(1) Continuando il mio solito stato, stavo seguendo il Voler Divino nella Creazione e seguendo da una cosa creata all’altra, chiamavo la dolce mia Vita, il Caro Gesù che venisse insieme con me a seguire gli atti della sua Volontà in tutte le cose create e non venendo sentivo il chiodo della sua privazione che mi trafiggeva e nel mio dolore gli dicevo: “Mio Gesù, io non so che fare per ritrovarti, ti faccio chiamare dalla tua giustizia nel mare, dalla tua potenza nelle sue onde fragorose e Tu non mi ascolti, ti faccio chiamare dalla tua luce nel sole, dall’intensità del suo calore che simboleggia il tuo amore e non vieni, ti faccio chiamare dalla tua immensità, da tutte le opere tue nella vastità della volta del Cielo e pare che non è a Te. Ma dimmi almeno, come debbo fare per ritrovarti. Se non ti trovo in mezzo alle opere tue, nella tua stessa Volontà, che sono i tuoi confini, dove potrò trovare la mia Vita?” Ma mentre sfogavo il mio dolore si è mosso dentro di me dicendomi:
(2) “Com’è bella la figlia mia, com’è bello vedere la sua piccolezza come sperduta nella mia Volontà, cercarmi in mezzo alle opere mie e non trovarmi”.
(3) Ed io: “Mio Gesù, Tu mi fai morire, dimmi, dove ti nascondi?”
(4) E Gesù: “Mi nascondo in te e poi se tu senti la voce d’una persona, dici che il sentire la sua voce, ch’è già a te vicina, ora la mia Volontà è l’eco della mia voce, se tu stai in Essa e giri per tutte le opere del mio Fiat, già stai nell’eco della mia voce e stando in Essa ti sto vicino, oppure dentro di te che col mio fiato ti do il volo a girare fin dove giunge la mia voce e fin dove il mio Fiat si stende”.
(5) Ed io, sorpresa ho detto: “Amor mio, sicché la tua voce si fa lunghissima e larghissima perché la tua Volontà non cè punto dove non si trova”.
(6) E Gesù ha soggiunto:
(7) “Certo figlia mia, non c’è volontà, né c’è voce se non vi è la persona che la emette, siccome la mia Volontà si trova da per tutto, così non c’è punto dove non giunge la mia voce che porta il mio Fiat a tutte le cose. Quindi se ti trovi nella mia Volontà in mezzo alle opere sue, puoi essere più che sicura che il tuo Gesù è con te”.
(8) Dopo di ciò stavo pensando al gran bene che ci porta la Divina Volontà e mentre stavo tutta immersa in Essa, il mio dolce Gesù ha soggiunto:
(9) “Figlia mia, come il sole quando sorge fuga le tenebre e fa sorgere la luce, cambia l’umido della notte di cui le piante sono state investite, in modo che giacciono oppresse, intorpidite e malinconiche; come sorge il sole quell’umido lo cambia in perle, imperlando tutto, piante, fiori e su tutta la natura la sua aurea argentina ridà l’allegria, la bellezza, toglie il torpore della notte e col suo incanto di luce pare che dà la mano a tutta la natura per vivificarla, abbellirla e darle la vita. Il mare, i fiumi, le fonti fanno paura tempo di notte, ma come sorge il sole i raggi solari fuggano la paura ed investendoli fino nel fondo, vi forma in essi il fondo d’oro e d’argento, cristalizza le acque e vi forma l’incanto più bello. Sicché tutta la natura risorgge per mezzo del sole, se non fosse per il sole si potrebbe chiamare opera senza vita. Più che sole è la mia Volontà, como sorge nell’anima la veste di luce, tutti i suoi atti vengono imperlati di luce divina in modo che si convertono più che in brillanti fulgidissimi ed in ornamenti preziosi, mentre prima che sorge il Sole del mio Volere sono come la rugiada notturna che opprime le piante e non le dà nessuna tinta di bellezza, invece col sogere il sole quella rugiada forma il più bello ornamento a tutte le piante e dà a ciascuna la sua tinta di bellezza e fa risaltare la diversità e vivacità dei colori. Così, come sorge il mio Volere tutti gli atti umani restano investiti di luce, prendono il loro posto d’onore nella mia Volontà, riceve ciascuno la sua speciale tinta di bellezza e la vivacità dei colori divini, in modo che l’anima resta trasfigurata ed ammantata d’una bellezza indescrivibile. Come sorge il Sole del mio Volere mette in fuga tutti i mali dell’anima, toglie il torpore che hanno prodotto le passioni, anzi innanzi alla luce del Fiat Divino le stesse passioni lambiscono quella luce ed ambiscono di convertirsi in virtù per fare omaggio al mio eterno Volere. Com’Esso sorge tutto è allegria e le stesse pene che, come mari di notte fanno paura alle povere creature, se sorge il mio Volere mette in fuga la notte dell’umana volontà e togliendo ogni paura vi forma il suo fondo d’oro in quelle pene e con la sua luce investe le acque amare delle pene e le cristallizze in mare di dolcezza, in modo da formare un’orizonte incantevole ed ammirabile, che non può fare il mio Volere? Tutto può fare e tutto può dare e dove sorge, fa cose degni delle nostre mani creatrice”.