MaM
Messaggio del 13 febbraio 1984:«Digiunate e pregate. Datemi i vostri cuori. Desidero rinnovarli. Desidero che siano puri».

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1914

11-68 Marzo 8, 1914 Chi sta nella Divina Volontà, tutto ciò che fa Gesù può dire: E’ mio. Vivendo e morendo nel Divin Volere non c’è bene che l’anima non si porti con sé.

(1) Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù non ha lasciato di parlarmi spesso spesso della sua Santissima Volontà, dirò quel poco che ricordo. Quindi, stando poco bene, nel venire il benedetto Gesù mi disse:

(2) “Figlia mia, chi sta nella mia Volontà, tutto ciò che faccio, può dire l’anima: è mio, perché la volontà dell’anima sta tanto immedesimata con la mia, che ciò che fa la mia Volontà fa essa, sicché vivendo e morendo nel mio Volere, non c’è bene che con sé non si porti, perché non c’è bene che la mia Volontà non contenga, e tutti i beni che si fanno dalle creature la mia Volontà ne è la vita, onde, morendo l’anima nella mia Volontà si porta con sé le messe che si celebrano e le preghiere e le opere buone che si fanno, perché sono tutte frutti della mia Volontà, e poi, tutto ciò è molto meno a confronto dell’operato stesso della mia Volontà che l’anima con sé si porta come suo, basta un istante dell’operato della mia Volontà per sorpassare tutto l’operato di tutte le creature passate, presenti e future, sicché l’anima morendo nella mia Volontà, non c’è bellezza che la pareggi, né altezze, né ricchezze, né santità, né sapienza, né amore, nulla, nulla la possono eguagliare, sicché l’anima che muore nella mia Volontà, nell’ingresso che farà nella patria celeste, non si apriranno le sole porte del Cielo, ma tutto il Cielo si abbasserà per farla entrare nel celeste soggiorno, per fare onore all’operato della mia Volontà; che dirti poi, la festa, la sorpresa di tutti i beati nel vedere quest’anima tutta improntata dell’operato della Volontà Divina; nel vedere in quest’anima che tutto ha fatto nel mio Volere, che tutto ciò che ha fatto in vita, ogni suo detto, ogni pensiero, parola, opera, azione, eccetera, sono tanti soli che l’adornano, e uno diverso dell’altro nella luce e nella bellezza; nel vedere in quest’anima i tanti rivoli divini che inonderanno tutti i beati, e che non potendoli contenerli il Cielo scorreranno anche in terra a bene dei viatori.

(3) Ah! figlia mia, la mia Volontà è il portento dei portenti, è il segreto per trovare la luce, la santità, le ricchezze, è il segreto di tutti i beni, e non è conosciuto, e quindi né apprezzato né amato; apprezzalo e amalo almeno tu e fallo conoscere a chi ne vedi disposti”.

(4) Un altro giorno, stando soffrendo, mi sentivo di non poter far nulla, onde mi sentivo oppressa, e Gesù stringendomi tutta mi disse:

(5) “Figlia mia, non affannarti, cerca solo di stare abbandonata nella mia Volontà, ed Io farò tutto per te, perché è più un solo istante nella mia Volontà, che tutto ciò che potresti fare di bene in tutta la tua vita”.

(6) Ricordo ancora che un altro giorno mi disse:

(7) “Figlia mia, chi veramente fa la mia Volontà, può dire che tutto ciò che si svolge in sé, tanto nell’anima quanto nel corpo, ciò che sente, ciò che soffre, può dire: “Gesù soffre, Gesù è oppresso”. Perché tutto ciò che le creature mi fanno, mi giunge fin nell’anima in cui dimoro, perché fa la mia Volontà, sicché se le freddezze delle creature mi giungono, la mia Volontà le sente, ed essendo la mia Volontà vita di quell’anima, di conseguenza ne avviene che anche l’anima le sente, sicché invece di affliggersi di queste freddezze come sue, deve stare intorno a Me per consolarmi e ripararmi per le freddezze che mandano le creature; così se sente distrazioni, oppressione ed altro, deve stare intorno a Me per sollevarmi e ripararmi, non come cose sue, ma come mie, perciò l’anima che vive della mia Volontà sentirà tante diverse pene, a secondo le offese che mi fanno le creature, ma repentinamente e quasi da soprassalto, come pure proverà gioie, contenti indescrivibili, e se nell’una deve occuparsi a consolarmi e ripararmi, nelle gioie e contenti, a goderseli, e allora la mia Volontà trova il mio tornaconto, altrimenti ne resterà contristata e senza poter svolgere ciò che contiene il mio Volere”.

