MaM
Messaggio del 25 settembre 2003:Cari figli, anche oggi vi invito ad avvicinarvi al mio cuore. Solo così comprenderete il dono della mia presenza qui in mezzo a voi. Desidero guidarvi, figlioli, al cuore di mio figlio Gesù, ma voi fate resistenza e non volete aprire i vostri cuori alla preghiera. Io vi invito di nuovo, figlioli: non siate sordi, ma comprendete che il mio invito è salvezza per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1925

17-27 Gennaio 4, 1925 Come tutto il Cielo va incontro all’anima che si fonde nella Volontà di Dio, e tutti vogliono deporre in lei. Come si forma il nobile martirio dell’anima.

(1) Avendo compiuto tutta la giornata, stavo pensando tra me: “Che altro mi resta da fare?” E nel mio interno mi sono sentito dire:

(2) “Tieni da fare la cosa più importante, il tuo ultimo atto di fonderti nella Volontà Divina”.

(3) Ond’io mi sono messa, secondo il mio solito, a fondere tutto il mio povero essere nella Volontà Suprema, e mentre ciò facevo mi sembrava che si aprissero i Cieli ed io andavo incontro a tutta la corte celeste, e tutto il Cielo veniva alla volta mia, ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

(4) “Figlia mia, il fonderti nella mia Volontà è l’atto più solenne, più grande, più importante di tutta la tua vita. Fonderti nella mia Volontà è entrare nell’ambito dell’eternità, abbracciarla, baciarla e ricevere il deposito dei beni che contiene la Volontà Eterna; anzi, come l’anima si fonde nel Supremo Volere tutti le vanno incontro, per deporre in lei tutto ciò che hanno gli angeli, i santi, la stessa Divinità, tutti depongono, sapendo che depongono in quella stessa Volontà in cui tutto è al sicuro; anzi, l’anima col ricevere questi beni, coi suoi atti nella Volontà Divina li moltiplica e ridona a tutto il Cielo doppia gloria ed onore, sicché, col fonderti nella mia Volontà metti in moto Cielo e terra, è una nuova festa a tutto l’empireo. E siccome il fondersi nella mia Volontà è amare e dare per tutti e per ciascuno, senza escludere nessuno, la mia bontà, per non farmi vincere in amore dalla creatura, depongo in lei i beni di tutti, e tutti i beni possibili che in Me contengo; né può mancare lo spazio dove deporre tutti i beni, perché la mia Volontà è immensa e si presta a ricevere tutto. Se tu sapessi che fai e che succede col fonderti nella mia Volontà, ne spasimeresti di desiderio di fonderti continuamente”.

(5) Onde dopo stavo pensando se dovevo o non dovevo scrivere ciò che sta scritto qui sopra, ma io non lo vedevo necessario, né una cosa importante, molto più che l’ubbidienza non mi aveva dato nessun comando di farlo. Ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(6) “Figlia mia, come non è importante il far conoscere che il fondersi nella mia Volontà è vivere in Essa? L’anima riceve come in deposito tutti i miei beni divini ed eterni. Gli stessi santi fanno a gara per deporre i loro meriti nell’anima fusa nella mia Volontà, perché sentono in lei la gloria, la potenza della mia Volontà, e si sentono glorificati in modo divino dalla piccolezza della creatura. Senti figlia mia, il vivere nella mia Volontà sorpassa in merito lo stesso martirio; anzi il martirio uccide il corpo, il vivere nella mia Volontà è far con una mano divina uccida la propria volontà, e le dà la nobiltà d’un martirio divino. E ogniqualvolta l’anima si decide a vivere nella mia Volontà, il mio Volere prepara il colpo per uccidere la volontà umana, e vi forma il nobile martirio dell’anima, perché volontà umana e Volontà Divina non fanno lega insieme, una deve cedere il posto all’altra, e la volontà umana deve contentarsi con rimanere estinta sotto la potenza della Volontà Divina, sicché ogniqualvolta ti disponi a vivere nel mio Volere, ti disponi a subire il martirio della tua volontà. Vedi dunque che significa vivere, fondersi nella mia Volontà: essere il martire continuato della mia Volontà Suprema; e a te ti pare poco e cosa da nulla?”

