MaM
Messaggio del 25 aprile 2021:Cari figli! Oggi vi invito a testimoniare la vostra fede nei colori della primavera, che sia la fede della speranza e del coraggio. Figlioli, la vostra fede non venga meno in nessuna situazione e neanche in questo tempo di prova. Camminate coraggiosamente con Cristo Risorto verso il Cielo che è la vostra meta. Io vi accompagno in questo cammino di santità e vi metto tutti nel mio Cuore Immacolato. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

20-60 Febbraio 16, 1927 Come dove regna il Fiat mette tutto in comunicazione. Esempio degli sposi. L’operato nella Divina Volontà è la pienezza degli atti ed il trionfo dell’atto Divino nell’umano.

(1) Stavo girando in tutta la Creazione, per portare insieme con me tutte le cose create innanzi alla Maestà Suprema, come omaggi, lodi, adorazioni, perché opere delle sue mani creatrici, degne solo di Colui che le aveva create, perché animate dalla sua Volontà Divina; ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Le cose create non si muovono, stanno al loro posto, né vengono insieme con me, quindi è inutile il dire che le porto insieme con me, perché esse non vengono”. Ma mentre ciò pensavo il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno e nel medesimo ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

20-61 Febbraio 19, 1927 Gesù la invita a lottare. Come Gesù lotta con le sue conoscenze, cogli esempi, cogli insegnamenti; l’anima lotta col riceverle, col seguire gli atti della sua Volontà nella Creazione e Redenzione.

(1) Stavo seguendo il mio volo nel Fiat Divino ed il mio dolce Gesù si faceva vedere che usciva da dentro il mio interno ed intrecciava le sue mani con le mie, invitandomi a lottare con Lui, io ero piccina, piccina e non mi sentivo abile e forte a lottare con Lui, molto più che è uscita una voce da dentro una luce che diceva: “E’ troppo piccolina, come può vincere questa lotta? ” E Gesù ha risposto:

(2) “Anzi perché piccola può vincere, perché tutta la fortezza sta nella piccolezza”.

(3) Io ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

20-62 Febbraio 21, 1927 Perché tanto interesse di Gesù che vuole far conoscere la Volontà Divina.

(1) La mia povera mente si perdeva nelle tante conoscenze del Supremo Volere e pensavo tra me: “Perché Gesù tiene tanto interesse che si conosca questa Divina Volontà e che regni in mezzo alle creature? ” Ora mentre ciò pensavo, il mio sempre amabile Gesù è uscito da dentro il mio interno e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, vuoi tu sapere perché ho tanto interesse di far conoscere la mia Volontà e regni in mezzo alle creature? Perché solo Essa è il mezzo per poterla rifare e mette Me e lei in condizione, Io di poter dare e lei di poter ricevere. Fino a tanto che il mio Volere non ritorni trionfante e dominante in mezzo alle creature, Io non potrò dare ciò che voglio ed in loro mancherà la capacità, lo spazio per poter ricevere ciò che posso e voglio dare, perché solo la mia Volontà tiene questa virtù, questa Potenza, che mettendo l’ordine, l’equilibrio tra Creatore e creatura, apre tutte le vie di comunicazione tra loro. Dio tiene la sua via regia per poter spedire senza pericolo i doni suoi, di poter scendere quando vuole e portarle in persona i beni più grandi, e la creatura tenendo la stessa via può riceverlo, oppure salire per andare a prendere essa stessa ciò che il suo Signore le vuol dare. Per quanto un re fosse ricco e potente, se non trova a chi dare, non avrà mai il contento, la soddisfazione di poter dare, le sue ricchezze saranno inoperose, isolate, abbandonate, lui forse vivrà affogato nelle sue ricchezze, ma non avrà mai il contento, la felicità di dare e di far godere i suoi beni, perché non trova a chi darli. Questo re sarà un re isolato, abbandonato, senza corteggio, non avrà chi gli sorride, chi gli dice un grazie, non sarà mai festa per lui, perché la festa si forma col dare e col ricevere. Sicché con tutte le sue ricchezze, questo re avrà un chiodo nel cuore, l’abbandono, la monotonia; sarà ricco ma senza gloria, senza eroismo, senza nome. Qual dolore per questo re con tutte le sue ricchezze?

