ed il mio amato Gesù mi ha fermato nelle onde d’amore interminabile del Concepimento della mia Mamma Celeste, e tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia piccola del mio Volere, il tuo ti amo, per quanto piccolo, ferisce il nostro Amore, e da quelle ferite che ci fa ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-9 Febbraio 10, 1934 Chi vive nella mia Divina Volontà, viene cresciuta nelle sue braccia, la quale con la sua fortezza la forma la piccola vincitrice. Essa è la piccola regina che col suo Gesù nel cuore ripete la sua Vita.

(1) Mi sento la piccola figlia, ma tanto piccola che sento l’estremo bisogno che la Divina Volontà, più che Madre mia mi porti fra le sue braccia, mi imbocchi le parole, mi somministri il moto alle mie mani, mi sostenga il passo, mi formi il palpito nel cuore ed il pensiero nella mia mente. Oh! Volontà Divina quanto mi ami, mi sento riversare la tua Vita in me per darmi vita, e come sta in aspettativa di volere gli atomi degli atti miei per investirli con la sua forza creatrice e dirmi: “Gli atomi della figlia mia mi ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-10 Febbraio 24, 1934 La creatura col fare la sua volontà perde il capo, la ragione divina, l’ordine, il regime. Gesù è capo della creatura.

(1) Mentre continuavo il mio giro nella Divina Volontà, il suo dolce impero, la sua Forza irresistibile, il suo Amore e la sua Luce inestinguibile, si riversa sulla mia piccolezza, la quale come rapita si trova nel mare della Divina Volontà ed oh! le dolci sorprese, i suoi modi sempre nuovi, la sua Bellezza rapitrice, la sua Immensità che porta come nel suo grembo tutti e tutto; ma quello che più colpisce è il suo amore per la creatura, pare che è tutt’occhio per guardarla, tutta cuore per amarla, tutta mani e piedi per portarla stretta al suo seno e per darle il passo. Oh! come sospira di dare la sua Vita alla creatura affinché potesse vivere della sua, pare che sia un delirio che tiene, un impegno che ha preso, una vincita, che a qualunque costo vuol fare, che la sua Vita formasse la vita della creatura. Quindi la mia mente si perdeva in mezzo a questo spettacolo d’amore della Divina Volontà, ed il mio dolce Gesù tutto tenerezza mi ha detto:

(2) “Figlia mia, l’uomo col fare la sua volontà perdette il capo, la ragione divina, il regime, l’ordine del suo Creatore, e siccome perdette il capo, tutte le membra volevano far da capo, ma non essendo ufficio delle membra tenere virtù e abilità di fare da capo, non seppero tenere il regime, né l’ordine fra loro, e un membro si mise contro dell’altro e si divisero tra loro, sicché rimasero come membra sparse, perché non possedevano l’unità del capo. Ma il nostro Ente Supremo amava l’uomo, e vedendolo senza capo, ci faceva pena ed era il più grande dei disonori alla nostra opera creatrice, né potevamo tollerare uno strazio sì grande in colui che tanto amavamo. Ecco perciò la nostra Volontà Divina ci dominò, ed il nostro Amore ci vinse, e facendomi scendere dal Cielo in terra mi costituì capo dell’uomo e riunì tutte le membra sparse sotto del mio capo, e le membra acquistarono il regime, l’ordine, l’unione e la nobiltà del capo. Sicché la mia Incarnazione, tutto ciò che feci e patii e la stessa mia morte, non fu altro che via che feci per cercare queste membra sparse e far fluire dalla virtù del mio capo divino, la vita, il calore e la resurrezione delle membra morte per formare di tutte le umane generazioni un sol corpo sotto del mio capo divino; quanto mi costò, ma il mio amore mi fece superare tutto, affrontare tutte le pene e trionfare di tutto. Ora figlia mia, vedi dunque che significa non fare la mia Volontà, perdere il Capo, dividersi dal mio corpo, e come membra distaccate, a stento ed a tentoni, camminare quaggiù come tanti mostri, da fare pietà. Tutto il bene della creatura è accentrato nella mia Volontà Divina e forma la gloria nostra e quella delle umane generazioni; ecco perciò il nostro delirio, il nostro impegno, e vogliamo vincere a via d’amore e di sacrifici inauditi perché la creatura viva della nostra Volontà. Quindi sii attenta e contenta il tuo Gesù”.