17-28 Gennaio 22, 1925 L’Umanità di Gesù è il nuovo sole delle anime.

(1) Continua la mia vita tra le amarezze delle privazioni del mio dolce Gesù; non so come vivo, sento un incubo che mi schiaccia, la stessa natura nel vedersi priva di colui che solo la sosteneva, vorrebbe disciogliersi, sicché ora mi sento scomporre le ossa, ora chiudere i canali dello stomaco, in modo che non vuol ricevere ne acqua, ne cibi; povera mia natura, senza del mio Gesù vuol declinare e disfarsi, ma mentre sta per disfarsi una forza potente ed una mano forte mi stringe, mi ricompone le ossa sconvolte, mi apre i canali ed impedisce il mio ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

17-29 Gennaio 27, 1925 Le cose da Dio create non escono da Lui, facendosi la Divina Volontà alimentatrice e conservatrice di esse. Così succede per l’anima che opera nella Divina Volontà.

(1) Mentre stavo fondendomi nel Santo Voler Divino pensavo tra me: “Prima, quando mi fondevo nel Santo Supremo Volere, Gesù era con me, ed insieme con Lui io entravo in Esso, sicché l’entrare era una realtà, ma adesso io non lo veggo, sicché non so se entro nell’eterno Volere o no, mi sento piuttosto come una lezioncina imparata a memoria, oppure un modo di dire”. Ora, mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù si è mosso nel mio interno, e prendendomi una mano nella sua mi spingeva in alto e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tu devi sapere che mi veda o non mi veda, ogniqualvolta tu ti fonda nella mia Volontà, Io, da dentro il tuo interno ti prendo una mano per spingerti in alto, e dal Cielo ti do l’altra mia mano per prenderti l’altra e tirarti su, in mezzo a Noi, nell’interminabile nostra Volontà, sicché stai in mezzo alle mie mani, fra le mie braccia. Tu devi sapere che tutti gli atti fatti nella nostra Volontà entrano nell’atto primo, quando creammo tutte le creazione, e gli atti della creatura baciandosi coi nostri, perché una è la Volontà che dà vita a questi atti si diffondono in tutte le cose create, come vi sta diffusa la nostra Volontà dappertutto, e si costituiscono ricambio d’amore, d’adorazione e di gloria continua per tutto ciò che abbiamo messo fuori nella Creazione. Solo tutto ciò che si fa nella nostra Volontà, incomincia quasi insieme con Noi a darci ricambio d’amore perenne, adorazione in modo divino, gloria che mai finisce, e siccome per tutte le cose da Noi create è tanto l’amore che nutriamo, che non permettemmo che uscissero dalla nostra Volontà, come le creammo così tutte restarono con Noi, e la nostra Volontà si fece conservatrice e alimentatrice di tutta la Creazione, e perciò tutte le cose si conservano sempre nuove, fresche e belle, né crescono né decrescono, perché da Noi furono create tutte perfette, perciò non soggette ad alterazioni di sorta, tutte conservano il loro principio perché si fanno alimentare e conservare dalla nostra Volontà, e restano intorno a Noi a decantare la gloria nostra.

(3) Ora, l’operato della creatura nella nostra Volontà entra nelle opere nostre, e la nostra Volontà si fa alimentatrice, conservatrice ed atto dello stesso atto della creatura, e questi atti fatti nella nostra Volontà dalla creatura si mettono intorno a Noi, e trasfusi in tutte le cose create decantano la nostra perpetua gloria. Com’è diverso il nostro operato da quello della creatura e l’amore con cui operiamo! Noi operiamo ed è tanto l’amore all opera che facciamo, che non permettiamo che esca da Noi, affinché nulla perda della bellezza con cui fu fatta; invece, la creatura se opera non la sa tenere con sé, anzi, molte volte non sa che cosa si è fatto dell’opera sua, se si è imbrattata, se ne hanno fatto uno straccio, segno del poco amore per le sue stesse opere. E siccome la creatura è uscito fuori dal suo principio, cioè dalla prima Volontà Divina da dove uscì, ha perduto il vero amore verso Dio, verso di sé stessa e verso le sue opere. Io volli che stesse nella mia Volontà di sua volontà, non forzato, perché lo amai più di tutte le altre cose create, e volevo che fosse come re in mezzo alle opere mie. Ma l’uomo ingrato volle uscire dal suo principio, perciò si trasformò e perdette la sua freschezza, bellezza, e fu soggetto ad alterazioni e cambiamenti continui. E per quanto Io lo chiamo che ritorni nel suo principio, fa il sordo e finge di non ascoltarmi; ma è tanto il mio amore che lo aspetto e continuo a chiamarlo”.

