MaM
Messaggio del 20 gennaio 1985:Figli miei! Io vi amo! Vi amo d’un amore senza limiti, senza confini! Vorrei che comprendeste il mio amore e l’amore di Dio. Desidero che ciascun membro del gruppo vada da solo all’aperto in mezzo alla natura, per contemplare Dio attraverso la natura. Lì preghi da solo e poi raccolga un fiore, una foglia o qualunque altra cosa che attiri la sua attenzione e la porti con sè alla prossima riunione del gruppo.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1902

4-99 Gennaio 6, 1902 Effetti portentosi dell’unire la nostra vita con quella di Gesù. Due parole sulla morte.

(1) Stando nel solito mio stato, dopo aver molto aspettato, è venuto per poco il mio amatissimo Gesù, e mettendosi a me vicino mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi cerca d’uniformarsi in tutto alla mia vita, non fa altro che accrescere un profumo di più, e distinto a tutto ciò che feci nella mia vita, in modo da profumare il Cielo, tutta la Chiesa, ed anche gli stessi cattivi sentono spirare questo profumo celeste, tanto che tutti i santi non sono altro che tanti profumi, e quel che più rallegra la Chiesa ed il Cielo perché distinti fra loro. Non solo ciò, ma chi cerca di continuare la mia vita operando ciò che feci dove può, e non potendo, almeno col desiderio e con l’intenzione, Io lo tengo nelle mie mani come se stesse continuando tutta la mia vita in detta anima, non come cosa passata ma come se presentemente vivessi, e questo è un tesoro nelle mie mani, che raddoppiando il tesoro di tutto ciò che operai, lo dispongo a bene di tutto il genere umano. Onde non vorresti tu essere una di queste?”

(3) Io mi sono vista tutta confusa e non ho saputo che rispondere, e Gesù mi è scomparso; ma dopo poco è ritornato, ed insieme vedevo varie persone che molto temevano della morte. Ond’io vedendo ciò ho detto: “Amabile mio Gesù, sarà difetto in me questo non temere la morte, mentre veggo che tanto la temono gli altri, ed io, invece, pensando solo che la morte mi unirà per sempre con te, e terminerà il martirio della mia dura separazione, il pensiero della morte non solo non mi dà nessun timore, ma mi è di sollievo, mi dà pace e ne faccio festa, lasciando da banda tutte le altre conseguenze che porta con sé la morte”.

(4) E Gesù: “Figlia, in verità quel timore stravagante di morire è sciocchezza, mentre ognuno tiene tutti i miei meriti, virtù, ed opere, per passaporto per entrare in Cielo, avendone fatto a tutti donazione, molto più si profittano di questa mia donazione chi ha aggiunto il suo, e con tutta questa roba, qual timore si può avere della morte? Mentre con questo sicurissimo passaporto l’anima può entrare dove vuole, e tutti per riguardo del passaporto la rispettano e le fanno il passaggio. A te poi, questo non temere affatto la morte, avviene d’aver trattato con Me, ed avere sperimentato quanto è dolce e cara l’unione col sommo Bene, ma sappi però che il più gradito omaggio che offrire mi si possa, è desiderare di morire per unirsi con Me, ed è la più bella disposizione per l’anima per purgarsi, e senza alcuno intervallo passare a dirittura per la via del Cielo”. Detto ciò è scomparso.

4-100 Gennaio 11, 1902 L’amore per essere perfetto dev’essere triplice. Parla del divorzio.

(1) Questa mattina avendo fatto la santa comunione per poco ho visto il mio adorabile Gesù, ed io appena visto gli ho detto: “Dolce mio bene, dimmi, continuate a volermi bene?”

