MaM
Messaggio del 24 giugno 1996: Cari figli! Vi porto tutti nel mio cuore! Pregate di più perché le vostre preghiere mi sono necessarie. Nei vostri gruppi di preghiera vi chiedo di pregare particolarmente per i sacerdoti.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1915

11-87 Febbraio 8, 1915 La unione di Volontà forma tutta la perfezione delle Tre Divine Persone.

(1) Me la passo afflittissima per i modi che il mio sempre amabile Gesù tiene con me, ma rassegnata al suo Santissimo Volere. Se mi lamento con Gesù delle sue privazioni e del suo silenzio, Lui mi dice che:

(2) Non è il tempo di badare a ciò, queste sono bambinate e di anime molto deboli che badano a sé stesse e non a Me, che pensano a ciò che sentono e non a quello che le conviene fare, quest’anime mi puzzano d’umano e non posso fidarmi di loro. Da te non mi aspetto questo, voglio ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

11-88 Marzo 6, 1915 Gesù sospende in parte lo stato di vittima di Luisa per dar corso alla Giustizia.

(1) Stando nel mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù per poco è venuto, e siccome il confessore non stava bene, ed essendo il mio stato interrotto, non come una volta che allora mi riaveva quando ero chiamata dal ubbidienza, e quindi ho detto a Gesù: “Che vuoi che faccia? Debbo stare, oppure debbo cercare di riavermi quando mi senta libera? ”

(2) E Gesù: “Figlia mia, vuoi tu forse che operassi come prima, che non solo ti comandavo di stare, ma ti legavo in modo da non poterti riavere se non che con la sola ubbidienza? Se ciò facessi ora, il mio Amore si troverebbe alle strette e la mia Giustizia troverebbe un intoppo nello sfogarsi pienamente sulle creature, e tu potresti dirmi: “Come, mi tieni legata vittima di sofferenze per amore tuo e per le creature, così io ti lego, in modo d’arrestare la tua Giustizia di sfogarsi con le creature”. Sicché le guerre, i preparativi che stanno facendo altre nazioni per mettersi in guerra andrebbero tutto a gioco. Non lo posso, non posso! Al più, se vuoi stare tu o ti vuol tenere il confessore, se ciò farete, avrò qualche riguardo per Corato e risparmierò qualche cosa. Ma intanto le cose si vanno stringendo di più e la mia Giustizia vuole che non ci stessi affatto in questo stato, per poter subito mandare altri flagelli e fare uscire altre nazioni in guerra, e fare abbassare l’alterigia delle creature, ché dove credono vittorie troveranno sconfitte. Ahi! il mio Amore le piange, ma la Giustizia ne vuole la soddisfazione! Figlia mia, pazienza! ”

(3) Ed è scomparso. Ma chi può dire come sono rimasta? Mi sentivo morire, ché se uscivo da me, pensavo che io ero la causa di far crescere i flagelli e quindi di far mettere altre nazioni in guerra e specie l’Italia. Che dolore, che crepacuore! Sentivo tutto il peso della sospensione da parte di Gesù, e pensavo tra me: “Chi sa che Gesù non permette che non stia bene il confessore per dare l’ultimo colpo per far mettere in guerra l’Italia? Quanti sospetti e paure, ed essendo uscita da me, ho passato una giornata di lacrime e d’amarezza intensa.

11-89 Marzo 7, 1915 Castighi. I figli della Chiesa saranno i suoi più accaniti nemici.