17-30 Febbraio 8, 1925 Come ogni anima è una abitazione della Volontà Divina.

(1) Questa mattina il mio dolce Gesù si faceva vedere tanto sofferente, che la povera anima mia si sentiva struggere di compassione. Teneva tutte le membra slogate; piaghe profonde e tanto inasprite, che Gesù gemeva e si contorceva sotto l’acerbità dello spasimo. Si è messo a me vicino come se volesse farmi parte delle sue pene; già solo a guardarlo mi sentivo riflettere in me le sue pene, e Gesù tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non ne posso più; tocca le mie piaghe inasprite per raddolcirle, scocca il tuo bacio d’amore su di esse, affinché il tuo amore mi mitighi lo spasimo che sento. Questo mio stato sì doloroso è il vero ritratto in cui si trova la mia Volontà in mezzo alle creature: sta in mezzo a loro, ma come divisa, perché facendo la loro volontà, non la mia, resta slogata ed impiagata dalle creature, perciò unisci la tua volontà alla mia e dammi un ristoro al mio slogamento”.

(3) Io me l’ho stretto, l’ho baciato le piaghe delle mani; oh! come erano inasprite per tante opere, anche sante, ma che non avevano il loro principio dalla Volontà di Dio; per raddolcirle lo spasimo le stringevo nelle mie mani, e Gesù tutto si faceva fare, anzi lo voleva, e così ho fatto alle altre piaghe, tanto che quasi tutta la mattina si è stato sempre con me. Finalmente, prima di lasciarmi mi ha detto:

(4) “Figlia mia, mi hai raddolcito, mi sento le ossa al posto, ma sai tu chi può raddolcirmi e riunire le mie ossa slogate? Chi fa regnare in sé la mia Volontà. Quando l’anima mette da parte la sua volontà, non dandole neppure un atto di vita, la mia Volontà fa da padrona nell’anima, regna, comanda ed impera, si trova come se stesse a casa sua, cioè come nella mia Patria Celeste, sicché essendo casa mia, padroneggio, dispongo, ci metto del mio, perché come abitazione mia posso mettere quello che voglio per farne ciò che voglio, e ricevo il più grande onore e gloria che la creatura mi può dare. Invece, chi vuol fare la sua volontà, fa lei da padrona, dispone, comanda, e la mia Volontà sta come una povera straniera, non curata, e se occorre disprezzata. Vorrei mettere del mio, ma non posso, perché la volontà umana non mi vuol cedere un posto, anche nelle stesse cose sante vuol fare lei come capo, ed Io niente posso mettere del mio. Come mi trovo male nell’anima che fa regnare la sua volontà! Succede come ad un padre che va a trovare un suo figlio lontano, oppure un amico ad un altro amico: Mentre bussa, si apre la porta, ma si fa restare alla prima stanza, non si prepara il pranzo, non il letto dove farlo dormire, non gli fanno parte né delle loro gioie, né delle loro pene; che affronto! Che dolore per questo padre, oppure amico! Se ha portato tesori per complimentarlo, nulla lascia, e se ne va trafitto nel fondo del suo cuore. Invece un’altro non appena lo vedono, si mettono in festa, preparano il più bel pranzo, il letto più soffice, anzi le danno piena padronanza di tutta la casa e fin di loro stessi; non è questo il più grande onore, amore, rispetto, sudditanza, che si può usare ad un padre o ad un amico? Che cosa non le lasceranno di bello e di buono per compensare tanta liberalità?

