MaM
Messaggio del 8 settembre 2006:Cari figli, in questi anni in cui sono con voi ho seminato il seme, desidero, cari figli, che voi da questo seme siate il mio fiore, siate il mio fiore, diffondete i miei messaggi, pregate per la pace, pregate insieme con la Madre per la pace. Grazie cari figli perché avete risposto alla mia chiamata!

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1913

11-45 Gennaio 22, 1913 Le tre Passioni di Gesù.

(1) Stavo pensando alla Passione del mio sempre amabile Gesù, specie ciò che soffrì nell’orto; mi sono trovata tutta immersa in Gesù e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la mia prima Passione fu l’amore, perché l’uomo nel peccare, il primo passo che dà nel male è la mancanza d’amore, quindi, mancando l’amore precipita nella colpa; onde, l’Amore per rifarsi in Me di questa mancanza d’amore delle creature, mi fece soffrire più di tutti, quasi mi stritolò più che sotto d’un torchio, mi dette tante morti per quante creature ricevono la vita.

(3) Il secondo passo che succede nella colpa è defraudare la gloria di Dio, ed il Padre per rifarsi della gloria tolta dalle creature, mi fece soffrire la Passione del peccato, cioè, che ogni colpa mi dava una Passione speciale; se la Passione fu una, il peccato invece, furono tante Passioni per quante colpe si commetteranno fino alla fine del mondo; e così si rifece la gloria del Padre.

(4) Il terzo effetto che produce la colpa è la debolezza nell’uomo, e perciò volli soffrire la Passione per mani dei giudei, cioè la mia terza Passione, per rifare l’uomo della forza perduta.

(5) Sicché con la Passione dell’amore si rifece e si mise a giusto livello l’Amore, con la Passione del peccato si rifece e si mise a livello la gloria del Padre, con la Passione dei giudei si mise a livello e si rifece la forza delle creature. Tutto ciò soffrii nell’orto, fu tale e tanta la sofferenza, le morti che subii, gli spasimi atroci, che sarei morto davvero se la Volontà del Padre fosse giunta che Io morissi”.

(6) Poi passai a pensare quando il mio amabile Gesù, dai nemici fu menato nel torrente Cedron. Il benedetto Gesù si faceva vedere in un aspetto che moveva a pietà, tutto bagnato di quelle acque sporche e mi ha detto:

(7) “Figlia mia, nel creare l’anima l’ammantai d’un manto di luce e di bellezza, il peccato toglie questo manto di luce e di bellezza e vi mette un manto di tenebre e bruttezza, rendendola schifosa e nauseante; ed Io per togliere questo manto così lurido che il peccato mette all’anima, permisi che i giudei mi menassero in questo torrente, ove restai come ammantato dentro e fuori di Me, perché queste acque putride mi entrarono fin nelle orecchie, nelle narici, nella bocca, tanto, che i giudei facevano schifo a toccarmi. Ah! quanto mi costò l’amore delle creature, fino a rendermi nauseante a Me stesso! ”

11-46 Febbraio 5, 1913 Chi non fa la Volontà di Dio tutto lo ruba.

(1) Questa mattina, il mio sempre amabile Gesù ad ombra ed a lampo è venuto, e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi non fa la mia Volontà non ha ragione di vivere sulla terra, la vita si rende senza scopo, senza mezzi e senza fine. E’ proprio come un albero che non sa e non può produrre alcun frutto, o al più frutti velenosi, che avvelena sempre più sé stesso e avvelena chiunque imprudentemente li potesse mangiare, questo albero non fa altro che rubare le povere fatiche dell’agricoltore, che con stenti e sudori gli è d’intorno a zappargli il terreno. Così l’anima che non fa la mia Volontà sta in continua attitudine di derubarmi, ed i furti che mi fa li converte in veleno; sicché mi è d’intorno a derubarmi, mi ruba l’opera della Creazione, della Redenzione e della Santificazione a suo riguardo; mi ruba la luce del sole, il cibo che prende, l’aria che respira, l’acqua che la disseta, il fuoco che la riscalda, il terreno che calpesta, perché tutto questo è di chi fa la mia Volontà, tutto ciò che è mio è di loro; invece, chi non fa la mia Volontà non ha nessun diritto, e quindi mi sento continuamente derubato. Sicché chi non fa la mia Volontà si deve tenere come straniero nocivo e fraudolento, e quindi è necessario incatenarlo e gettarlo nelle carceri più profonde”.