(2) E Lui: “Sì, ma però sono amante e geloso, geloso ed amante, anzi ti dico che per essere perfetto l’amore deve essere triplice, ed in Me ci sono queste triplici condizioni d’amore: Primo ti amo come Creatore, come Redentore e come Amante. Secondo ti amo nella mia onnipotenza, che mi servi per crearti, e creando tutto per amor tuo, di modo che l’aria, l’acqua, il fuoco, e tutto il resto ti dicono che ti amo, e per amor tuo li feci; ti amo come mia immagine, e ti amo per riguardo tuo distintamente. Terzo ti amo ab eterno, ti amo nel tempo e ti amo per tutta l’eternità. E questo non è altro che un’alito che è uscito fuori del mio amore; immagina tu che sarà quell’amore che contengo in Me stesso.

(3) Ora, tu sei obbligata a contraccambiarmi questo triplice amore, amandomi come tuo Dio, in cui devi fissare tutto te, e niente far uscire da te che non sia amore per Me, amandomi per riguardo tuo e per il bene che a te ne viene, ed amarmi per tutti ed in tutti”.

(4) Dopo ciò mi ha trasportato fuori di me stessa e mi sono trovata in mezzo a tante persone che dicevano: Se si conferma questa legge, povera donna, tutto le andrà a male. E tutti aspettavano con ansia di sentire il pro e il contro, e si vedeva ad un altro luogo appartato che stavano molte persone che stavano discutendo tra loro, ed uno di questi prendeva la parola e li riduceva tutti al silenzio, e dopo d’aver molto stentato è uscito alla porta e ha detto: “Certo sì, in favore della donna”. Nel sentire ciò, quelli di fuori tutti facevano festa, e quelli di dentro restavano tutti confusi, tanto che non avevano coraggio neppure d’uscire.

(5) Credo che sia questa legge del divorzio che dicono, ed io comprendevo che non la confermarono.

4-101 Gennaio 12, 1902 La cecità degli uomini. Gesù parla del divorzio. Le contraddizioni sono perle preziose.

(1) Pare che continua un poco a venire il mio adorabile Gesù. Anzi questa mattina trasportandomi fuori di me stessa, mi faceva vedere i gravi mali della società, e le sue grandi amarezze, ed ha versato abbondante in me parte di ciò che l’amareggiava, e dopo mi ha detto:

(2) “Figlia mia, vedi un po’ dove è giunta la cecità degli uomini, fino a voler formare legge inique e contro loro stessi ed il loro benessere sociale; figlia mia, perciò ti chiamo di nuovo alle sofferenze, affinché offrendoti con Me alla Divina Giustizia, quelli che la devono combattere questa legge del divorzio ottengano lume e grazia efficace per riuscire vittoriosi. Figlia mia, Io tollero che facessero guerre, rivoluzioni, che il sangue dei nuovi martiri inondasse il mondo, questo è onore per Me e per la mia Chiesa; ma questa legge brutale è uno sfregio alla Chiesa, ed a Me abominevole ed intollerabile”.

(3) Ora, mentre ciò diceva, ho visto un uomo che combatteva contro di questa legge, stanco e sfinito di forze in atto di volersi ritirare dall’impresa; onde insieme col Signore, l’abbiamo rincorato, e quello ha risposto: “Mi veggo quasi solo a combattere, ed impossibilitato ad ottenere l’intento”. Ed io gli ho detto: “Coraggio, ché le contraddizione sono tante perle che il Signore si servirà per ornarvi in Cielo”. E quello ha preso lena ed ha seguitato l’impresa.

(4) Dopo ciò ho visto un’altro tutto affannato, impensierito, non sapendo come decidere, e qualcuno che gli dicevano: “Sai che vuoi (devi) fare? Esci, esci da Roma”. E quello: “No, non posso, è parola data a mio padre, metterò la vita, ma uscire non mai”.

(5) Dopo ci siamo ritirati, Gesù è scomparso ed io mi sono trovata in me stessa.

4-102 Gennaio 14, 1902 Non si è degno di Gesù se non si vuota di tutto. In che consiste la vera esaltazione.