(5) Tale è la mia Volontà, viene dal Cielo per abitare nelle anime, ed invece di rendermi padrone, mi tengono come uno straniero e derelitto, ma la mia Volontà non si parte, ad onta che mi tengono da straniero rimango in mezzo a loro aspettando per dar loro i miei beni, le mie grazie e la mia santità”.

17-31 Febbraio 15, 1925 La Divina Volontà in Cielo è confermante, beatificante, felicitante, divinizzante, in terra nell’anima è operante e vi forma le onde eterne che travolgono tutto.

(1) Mi stavo tutta abbandonando nella Santissima Volontà di Dio, ed in questo totale e pieno abbandono sentivo in me un nuovo cielo, un’aria tutta divina che m’infondeva una nuova vita. Ed il mio sempre amabile Gesù, muovendosi nel mio interno, mi sembrava che mi stendeva le braccia per ricevermi e nascondermi in Lui e mettermi sotto questo nuovo cielo della sua Volontà, che in me, con la grazia sua, si era formato, e con gran contento respiravo l’aria balsamica e dolce della sua Santissima Volontà; ed io presa da stupore ho detto:

(2) “Amor mio, mio Gesù, come è bello il Cielo della tua Volontà! Come si sta bene sotto di Essa, oh! come è refrigerante e salutare la sua aria celeste!”. E Gesù, stringendomi più forte a Sé mi ha detto:

(3) “Figlia della mia Volontà, ogni atto nella mia Volontà è un nuovo cielo che si stende sul capo dell’anima, uno più bello dell’altro. L’aria di questi cieli è divina e porta con sé: santità, amore, luce, fortezza, e contiene tutti i gusti insieme, perciò si sente balsamica e dolce. La mia Volontà nel Cielo è confermante, beatificante, felicitante e penetrante ovunque, trasformante, divinizzante tutto in Sé; invece nell’anima che possiede questi nuovi cieli della mia Volontà in terra, è operante, e mentre opera si diletta di stendere nuovi cieli. Sicché la mia Volontà lavora ed opera più nell’anima viatrice che nella Celeste Gerusalemme; là, le opere dei santi sono compite, non resta altro da fare; qui, poi, la mia Volontà tiene sempre da fare nell’anima in cui Essa regna, perciò vuole tutto per Sé, né vuol lasciare nessun atto alla sua volontà umana, perché vuol fare molto, e ad ogni atto che cedesse all’umana volontà, mancherebbe di stendere un cielo in più e sarebbe una sua opera di meno. Ah! tu non sai ciò che succede nell’anima quando dà tutta la libertà alla mia Volontà di operare in essa, e l’anima opera nella mia Volontà! Immaginati il mare quando innalzano tanto forti e alte le onde, che non solo le acque, ma la forza delle onde trasporta anche i pesci su in alto, in modo che si vede in quelle onde, trasportato dalla forza della tempesta, che anche i pesci sono usciti dal fondo del mare, dal loro giornaliero soggiorno per elevarsi in alto insieme alle onde; le onde li hanno travolti e non hanno potuto resistere alla loro forza, mentre senza la forza delle onde non sanno uscire dal loro lido. Oh! se il mare avesse una forza senza limite, farebbe uscire tutta l’acqua dal letto del mare, formando onde altissime e tutti i pesci travolti in esse. Ma ciò che non può fare il mare perché limitato nella sua forza, lo fa la mia Volontà, come fa suoi gli atti dell’anima operando in essa, vi forma le onde eterne, ed in queste travolge tutto, e si vedono in queste onde ciò che fece la mia Umanità, le opere della mia Celeste Mamma, quelle di tutti i santi e tutto ciò che fece la stessa Divinità, tutto viene messo in moto. La mia Volontà è più che mare, le opere nostre, quelle dei santi, possono essere similitudine dei pesci che vivono nel mare; quando la mia Volontà opera nell’anima, e anche fuori dell’anima, tutto ciò che c’è in Essa, tutto si muove, si eleva, si mettono in ordinanza, per ripeterci la gloria, l’amore, l’adorazione, ci passano avanti come in rassegna dicendoci: “Siamo opere tue, grande Tu sei e potente perché così belle ci hai fatto”. La mia Volontà racchiude tutto il bello ed il buono, e quando opera nulla lascia dietro, per fare che in quel atto nulla mancasse di ciò che è nostro, per fare che fosse completa la nostra gloria; e nulla c’è da meravigliare, perché è l’operato eterno che si svolge nell’anima. Perciò l’operato della mia Volontà si può chiamare onda eterna, che travolge Cielo e terra come in un punto solo, e poi si diffonde su tutti come portatrice d’un atto divino. Oh! come ne gode il Cielo quando vede operare nell’anima l’Eterna Volontà! Poiché essendo confermate le loro opere nella Divina Volontà in Cielo, veggono scorrere le loro opere in quell’atto divino e si sentono duplicare la gloria, la felicità, le gioie. Perciò ti raccomando, giacche sei la piccola figlia del mio Supremo Volere, che ogni tuo atto lo lasci in preda delle onde eterne del mio Volere, affinché, giungendo queste onde ai piedi del nostro Trono in Cielo, possiamo sempre più confermarti per nostra vera figlia della nostra Volontà, e possiamo concederti rescritti di grazia a pro dei tuoi fratelli e dei nostri figli”.