33-12 Marzo 11, 1934 Come chi non vive nella Volontà Divina la mette in solitudine e la riduce in silenzio. Chi è il tempio di Dio. La Divina Volontà tempio dell’anima. La piccola ostia. Segno per conoscere se si vive nella Divina Volontà.

(1) Mi pare di sentire l’eco continuo del Fiat Divino che rimbomba nell’anima mia, che con la sua Potenza invincibile chiama i miei piccoli atti negli atti suoi a farne uno solo, e pare che si diletta con la sua creatura, non si sente solo, tiene a chi dire le sue gioie ed i suoi dolori, insomma, non si sente né in solitudine, né ridotto al silenzio. Invece per chi non vive nel Voler Divino sente il peso della solitudine, e se vuol parlare e affidare i suoi segreti non viene capito, perché manca la luce della sua Volontà ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-11 Marzo 4, 1934 Gli atti fatti nella Divina Volontà formano le vie, abbracciano i secoli. Chi forma il carcere. L’Ingegnere Divino e l’Artefice insuperabile.

(1) La mia povera intelligenza gira sempre nel Fiat Divino per incontrarmi coi suoi atti, immedesimarmi con essi, corteggiarli, amarli e potergli dire: “Ho l’amore degli atti tuoi in mio potere, perciò ti amo come mi ami Tu, e ciò che fai Tu faccio io”. Oh! com’è bello poter dire: “Sono scomparsa nella Divina Volontà e perciò la sua Forza, il suo Amore, la sua Santità, il suo operato, è mio, facciamo un sol passo, abbiamo un sol moto ed un solo amore”. E la Divina Volontà tutta in festa pare che dica: “Come sono contenta, non sono più sola, sento in Me un palpito, un moto, una volontà che corre in Me, e fusa insieme, non mi lascia mai sola, e fa ciò che faccio Io”. Onde, mentre la mia mente si perdeva nel Voler Divino, pensavo tra me: “Ma qual bene fanno questi miei atti fatti nella Divina Volontà, mentre io non faccio nulla, fa tutto Essa, e siccome sto insieme, dentro di Essa, mi dice faccio ciò che Essa fa, e lo dice con ragione, perché stando in Essa e non fare ciò che Essa fa, è impossibile, perché la sua Potenza è tanta, che investe il mio nulla e fa fare ciò che fa il Tutto, né può fare, né sa fare diversamente”. Quindi il mio dolce Gesù sorprendendomi con la sua breve visitina mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia della mia Volontà, com’è bello, onore più grande non può ricevere la creatura di quello di venire ammessa dentro di Essa; gli istanti, i più piccoli atti fatti in Essa, abbracciano secoli, e siccome sono divini, sono investiti di tal potere che ciò che si vuol fare con essi, tutto si può fare e tutto ottenere, l’Essere Divino resta legato in questi atti, perché sono atti suoi e deve darli il valore che meritano. Oltre di ciò, tu devi sapere che gli atti fatti nella mia Volontà, formano le vie che devono servire alle anime per farle entrare in Essa, e sono tanto necessari, che se prima non escono anime eroiche che vivano in Essa per formare le vie principali del suo regno, le generazioni non trovando le vie, non sapranno come fare per entrare nella mia Volontà. Figlia mia, per formare una città prima si formano le vie che formano l’ordine che deve tenere una città, e poi si gettano le fondamenti per costruirla; se non si formano le vie, le uscite, le comunicazioni che deve tenere, passa pericolo che invece d’una città, possono i cittadini formarsi un carcere, perché non essendo corredato di vie non sanno da dove uscire; vedi quanto sono necessarie le vie. Ora, la città senza via è l’umana volontà, che chiusa nel suo carcere ha chiuso tutte le vie per entrare nella città celeste della mia Divina Volontà. Ora l’anima che entra in Essa rompe il carcere, atterra l’infelice città senza vie, senza uscite, e unita con la Potenza del mio Volere, Ingegnere Divino, forma il piano della città, ordina le vie, le comunicazioni, e facendola da Artefice insuperabile forma la nuova cittadella dell’anima, con tale maestria, da formare le vie di comunicazione per far entrare le altre anime e formare tante cittadelle per poter formare un regno, la prima sarà il modello delle altre. Vedi dunque a che servono gli atti fatti nella mia Volontà, mi sono tanto necessari, che senza di essi mancherebbe la via per farla regnare. Perciò sempre nella mia Volontà ti voglio, non uscirne giammai se vuoi rendere contento il tuo Gesù.

