(1) Trovandomi nel solito mio stato, stavo pensando al dolore che soffrì il mio dolce Gesù nell’orto del Getsemaní, quando si presentarono innanzi alla sua santità tutte le nostre colpe; e Gesù, tutto afflitto, nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, il mio dolore fu grande ed incomprensibile a mente creata, specie quando vidi l’intelligenza umana deformata, la mia bella immagine che feci riprodurre in lei, non più bella, ma brutta, orrida. Io la dotai di volontà, intelletto e memoria, nella prima rifulgeva il mio Celeste Padre, cui come atto primo comunicava la sua potenza, la sua santità, la sua altezza, per cui elevava la volontà umana investendola della sua stessa santità, potenza e nobiltà, lasciandovi tutte le correnti aperte tra Lui e la volontà umana, affinché sempre più si arricchisse dei tesori della mia Divinità; tra la volontà umana e Divina non c’era né tuo né mio, ma tutto in comune, con reciproco accordo, era immagine nostra, cosa nostra, sicché lei ci adombrava, quindi la vita nostra doveva essere la sua, e perciò costituiva come atto primo la sua volontà libera, indipendente, come era, come atto primo la Volontà del mio Celeste Padre, ma questa volontà quanto si è deturpata, da libera si è resa schiava di vilissime passioni, ah! è lei il principio di tutti i mali dell’uomo, non si riconosce più, come è scesa dalla sua nobiltà, fa schivo a guardarla.
(3) Ora, come atto secondo vi concorsi Io, Figlio di Dio, dotandola d’intelletto, comunicandole la mia sapienza, la scienza di tutte le cose, affinché conoscendole potesse gustare e felicitarsi nel bene. Ma, ahimè! che sentina di vizi è l’intelligenza della creatura, della scienza se n’è servita per disconoscere il suo Creatore.
(4) E poi, come atto terzo vi concorse lo Spirito Santo, dotandola di memoria, affinché ricordandosi di tanti benefici, potesse stare in continue correnti d’amore, in continui rapporti, l’amore doveva coronarla, abbracciarla ed informare tutta la sua vita. Ma come resta contristato l’Eterno Amore! Questa memoria si ricorda dei piaceri, delle ricchezze e fino di peccare, e la Trinità Sacrosanta viene messa fuori dei doni dati alla sua creatura. Il mio dolore fu indescrivibile nel vedere la deformità delle tre potenze dell’uomo, avevamo formato la nostra reggia in lui, e lui ci aveva cacciati fuori”.
(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio dolce Gesù si faceva vedere tutto afflitto, quasi in atto di dar corso alla giustizia, ma come sforzato dalle stesse creature. Io l’ho pregato che risparmiasse i flagelli e Lui mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tra Creatore e creatura non ci sono altro che correnti d’amore, il peccato spezza questa corrente ed apre la corrente della giustizia; la mia giustizia difende i diritti del mio amore oltraggiato, del mio amore spezzato tra Creatore e creatura, e facendosi strada in mezzo a loro vorrebbe riunire questo amore spezzato. Ah! se l’uomo non peccasse, la mia giustizia non avrebbe che ci fare con la creatura; come incomincia la colpa, così la giustizia si mette in via, credi tu che volessi colpire l’uomo? No, no, anzi mi duole, mi è duro il toccarlo, ma è lui stesso che mi sforza e m’induce a colpirlo. Tu prega che l’uomo si ravveda, così la giustizia riunendo subito la corrente dell’amore potrà ritirarsi”.
(1) Stavo continuando le mie solite preghiere, ed il mio sempre amabile Gesù, sorprendendomi da dietro le spalle, mi ha chiamato per nome, dicendomi:
(2) “Luisa, figlia del mio Volere, vuoi tu vivere sempre nel mio Volere?”
(3) Ed io: “Sì, oh! Gesù”.
(4) E Lui: “Ma è proprio vero che vuoi vivere nella mia Volontà?”
(5) Ed io: “Proprio vero amor mio, né saprei, né mi adatterei di vivere di un’altra volontà”.
(6) E di nuovo Gesù: “Ma fermamente lo dici?”
(7) Or, vedendomi confusa e quasi temendo ho soggiunto: “Vita mia, Gesù, Tu mi fai temere con queste domande, spiegatevi meglio. Fermamente lo dico, ma sempre aiutata da Te e nella forza della tua volontà, che coinvolgendomi tutta, non potrei farne a meno di vivere nel tuo volere”.