(3) E detto ciò è scomparso come lampo. Un altro giorno, venendo mi ha detto:

(4) “Figlia mia, vuoi sapere che differenza passa tra la mia Volontà e l’Amore? La mia Volontà è Sole, l’amore è fuoco. La mia Volontà, come sole, non abbisogna d’alimento, né cresce né decresce nella luce e nel calore, sempre eguale a sé stesso, sempre purissima la sua luce. Invece il fuoco, che simboleggia l’amore, ha bisogno di legna per alimentarsi, e se la legna manca giunge anche a smorzarsi, cresce e decresce a seconda la legna che si mette, quindi è soggetto ad instabilità, e la sua luce è sempre fosca, mista con fumo, specie se l’amore non è regolato dalla mia Volontà”.

(5) Detto ciò è scomparso e mi è restata nella mia mente una luce in cui comprendevo che la Volontà di Dio all’anima è come un sole, perché le azioni che si fanno come volute da Dio formano una sol cosa con la Volontà Divina, ed ecco si forma il sole, la legna che mantiene questo sole è la azione umana e tutto l’essere proprio unito all’azione ed all’Essere Divino, sicché l’anima diventa legna essa stessa, somministrata dalla Volontà Divina, e questa legna non può mancare, perciò questo sole non ha bisogno d’alimento, né cresce, né decresce, è sempre eguale a sé stesso, è purissima la sua luce, perché prende parte a tutto, e l’Essere Divino e le legne divine non vengono mai meno e non sono soggette a fumo. Non mi spiego di più, perché credo che il resto si comprende da sé stesso in riguardo all’amore.

11-47 Febbraio 19, 1913 La Volontà di Dio è oppio che addormenta lo umano nell’anima.

(1) Continuando il mio solito stato, e avendo fatto la Santa Comunione, il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la mia Volontà è come l’oppio al corpo. I poveri pazienti, dovendo subire un’operazione, un taglio d’una gamba, d’un braccio, li addormentano con l’oppio, con ciò non vengono a sentire l’acerbità del dolore, e dopo svegliati si trovano con gli effetti dell’operazione fatta, e se non hanno sofferto tanto, la virtù è stata tutta dell’oppio. Tal’è la mia Volontà, è oppio dell’anima che addormenta l’intelligen-za, l’amor proprio, la propria stima, tutto ciò che è umano e non fa penetrare fino a fondo un dispiacere, la calunnia, la sofferenza, uno stato di pene interne d’anima, perché l’oppio della mia Volontà la tiene come addormentata, ma con ciò si trova gli stessi effetti, gli stessi meriti, anzi, oh! quanto li supera, come se avesse sentito ben bene quella sofferenza, con questa differenza: Che l’oppio del corpo si compra e non si può usare spesso, tutti i giorni, e se si volesse abusare resterebbe la persona stupidita, specie se è di costituzione debole; invece l’oppio della mia Volontà lo do gratis e si può prendere tutti i momenti, e quanto più spesso lo prende, tanta più luce di ragione acquista, e se è debole acquista la fortezza divina”.

(3) Dopo ciò mi pareva di vedere persone a me d’intorno, ed io ho detto a Gesù: “Chi sono? ”

(4) E Gesù: “Sono quelli che ti affidai da qualche tempo, te li raccomando, vigila su di loro, perciò voglio formare questo nodo d’unione tra te e loro, per averle sempre intorno a Me”.

(5) E m’indicava una in modo speciale. Ed io: “Ah! Gesù, hai dimenticato la mia miseria e nullità e il bisogno estremo che ho? Che farò? ”

(6) E Gesù: “Figlia mia, tu non farai nulla, come nulla mai hai fatto, Io solo parlerò e farò in te, e parlerò per mezzo della bocca tua, solo che lo voglia tu fare e che ci sia buona disposizione in loro, Io mi presterò a tutto ed ancorché ti tenessi addormentata nella mia Volontà, quando sarà necessario ti sveglierò e ti farò parlare a riguardo loro, Io mi delizierò più in te sentendoti parlare nella veglia e nel sonno della mia Volontà”.

11-48 Marzo 16, 1913 Il fervore nel pregare. Il ghiaccio nella Volontà di Dio è fuoco. Alimento delle anime.