33-13 Marzo 25, 1934 La preghiera nella Divina Volontà si fa portavoce degli atti del Fiat Divino. L’Umanità di Nostro Signore possiede la virtù generatrice. l’Amore Divino consiste in riprodursi in tutti ed in ciascuno.

(1) La mia povera mente pare che non sa stare senza andare in cerca degli atti fatti dalla Divina Volontà, se ciò non facesse mi pare che mi manca la reggia dove dimorare, l’alimento per nutrirmi, l’aria per respirare, il passo per potermi spaziare nei suoi interminabili confini. Ah! sono gli atti della Volontà Divina che mentre io cerco mi chiamano, e unificandosi con me pare che mi sussurrano all’orecchio: “Siamo in tuo potere, e con la potenza di questi atti hai monete sufficienti per chiedere, per impetrare il regno del nostro Fiat Supremo; per ottenere un Voler Divino ci vogliono atti divini, e la creatura come viene in Esso, i nostri atti si stendono intorno ai suoi ed il nostro atto prende come in trionfo l’atto di essa, e chiede insieme con essa il trionfo, il dominio della nostra Volontà sulla terra”. Ma mentre la mia mente godeva la vista incantevole dei miei piccoli atti circondati dai mari degli atti divini, il mio piccolo amore attorniato dal mare dell’Amor Divino che con voce arcana ed incessante non sapevano chiedere altro che Fiat Voluntas Tua come in Cielo così in terra, il mio Sovrano Gesù sorprendendomi, tutt’amore mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, com’è dolce, consolante, potente, sentire la mia Volontà con tutti i suoi atti nel piccolo atto, amore, adorazione della creatura, chiedere il Fiat regnante sulla terra. Esso se ne serve del piccolo amore della creatura come portavoce per farla risuonare in tutti gli atti suoi, per farla chiedere il suo regno, non vuol fare da sola, ma vuole l’intermedio di essa per far ciò. Ma vuoi sapere a che serve questa preghiera che contiene potenza, valore e armi divine che ci guerreggiano con modi incessanti? Serve a chiamare Dio sulla terra a far vita in ciascuna creatura, serve a far pregare alla mia stessa Volontà Divina e a tutte le sue opere che venga a regnare sulla terra, serve a preparare il posto in Dio stesso alla creatura, è una preghiera divina, prodigiosa, che sa tutto ottenere”.

(3) Dopo ciò seguivo il mio abbandono nelle braccia di Gesù, il suo cuore divino sussultava forte forte d’amore, di gioie, di felicità e di dolore, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, tutti gli atti della mia Umanità posseggono la virtù generativa, quindi la mente pensa e genera pensieri santi, pensa e genera luce, scienza, sapienza, conoscenze divine, verità nuove, e mentre genera si riversa come a torrenti nelle menti delle creature, senza mai cessare di generare, sicché ogni creatura tiene nella sua mente il ripostiglio di questi miei figli generati dalla mia mente, con la differenza, che chi li tieni onorati, corteggiati, dandogli la libertà di fargli produrre il bene che posseggono, e chi li tieni senza curarli e come soffocati: I miei sguardi generano sguardi d’amore, di compassione, di tenerezza, di misericordia, non perdo mai di vista nessuno, i miei sguardi si moltiplicano per tutti, ed oh! la potenza dei miei sguardi, con quanta pietà si riversa sulle miserie umane, è tanta che per metterli in salvo racchiude nella mia pupilla la creatura per tenerla difesa e circondata d’affetto e di tenerezza indicibile da far stupire tutto il Cielo; la mia lingua parla e genera parole che danno vita, insegnamenti sublimi, genera preghiere, parla e genera ferite e frecce d’amore per dare la generazione del mio ardente Amore a tutti e farmi amare da tutti; le mie mani generano opere, piaghe, chiodi, sangue, abbracci, per farmi opere di ciascuno, balsamo per raddolcire le loro piaghe, chiodi per ferirli e purgarli, sangue per lavarli, abbracci per abbracciarli e portarli come in trionfo nelle mie braccia. Tutta la mia Umanità genera continuamente per riprodurla in ciascuna creatura, il nostro Amore Divino consiste proprio in questo: Riprodursi in tutti ed in ciascuno; e se non avessimo la virtù generativa non poteva essere una realtà, ma un modo di dire, mentre in Noi prima facciamo i fatti, e se usiamo il dire è per confermare i fatti, molto più che la mia Umanità è inseparabile dalla Divinità, la quale possiede in natura la virtù generativa e sta sopra delle creature come una madre con le braccia aperte e genera in modo mirabile la sua Vita in esse. Ma sai tu chi riceve gli effetti, il frutto completo di questo mio generare continuo? In chi regna la mia Volontà, la quale non solo riceve la generazione dei miei atti, ma li riproduce in modo mirabile”.