(8) E Lui, dando un sospiro di sollievo ha ripetuto: “Come ne sono contento della tua triplice affermazione, non temere, non sono altro che rassicurazioni, riaffermazioni e confermazioni, come suggellare in te il triplice suggello del Volere delle Tre Divine Persone. Tu devi sapere che chi vive nella mia Volontà deve elevarsi in alto, ma tanto in alto, da vivere nel seno della Trinità Sacrosanta, la tua vita e la nostra dev’essere una sola, quindi è necessario, è decoroso che sappi dove stai, con chi stai, e di uniformarti in tutto in ciò che facciamo Noi, e che non forzata, ma volentieri, con amore e con piena conoscenza viva nel nostro seno. Ora, sai tu qual è la nostra Vita Divina? Noi ci divertiamo molto nel far uscire da Noi nuove immagini di Noi stessi, stiamo in atto continuo di formare immagini nostre, tanto che Cielo e terra sono riempiti delle nostre immagini, le ombre di queste scorrono ovunque: Immagine nostra è il sole, e la sua luce è l’ombra della nostra che adombra tutta la terra. Immagine nostra è il cielo, che si estende ovunque e che porta l’ombra della nostra immensità. Immagine nostra è l’uomo, che porta in sé la nostra potenza, sapienza ed amore, sicché Noi non facciamo altro che produrre continue nostre immagini che ci somigliano. Ora, chi deve vivere nel nostro Volere, vivendo nel nostro seno deve insieme con Noi formare tant’altre copie di Noi stessi, dev’essere insieme con Noi nel nostro lavoro, deve far uscire da sé copie ed ombre nostre, riempiendone tutta la terra ed il Cielo. Ora, nel creare il primo uomo, lo formammo con le nostre mani, ed alitandolo gli demmo la vita; avendo fatto il primo, tutti gli altri hanno origine e sono copie del primo, la nostra potenza scorrendo in tutte le generazioni ne ripete le copie. Ora, costituendote figlia primogenita del nostro Volere, è necessario che viva con Noi per formare la prima copia dell’anima che vive nel nostro Volere, in modo che, come viva in Noi, così riceva l’attitudine nostra ed impari con la nostra potenza, ad operare a modo nostro, e quando avremmo fatto di te la prima copia dell’anima che vive nel nostro Volere, ne verranno le altre copie.
(9) La via del nostro Volere è lunghissima, abbraccia l’eternità e mentre pare che ne abbia navigata la via, resta molto da fare e da ricevere da Noi per imparare i nostri modi e formare la prima copia dell’anima che vive nel nostro Volere. E’ l’opera più grande che dobbiamo fare, perciò molto dobbiamo darti e molto conviene disporti per farti ricevere. Ecco le mie ripetute domande, è per disporti, per allargarti ed elevarti per compiere i miei disegni. Mi sta tanto a cuore, che lascerei tutto da parte per raggiungere il mio scopo, perciò sii attenta e fedele”.
(1) Continuando il mio solito stato, mi sono trovata fuori di me stessa, ed ho trovato il mio dolce Gesù, la mia vita, il mio tutto, da Lui uscivano innumerevoli soli di luce che lo circondavano. Io sono volata in mezzo a quella luce, e gettandomi nelle sue braccia me l’ho stretto forte forte dicendogli: “Finalmente ti ho trovato, ora non ti lascio più, Tu mi fai molto aspettare ed io resto senza vita, senza Te; ma senza vita non posso stare, perciò ora non più ti lascio”. E me lo stringevo più forte per timore che sfuggisse, e ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Tutto ciò che ho scritto e scrivo è solo per obbedire, e molto più, per timore che il mio Gesù, dispiacendosi potesse trovare pretesto per privarmi di Sé, lo sa Lui solo quanto mi costa. Onde ho passato un giorno senza di Gesù, appena qualche sua ombra, oh! Dio, che pena, e dicevo tra me: “Come presto ha mancato alla parola di non lasciarmi! Oh! santa Volontà Eterna, portami il mio sommo bene, il mio tutto”. Ed era tanta la pena che sentivo, che mi sentivo corrucciata e picciosa, ma in questo stato cercavo di fondermi nel suo Santo Volere. In questo mentre è venuto, facendosi vedere che piangeva amaramente, col cuore trinciato in tanti pezzi, io nel vederlo piangere ho messo da parte il cruccio, ed abbracciandolo ed asciugandole le lacrime gli ho detto: “Che hai Gesù che piangi? Dimmi che ti hanno fatto?”
(2) E Lui: “Ah! figlia mia, vogliono sfidarmi, è una brutta disfida che mi stanno preparando, e questo dai capi; è tanto il mio dolore che mi sento trinciare in pezzi il mio cuore, ah! com’è giusto che la mia giustizia si sfoghi contro le creature, perciò vieni insieme con Me nel mio Volere, eleviamoci tra il Cielo e la terra, ed adoriamo insieme la Maestà Suprema, benediciamola e diamole omaggio per tutti, affinché Cielo e terra possano riempirsi di adorazioni, omaggi e benedizioni e tutti possano riceverne gli effetti”.
(3) Onde ho passato una mattinata pregando insieme con Gesù nel suo Volere, ma, oh sorpresa! come pregavamo, una era la parola, ma il Volere Divino la diffondeva su tutte le cose create e ne restava l’impronta, la portava nell’empireo, e tutti i beati non solo ne ricevevano l’impronta, ma l’era causa di nuova beatitudine, scendeva nel basso della terra e fin nel purgatorio, e tutti ne ricevevano gli effetti, ma chi può dire come si pregava con Gesù, e tutti gli effetti che produceva? Onde dopo di aver pregato insieme mi ha detto:
(4) “Figlia mia, hai visto che significa pregare nel mio Volere? Come non c’è punto in cui il mio Volere non esista, Lui circola in tutto ed in tutti, è vita, attore e spettatore di tutto, così gli atti fatti nel mio Volere si rendono vita, attori e spettatori di tutto, fin della stessa gioia, beatitudine e felicità dei santi, portano ovunque la luce, l’aria balsamica e celeste che scaturisce gioie e felicità, perciò non ti partire mai dal mio Volere, Cielo e terra ti aspettano per ricevere nuova gioia e nuovo splendore”.