(1) Il pensiero dei flagelli, e che io li potessi fomentare con l’uscire da me, mi trafiggeva il cuore. Il confessore continuava a non stare bene, io pregavo e piangevo, e non sapevo decidermi. Il benedetto Gesù veniva a lampo e fuggiva e mi lasciava libera, finalmente, mosso a compassione è venuto e tutta compatendomi e carezzandomi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la tua costanza mi vince, l’amore e la preghiera mi legano e quasi mi muovono battaglia, perciò sono venuto a trattenermi un poco con te, non potendo più resistere; povera figlia, non piangere, eccomi tutto per te, pazienza, coraggio, non ti abbattere. Se tu sapessi quanto soffro, ma l’ingratitudine delle creature a ciò mi costringe, i peccati enormi, l’incredulità, il voler quasi sfidarmi, e questo è il meno, se ti dicessi della parte religiosa! Quanti sacrilegi! Quante ribellioni! Quanti che si fingono miei figli e sono i miei accaniti nemici! questi finti figli sono usurpatori, interessati, increduli, i loro cuori sono sentine di vizi, e questi figli saranno i primi a muovere guerra alla Chiesa e cercheranno di uccidere la propria Madre! Oh! quanti gia stanno per uscire in campo, ora è guerra tra governi, paesi, e fra poco guerreggeranno la Chiesa, e i più nemici saranno i propri figli. Il mio cuore è lacerato dal dolore. Con tutto ciò tollero che passi questa burrasca e che la faccia della terra, le chiese, siano lavate dal sangue di quegli stessi che le hanno imbrattato e contaminato. Anche tu unisciti col mio dolore, prega e abbi pazienza nel veder passare questa burrasca”.

(3) Ma chi può dire il mio strazio? Mi sentivo più morta che viva. Sia sempre benedetto Gesù e sia fatto sempre il suo Santo Volere.

11-91 Aprile 24, 1915 Come ciò che soffrì Gesù nella corona di spine è incomprensibile a mente creata. Molto più dolorosi che quelle spine s’inchiodavano nella sua mente tutti i pensieri cattivi delle creature.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, stavo pensando quanto soffrì il benedetto Gesù nell’essere coronato di spine, e Gesù facendosi vedere mi ha detto:

(2) “Figlia mia, i dolori che soffrii furono incomprensibili a mente creata; molto più dolorosi che quelle spine s’inchiodavano nella mia mente tutti i pensieri cattivi delle creature, in modo che di tutti questi pensieri delle creature nessuno mi sfuggiva, tutti li sentivo in Me, sicché non solo sentivo le spine, ma anche il ribrezzo delle colpe che quelle spine infiggevano in Me”.

(3) Onde, ho fatto per guardare l’amabile Gesù, e vedevo la sua santissima testa circondata come da una raggiera di spine che gli usciva da dentro. Tutti i pensieri delle creature stavano in Gesù, e da Gesù passavano in loro, e da loro a Gesù e vi restavano come concatenati insieme. Oh! come soffriva Gesù! Poi ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, solo le anime che vivono nella mia Volontà possono darmi vere riparazioni e raddolcirmi spine sì pungenti, perché vivendo nella mia Volontà, la mia Volontà si trova dappertutto, e loro, trovandosi in Me ed in tutti, scendono nelle creature e salgono a Me, e mi portano tutte le riparazioni e mi raddolciscono, e fanno cambiare nelle menti le tenebre in luce”.

11-90 Aprile 3, 1915 La Divina Volontà è come cielo e sole dell’anima.

(1) Il mio sempre amabile Gesù continua a venire d’intanto intanto, ma senza cambiare l’aspetto di minacce e di flagelli, e se qualche volta tarda, viene con un aspetto da muovere a pietà, stanco, sfinito, mi tira a Sé e mi trasforma in Lui, entra in me e si trasforma in me, vuole che io baci una per una le sue piaghe, che le adori e ripari. E dopo che si è fatto lenire la sua Santissima Umanità mi dice:

(2) “Figlia mia, figlia mia, è necessario che venga da te d’intanto in tanto a prendere riposo, a farmi lenire, a sfogarmi, altrimenti il mondo lo farei divorare dal fuoco”.

(3) E senza darmi tempo a dirgli nulla fugge. Ora, questa mattina, trovandomi nel solito mio stato e tardando, pensavo tra me: “Che sarebbe stato di me se non fosse per il Santo Voler Divino in queste privazioni del mio dolce Gesù? Chi mi avrebbe dato vita, forza, aiuto? Oh! Santo Voler Divino, in te mi chiudo, in te mi abbandono, in te riposo. Ah! tutti mi fuggono, anche il patire, e anche quello stesso Gesù che pareva che non sapeva stare senza di me! Tu solo non mi fuggi, oh! Voler Santo, deh! ti prego, quando vedi che le mie deboli forze non ne possono più, svelami il mio dolce Gesù che mi nascondi e che Tu possiedi. Oh! Voler Santo, ti adoro, ti bacio, ti ringrazio, ma non essere meco crudele! ” Mentre così pensavo e pregavo, mi sono sentita investire d’una luce purissima, ed il Voler Santo svelandomi Gesù, mi ha detto:

(4) “Figlia mia, l’anima senza della mia Volontà sarebbe stata come la terra se non avesse avuto né cielo, né stelle, né sole, né luna; la terra per sé stessa non è altro che precipizi, alture scoscese, acque, tenebre, se la terra non avesse un cielo al disopra che strada all’uomo la via per fargli conoscere i diversi pericoli che la terra contiene, l’uomo andrebbe incontro, ora a precipitare, ora ad affogarsi, ecc., ma il cielo le sta disopra, specie il sole, il quale in muto linguaggio dice all’uomo: “Vedi, io non ho occhio, né mani, né piedi, eppure sono la luce del tuo occhio, l’azione della tua mano, il passo del tuo piede, e quando dovendo illuminare altre regioni, ti lascio lo scintillio delle stelle e il chiarore della luna a continuare il mio ufficio”. Ora, avendo dato all’uomo un cielo per bene della natura, anche all’anima, essendo più nobile, ho dato il cielo della mia Volontà, perché anche l’anima contiene precipizi, alture e scoscesi, quali sono le passioni, le virtù, le tendenze ed altro. Or, se l’anima si toglie da sotto il cielo della mia Volontà, non farà altro che precipitare di colpa in colpa, le passioni l’affogheranno e le altezze delle virtù si cambieranno in abissi. Sicché come nella terra senza del cielo sarebbe tutto in disordine e infecondo, così l’anima senza della mia Volontà”.

11-92 Maggio 2, 1915 Pene di Gesù per i castighi.

(1) I miei giorni sono sempre più amarissimi. Questa mattina il mio dolce Gesù è venuto in uno stato tanto sofferente, da non sapersi ridire, nel vederlo così sofferente, io, a qualunque costo avrei voluto dargli un sollievo, ma non sapendo che fare me l’ho stretto al cuore e avvicinandomi alla sua bocca, con la mia cercavo di succhiare parte delle sue interne amarezze, ma che? Per quanta forza facevo nel succhiare non ci veniva nulla, ritornavo agli sforzi, ma tutto inutile, Gesù piangeva, io piangevo nel vedere che in nulla potevo alleviare le sue pene. Che strazio crudele! Gesù piangeva ché voleva versare, ma la sua Giustizia l’impediva, io piangevo nel vederlo piangere e che non potevo aiutarlo; sono pene che mancano i vocaboli per ridirle. E Gesù, singhiozzando mi ha detto:

(2) “Figlia mia, i peccati strappano dalle mie mani i flagelli, le guerre, Io sono costretto a permetterli, e nello stesso tempo piango e soffro con la creatura”.

(3) Io mi sentivo morire per il dolore, e Gesù volendomi distrarre ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, non ti abbattere, anche questo è nella mia Volontà, perché le sole anime che vivono nella mia Volontà sono quelle che possono far fronte alla mia Giustizia, solo quelle che vivono del mio Volere hanno libero l’accesso d’entrare a parte dei decreti divini, e perorare per i loro fratelli. Quelli che soggiornano nella mia Volontà sono quelli che posseggono tutti i frutti della mia Umanità, perché la mia Umanità aveva i suoi limiti, mentre la mia Volontà non ha limiti, ed Essa viveva nella mia Volontà, inabissata dentro e fuori. Ora, le anime che vivono nella mia Volontà sono le più immediate alla mia Umanità, e facendola loro, perché a loro l’ho dato, possono presentarsi investite di Essa, come un altro Me stesso innanzi alla Divinità, e disarmare la Giustizia Divina, ed impetrare rescritti di perdono per le pervertite creature. Esse, vivendo nella mia Volontà vivono in Me, e siccome Io vivo in tutti, anche loro vivono in tutti e a pro di tutti. Vivono librati in aria come sole, e le loro preghiere, atti, le riparazioni e tutto ciò che fanno sono come raggi che scendono da loro a pro di tutti”.

