(1) Stavo preocupata per la salute del Reverendo padre Di Francia, le lettere giuntami da lui erano quasi alarmanti, pensavo alla sorte dei miei scritti che tanto interesse aveva avuto di portasseli tutti, dove sarebbero andati a finire se Nostro Signore se lo portasse con Sé nella Patria Celeste? E poi la sua missione per la publicazione delle conoscenze sul Fiat sarebbe senza frutto, perché si può dire che nulla ha fatto ancora, al più si può dire l’inizio, la volontà che tiene di farne la publicazione, ma per uscire un’opera così lunga, chi sa quanto tempo ci vuole? ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Continuando il mio solito stato, stavo seguendo il Voler Divino nella Creazione e seguendo da una cosa creata all’altra, chiamavo la dolce mia Vita, il Caro Gesù che venisse insieme con me a seguire gli atti della sua Volontà in tutte le cose create e non venendo sentivo il chiodo della sua privazione che mi trafiggeva e nel mio dolore gli dicevo: “Mio Gesù, io non so che fare per ritrovarti, ti faccio chiamare dalla tua giustizia nel mare, dalla tua potenza nelle sue onde fragorose e Tu non mi ascolti, ti faccio chiamare dalla tua luce nel ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Stavo pensando tra me: “Quando giro nella Suprema Volontà seguendo i suoi atti nella Creazione e nella Redenzione, pare che tutte le cose parlano, tutte hanno che dire di quest’ammirabile Volere, invece quando sto occupata in altro, tutte le cose si mettono in silenzio, pare che non hanno che dire”. Ma mentre ciò pensavo, è penetrato il sole nella mia stanzetta e la sua luce batteva sul mio letto. Io mi sono sentita investire dalla sua luce e calore, in questo mentre è uscita una luce da dentro del mio interno e tuffandosi nella luce del sole, ambedue ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Mi sentivo tutta immersa ed abbandonata nel Voler Divino e mentre seguivo i miei atti in Esso, il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, l’anima che vive nella mia Volontà Divina è il trionfo di Essa, come l’anima fa i suoi atti in Essa, così mette fuori la sua virtù bilocatrice che aleggiando in tutta la Creazione vi stende la sua Vita Divina. Sicché l’anima che vive nella mia Volontà mi dà l’occasione di bilocare la mia Vita per quanti atti fa in Essa e perciò non solo ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Mentre stavo tutta afflitta per la sua privazione e quasi impietrita dal dolore di vedermi come dimenticata dal mio amato Gesù, è uscito da dentro il mio interno e poggiando le sue mani sulle mie spalle metteva la sua testa sul mio petto e respirava forte dicendo: “Tutti attendono gli atti tuoi”. E mentre respirava attirava in sé tutti gli atti miei fatti nel suo Divin Volere ed ha soggiunto:
(2) “Figlia mia, gli atti fatti nel mio Volere sono atti miei e perciò li ho venuto a prenderli col mio respiro mentre respiravo sul ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Stavo seguendo gli atti che il Voler Divino, che in tutta la Creazione aveva fatto, come pure cercavo gli atti che aveva fatto tanto nel primo padre Adamo, quanto in tutti quelli che aveva fatto in tutti i santi dell’antico testamento, specialmente dove il Supremo Volere aveva fatto risaltare la sua potenza, la sua fortezza, la sua virtù vivificatrice ed il mio dolce Gesù movendosi nell mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, le più grandi figure dell’antico testamento, mentre erano figure ed adombravano il futuro Messia, racchiudevano insieme i doni, la figura e ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Il mio povero stato si fa più penoso per le privazioni del mio dolce Gesù. Che duro martirio e morte senza la dolce e cara speranza di ritrovare la vita. Il dolore d’averlo perduto m’intontisce, m’impietrisce e spande sulla povera anima mia una rugiada malefica, la quale esposta ai raggi d’un sole ardente, invece di vivificarmi mi secca, che togliendomi gli umori vitali, come le gelate alle piante, se non mi fa morire mi appasisce e mi toglie il più bello della vita. Oh! come mi sarebbe più dolce la morte, anzi sarebbe per me la festa più ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Stavo pensando alla Divina Volontà ed il male dell’umano volere ed il mio amato Gesù tutto afflitto mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tutto ciò che Io soffrii nella mia Umanità, non fu altro che tutto il male che aveva prodotto l’umana volontà alla povera creatura. Essa formò la prigione, le tolse la libertà di poter spaziare nel suo Dio, nei cieli, dove volesse, la rese incapace di fare il bene, le tolse la luce e la circondò di fitte tenebre. Ed Io venni sulla terra e mi chiusi nella prigione del seno della mia cara Mamma e sebbene era santa quella prigione, ma non si può negare ch’era la più stretta ed oscura prigione che potesse essistere nel mondo, tanto, che non potei stendere né una mano, né un piede, né mi era dato di fare un passo, né c’era spazio di poter aprire gli occhi. Tutto ciò aveva fatto l’umana volontà alle creature ed Io fin dal principio del mio concepimento venni a subire la pena, per abbattere la prigione dall’umana volontà e restituirgli ciò che aveva perduto. Volli nascere in una stalla e soffrire la povertà più estrema, più che stalla aveva formato l’umano volere alle povere creature, mentre le passioni avevano formato il letame nelle anime loro e soffiando più che vento, erano rimaste intirizzite da un freddo intenso, fino ad influire sulla natura ed togliergli non solo la felicità terrestre, ma a fargli provare la fame e la povertà non solo dell’anima, ma anche quella del corpo ed Io volli soffrire il gelo, la povertà estrema, la puzza del letame che vi era nella stalla e vedendomi due animali vicino, avevo il dolore che l’umano volere aveva convertito quasi in bestia l’opera nostra più bella, il nostro caro gioello, la nostra cara immaggine qual’era il povero uomo. Non ci fu pena che Io soffrii che non aveva il suo principio dalla volontà umana ed Io mi assoggettavo a tutto per riabilitarla di nuovo nel regno del Fiat Supremo, fin nella mia Passione volli soffrire d’essere spogliato nella flagellazione e denudato sulla croce, stirato in modo orribile, tanto che si potevano contare le mie ossa, tra confusione, abbandoni ed amarezze indicibile. Tutto ciò non era altro che lo sbocco dell’umano volere che lo aveva spogliato di tutti i beni e col suo soffio velenoso lo aveva coperto di confusione e di obbrobri fino a trasformarlo in modo orribile ed a renderlo oggetto di ludibrio a tanti suoi nemici. Figlia, se vuoi conoscere tutti i mali che ha fatto l’umana volontà, studia bene la mia Vita, numera una per una le mie pene e leggerai i caratteri neri della storia malefica dell’umana volontà, ne proverai tant’orrore nel leggerla che ti contenterai di morire anzichè far entrare in te una sola sillaba di essa”.
(3) Dopo di ciò Gesù ha fatto silenzio e se ne stava tutto taciturno, pensoso ed afflitto, guardava d’intorno e lontano come se volesse indagare le disposizioni delle creature e non vedendole disposte continuava il suo profondo silenzio. Quindi ho dovuto passare parecchi giorni di privazione come se non più vivese in me. Poi come sole che sorge, ho incominciato a sentire che si moveva nel mio interno e mi ha detto:
(4) “Figlia mia, quando Io parlo esce da Me una Vita, il dono più grande e debbo vedere se c’è disposizione da parte delle creature per mettervi questa mia Vita e non vedendola sono costretto a tacere, perché non c’è posto dove mettere questo gran dono. Ecco perciò la causa perché molte volte non parlo, perché ciò che riguarda il Fiat Divino non è per te sola, ma servirà alle altre creature, al più forma il suo capitale in te per trasmetterlo a bene altrui. Onde mentre faccio silenzio tu preghi che venga conosciuto il regno della mia Volontà e soffri perché ti vedi priva di Me, tua vita; vivere senza vita è il più grande martirio, queste pene e queste preghiere maturano il dono e mentre mi fanno aprire la bocca per uscire la nuova Vita che riguarda la mia Divina Volontà, dispongono le creature a riceverla. Queste pene sono più che raggi di sole che maturano i campi, le frutte, i fiori, perciò tutto è necessario: Il silenzio, le pene, le preghiere, per il decoro delle manifestazioni della mia Volontà”.