(3) Ora figlia mia, la causa perché uscimmo fuori la Creazione e creammo l’uomo fu per dare le nostre ricchezze, affinché alla gloria interna e felicità immensa che teniamo si unisce la gloria esterna delle opere nostre. Quindi non stando la creatura nella nostra Volontà ce la sentiamo lontana, né c’è chi ci circonda col suo grazie, né chi ci sorride di compiacenza per le opere nostre. Tutto è isolamento, siamo circondati da immense ricchezze e perché le nostre creature sono lontane da Noi, non abbiamo a chi darle, non abbiamo chi ammira le nostre opere per farle godere, siamo felici, ma per Noi stessi, né vi è chi possa menomamente turbare la nostra felicità, ma siamo costretti a vedere l’infelicità delle creature, perché stando disunita da Noi, loro non possono prendere e Noi non possiamo dare. La volontà umana ha formato i cancelli, ha chiuso con chiavi le porte di comunicazione. Il dare è liberalità, eroismo, amore; il ricevere è grazia, e la creatura col fare la sua volontà impedisce la nostra liberalità, il nostro eroismo, il nostro Amore e se qualche cosa si da è sempre ristretta a via di sforzi, d’intrighi, perché non stando l’ordine tra loro e Noi, le cose non corrono liberamente; non siamo capaci di dolore, il nostro Essere è intangibile da tutti i mali, se fossimo capaci di dolore la creatura avvelenerebbe la nostra esistenza. Ecco perciò tutto il nostro interesse, perché vogliamo far conoscere la nostra Volontà e che regni in mezzo a loro, perché vogliamo dare, vogliamo vederle felici, della nostra stessa felicità, e solo la nostra Volontà può fare tutto questo, realizzare lo scopo della Creazione e farci mettere in comune i nostri beni”.

(4) Oh Volontà di Dio, quanto sei ammirabile, potente e desiderabile. Deh! col tuo impero vinci tutti, fatti conoscere e arrendici tutti a te. Deo Gratias

21-1 Febbraio 23, 1927 Come il vivere nel Voler Divino è formare una visita di sorpresa a Gesù.

(1) Il mio povero cuore me lo sentivo sotto d’un torchio durissimo per la privazione del mio dolce Gesù; oh! come gemevo e spasimavo e facendo il mio solito giro nella Creazione, per seguire gli atti della sua Volontà in essa, come giungevo nel mare, così lo chiamavo e gli dicevo: “Mio Gesù, vieni, ritorna, la tua piccola figlia ti chiama nel mare, ti chiamo insieme con la bastità di queste acque, col loro mormorio, ti chiamo nel guizzo dei pesci, ti chiamo con la potenza della tua stessa Volontà che in questo mare si stende; se non vuoi ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

21-2 Febbraio 26, 1927 Dove regna la mia Volontà forma tre cordicelle d’oro purissimo. Come la Divina Volontà fa la sua esposizione in tutta la Creazione.

(1) Il mio amabile Gesù mi fa molto stentare il suo ritorno, oh! come lo sospira la piccola anima mia, ridotta senza di Lui come terra senza acqua e senza sole, che mentre brucio dalla sete, è tanto il tenebrio, che non so dove muovere il paso per rintracciare Colui che solo mi può dare l’acqua che mi disseta e mi fa sorgere il sole che dà luce ai miei passi per ritrovare Colui che da me si allontana. Ah! Gesù! Gesù! Ritorni! non senti il mio palpito nel tuo che ti chiama e che non avendo più umore ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

21-3 Marzo 3, 1927 Dove regna il Divin Volere chiama Iddio insieme nel suo operare. L’offerta a Dio delle proprie azioni le purifica e le desinfetta.