(1) Scrivo piccole cosette che il benedetto Gesù mi ha detto in tutti questi giorni passati. Ricordo che sentendomi indifferente, fredda, ma con tutto ciò facevo quello che sono solita di fare, pensavo tra me: “Chi sa quanta gloria di più davo a Nostro Signore quando mi sentivo l’opposto di quello che mi sento oggi? ” E Gesù benedetto mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quando l’anima prega con fervore è l’incenso col fumo, invece quando prega fredda, ma senza che abbia fatto entrare in essa cosa a Me estranea, è l’incenso senza fumo, sicché l’uno, o l’altro è a Me gradito, ma l’incenso senza fumo più, perché il fumo dà sempre qualche molestia agli occhi”.

(3) Sentendomi la stessa, l’amabile Gesù mi ha detto:

(4) “Figlia mia, il ghiaccio nella mia Volontà è più ardente del fuoco. Che farebbe a te più impressione: Vedere che il ghiaccio ha virtù di bruciare e di distruggere qualunque cosa potesse toccarlo, o il fuoco che converte le cose in fuoco? Certo, il ghiaccio. Ah! figlia mia, nella mia Volontà le cose cambiano natura, sicché il ghiaccio nella mia Volontà ha virtù di distruggere qualunque cosa che non è degna della mia santità, e rende l’anima pura, nitida e santa, a seconda che piace a Me, non a seconda che piace a lei. Questa è la cecità delle creature, e anche di quelle che si dicono buone, nel sentirsi fredde, misere, deboli, oppresse e altro, e quanto più si sentono male, tanto più si rannicchiano nella volontà loro e si tessono il labirinto come ravvolgersi di più nei loro mali, invece di fare un salto nella mia Volontà, dove troverebbero il gelo fuoco, la miseria ricchezza, la debolezza fortezza, l’oppressione gioia; Io a bella posta le faccio sentire così male, per dar loro nella mia Volontà il contrario dei mali che tengono, e le creature non volendolo capire una volta per sempre, mandano a vuoto i miei disegni su di loro. Che cecità! che cecità! ”

(5) Un altro giorno Gesù mi disse:

(6) “Figlia mia, chi fa la mia Volontà, vedi un po’ di che si nutre”.

(7) In questo mentre vedevo un sole che spandeva innumerevoli raggi e splendidissimo, che il nostro pareva appena un’ombra, e poche anime immerse in questa luce, e stavano con la bocca in questi raggi, come se fossero mammelle a succhiare, estranee a tutte le altre cose, come se nulla facessero, e mentre pareva che facessero nulla, da loro usciva tutto l’operato divino. Il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:

(8) “Hai visto la felicità di chi fa la mia Volontà, e come solo da queste esce la ripetizione delle mie opere? Sicché chi fa la mia Volontà si nutre di luce, cioè di Me, e mentre fa nulla fa tutto, onde può essere certa che ciò che pensa, opera e dice sia effetto dell’alimento che prende, cioè, che il tutto sia frutto del mio Volere”.

11-49 Marzo 21, 1913 L’abbandono dell’anima nella Volontà di Dio è oppio a Gesù. L’aria delle anime.

(1) Continuando il mio solito stato, stavo dicendo al dolce Gesù che si benignasse a farmi parte delle sue pene, e Lui mi ha detto:

(2) “Figlia mia, l’oppio dell’anima è la mia Volontà, l’oppio mio è la volontà dell’anima abbandonata nella mia, unita al puro amore. Quest’oppio che l’anima mi dà ha virtù che le spine perdano in Me la virtù di pungere, i chiodi di traforare, le piaghe di dare dolore, tutto mi attutisce e addormenta, sicché se tu mi hai dato l’oppio, come vuoi che ti faccia parte delle mie pene? Se non le ho per Me, neppure per te”.

(3) Ed io: “Ah! Gesù, come te ne sai uscire, pare che vuoi burlarmi e per non contentarmi te ne esci in questi termini”.

(4) E Lui: “No, no, è vero, è proprio così. Ho bisogno di molto oppio, e ti voglio tanto abbandonata in Me, da non più sentire te stessa, sicché non più ti riconoscerò che sei tu, ma riconoscerò Me solo in te, sicché ti dirò che sei la mia anima, la mia carne, le mie ossa. In questi tempi ho bisogno di molto oppio, ché se mi sveglio a diluvi farò cadere i flagelli”.