(1) Stavo facendo l’ora quando Gesù istituii la Santissima Eucaristia e Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, quando faccio un atto, primo guardo se vi è almeno una creatura dove mettere il deposito dell’atto mio, affinché prendesse il bene che faccio, lo tenga custodito e ben difeso. Ora quando istituii il Santissimo Sacramento cercai questa creatura e la mia Regina Mamma si offrii Lei a ricevere quest’atto mio ed il deposito di questo gran dono dicendomi: “Figlio mio, se ti offrii il mio seno e tutto l’essere mio nel tuo concepimento ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Stavo seguendo il Santo Voler Divino nell’atto quando risuscitò dal sepolcro, glorioso e trionfante ed il mio amabile Gesù uscendo da dentro il mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, col risorgere la mia Umanità, diede il diritto a tutte le creature di far risorgere non solo le loro anime alla gloria ed alla beatitudine eterna, ma anche i loro corpi. Il peccato aveva tolto questi diritti alle creature di risorgere; la mia Umanità col risorgere li restituì. Essa rachiudeva il germe della resurrezione di tutti ed in virtù di questo germe rachiuso in Me, tutti ebbero il bene di poter risorgere dalla morte. Chi fa il primo atto deve tenere tale virtù da rachiudere in sé tutti gli altri atti che devono fare le altre creature, in modo che in virtù del primo atto, gli altri possono imitare e fare lo stesso atto. Quanto bene non portò la Resurrezione della mia Umanità dando il diritto a tutti di risorgere. Per l’uomo, perché si era sottratto dalla mia Volontà, gloria, felicità, onori, tutto l’era fallito, aveva rotto l’anello di congiunzione che congiungendolo con Dio gli dava i diritti a tutti i beni del suo Creatore e la mia Umanità col risorgere congiunse l’anello d’unione, restituendogli i diritti perduti, dandogli virtù di risorgere. Tutta la gloria, tutto l’onore è della mia Umanità, se non avessi Io risorto, nessuno poteva risorgere. Col primo atto vengono le successioni degli atti simili al primo. Vedi che cosa è la potenza d’un primo atto, la mia Mamma Regina fece il primo atto di concepirmi; Essa per poter concepire Me, Verbo Eterno, racchiuse in Sé tutti gli atti delle creature per ricambiare il suo Creatore in modo da potergli dire: “Son’Io che ti amo, ti adoro, ti soddisfo per tutti”. Onde trovando tutti nella Mamma mia, ad onta che fu uno il mio concepimento, potetti darmi a tutti come vita di ciascuna creatura. Così tu figlia mia, col fare i tuoi primi atti nella mia Volontà, le altre creature ricevono il diritto di entrare in Essa e di ripetere gli atti tuoi, per ricevere gli stessi effetti. Quanto è necessario che anche uno solo faccia il primo atto, perché questo serve ad aprire la porta, a preparare le materie prime, a formare il modello per dare vita a quell’atto. Quando il primo è fatto, agli altri riesce più facile imitarlo. Ciò succede anche nel basso mondo, chi è il primo a formare un oggetto, deve più lavorare, più sacrificarsi, deve preparare tutte le materie che ci vogliono, deve fare tante prove e quando il primo è fatto, non solo acquistano il diritto di poterlo fare gli altri, ma le riesce più facile il ripeterlo, ma tutta la gloria è di chi ha fatto il primo, perché se non fosse fatto il primo, gli altri atti simili mai potevano avere esistenza. Perciò sii atenta a formare i tuoi primi atti se vuoi che il regno del Fiat Divino venga a regnare sulla terra”.
(3) Dopo di ciò stavo fondendomi nel Santo Voler Divino, richiamando tutti gli atti delle creature perché tutti risorgessero in Esso ed il mio dolce Gesù mi ha detto:
(4) “Figlia mia, che gran differenza passa tra un’atto fatto nella mia Volontà ed un’atto anche buono fatto fuori di Essa. Nel primo vi corre una Vita Divina dentro di esso e questa Vita riempie Cielo e terra e quell’atto riceve il valore d’una Vita Divina; nel secondo vi corre un’atto di vita umana e questo è limitato, ristretto, che molte volte il suo valore finisce col finire l’atto e se valore c’è dentro, è valore umano soggetto a perire”.