(8) Un altro giorno mi disse: “Figlia mia, chi fa la mia Volontà, assolutamente non può andare in purgatorio, perché la mia Volontà purga l’anima di tutto, e avendola tenuto sì gelosa in vita, custodita nel mio Volere, come potrò permettere che il fuoco del purgatorio la tocchi? E poi, al più le potrà mancare qualche abbigliamento, e la mia Volontà prima di svelarle la Divinità, la va abbigliando di tutto ciò che le manca, e poi mi svelo”.

11-69 Marzo 14, 1914 L’anima che fa la Volontà di Dio, prende tutto Gesù.

(1) Quest’oggi stavo fondendomi tutta in Gesù, ma tanto, da sentire al vivo e reale tutto Gesù in me, e mentre lo sentivo mi ha detto, ma in modo sì tenero e commovente, che il mio povero cuore si sentiva crepare:

(2) “Figlia mia, mi è troppo duro non contentare chi fa la mia Volontà, come tu vedi non ho più mani, né piedi, né cuore, né occhi, né bocca, nulla mi resta, nella mia Volontà che ti hai preso, di tutto ti sei impadronita, e a Me nulla mi resta. Ecco perciò ai tanti gravi mali che inondano la terra, non piovono i flagelli meritati, perché mi è duro non contentarti, e poi come lo posso ché non ho le mani, e tu non me le cedi. Se mi saranno assolutamente necessarie, sarò costretto a farti un furto, oppure convincerti, in modo che tu stessa me le cederai. Come mi è duro, come mi è duro dispiacere chi fa la mia Volontà! dispiacerei me stesso”.

(3) Io ne sono rimasta stupita di questo parlare di Gesù, non solo, ma vedevo davvero che io tenevo le mani, i piedi, gli occhi di Gesù, e gli ho detto: “Gesù, fammi venire”.

(4) E Lui: “Dammi un altro poco di vita in te e poi verrai”.

11-70 Marzo 17, 1914 Chi fa la Volontà di Dio entra a parte delle azioni ad intra delle Divine Persone, e si rende inseparabile di Esse.

(1) Continuando il solito mio stato, il mio amabile Gesù continuava a farsi vedere in tutta me, e che io possedevo tutte le sue membra, e si mostrava tanto contento, che parendo di non poter contenere questo contento mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi fa la mia Volontà entra a parte delle azioni “ad intra” delle Divine Persone, solo per chi fa il mio Volere è riservato questo privilegio, non solo di prendere parte a tutte le nostre opere “ad extra”, ma da queste passa alle opere “ad intra”. Ecco perciò mi è duro non contentare chi vive del mio Volere, perché stando l’anima nella mia Volontà, sta nell’intimo del nostro cuore, dei nostri desideri, dei nostri affetti, dei pensieri; il suo palpito, il suo respiro ed il nostro è uno solo, sicché sono tali e tanti i contenti che ci dà, i compiacimenti, la gloria, l’amore, tutti di modi e di natura infiniti, niente dissimile dai nostri, che come il nostro Amore Eterno uno rapisce l’altro, l’uno forma il contento dell’altro, tanto, che non potendo molte volte contenere questo Amore e questi contenti, usciamo in opere “ad extra”, così restiamo rapiti e felicitati di quest’anima che fa il nostro Volere. Quindi, come rendere scontenta chi tanto ci contenta? Come non amare come amiamo Noi stessi, non come amiamo le altre creature, chi ci ama col nostro Amore? Con quest’anima non ci sono cortine di segreti tra Noi ed essa, non c’è nostro e tuo, ma tutto è comune, e ciò che Noi siamo per natura, impeccabili, santi, ecc., l’anima la rendiamo per grazia, affinché nessuna disparità stesse tra lei e Noi. E come Noi non potendo contenere il nostro Amore usciamo in opere “ad extra”, così non potendo contenere l’amore di chi fa il nostro Volere, la usciamo fuori di Noi e l’additiamo ai popoli come la nostra favorita, la nostra amata, e che solo per lei e per le anime simili, facciamo discendere i beni sulla terra, e che la terra solo per loro amore la conserviamo, e poi, la rinchiudiamo dentro di Noi per godercela, perché come le Divine Persone siamo inseparabili, così si rende inseparabile chi fa il nostro Volere”.

11-71 Marzo 19, 1914 Chi fa la Volontà di Dio forma il suo gioello.