11-93 Maggio 18, 1915 Castighi. Gesù avrà riguardo delle anime che vivono del suo Volere.

(1) Continuando il mio povero stato, la mia povera natura me la sento soccombere, mi trovo in stato di violenza continua, voglio fare violenza al mio amabile Gesù, e Lui per non farsi violentare più si nasconde, e poi, quando vede che io non sto in atto di fargli violenza per il suo nascondimento, tutto all’improvviso si fa vedere e dà in pianto per quello che stanno soffrendo e che soffrirà la misera umanità. Altre volte, con un accento commovente e quasi supplichevole mi dice:

(2) “Figlia, non mi violentare, già il mio stato è violento da per sé stesso, per cagione dei gravi mali che soffrono e soffriranno le creature, ma devo dare i dritti alla Giustizia”.

(3) E mentre ciò dice, piange, ed io piango insieme con Lui, e molte volte pare che trasformandosi tutto in me, piange per mezzo dei miei occhi, quindi, nella mia mente passano tutte le tragedie, le carni umane mutilate, gli allagamenti di sangue, i paesi distrutti, le chiese profanate che Gesù mi ha fatto vedere tanti anni addietro. Il mio povero cuore è lacerato dal dolore, ora me lo sento contorcere dallo spasimo e ora gelido, e mentre ciò soffro, sento la voce di Gesù, che dice:

(4) “Come mi dolgo! Come mi dolgo! ” E dà in singhiozzi, ma chi può dire tutto?

(5) Ora, stando in questo stato, il mio dolce Gesù per quietare in qualche modo i miei timori e spaventi mi ha detto:

(6) “Figlia mia, coraggio, è vero che grande sarà la tragedia, ma sappi però che avrò riguardo delle anime e dei punti dove ci sono anime che vivono del mio Volere. Come i re della terra hanno le loro corti, i loro gabinetti dove se ne stanno al sicuro in mezzo a pericoli e nemici più fieri, perché è tanta la forza che hanno che gli stessi nemici mentre distruggono gli altri punti, quel punto non lo guardano, per timore d’essere disfatti. Così, anch’Io, Re del Cielo, ho i miei gabinetti, le mie corti sulla terra, e sono le anime che vivono del mio Volere dove Io vivo in loro, e la corte del Cielo è gremita intorno a loro, e la forza della mia Volontà le tiene al sicuro, rendendo fredde le palle e respingendo indietro i nemici più fieri. Figlia mia, gli stessi beati, perché stanno al sicuro e sono pienamente felici quando veggono che le creature soffrono e la terra va in fiamme? Appunto perché vivono del tutto nella mia Volontà. Sappi dunque, che Io metto nella stessa condizione dei beati le anime che in terra vivono del tutto del mio Volere, perciò vivi nel mio Volere e non temere di nulla, anzi voglio non solo che viva nella mia Volontà, ma vivi pure in mezzo ai tuoi fratelli, fra Me e loro in questi tempi di carneficina umana, e mi terrai stretto in te e difeso dalle offese che mi mandano le creature, e facendoti Io dono della mia Umanità e di quanto soffrii, mentre terrai difeso Me, darai ai tuoi fratelli il mio sangue, le piaghe, le spine, i miei meriti, per la loro salvezza”.

11-94 Maggio 25, 1915 Gli uomini sono ubbidienti ai governi che usano la forza, ma non a Dio che usa l’amore.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù, appena si è fatto vedere mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il flagello è grande, eppure i popoli non si scuotono, anzi se ne stanno quasi indifferenti, come se dovessero assistere ad una scena tragica e non ad una realtà, invece di venire tutti unanimi a piangere ai miei piedi e implorare pietà, perdono, stanno piuttosto sull’attenti a sentire ciò che succede. Ah! figlia, quanto è grande la perfidia umana! Vedi come ai governi sono ubbidienti; sacerdoti, secolari, non pretendono nulla, non si rifiutano i sacrifici e devono stare pronti a dare la propria vita; oh! solo per Me non vi era ubbidienza, né sacrifici, e se qualche cosa facevano, erano più le pretensioni, gli interessi, e questo, perché il governo usa la forza, Io che faccio uso dell’amore, dalle creature questo amore è disconosciuto e se ne stanno indifferenti, come se Io non meritassi nulla da loro! ”

(3) Ma mentre ciò diceva ha rotto in pianto, che strazio crudele veder piangere Gesù! Poi ha ripreso:

(4) “Ma il sangue ed il fuoco purificheranno tutto e ridoneranno l’uomo pentito, e quanto più tarderà, più sangue si spargerà e sarà tanta la carneficina, che l’uomo mai se l’avrà pensato”.