(1) Stando nel solito mio stato è venuto il mio adorabile Gesù e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non può essere veramente degno di Me, se non chi ha vuotato tutto da dentro di sé, e si è riempito tutto di Me, in modo da formare di sé un’oggetto tutto d’amore divino, tanto, che deve giungere a formare la sua vita, il mio amore, e ad amarmi non col suo amore, ma col mio amore”.

(3) Poi ha soggiunto: “Che significa quelle parole: “Ha deposto dal trono i potenti ed ha esaltato i piccoli?” Che l’anima, distruggendo affatto sé stessa si riempie tutta di Dio, ed amando Dio con Dio medesimo, Iddio esalta l’anima ad un’amore eterno, e questa è la vera e la più grande esaltazione, ed insieme la vera umiltà”.

(4) Poi ha ripetuto: “Il vero segno per conoscere se si possiede questo amore, è se l’anima di niuna cosa si cura che solo d’amar Dio, di farlo conoscere, e fare che tutti l’amassero”.

(5) Poi, ritirandosi nel mio interno ho sentito che pregava dicendo:

(6) “Sempre santa ed indivisibile Trinità, vi adoro profondamente, vi amo intensamente, vi ringrazio perpetuamente per tutti, e nei cuori di tutti”.

(7) E così l’ho passato, che lo sentivo quasi sempre che pregavo dentro di me, ed io insieme con Lui.

4-103 Gennaio 25, 1902 La febbre del amore fa prendere il volo all’anima verso il Cielo. Rimproveri di Gesù.

(1) Questa mattina, dopo avere molto stentato, è venuto il mio adorabile Gesù, ed appena visto gli ho detto: “Amato mio bene, non ne posso più, portatemi una volta per sempre con voi nel Cielo, oppure lasciatevi per sempre con me su questa terra”.

(2) E Lui: “Fammi osservare un poco dove è giunta la febbre del tuo amore, ché siccome la febbre naturale quando giunge ad un grado alto, ha virtù di consumare il corpo e farlo morire, così la febbre dell’amore, se giunge ad un grado altissimo, ha virtù di sciogliere il corpo e far prendere il volo all’anima addirittura verso il Cielo”.

(3) E mentre ciò diceva ha preso il mio cuore fra le sue mani come per visitarlo, ed ha continuato a dirmi:

(4) ”Figlia mia, la forza della febbre dell’amore non è giunta al punto; ci vuole un’altro poco”.

(5) Poi faceva atto che voleva versare, ma io non gli dicevo niente, e Lui, quasi rimproverandomi, dolcemente ha soggiunto:

(6) “Non sai il tuo dovere, che la prima cosa che dovresti fare nel vedermi, è di vedere se c’è in Me qualche cosa che mi affligge ed amareggia, e pregarmi che la versassi sopra di te? Questo è il vero amore, soffrire le pene della persona amata, per poter vedere in tutto contenta la persona che si ama”.

(7) Io, vergognandomi di ciò ho detto: “Signore, versate”. E Lui ha versato ed è scomparso.

4-104 Gennaio 26, 1902 La Regina Mamma resta arricchita delle tre prerogative della SS. Trinità.

(1) Questa mattina, mentre mi trovavo nel solito mio stato, mi vedevo innanzi a me una luce interminabile, e comprendevo che in quella luce vi dimorava la Santissima Trinità, ed insieme vedevo innanzi a quella luce la Regina Mamma, che restava tutta assorbita dalla Santissima Trinità, e Lei che assorbiva in Sé tutte e Tre le Divine Persone, in modo tale che restava arricchita delle tre prerogative della Trinità Sacrosanta, cioè: Potente, Sapiente, Carità, e siccome Iddio ama il genere umano come parte di Sé, e come particella uscita da Sé, e desidera ardentemente che questa parte di Sé stesso ritorni in Lui stesso, così Mamma Regina, partecipando a questo, ama il genere umano di sviscerato amore.

(2) Ora, mentre ciò comprendevo ho visto il confessore, ed ho pregato la Vergine Santissima che s’interponesse presso la Santissima Trinità per lui, e Lei ha fatto un inclino portando la mia prece al Trono di Dio, ed ho visto che dal Trono Divino usciva un flusso di luce, che copriva tutto il confessore, e mi sono trovata in me stessa.