17-32 Febbraio 22, 1925 Come Iddio nel creare l’uomo fece tante vie per poter facilitarle l’entrata nella sua Volontà, e quindi nella Patria Celeste.

(1) Stavo pensando al Santo Voler Divino, e pregavo il mio amabile Gesù, che per sua bontà mi desse la grazia che in tutto compissi la sua Santissima Volontà, e dicevo: “Tu che ami e vuoi che questa si faccia, aiutami, assistimi ed imboccami in ogni istante questo tuo Volere in me, affinché nessun altra cosa possa avere vita in me”. Ora, mentre pregavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno, e stringendomi forte a Sé mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come mi ferisce il cuore la preghiera di chi cerca solo ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

17-33 Marzo 1, 1925 Come ogni atto in più di bene che facciamo è un filo di volontà umana che si lega alla corrente della Luce Eterna, e rende più piena, più forte, più smagliante la luce nell’anima nostra.

(1) Mi sentivo molto amareggiata per la perdita del mio dolce Gesù, oh! come rimpiango il mio passato! Quanto, la sua amabile presenza, rendeva felice la mia povera esistenza! Anche in mezzo alle più dure pene il mio povero letto era per me un piccolo paradiso, mi sentivo regina insieme col mio amabile Gesù, dominatrice di me stessa e col contatto continuo con Lui mi sentivo come dominatrice del suo stesso cuore divino; e ora, come è cambiata la mia felicita! Anzi, ogni volta che lo cerco e non lo trovo, una infelicità mi circonda, mi strappa un tratto di vita, perché solo Gesù è la mia vita, e sento più al vivo le pene del mio duro esilio. Oh! come è vero che non sono le pene che rendono infelice la creatura, ma il bene voluto e non trovato! E mentre gli dicevo: “Abbi pietà di me, non mi abbandonare, vieni, sorgi nella povera anima mia immersa nelle acque amare della tua privazione”. Mi sono sentita che il mio amato bene, la dolce mia vita si muoveva nel mio interno, e stendendomi le sue braccia al collo mi ha detto:

(2) “La figlia mia! La figlia mia!”.

