(1) Mi sentivo tutta immersa ed abbandonata nel Voler Divino e mentre seguivo i miei atti in Esso, il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, l’anima che vive nella mia Volontà Divina è il trionfo di Essa, come l’anima fa i suoi atti in Essa, così mette fuori la sua virtù bilocatrice che aleggiando in tutta la Creazione vi stende la sua Vita Divina. Sicché l’anima che vive nella mia Volontà mi dà l’occasione di bilocare la mia Vita per quanti atti fa in Essa e perciò non solo è il trionfo del mio Volere, ma riceve più onore dall’anima che agisce in Essa che da tutta la Creazione, perché in ogni cosa creata, misse Iddio nelle crearle, dove l’ombra della sua luce, dove le note del suo Amore, in ciascun’altra l’immaggine della sua potenza, in altre le sfioriture della sua bellezza, sicché ciascuna cosa creata tiene una cosa che appartiene al suo Creatore, invece nell’anima che vive nel Fiat Divino vi mette tutto Sé stesso, accentra tutto l’Essere suo e bilocandosi in essa riempe tutta la Creazione degli atti che fa l’anima nella sua Volontà, per ricevere da essa: Amore, gloria, adorazioni per ciascuna cosa che uscì dalle nostre mani creatrice. Onde chi vive in Essa si mette in rapporto con tutte le cose create e prendendo a petto suo l’onore del suo Creatore, nei stessi rapporti che riceve, vi spedisce per ciascuna cosa, dalla più piccola alla più grande cosa creata, vi spedisce il contracambio dei suoi rapporti di tutto ciò che ha fatto il suo Creatore. E perciò tutte le comunicazioni sono aperte tra l’anima e Dio, la creatura entra nell’ordine divino e gode la perfetta armonia coll’Essere Supremo. Ed è per questo il vero trionfo della mia Volontà, invece chi non vive in Essa vive coll’umana volontà e perciò tutte le comunicazioni sono chiuse coll’Ente Supremo, tutto è dissordine e disarmonia e suoi rapporti sono con le sue passioni e nelle passioni vi spedisce i suoi atti, nulla se ne intende delle notizie del suo Creatore, striscia la terra più che serpente e vive nel disordine delle cose umane. Quindi l’anima che vive col suo volere umano è il disonore del Mio e la sconfitta del Fiat Divino nell’opera della Creazione. Qual dolore figlia mia, qual dolore! che l’umano volere vuol rendere sconfitto il Volere del suo Creatore che tanto l’ama e vuole nel suo trionfo, il trionfo della stessa creatura”.
(3) Onde mi lamentavo con Gesù delle sue privazioni, come ora forse più che mai mi sta facendo subire più a lungo la sua lontananza. Eppure mi dice che mi vuol bene, chi sa che non finirà col lasciarmi del tutto? Ma mentre ciò pensavo il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno circondandomi di luce, faceva vedere in quella luce guerre e rivoluzioni accanite, civile e contro i cattolici, si vedevano tutte le razze a combattere e tutte in atto di prepararsi ad altre guerre. E Gesù tutto afflitto mi ha detto:
(4) “Figlia mia, tu non sai come il mio ardente cuore vuol correre coll’amore verso le creature e mentre corre lo respingono, ma vi corrono presso di Me con le offese più brutali e con le finzione più orrende. Quindi vedendosi il mio amore perseguitato, esce la mia giustizia in campo e difende il mio amore e con flagelli colpisce coloro che mi perseguitano e scovre le finzioni che fanno non solo con Me, ma che si fanno tra loro le nazioni, perché zuffandosi si fanno conoscere che invece d’amarsi si odiavano accanitamente. Questo secolo si può chiamare il secolo delle finzioni più pessime e tra tutti i ceti e perciò mai s’accordano tra loro e mentre apparentemente pare che si vogliono accordare, in realtà vanno macchinando nuove guerre. La finzione non ha portato mai vero bene, tanto nell’ordine civile quanto nell’ordine religioso, al più qualche ombra di bene che fugge. Ecco perciò la decantata pace in parole, non nei fatti, la convertono in preparativi di guerra. Come già tu vedi molte specie di razze si sono unite a combattere, chi per un pretesto e chi per un’altro, altre vi si univanno insieme. Ma Io me ne servirò delle unione di queste razze, perché per venire il regno della mia Divina Volontà è necessario che venga l’unione di tutte le razze per mezzo d’un altra guerra molto più estesa dell’ultima, nella quale l’Italia era stata impegnata finanziariamente. Coll’unione di queste razze i popoli si conosceranno e dopo la guerra sarà più facile la diffusione del regno della mia Volontà. Perciò abbi pazienza nel sopportare la mia privazione, è il vuoto che vuole formare la mia giustizia per difendere il mio amore perseguitato. Tu prega ed offri tutto perché il regno del mio Fiat venga presto”.