(5) Ed è scomparso. Dopo poco è ritornato e ha soggiunto:

(6) “Figlia mia, molte volte succede alle anime ciò che succede nell’aria. L’aria dai fetori che esala la terra s’ingrassa e si sente un’aria doppia, pesante, opprimente e nauseante, in modo che sono necessari i venti per sgrassare l’aria, in modo che purificata l’aria spira poi un venticello finissimo, che si starebbe a bocca aperta per respirare quell’aria purificata. Tutto ciò succede nelle anime, molte volte la compiacenza, la stima propria, l’io, e tutto ciò che è umano, ingrassano l’aria dell’anima, ed Io sono costretto a mandarle il vento della freddezza, il vento della tentazione, dell’aridità, della calunnia, in modo che questi venti sgrassano l’aria dell’anima, e la purificano, la riducono al nulla, ed il nulla apre la porta al Tutto, a Dio, ed il Tutto fa spirare tanti venticelli profumati, in modo che a bocca aperta ingoia quell’aria e la resta tutta santificata”.

11-50 Marzo 24, 1913 Gesù è il contento dei contenti.

(1) Mi sentivo un certo scontento per le privazioni del mio sempre amabile Gesù, e Lui venendo appena mi ha detto:

(2) “Figlia mia, che fai? Io sono il contento dei contenti; stando in te e sentendo degli scontenti, ti vengo a riconoscere che sei tu, e quindi non mi riconosco solo in te, perché gli scontenti sono parte della natura umana, non divina, mentre la mia Volontà è che l’umano non più esista in te, ma solo la mia Vita Divina”.

(3) Aggiungo che pensavo tra me alla dolce Mamma, e Gesù mi ha detto:

(4) “Figlia mia, alla mia cara Mamma mai sfuggì il pensiero della mia Passione, e a forza di ripeterla si riempì tutta, tutta di Me. Così succede all’anima, a forza di ripetere ciò che Io soffrii, viene a riempirsi di Me”.

11-51 Aprile 2, 1913 L’anima che fa la Volontà di Dio è il suo respiro.

(1) Stando tutta afflitta per le privazioni del mio dolce Gesù, Gesù venendo da dietro le mie spalle mi ha steso la mano alla bocca, allontanandomi le lenzuola che mi stavano vicino, tanto che m’impedivano d’uscire libero il respiro, e poi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi fa la mia Volontà è il mio respiro, e contenendo il mio respiro tutti i respiri delle creature, da dentro l’anima che fa la mia Volontà somministro il respiro a tutti, ecco perciò ti ho allontanato le lenzuola, ché mi sentivo anch’Io inceppata la respirazione”.

(3) Ed io: “Ah! Gesù, che dici? Mi sento piuttosto che mi hai lasciato e tutto hai dimenticato, le tante promesse fattemi”.

(4) E Lui: “Figlia mia, non mi dica così che mi offendi e mi costringi a farti provare davvero che significa lasciarti”.

(5) Poi ha soggiunto con un’aria tutta dolcezza: “Chi fa la mia Volontà rappresenta al vivo il periodo della mia Vita sulla terra, che mentre esternamente parevo uomo, nel medesimo tempo ero sempre il Figlio diletto del mio caro Padre. Così l’anima che fa la mia Volontà, esternamente tiene la pelle dell’umanità, al di dentro si trova la mia persona, inseparabile come Me nell’Amore e nella Volontà della Triade Sacrosanta, sicché la Divinità dice: “Questa è un’altra figlia che teniamo sulla terra, per amor di questa sosteniamo la terra, perché fa in tutto le nostre veci”.

11-52 Aprile 10, 1913 Effetti del esercizio delle ore della Passione.

(1) Questa mattina il mio sempre amabile Gesù è venuto, e abbracciandomi al cuore mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi pensa sempre alla mia Passione forma nel suo cuore una sorgente, e quanto più vi pensa, tanto più questa sorgente s’ingrandisce, e siccome le acque che sorgono sono acque comuni a tutti, così questa sorgente della mia Passione che si forma nel cuore, serve a bene dell’anima, a gloria mia e bene delle creature”.