(5) E mentre ciò diceva faceva vedere carneficina umana. Che strazio vivere in questi tempi, ma il Voler Divino sia sempre fatto.

11-95 Giugno 6, 1915 Nella Volontà di Dio tutto si risolve in amore per Dio e per il prossimo.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù, mentre si tiene nascosto, mi vuole tutta intenta a Lui e a perorare continuamente per i miei fratelli, e mentre pregavo e piangevo per la salvezza dei poveri combattenti, volendo stringermi con Gesù per supplicarlo in modo che nessuno di essi si sarebbe perduto, e giungevo a dirgli degli spropositi, e Gesù, sebbene mesto, pareva che godesse delle mie istanze e come che cedesse a ciò che io volessi. Ma un pensiero è volato nella mia mente, che io dovessi pensare per la mia salvezza, e Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, mentre pensavi a te hai dato una sensazione umana, e la mia Volontà tutta Divina l’ha notato. Nella mia Volontà tutto si risolve in amore per Me e per il prossimo, non ci sono cose proprie, perché contenendo la sola mia Volontà, contiene per sé tutti i beni possibili, e se li contiene, perché domandarmeli? Non è giusto che si occupi a pregare per chi non tiene? Ah! se sapessi per quali sciagure passerà la misera umanità, staresti più attiva nella mia Volontà a pro di loro”.

(3) E mentre ciò diceva mi faceva sentire tutti i mali che stanno macchinando i massoni contro dell’umanità.

11-96 Giugno 17, 1915 Tutto deve finire nella Volontà di Dio.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, stavo lamentandomi con Gesù dicendogli: “Vita mia Gesù, tutto è finito, non mi resta altro che al più i tuoi lampi, le tue ombre”. E Gesù, interrompendo il mio dire mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutto deve finire nella mia Volontà, e quando l’anima è giunta a questo ha fatto tutto, e se avesse fatto molto e non l’ha racchiuso nella mia Volontà, si può dire che ha fatto nulla, perché di tutto ciò che finisce nella mia Volontà Io tengo conto, essendo solo in Quella come impegnata la mia stessa Vita, ed è giusto che come cosa mia ne tenga conto, anche delle più piccole cose e degli stessi nonnulla, perché in ogni piccolo atto che la creatura fa unita con la mia Volontà, sento che prima lo prende da Me e poi opera, sicché nel più piccolo atto va compresa tutta la mia Santità, la mia Potenza, Sapienza, Amore, e tutto ciò che sono, onde sento in quell’atto fatto unito con la mia Volontà ripetere la mia Vita, le mie opere, la mia parola, il mio pensiero, e via via. Quindi, se le cose tue sono finite nella mia Volontà, che vorresti di più? Tutte le cose hanno un solo punto finale: Il sole ha un solo punto, che la sua luce invada tutta la terra; l’agricoltore semina, zappa, lavora la terra, soffre freddo e caldo, ma non è questo il suo punto finale, no, il suo punto è di raccogliere per farne suo alimento; e così di tant’altre cose, che molte sono, ma si risolvono dentro d’un punto solo, e questo costituisce la vita dell’uomo. Così l’anima tutto deve far finire nel punto solo della mia Volontà, e questa costituirà la sua vita ed Io ne farò mio cibo”.

(3) Poi ha soggiunto: “Io e te in questi tempi tristi passeremo un periodo troppo doloroso, le cose s’imperverseranno di più, ma sappi che se ti tolgo la mia croce di legno, ti do la croce della mia Volontà, che non ha né altezza né larghezza, ma è interminabile, croce più nobile non potrei darti, non è di legno ma di luce, e in questa luce, scottante più d’ogni fuoco, soffriremo insieme in ciascuna creatura e nelle loro agonie e torture, e cercheremo di essere vita di tutti”.