(1) Pare che il benedetto Gesù ha voglia di parlare del suo Santissimo Volere. Io mi stavo diffondendo in tutto l’interno di Lui, nei suoi pensieri, desideri, affetti, nella sua Volontà, nel suo Amore, in tutto, e Gesù con una dolcezza infinita mi ha detto:

(2) “Oh! se tu sapessi il contento che mi dà chi fa la mia Volontà, il tuo cuore ne creperebbe di gioia. Vedi, come tu ti diffondevi nei miei pensieri, desideri, ecc., così formavi il trastullo dei miei pensieri, ed i miei desideri fondendosi nei tuoi giocavano insieme, i tuoi affetti uniti alla tua volontà e al tuo amore, correndo e volando nei miei affetti, nel mio Volere e Amore, si baciavano insieme e scaricandosi come rapido fiumicello nel mare immenso dell’Eterno, si trastullavano con le Divine Persone, e ora col Padre, e ora con Me, e ora con lo Spirito Santo, e ora non volendo dare il tempo Uno all’Altro la giochiamo tutti e Tre insieme e ne formiamo il nostro gioiello, e questo gioiello ci è tanto caro, che dovendo formare il nostro trastullo, lo teniamo con gelosia ad intra, nell’intimo della nostra Volontà, e quando le creature ci amareggiano, ci offendono, per rinfrancarci prendiamo il nostro gioiello e ci trastulliamo insieme”.

11-72 Marzo 21, 1914 Irresistibile bisogno di Gesù di far conoscere all’anima come l’ama, e tutti i doni di cui la va riempiendo.

(1) Gesù continua: “Figlia mia, Io amo tanto chi fa la mia Volontà, che non posso manifestarlo tutto, né tutto insieme l’amore con cui la voglio, la grazia con cui la vado arricchendo, la bellezza di cui la vado abbellendo, di tutti i beni di cui la vado riempiendo; se Io le manifestassi tutto insieme, l’anima ne creperebbe di gioia, il cuore ne scoppierebbe, in modo da non poter più vivere sulla terra, e di botto prenderebbe il volo verso il Cielo; ma però Io ne sento un irresistibile bisogno di farmi conoscere il bene che le voglio. E’ troppo duro amare, far del bene e non farsi conoscere, il mio cuore me lo sento come crepare, e non potendo resistere a tanto amore, le vado manifestando a poco a poco come l’amo, e tutti i doni di cui la vado riempiendo, e quando l’anima si sentirà riempita fino all’orlo, fino a non poterli più contenere, in una di queste mie manifestazioni sparirà dalla terra e sboccherà nel seno dell’Eterno”.

(2) Ed io: “Gesù, vita mia, mi pare che esagerate un poco nel manifestarmi dove può giungere un’anima che fa la tua Volontà”. E Gesù, compatendo la mia ignoranza, sorridendo mi ha detto:

(3) “No, no diletta mia, non esagero, chi esagera pare che vuole ingannare, il tuo Gesù non sa ingannarti, anzi è nulla ciò che ti ho detto, riceverai maggiori sorprese quando rotta la carcere del tuo corpo e nuotando nel mio seno, apertamente ti sarà svelato dove il mio Volere ti ha fatto giungere”.

11-73 Marzo 24, 1914 L’Umanità di Gesù è limitata, mentre la sua Volontà è interminabile.

(1) Continuando il mio solito stato, mi lamentavo con Gesù ché non ci veniva ancora, e venendo mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la mia Volontà nasconde in Sé la mia stessa Umanità, ecco perciò che parlandoti della mia Volontà, qualche volta ti nascondo la mia Umanità, ti senti circondata di luce, senti la voce e non mi vedi, perché la mia Volontà l’assorbe in Sé, tenendo questa i suoi limiti, mentre la mia Volontà è Eterna e senza limiti. Difatti, la mia Umanità stando in terra non occupò tutti i luoghi, tutti i tempi né tutte le circostanze, e dove non potette lei arrivare, supplì e giunse la mia Volontà interminabile. E quando trovo le anime che in tutto vivono del mio Volere, suppliscono alla mia Umanità, ai tempi, ai luoghi ed alle circostanze e fino ai patimenti, perché vivendo in loro il mio Volere, Io me ne servo di loro come me ne servii della mia Umanità. Che cosa fu la mia Umanità se non che organo della mia Volontà? E tale sono chi fanno la mia Volontà”.

11-74 Aprile 5, 1914 Tutto ciò che si fa nella Volontà di Dio diventa luce.