(1) Stavo offerendo i miei piccoli atti come omaggio d’adorazione e d’amore al Supremo Volere, e pensavo tra me: “Ma è proprio vero che ciò che fa l’anima che fa la Divina Volontà, fa lo stesso Dio? Qual gloria può avere che avendo offerto a Lui il mio piccolo lavoro e tutto ciò che posso fare, lo venga a fare insieme con me?” Ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non mi senti in te che stò seguendo gli atti tuoi? Perché dove regna la mia Volontà, tutte le cose, anche più piccole e naturali, si convertono in diletto per Me e per la creatura, perché sono effetto d’una Volontà Divina regnante in lei, che non sà uscire da Sé neppure l’ombra d’infelicità alcuna. Anzi tu devi sapere che nella Creazione il nostro Fiat Supremo stabilì tutti gli atti umani, investendoli di diletto, di gioia e di felicità; sicché lo stesso lavoro non doveva fare nessun peso all’uomo, né dargli ombra di stanchezza, perché possedendo il mio Volere possedeva la forza che mai stanca e viene meno. Vedi, anche le cose create sono simbolo di ciò, si stanca forse il sole di dare sempre la sua luce? Certo che no; si stanca il mare di mormorare continuamente, di formare le sue onde, di nutrire e moltiplicare i suoi pesci? Certo che no; si stanca il cielo a stare sempre disteso, la terra a fiorire? Certo che no. Ma perché non si stancano? Perché c’è dentro di loro la potenza del Fiat Divino, che tiene la forza che non si esaurisce mai. Quindi tutti gli atti umani entrano nell’ordine di tutte le cose create e tutte ricevevono l’impronta della felicità: Il lavoro, il cibo, il sonno, la parola, lo sguardo, il paso, tutto. Ora finchè l’uomo si mantenne nel nostro Volere, si mantenne santo e sano, pieno di vigore e di energia instancabile, capace di gustare la felicità dei suoi atti e di felicitare Colui che gli dava tanta felicità. Come si sottrasse, cadde malato e perdette la felicità, la forza instancabile, la capacità ed il gusto di gustare la felicità degli atti suoi, che il Divin Volere con tanto amore aveva investito. Questo succede anche tra chi è sano e tra chi è malato: Il primo gusta il cibo, lavora con più energia, prende piacere nel divertirsi, nel passeggiare, nel chiaccherare; il malato si disgusta del cibo, non sente forza di lavorare, s’anoia dei divertimenti, l’infastidiscono le chiacchere, tutto gli fa male; la malattia ha cambiato la sua natura, gli atti suoi in dolori. Ora supponi che il malato ritornasse nel vigore della sua salute, si ripristinerebbe nelle forze, nel gusto, in tutto. Sicché la causa della sua malattia è stato l’uscire dalla mia Volontà. Il ritornare e farla regnare sarà causa che ritorni l’ordine della felicità negli atti umani e farla prendere la sua attitudine negli atti della creatura. E come offre il suo lavoro, il cibo che prende, e tutto ciò che fa, da dentro quei atti umani si sprigiona la felicità messa dal mio Volere in quei atti e sale al suo Creatore per dargli la gloria della sua felicità. Ecco perciò dove regna la mia Volontà, non solo mi chiama insieme con lei ad operare, ma mi dà l’onore, la gloria di quella felicità con cui investimmo gli atti umani. Ed ancorché la creatura non possedesse tutta la pienezza dell’unità della luce della mia Volontà, purchè offra tutti gli atti suoi al suo Creatore come omaggio ed adorazioni, siccome la malata è lei, non Dio, Iddio riceve la gloria della felicità dei suoi atti umani. Supponi un’amalato che facese un lavoro, oppure un cibo suo, lo prendesse e lo dasse ad uno ch’è sano, questo che gode la pienezza della salute non avverte nulla, né della stanchezza di quel lavoro, né lo stento che l’ammalato ha sentito nel farlo, né il disgusto di quel cibo che avrebbe sentito se l’avessi preso l’infermo, anzi gode nella pienezza della sua sanità del bene, della gloria e della felicità che le porterà quel lavoro e gusta il cibo che le è stato offerto. Così l’offerta delle propie azioni purifica, desinfetta le azioni umane e Dio riceve la gloria a Lui dovuta e per contracambio fa scendere nuove grazie sopra colei che offre a Lui le sue azioni”.

21-4 Marzo 5, 1927 Come la fermezza nel bene è solo di Dio, che fatto una volta un’atto non cessa più. Effetti della fermezza. Come l’Umanità di Nostro Signore fu vincolo di tempi, rimedio e modello. Come vuole in salvo i diritti del Voler Divino.

(1) Mi sentivo nel sommo dell’afflizione per la privazione del mio dolce Gesù, e nel mio interno gli dicevo: “Amor mio e Vita mia, come ti sei partito da me senza dirmi addio, né insegnarmi dove movere i miei passi, né la via che debbo battere per ritrovarti, anzi mi sembra che Tu stesso mi hai barricate le vie per non farti trovare e per quanto posso girare e chiamarti Tu non mi ascolti; le vie sono chiuse, ed io sfinita dalla stanchezza, sono costretta a fermarmi e rimpiango Colui che a qualunque costo vorrei trovare e non trovo. ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

21-5 Marzo 10, 1927 Come Iddio nella Creazione dava i diritti di possedere il regno della Divina Volontà.