(3) Io l’ho guardato che usciva da un fondo di luce, e come Gesù stendeva le braccia, la luce si stendeva appresso a Lui, ma quella luce non era tutta piena, si vedeva il vuoto nella stessa luce, ma sebbene si vedeva il vuoto, ma non tenebre, come se si volesse altri fili di luce per rendere più pieno quel vuoto, più intensa, più forte, più smagliante quella stessa luce. Alla vista di Gesù mi sono sentita risorgere da morte a vita; le sue parole: La figlia mia, la figlia mia, hanno cambiato in quell’atto la mia infelicità, perché stare con Gesù ed essere infelice è impossibile, al più si può stare con Gesù patendo nelle pene più atroci, ma infelice non mai, anzi pare che l’infelicità, se ci stia nell’anima, fugge dalla presenza di Gesù, e dà luogo alla felicita che porta con Sé. Onde, riprendendo il suo dire mi ha detto:

(4) “Figlia mia, coraggio, non temere, non ci sono tenebre in te, perché il peccato è tenebre, il bene è luce. Non vedi che sono uscito da un fondo di luce da dentro il tuo interno? Ma sai tu che cosa è questa luce? E’ tutto il tuo operato interno che fai, ogni atto in più che fai è un filo di più della tua volontà che leghi alla corrente della luce eterna, e quel filo si converte in luce; sicché quanti atti in più farai, aggiungendo altri fili, la luce si farà più piena, più forte, più smagliante. Quindi, quello che hai fatto è la luce che vedi, quello che ti resta da fare è il vuoto che vedi nella stessa luce; ed Io vi starò sempre in mezzo a questa luce, non solo per godermela, ma per legare i fili della volontà umana con la corrente della luce eterna, perché il principio, il fondo, la corrente della luce sono Io. Ma sai tu che cosa è la vera luce? La vera luce è la verità; la verità conosciuta, abbracciata, amata e messa in pratica dall’anima, è la vera luce, che la trasforma nella stessa luce e le fa mettere dentro e fuori nuovi e continui parti di luce. E questa verità forma la vera Vita di Dio nell’anima, perché Dio è verità, e l’anima sta legata alla verità, anzi la possiede. Dio è luce e lei è legata alla luce e si alimenta di luce e di verità, però mentre Io alimento l’anima di verità e di luce, essa deve tenere aperta la corrente della sua volontà per ricevere la corrente della comunicazione divina, altrimenti può succedere come alla corrente elettrica, alla che non basta le sue carattere elettrici, vi manca la luce, ma ci vogliono i preparativi per riceverla, ma con tutto ciò non a tutti va eguale la stessa luce, ma a seconda le lampadine che si hanno: chi ne ha una, riceve una luce; chi ne ha dieci, riceve per dieci la luce. Se le lampadine contengono più fili elettrici, le lampade si veggono più piene di luce; se meno fili, ad onta che c’è il vuoto nel vetro, la luce è piccola, e ad onta che da dove viene la corrente può dare più luce, non la riceve perché manca la forza dell’elettricità nelle lampadine per riceverla, perciò ci vuole la corrente celeste che vuol dare e la corrente umana per riceverla, e a seconda che farai, aggiungerai altri fili per rendere più completa la luce che voglio racchiudere in te”.

17-34 Marzo 8, 1925 Tutto quello che Gesù fece, tanto per gloria del Padre come per il bene delle creature, restò depositato nella Divina Volontà, che lo conserva tutto in atto con tutti i suoi effetti.

(1) Stavo dicendo fra me: “Quanto vorrei percorrere tutte le vie del Volere eterno, per poter trovare tutti gli atti di questa Volontà Suprema, usciti da Essa a bene di tutta l’umana famiglia, per poter mettere a ciascun atto della sua Volontà un atto della mia, per ricambiarlo col mio amore, con la mia gratitudine, col mio grazie per me e a nome di tutti i miei fratelli, ma come posso trovare tutti quest’atti della Volontà Divina, io che sono così piccola, così insignificante?”. Ora, mentre così pensavo, desiderando di abbracciare, di mettere un mio baciò, un mio ti ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

17-35 Marzo 15, 1925 La Divina Volontà tiene il poter di formare la Vita di Gesù nella creatura.