4-105 Febbraio 3, 1902 Offre la sua vita per non far confermare la legge del divorzio.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi sono trovata fuori di me stessa col mio adorabile Gesù Bambino fra le mie braccia; prima ha versato un po’ di ciò che l’amareggiava e poi faceva atto di volersene andare, ed io stringendolo fra le mie braccia gli ho detto: “Carino mio e vita della mia vita, che fate, ve ne volete andare? Ed io come faccio? Non vedete che quando sono priva di voi, è per me un continuo morire? E poi, il vostro cuore che è la stessa bontà non avrà coraggio di farlo, ed io giammai vi lascerò partire”. E stringendolo forte, come se le mie braccia fossero divenute catene, onde non potendo svincolarsi si è restato con me, taciturno, ed io vedendo i mali della società imperversarsi maggiormente, gli ho detto: “Dolce mio bene, dimmi che ne sarà di questo divorzio che dicono, giungeranno a formare questa legge empia o no?”

(2) E Lui mi ha detto: “Figlia mia, l’interno dell’uomo contiene un tumore cancrenoso, ripieno di marciume, come se fosse giunto a suppurazione e non potendo contenerlo più dentro, vogliono dare il taglio a questo tumore, ma non per guarirsi, ma per fare che uscendo fuori parte di questo marciume potesse contaminare, ammorbare tutta la società. Ma il Sole Divino, quasi nuotando in mezzo alla società grida continuamente dicendo: “Oh! uomo, non ti ricordi da qual fonte di purità sei uscito? Che qual aura di luce ti richiamava al tuo cammino? Come, non solo ti sei contaminato, ma vuoi giungere ad agire contro natura, quasi volendo dare un’altra forma alla natura che ti ho dato, e dal modo da Me stabilito”.

(3) Poi ha detto tante altre cose che io non so dire, e diceva questo con tanta amarezza, che io non potendo resistere di vederlo in quel modo, ho detto:

(4) “Signore, ritiriamoci, non vedete come gli uomini vi amareggiano e quasi non vi danno pace?” Così ci siamo ritirati nel letto, e volendo sollevare il mio buon Gesù, gli ho detto: “Se tanto vi affligge se gli uomini ciò facessero, io vi offro la mia vita a patire qualunque pena per potere ottenere che a ciò non giungessero, e per fare che in qualunque modo non fosse ributtata, l’unisco al tuo sacrificio per poter ottenere con sicurezza rescritto di grazia”. Mentre ciò dicevo, pareva che il Signore servisse la mia offerta per presentarla alla divina giustizia. Lui è scomparso ed io mi sono trovata in me stessa.

(5) Pare che gli uomini a qualunque costo vogliono confermare almeno qualche articolo di questa legge, non potendo ottenere di confermarla tutta come loro vogliono e piace.

4-106 Febbraio 8, 1902 Significati della Passione di Gesù.

(1) Questa mattina nel venire il mio adorabile Gesù, mi ha partecipato parte della sua Passione. Ora, mentre mi trovavo sofferente, il Signore per rincuorarmi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il primo significato della Passione contiene gloria, lode, onore, ringraziamento, riparazione alla Divinità. Il secondo è la salvezza delle anime e tutte le grazie che ci vogliono per ottenere lo stesso scopo. Onde chi partecipa alle pene della mia Passione, la sua vita contiene in sé questi stessi significati, non solo, ma prende la stessa forma della mia Umanità, e siccome detta Umanità sta unita con la Divinità, anche l’anima che partecipa alle mie pene sta a contatto con la Divinità e può ottenere ciò che vuole. Anzi, le sue pene sono come chiavi per aprire i tesori divini, questo finché vive quaggiù, e poi sta riservato anche al di là del Cielo una gloria distinta per sé che le viene data dalla Umanità e Divinità mia, in modo da assomigliarsi alla stessa mia luce e gloria, ed una gloria più speciale per tutta la corte celeste, che le verrà data per mezzo di quest’anima, per ciò che Io le ho comunicato; perché quanto più le anime si sono assomigliate a Me nelle pene, tanto più da dentro la Divinità uscirà luce e gloria, ed ecco che tutta la corte celeste parteciperà a questa gloria”.