(1) Stavo secondo il mio solito, seguendo gli atti del Voler Supremo nella Creazione, e giunta a quel punto quando Iddio metteva fuori la creazione dell’uomo, mi univo coi primi atti perfetti che fece Adamo quando fu creato, per incominciare insieme con lui e per seguire dove finì d’amarlo, d’adorarlo, quando pecco, con quella perfezione con cui aveva incominciato nell’unità del Fiat Supremo, ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Ma abbiamo diritto noi a questo regno del Voler Divino?” Ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tu devi sapere che Adamo prima di peccare faceva i suoi atti nel Fiat Divino, ciò significaba che la Trinità ne aveva dato il possesso di questo regno, perché per poter possedere un regno, ci vuole chi lo forma, chi lo dona e chi lo riceva. La Divinità lo formò e lo donò, l’uomo lo ricevette. Sicché, Adamo nella sua prima epoca della Creazione possedeva questo regno del Fiat Supremo e siccome lui era il capo di tutta l’umana generazione, tutte le creature ricevevano il diritto di questo possesso. E sebbene Adamo col sottrarssi della nostra Volontà perdette il possesso di questo regno, perché col fare la sua si misse come in stato di guerra coll’eterno Fiat e poveretto, non avendo forza sufficiente per combattere, né esercito ben fornito per poter guerreggiare con un Volere sì Santo, che teneva forza invincibile ed esercito formidabile, restò vinto e perdette il regno da Noi dato, molto più che la forza che possedeva prima era la nostra, dandole anche il nostro esercito a sua disposizione, come peccò, la forza se ne venne alla nostra sorgente e l’esercito si ritirò da lui mettendosi a nostra disposizione. Tutto ciò non tolse i diritti ai suoi discendenti di poter riacquistare il regno della mia Volontà. Succese come ad un re che per guerra perde il suo regno, non ci può essere tutta la probabilità che uno dei suoi figli, con un’altra guerra può riunire il regno di suo padre che già era suo? Molto più che venni Io sulla terra, il divino vincitore, per rifare le perdite dell’uomo e che trovando chi volesse ricevere questo regno, gli restituivo la forza, mettendole di nuovo il mio esercito a sua disposizione per mantenere l’ordine, il decoro, la gloria di Esso. E qual’è questo esercito? E’ tutta la Creazione, in cui in ciascuna cosa creata sta bilocata la Vita della mia Volontà più che esercito meraviglioso e formidabile per mantenere la vita di questo regno. Allora l’uomo perderebbe la speranza di possedere di nuovo questo regno se vedese scomparire tutto l’esercito invincibile della Creazione, allora si potrebbe dire: “Iddio ha ritirato la sua Volontà dalla faccia della terra che la vivificava, l’abbelliva, l’arricchiva, il regno non c’è più speranza che può essere in nostro possesso”. Ma fino a tanto che questa esiste, sono effetti di tempi per trovare coloro che lo vogliono ricevere. E poi se non c’era da operare il possesso di questo regno del Fiat Divino, non era necessario che Io te manifestassi tante sue conoscenze che le riguardano, né il suo Volere che vuole regnare, né il suo dolore perché non regna, quando una cosa non si può effettuare è inutile parlarne, quindi non avrei avuto nessuno interesse di dire tante cose che riguardano la mia Volontà Divina. Sicché il solo parlarne è segno che voglio che ritorni il suo possesso”.

21-6 Marzo 13, 1927 Come la Volontà Divina non lascia nessuno. Come possiede la virtù rigeneratrice e tiene tutto nel suo proprio pugno.

(1) La mia povera esistenza vive sotto il duro torchio della privazione del mio dolce Gesù, le ore mi sembrano secoli senza di Lui e sento tutto il peso del mio duro esilio. Oh! Dio, che pena, vivere senza di Colui che forma la mia vita, il mio palpito, il mio respiro. Gesù, che duro strappo è la tua privazione per me, tutto è inceppo, tutto è stento, come può reggere la bontà del tuo tenero cuore a vedermi così inceppata per sola causa tua? Come mi lasci così a lungo? Non ti feriscono più i miei sospiri, non ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

21-7 Marzo 16, 1927 Come Gesù concepiva, così formava il rannodamento del suo regno con le creature. Come nella Volontà Divina ci sono gli tai universali che ci vogliono per impetrarlo.

(1) Stavo pensando al Fiat Supremo ed al modo come può venire ed essere realizato questo regno ed il mio amato Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2)Figlia mia, come il tuo Gesù fu concepito, così rannodai di nuovo il regno della mia Volontà Divina con le creature. Era necessario che Essa prendesse dominio assoluto nella mia Umanità ed avesse la sua Vita libera in tutti gli atti miei per poter distendere il suo regno come voleva nella mia Umanità. Sicché tutto ciò che Io facevo: Opere, preghiere, respiro, palpito e patimenti erano ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)