(1) Mi stavo tutta fondendo nel Santo Voler Divino, ma mentre ciò facevo sentivo tutta l’amarezza della privazione del mio dolce Gesù, e per quanto quasi abituata a soffrire l’assenza di Lui, però ogni volta che sono priva è sempre nuova la pena. Mi sembra che ogni volta che resto priva della Vita della mia vita, Gesù vi mette un grado di più di dolore, ed io sento più al vivo la pena della sua lontananza. Oh! come è vero che in Gesù sono sempre nuove le pene e nuove le gioie! Ora, mentre mi abbandonavo nella sua Volontà, il mio amabile Gesù è uscito una mano da dentro il mio interno, tutta piena di luce, ma nella sua ci aveva anche la mia, ma tanto immedesimata nella sua, che a stento si scorgeva che invece di una erano due mani trasformate insieme, e Gesù, compassionando la mia estrema amarezza mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la luce della mia Volontà ci trasforma insieme, e vi forma una sola vita, la luce si fa via ed il calore che contiene la luce svuota, consuma tutto ciò che può impedire la immedesimazione con la mia Vita e farne una sola. Perché tanto ti affliggi? Non senti in te questa mia Vita, e non fantastica, ma reale? Quante volte non senti in te la mia Vita operante, altre volte sofferente, ed altre ti riempio tanto che tu sei costretta a perdere il moto, il respiro, le facoltà mentali, e la tua stessa natura perde la sua vita per dar luogo alla mia? E per fare che tu potessi rivivere, sono costretto ad impicciolirmi in te stessa, per farti acquistare il moto naturale e l’uso dei sensi, ma sempre dentro di te rimango, e non vedi che ogniqualvolta mi vedi, è da dentro il tuo interno che mi vedi uscire? Dunque, perché temi che Io ti lasci se tu la senti questa mia Vita in te?”.

(3) Ed io: “Ah! mio Gesù, è vero che sento un’altra vita in me, che opera, che soffre, che si muove, che respira, che si distende in me, ma tanto, che io stessa non so dire ciò che mi succede, molte volte credo di dover morire, ma come quella vita che sento in me s’impiccolisce, ritirandosi dalle braccia, dalla testa, io incomincio di nuovo a rivivere, ma molte volte non ti veggo; ti sento, ma non vedo la tua amabile presenza, ed io temo, e ho quasi paura di quella vita che sento in me, pensando: chi potrà essere colui che tiene tanta padronanza in me, che io mi sento un cencio sotto del suo potere? Non può essere anche un mio nemico? E se mi voglio opporre a ciò che lui vuol fare in me, si fa tanto forte ed imponente, che non mi cede un atto della mia volontà, ed io subito gli cedo la vincita su di me”.

(4) E Gesù: “Figlia mia, solo la mia Volontà tiene questo potere di formarsi una Vita nella creatura. S’intende che l’anima mi abbia dato, chi sa quante volte, prove certe che vuol vivere della mia Volontà, non della sua, perché ogni atto di volontà umana impedisce che si compisse questa mia Vita; ed è questo il più grande prodigio che sa operare la mia Volontà: La mia Vita nella creatura. La sua luce mi prepara il luogo, il suo calore purifica e consuma tutto ciò che potrebbe essere disdicevole alla mia Vita, e mi somministra gli elementi necessari per poter sviluppare la mia Vita; perciò lasciami fare affinché possa compire tutto ciò che ha stabilito la mia Volontà su di te”.

17-36 Aprile 9, 1925 Col filo della sua Volontà Gesù lega l’anima. La Divina Volontà operante nella creatura, ed i suoi atti operati in Essa, formano una nube di luce, che serve a Gesù e all’anima.

(1) Dopo molti giorni di amarezza e di privazione, il mio dolce Gesù mi ha trasportato fuori di me stessa, e prendendomi fra le sue braccia mi ha messo sulle sue ginocchia. Oh! come mi sentivo felice, dopo tante privazioni ed amarezze, nel grembo di Gesù, ma però mi sentivo timida, senza volontà di voler nulla e di dire nulla, né con quella confidenza mia solita d’una volta che tenevo con Gesù quando era con me. Gesù me ne faceva tante, mi stringeva forte a Sé da farmi soffrire, mi metteva la mano alla bocca quasi togliendomi il respiro, mi baciava, ed io, nulla, non gli davo nessun ricambio, non avevo voglia di far nulla. La sua privazione mi aveva paralizzato e resa senza vita, solo che lo facevo fare, non mi opponevo in nulla, ancorché mi avesse fatto morire non avrei fiatato. Onde Gesù, volendo che io dicessi mi ha detto:

(2) “Piccola figlia mia, dimmi almeno, vuoi che il tuo Gesù ti leghi tutta, tutta?”.

