MaM
Messaggio del 10 maggio 1984:Molti fedeli si sono sentiti colpiti dall'ultimo Messaggio della Madonna. Alcuni avevano il presentimento che la Madonna non avrebbe più dato messaggi alla parrocchia. Ma questa sera essa ha detto: "Io vi parlo, e desidero parlarvi anche in avvenire. Voi però procurate di ascoltare i miei consigli!"

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 21-15 Aprile 14, 1927 Come Nostro Signore venne sulla terra a soffrire tutti i mali che aveva fatto l’umana volontà. Come la parola di Gesù è vita.

(1) Stavo pensando alla Divina Volontà ed il male dell’umano volere ed il mio amato Gesù tutto afflitto mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutto ciò che Io soffrii nella mia Umanità, non fu altro che tutto il male che aveva prodotto l’umana volontà alla povera creatura. Essa formò la prigione, le tolse la libertà di poter spaziare nel suo Dio, nei cieli, dove volesse, la rese incapace di fare il bene, le tolse la luce e la circondò di fitte tenebre. Ed Io venni sulla terra e mi chiusi nella prigione del seno della mia cara Mamma e sebbene era santa quella prigione, ma non si può negare ch’era la più stretta ed oscura prigione che potesse essistere nel mondo, tanto, che non potei stendere né una mano, né un piede, né mi era dato di fare un passo, né c’era spazio di poter aprire gli occhi. Tutto ciò aveva fatto l’umana volontà alle creature ed Io fin dal principio del mio concepimento venni a subire la pena, per abbattere la prigione dall’umana volontà e restituirgli ciò che aveva perduto. Volli nascere in una stalla e soffrire la povertà più estrema, più che stalla aveva formato l’umano volere alle povere creature, mentre le passioni avevano formato il letame nelle anime loro e soffiando più che vento, erano rimaste intirizzite da un freddo intenso, fino ad influire sulla natura ed togliergli non solo la felicità terrestre, ma a fargli provare la fame e la povertà non solo dell’anima, ma anche quella del corpo ed Io volli soffrire il gelo, la povertà estrema, la puzza del letame che vi era nella stalla e vedendomi due animali vicino, avevo il dolore che l’umano volere aveva convertito quasi in bestia l’opera nostra più bella, il nostro caro gioello, la nostra cara immaggine qual’era il povero uomo. Non ci fu pena che Io soffrii che non aveva il suo principio dalla volontà umana ed Io mi assoggettavo a tutto per riabilitarla di nuovo nel regno del Fiat Supremo, fin nella mia Passione volli soffrire d’essere spogliato nella flagellazione e denudato sulla croce, stirato in modo orribile, tanto che si potevano contare le mie ossa, tra confusione, abbandoni ed amarezze indicibile. Tutto ciò non era altro che lo sbocco dell’umano volere che lo aveva spogliato di tutti i beni e col suo soffio velenoso lo aveva coperto di confusione e di obbrobri fino a trasformarlo in modo orribile ed a renderlo oggetto di ludibrio a tanti suoi nemici. Figlia, se vuoi conoscere tutti i mali che ha fatto l’umana volontà, studia bene la mia Vita, numera una per una le mie pene e leggerai i caratteri neri della storia malefica dell’umana volontà, ne proverai tant’orrore nel leggerla che ti contenterai di morire anzichè far entrare in te una sola sillaba di essa”.

(3) Dopo di ciò Gesù ha fatto silenzio e se ne stava tutto taciturno, pensoso ed afflitto, guardava d’intorno e lontano come se volesse indagare le disposizioni delle creature e non vedendole disposte continuava il suo profondo silenzio. Quindi ho dovuto passare parecchi giorni di privazione come se non più vivese in me. Poi come sole che sorge, ho incominciato a sentire che si moveva nel mio interno e mi ha detto:

(4) “Figlia mia, quando Io parlo esce da Me una Vita, il dono più grande e debbo vedere se c’è disposizione da parte delle creature per mettervi questa mia Vita e non vedendola sono costretto a tacere, perché non c’è posto dove mettere questo gran dono. Ecco perciò la causa perché molte volte non parlo, perché ciò che riguarda il Fiat Divino non è per te sola, ma servirà alle altre creature, al più forma il suo capitale in te per trasmetterlo a bene altrui. Onde mentre faccio silenzio tu preghi che venga conosciuto il regno della mia Volontà e soffri perché ti vedi priva di Me, tua vita; vivere senza vita è il più grande martirio, queste pene e queste preghiere maturano il dono e mentre mi fanno aprire la bocca per uscire la nuova Vita che riguarda la mia Divina Volontà, dispongono le creature a riceverla. Queste pene sono più che raggi di sole che maturano i campi, le frutte, i fiori, perciò tutto è necessario: Il silenzio, le pene, le preghiere, per il decoro delle manifestazioni della mia Volontà”.