(3) Sia sempre benedetto il Signore, e tutto per sua gloria ed onore.

4-107 Febbraio 9, 1902 Gesù si mette a disposizione dell’anima. Lei chiede il miracolo di non far confermare il divorzio.

(1) Questa mattina, il mio dolcissimo Gesù nel venire mi ha partecipato in abbondanza le sue pene, tanto, che mi sentivo come se dovessi morire. Ora mentre mi sentivo in tale stato, il benedetto Gesù intenerito e commosso nel vedermi soffrire si è messo nel mio interno, e piegandosi le mani mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come tu sei stata a mia disposizione a soffrire, così anch’Io per contraccambianti mi metto a tua disposizione, dimmi che vuoi che faccia, ché sono pronto a far ciò che tu vuoi”.

(3) Onde io ricordandomi quanto gli dispiacerebbe se gli uomini confermassero la legge del divorzio, ed i mali che alla società ne verrebbero, gli ho detto: “Dolce mio bene, giacché vi benignate di mettervi a mia disposizione, voglio che con la vostra onnipotenza operate un prodigio, che incatenando la volontà delle creature, non potessero confermare questa legge”. Ed il Signore pareva che accettava la mia proposta, dicendomi: “Quasi tutte le vittime che sono state sulla terra e che ora si trovano in Cielo, tengono qualche stella fulgidissima alle loro corone, che le fanno ben distinguere del posto loro occupato, e queste stelle non sono altro che qualche gloria grande che hanno procurato a Dio, ed insieme un bene grande alla umanità, mercé il mezzo loro. Tu vuoi che operassi un prodigio per non far confermare questo divorzio, altrimenti non potrebbe ciò succedere; ebbene, per amor tuo farò questo prodigio, e questa sarà la stella più fulgida che risplenderà alla tua corona; cioè, per aver con le tue sofferenze impedito che la mia giustizia in questi tristi tempi, alle tante scelleratezze che commettono, permettesse anche questo male che loro stessi hanno voluto. Quindi si può dare più gloria grande a Dio e più bene agli uomini”.

4-108 Febbraio 17, 1902 Le spiega cosa è la morte.

(1) Questa mattina, dopo d’avere molto aspettato, finalmente ho trovato il mio dolcissimo Gesù e querelandomi con Lui, gli ho detto: “Diletto mio bene, come mi fate tanto aspettare? Forse non sapete che senza di voi non posso vivere, e l’anima mia prova un continuo morire?”

(2) E Lui: “Diletta mia, ogni qual volta tu cerchi a Me, ti disponi a morire, perché in realtà, che cosa è la morte se non l’unione stabile permanente con Me? Tale fu la mia vita, un continuo morire per amor tuo, e questa continua morte fa la preparazione al grande sacrificio di morire sulla croce per te; sappi che chi vive nella mia Umanità e delle opere della mia Umanità si pasce, forma di sé un grand’albero, pieno di fiori e frutti abbondanti, e questi formano il nutrimento di Dio e dell’anima; chi fuori della mia Umanità vive, le sue opere sono odiose a Dio ed infruttuose per sé stesso”.

(3) Dopo ciò, il Signore ha versato abbondante in me miste ed amarezze, e dolcezze, e poi abbiamo girato un poco in mezzo alle gente, ed io non sapevo distaccare i miei sguardi dal volto del mio amato Gesù, e Lui vedendo ciò mi ha detto:

(4) “Figlia mia, chi si lascia adescare dalle opere del Creatore, lascia sospese alle opere delle creature”.

(5) Lui è scomparso ed io mi sono trovata in me stessa.