(3) Ed io: “Fa come vuoi Tu”.

(4) E Lui prendendo in mano un filo, faceva passare quel filo intorno alla mia testa, davanti agli occhi, alle orecchie, alla bocca, al collo, insomma, a tutta la mia persona, fino ai piedi, e dopo mi ha soggiunto guardandomi con occhio penetrante:

(5) “Come è bella la mia piccola figlia legata tutta da Me! Adesso sì che ti amerò di più, perché il filo della mia Volontà non ti ha lasciato nulla che tu potessi fare, senza costituirsi Essa vita di tutta te, e questo ti ha aggraziato tanto, da renderti tutta speciosa e bella agli occhi miei. Sicché la mia Volontà tiene questa virtù e potenza da rendere l’anima d’una bellezza sì rara, sì speciosa, che nessun altro potrà uguagliare la sua bellezza, è tanta e affascinante che attira il mio occhio e l’occhio di tutti a guardarla e amarla”.

(6) Detto ciò mi sono trovata in me stessa, confortata e rafforzata, sì, ma sommamente amareggiata pensando chi sa quando sarebbe ritornato, e che neppure gli avevo detto una parola del mio duro stato. Quindi mi sono messa a fondermi nel suo Santissimo Volere, ed il mio amabile Gesù è uscito da dentro il mio interno, e formava intorno a me una nube di luce, e Gesù poggiava le braccia sopra quella nube e guardava tutto il mondo; tutte le creature si sono fatte presenti al suo sguardo purissimo, ed oh! quante offese da tutte le classi di persone ferivano il mio dolce Gesù! Quante trame! Quanti inganni e finzioni! Quante macchinazioni di rivoluzioni, tenendosi pronti con incidenti improvvisi! E questo attirava i castighi, che città intere restavano distrutte. Il mio Gesù appoggiato a quella nube di luce tentennava la testa, e restava amareggiato fin nell’intimo del cuore, e voltandosi a me mi ha detto:

(7)Figlia mia, guarda lo stato del mondo, è tanto grave, che solo attraverso di questa nube di luce posso guardarlo, e se lo volessi guardare fuori di questa nube lo distruggerei in gran parte, ma sai tu che cosa è questa nube di Luce? E’ la mia Volontà operante in te, ed i tuoi atti operati in Essa; quanti più atti fai in Essa, tanto più grande si fa questa nube di luce che serve a Me di appoggio, e di farmi guardare con quell’amore con cui creò l’uomo la mia Volontà, Essa mi mette un incanto alle mie amorose pupille, e facendomi presente tutto ciò che feci per il suo amore, mi fa nascere in cuore una Volontà compassionevole, e mi fa finire col compatire colui che tanto amo. A te, poi, serve questa nube di luce in modo meraviglioso: Ti serve di luce a tutto l’essere tuo, ti si mette dintorno e ti rende estranea la terra, non permette che entri in te nessun gusto di persone o di altro, anche innocente, e mettendoti anche a te un dolce incanto alle tue pupille, ti fa guardare le cose secondo la verità e come le guarda il tuo Gesù. Se ti vede debole, questa nube ti si serra dintorno e ti dà la sua fortezza; se ti vede inoperosa, entra in te e si fa operante, anzi, gelosa al sommo con la sua luce, mentre è la sentinella perché tu nulla faccia senza di Essa, e che Essa nulla faccia senza di te. Dunque figlia mia, perché tanto ti affliggi? Lascia che la mia Volontà faccia in te e che non le conceda nessun atto di vita alla tua volontà, se vuoi che si compiano in te i miei grandi disegni”.