(1) Continuando il mio solito stato, il mio adorabile Gesù si faceva vedere dentro d’una immensità di luce, ed io nuotavo in questa luce, sicché me la sentivo scorrere nelle orecchie, negli occhi, nella bocca, in tutto, e Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi fa la mia Volontà, se opera, l’opera diventa luce, se parla, se pensa, se desidera, se cammina, ecc., le parole, i pensieri, i desideri, i passi si cambiano tutti in luce, ma luce attinta dal mio Sole, sicché la mia Volontà tira con tanta forza chi fa il mio Volere, che la fa girare sempre intorno a questa luce, e come gira, più luce prende che la tiene come rapita in Me”.

11-75 Aprile 10, 1914 Il centro di Gesù nella terra è l’anima che fa la sua Volontà. La Divina Volontà è riposo perpetuo.

(1) Questa mattina, il mio sempre amabile Gesù è venuto crocifisso e mi partecipava le sue pene, e mi ha tirato a Sé, tanto nel mare della sua passione, che quasi passo per passo la seguivo, ma chi può dire tutto ciò che comprendevo, sono tante che non so da dove prendere, dico solo che nel vederlo strappare la corona di spine, le spine mantenevano il sangue per non farlo del tutto uscire, nel strappare la corona di spine quel sangue è sboccato fuori da quei piccoli fori e pioveva a larghi rivi sulla faccia, sopra i capelli e poi andava scendendo su tutta la persona di Gesù.

(2) E Gesù: “Figlia, queste spine che mi pungono la testa, pungeranno l’orgoglio, la superbia, le piaghe più nascoste, per farle uscire fuori il pus che contengono, e le spine intinte del mio sangue le risaneranno e restituiranno la corona che il peccato le aveva tolto”.

(3) E poi Gesù mi faceva passare ad altri passi della Passione, ma io mi sentivo trafiggere il cuore nel vederlo tanto soffrire, e Lui quasi per sollevarmi ha ripreso a parlare del suo Santo Volere:

(4)Figlia mia, il mio centro sulla terra è l’anima che fa la mia Volontà. Vedi, il sole sulla terra spande la luce ovunque, ma vi tiene il suo centro. Io nel Cielo sono vita di ciascuno dei beati, ma vi ho il mio centro, il mio trono; così in terra mi trovo dappertutto, ma il mio centro, il luogo dove erigo il mio trono per regnare, i miei carismi, le mie compiacenze, i miei trionfi ed il mio stesso cuore palpitante, tutto Me stesso si trova, come in proprio centro nell’anima che fa la mia Santissima Volontà. Tanto è immedesimata con Me quest’anima, che mi diventa inseparabile, e tutta la mia sapienza e potenza non sa trovare mezzi come disgiungersi menomamente da lei”.

(5) Poi ha soggiunto: “L’amore ha le sue ansie, i desideri, gli ardori, le sue irrequietezze; la mia Volontà è riposo perpetuo, e sai perché? Perché l’amore contiene il principio, il mezzo e la fine dell’opera, quindi per venire a fine, si suscitano le ansie, le irrequietezze, ed in queste molto d’umano si mescola ed imperfetto, e se non uniscono passo a passo Volontà mia e amore, povero Amore, come resta disonorato, anche nelle opere più grandi e più sante. Invece la mia Volontà opera in un atto semplice, dando l’anima tutta l’attitudine dell’opera alla mia Volontà, e mentre la mia Volontà opera lei riposa, quindi, non operando l’anima ma la mia Volontà in essa, non ci sono ansie né irrequietezze, e sono scevre da qualunque imperfezione”.

11-76 Maggio 18, 1914 Le anime paciere sono i bastoni di Dio.

(1) Sentendomi oppressa, stavo quasi in atto d’essere sorpresa dalle velenose onde della turbazione. Il mio amabile Gesù, mio sentinella fedele è subito corso ad impedire che la turbazione entrasse in me, e sgridandomi mi ha detto:

(2) “Figlia, che fai? E’ tale e tanto l’amore e l’interesse che tengo di mantenere l’anima in pace, che sono costretto a fare miracoli per conservare l’anima in pace, e chi turba queste anime vorrebbe farmi fronte ed impedire questo mio miracolo tutto d’amore, quindi ti raccomando d’essere equilibrata in tutto, il mio Essere è in pieno equilibrio in tutto, e mali ne veggo, ne sento, amarezze non me ne mancano, eppure non mi squilibro mai, la mia pace è perenne, i miei pensieri sono pacifici, le mie parole sono melate di pace, il palpito del mio cuore non è mai tumultuante, anche in mezzo ad immense gioie ed interminabili amarezze, lo stesso operato delle mie mani nell’atto di flagellare, scorre sulla terra inviluppato nelle onde di pace. Sicché se tu non ti conservi in pace, stando nel tuo cuore mi sento disonorato, ed il mio modo ed il tuo non vanno più d’accordo, sicché mi sentirei in te inceppato di svolgere i miei modi in te, e quindi mi renderesti infelice. Solo le anime paciere sono i miei bastoni dove mi poggio, e quando le molte iniquità mi strappano i flagelli dalle mani, poggiandomi a questi bastoni faccio sempre meno di quello che dovrei fare. Ah! , se mai sia, mi mancassero questi bastoni, mancandomi gli appoggi manderei tutto a rovina”.

11-77 Giugno 29, 1914 Come la creatura che vive nel Voler Divino, entra a parte delle azioni “ad intra” delle Divine Persone.

(1) Avendo letto persone autorevoli ciò che sta scritto il 17 Marzo, cioè, che chi fa la Volontà di Dio entra a parte delle azioni “ad intra” delle Divine Persone, ecc., quindi hanno detto che non ci andava e che la creatura non entra in questo; io sono lasciata impensierita, ma calma e convinta che Gesù farebbe conoscere la verità. Onde, trovandomi nel solito mio stato, innanzi alla mia mente vedevo un mare interminabile, e dentro di questo mare tanti oggetti, chi piccoli, chi più grandi, chi restava nella superficie del mare e restava solo bagnato, chi andava giù in fondo e restava dentro e fuori impregnato d’acqua e chi andava tanto giù che restavano sperduti nel mare. Ora mentre vedevo ciò, è venuto il mio sempre amabile Gesù e mi ha detto:

(2) “Figlia diletta mia, hai visto? Il mare simboleggia la mia immensità e gli oggetti diversi nella grandezza, le anime che vivono nella mia Volontà, i diversi modi di stare, chi alla superficie, chi in giù, e chi sperduto in Me, sono a seconda che vivono nel mio Volere, chi imperfetta, chi più perfetta e chi giunge a tanto da sperdersi del tutto nel mio Volere. Ora figlia mia, il mio “ad intra” dettoti è proprio questo, che ora ti tengo insieme con Me, con la mia Umanità, e tu prendi parte alle mie pene, alle opere e alle gioie della mia Umanità, e ora, tirandoti dentro di Me ti faccio sperdere nella mia Divinità, quante volte non ti ho fatto nuotare in Me e ti ho tenuto tanto dentro di Me che tu non potevi vedere altro che Me dentro e fuori di te? Ora, tenendoti in Me tu hai preso parte ai godimenti, all’amore e a tutto il resto, a seconda sempre della tua piccola capacità, e sebbene le nostre opere “ad intra” sono eterne, pure le creature godono degli effetti di quelle opere nella loro vita, a seconda del loro amore. Ora, che maraviglia se la volontà dell’anima è una con la mia, mettendola dentro di Me e rendendosi indissolubile, sempre, fino a tanto che non si sposti dalla mia Volontà, ho detto che prende parte alle opere “ad intra”? E poi, dal modo come sta svolto in appresso, se volevano conoscere la verità, potevano conoscere benissimo il significato del mio ad intra, perché la verità è luce alla mente, e con la luce le cose si veggono quali sono, invece se non si vuole conoscere la verità, la mente è cieca e le cose non si veggono quale sono, quindi suscitano dubbi e difficoltà e rimangono più ciechi di prima. E poi, il mio Essere è sempre in atto, non ha né principio né fine, sono vecchio e nuovo, quindi le nostre opere “ad intra” sono state, stanno e staranno, e sempre in atto, quindi l’anima con l’unione intima alla nostra Volontà, è già dentro di Noi, e quindi ammira, contempla, ama, gode, onde prende parte al nostro Amore, ai godimenti e a tutto il resto. Perché dunque è stato sproposito che ho detto che chi fa la mia Volontà prende parte alle azioni “ad intra”? .

(3) Ora, mentre Gesù diceva ciò, nella mia mente mi è venuta una similitudine: Un uomo che sposa una donna, da questi nascono i figli, questi sono ricchi, virtuosi e tanto buoni, da felicitare chiunque potesse vivere con loro. Ora, una persona presa dalla bontà di questi coniugi, vuol vivere insieme con loro, non viene a prendere parte alle ricchezze, alla felicità loro, e col vivere insieme non si sente infondere le loro virtù? Se ciò si può fare umanamente, molto più col nostro amabile Gesù.