33-14 Aprile 28, 1934 La Divina Volontà in ogni atto che fa chiama tutte le creature per dare il bene che il suo atto contiene. Esempio: Il sole.

(1) Sono sempre nella mia cara eredità del Fiat, sento il suo dolce impero che mi tiene assorbita e tanto investita che non mi lascia il tempo di dolermi delle privazioni del mio amato Gesù, per me, ahimè, troppo dolorose. La molteplicità ed infinità dei suoi atti continui s’impongono su di me, per avermi presente e parteciparmi il bene che contengono e dirmi quanto mi ama, e tu quanto ci ami? Onde la mia mente si perdeva e restava rapita nel vedere che sempre voleva darmi del suo, e perciò mi voleva presente agli atti suoi; che bontà! che amore! Quindi il mio Sovrano Gesù sorprendendomi mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia del mio Volere, il tuo Gesù tiene il compito di manifestare i segreti della mia Volontà Divina, il suo Amore che giunge, che non sa stare né può stare se non dà del suo in modo continuo alla creatura. Tu devi sapere che quando la mia Volontà fa un atto, chiama nel suo atto tutte le creature, le vuole tutte a Sé per dare a ciascuna il bene che possiede quell’atto, sicché tutti sono racchiusi nell’atto suo e ricevono il bene dell’eredità divina, con questa differenza: Che chi sta nella nostra Volontà volontariamente e per amore, ne resta posseditrice; e chi non sta, il bene non resta perduto, ma aspetta la sua ereditiera, chi sa si decida di far vita nella nostra Volontà per darne il possesso; e per liberalità tutta divina le diamo l’interesse del bene assegnatoli, cioè gli effetti, per fare che non morisse di fame dei beni del suo Creatore, perché la nostra Volontà possiede in natura la virtù universale, e perciò in ogni suo atto chiama tutti, abbraccia tutti, coinvolge tutti, e porge a tutti i suoi beni divini. Simbolo ed immagine il sole, che essendo stato creato dal mio Fiat con la sua virtù universale, porge la sua luce a tutti, non la nega a nessuno, e se qualcuno non volesse prendere il bene della sua luce, il sole non distrugge la luce che a quel tale appartiene, né la può distruggere, ma aspetta quando quel tale si decida di prendere il bene della luce, non si nega, subito si dà, e fino a tanto che non si decida di prendere direttamente il bene della luce, le dà l’interesse per mezzo delle altre cose create cui il sole tiene il suo atto primo, in tutte le cose create a chi dà la fecondità e la maturazione, a chi lo sviluppo e la dolcezza, non vi è cosa creata cui il sole non dà del suo, quindi la creatura prendendo il cibo, servendosi delle piante, prende gli effetti e gli interessi che le dà la luce che a lui appartiene e che volontariamente non prende. Più che sole è la mia Volontà, in tutti gli atti che fa chiama e tiene presenti tutte le creature, e a tutte porge i suoi beni divini.

(3) Ora chi vive nella nostra Volontà, siccome possiede come proprietà sua il bene che in ogni atto il mio Volere le ha dato, sente in sé la natura del bene, giacché il bene è in suo potere; la bontà, la pazienza, l’amore, la luce, l’eroismo del sacrificio sono a sua disposizione, e se ha l’occasione di esercitarle, senza sforzo le esercita, e se non ha l’occasione d’esercitarle le possiede sempre, come tante nobili principesse che formano l’onore, la gloria delle proprietà che le ha dato la mia Volontà. Succede come all’occhio che possiede la vista, se è necessario che deve guardare, che deve aiutarsi con la vista, lo fa, se non è necessario non perde la vista, ma tiene il suo occhio come gloria e onore che possiede il suo occhio che vede. Possedere la mia Volontà e non possedere le virtù come in natura sua è quasi impossibile, sarebbe come un sole senza calore, come un cibo senza sostanza, come una vita senza palpito. Perciò chi possiede la mia Volontà possiede tutto come doni e proprietà che porta con sé il mio Voler Divino”.