(3) Ed io: “Dimmi mio bene, che cosa darai in compenso a quelli che faranno le ore della Passione come tu me le hai insegnato? ”

(4) E Lui: “Figlia mia, non le riguarderò come cose vostre, ma come fatte da Me, vi darò i miei stessi meriti, come se la stessi soffrendo in atto la mia Passione, e gli stessi effetti, a seconda la disposizione delle anime, questo in terra, premio maggiore non potrei darle, e poi in Cielo me le metterò di fronte, saettandole con saette d’amore e di contenti per quante volte hanno fatto le ore della mia Passione, e loro saetteranno Me. Che dolce incanto sarà questo a tutti i beati! ”

(5) Poi ha soggiunto: “Il mio Amore è fuoco, ma non come il fuoco materiale che distrugge le cose e le riduce in cenere, il mio fuoco vivifica, perfeziona e se brucia e consuma è tutto ciò che non è santo, i desideri, gli affetti, i pensieri che non sono buoni, questa è la virtù del mio fuoco: Brucia il male e dà vita al bene. Sicché se l’anima non sente in sé nessuna tendenza al male, può essere certa che c’è il mio fuoco, se poi sente in sé fuoco e mescolamento di male, c’è molto da dubitare che sia il mio vero fuoco”.

11-53 Maggio 9, 1913 Gesù e la sua Mamma furono inseparabili. Ciò succede anche alle anime quando sono unite veramente con Gesù.

(1) Mentre pregavo stavo pensando a quel punto quando Gesù si licenziò della Madre Santissima per andare a soffrire la sua Passione, e dicevo tra me: “Come è possibile che Gesù si potette separare dalla cara Mamma, e Lei da Gesù? ” Ed il benedetto Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, certo che non ci poteva essere separazione tra Me e la mia dolce Mamma, la separazione fu solo apparentemente, Io e Lei eravamo fusi insieme, ed era tale e tanta la fusione che Io restai con Lei, e Lei venne con Me, sicché si può dire che ci fu una specie di bilocazione. Ciò succede anche alle anime quando sono unite veramente con Me, e se pregando fanno entrare nelle loro anime come vita la preghiera, succede una specie di fusione e di bilocazione, Io dovunque mi trovo porto loro con Me ed Io resto con loro.

(3) Figlia mia, tu non puoi comprendere bene ciò che fu la mia diletta Mamma per Me; Io venendo in terra non ci potevo stare senza Cielo, ed il mio Cielo fu la mia Mamma. Tra Me e Lei ci passava tale elettricità, che neppure un pensiero sfuggiva che non l’attingesse dalla mia mente, e questo attingere da Me la parola, e la volontà, e il desiderio, e l’azione, ed il passo, insomma tutto, formava in questo Cielo il sole, le stelle, la luna e tutti i godimenti possibili che può darmi la creatura, e può essa stessa godere. Oh! come mi deliziavo in questo Cielo, oh! come mi sentivo rinfrancato e rifatto di tutto, anche i baci che mi dava la mia Mamma mi racchiudevano il bacio di tutta l’umanità, e mi restituiva il bacio di tutte le creature; dovunque me la sentivo la mia dolce Mamma, me la sentivo nel respiro, e se era affannoso me lo sollevava; me la sentivo nel cuore, e se era amareggiato me lo raddolciva; nel passo, e se era stanco mi dava lena e riposo, e chi può dirti come me la sentivo nella Passione? Ad ogni flagello, ad ogni spina, ad ogni piaga, ad ogni goccia del mio sangue, dovunque me la sentivo e mi faceva l’uffizio di mia vera Madre. Ah! se le anime mi corrispondessero, se tutto attingessero da Me, quanti Cieli e quante madri avrei sulla terra! ”

11-54 Maggio 21, 1913 Come si forma la vera consumazione.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, Io voglio la vera consumazione in te, non fantastica, ma vera, ma in modo semplice ed attuabile. Supponi che ti venisse un pensiero che non è per Me, tu devi distruggerlo e sostituire il divino, e così avrai fatto la consumazione del pensiero umano e avrai acquistato la vita del pensiero divino; così se l’occhio vuol guardare cosa che mi dispiace o che non si riferisce a Me, e l’anima si mortifica, ha consumato l’occhio umano e acquistato l’occhio della Vita Divina, e così il resto del tuo essere. Oh! come queste novelle vite divine me le sento scorrere in Me e prendono parte a tutto il mio operare, le amo tanto queste vite, che per amor loro cedo a tutto. Le prime sono queste anime innanzi a Me, e se le benedico, attraverso di loro vengono benedetti gli altri, sono le prime beneficiate, amate, e per mezzo loro vengono beneficiati e amati gli altri”.