(1) Continuando il mio solito stato, mi sentivo tutta immersa nel Divino Volere, ed il mio dolce Gesù ha detto:
(2) “Figlia mia, come il sole non lascia la pianta, la carezza con la sua luce, la feconda col suo calore, fino a tanto che non produce fiori e frutti, e geloso li fa maturare, li custodisce con la sua luce, ed allora lascia il frutto quando l’agricoltore lo coglie per farne cibo, così degli atti fatti nel mio Volere, è tanto il mio amore, la mia gelosia verso di essi, che la grazia li carezza, il mio amore li concepisce e li feconda, li matura, migliaia di angeli metto a custodia d’un atto solo fatto nel mio Volere, perché essendo quest’atti fatti nel mio Volere semi perché la mia Volontà si faccia in terra come in Cielo, tutti sono gelosi di questi atti. La loro rugiada è il mio alito, la loro ombra è la mia luce, gli angeli ne restano rapiti, e riverenti li adorano, perché veggono in quest’atti la Volontà eterna, che merita tutta la loro adorazione, ed allora quest’atti sono lasciati quando trovo altre anime che, cogliendoli come frutti divini, ne fanno cibo per le loro anime. Oh! la fecondità e molteplicità di quest’atti, la creatura stessa che li fa non può numerarli”.
(3) Onde stavo pensando tra me: “Possibile che questi atti siano tanto grandi, e perché gli stessi angeli ne sono rapiti?” E Gesù, stringendomi più forte fra le sue braccia ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, sono tanto grandi questi atti, che come l’anima li va compiendo, non c’è cosa né in Cielo né in terra che non prenda parte, lei resta in comunicazione con tutte le cose create, tutto il bene, gli effetti, il valore del cielo, del sole, delle stelle, dell’acqua, del fuoco eccetera, sono non solo in continui rapporti con lei, ma sono roba sua, essa armonizza con tutto il creato, ed il creato armonizza in lei. Il perché, poi? Perché chi vive nel mio Volere sono le depositrici, le conservatrici, le sostenitrici, le difensitrice della mia Volontà, esse prevedono ciò che voglio e senza che Io comandi eseguiscono ciò che voglio, e comprendendo la grandezza, la santità del mio Volere, gelosamente la custodiscono e la difendono. Come non dovrebbero restare tutti rapiti nel vedere quest’anime che formano il sostegno del loro Dio, in virtù del prodigio della mia Volontà? Chi mai può difendere i miei diritti se non chi vive nel mio Volere? Chi mai può amarmi davvero, con amore di disinteresse, simile al mio amore, se non chi vive nella mia Volontà? Io mi sento più forte in quest’anime, ma forte della mia stessa fortezza. Sono come un re circondato da fidi ministri, che si sente più forte, più glorioso, più sostenuto in mezzo a questi suoi fidi, che da solo; se resta solo rimpiange i suoi ministri, perché non ha con chi sfogare ed a chi affidare le sorti del regno. Così sono Io, e chi mai può essermi più fido di chi vive nella mia Volontà? Sento la mia Volontà duplicata, quindi mi sento più glorioso, sfogo con loro, e di loro mi fido”.
(1) Trovandomi nel solito mio stato, vedevo l’anima mia e tutto il mio interno: pensieri, affetti, palpiti, tendenze, cambiati in tanti fili di luce, e questi si allungavano e si allargavano tanto, che uscendo da dentro il mio interno armonizzavano col sole, salivano più su, toccavano il cielo, si diffondevano su tutta la terra, e mentre guardavo ciò ho visto il mio dolce Gesù che teneva in mano tutti quei fili di luce, e con una maestria incantevole li dirigeva, li allungava, li moltiplicava ed allargava quanto voleva. Al tocco di quella luce tutte le cose create si abbassavano e facevano armonia insieme, e facevano festa. Onde il mio Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, hai visto con che amore mi diverto e dirigo gli atti fatti nel mio Volere? E’ tanta la mia gelosia che non li affido a nessuno, neppure all’anima propria, né un pensiero, né una fibra Io sperdo, e che non vi racchiuda tutta la potenza della mia Volontà, ogni atto di questi contiene una Vita Divina, perciò al tocco di questi tutte le cose create sentono la Vita del loro Creatore, sentono di nuovo la forza di quel Fiat onnipotente da cui ebbero l’esistenza e ne fanno festa, sicché questi atti sono per loro nuova gloria e nuova festa. Ora, questa bella armonia, questi fili di luce che escono dal tuo interno, se il tuo cuore non scorresse nel mio Volere ma nella tua o in altra volontà, nel tuo cuore mancherebbero tanti palpiti di Vita Divina, subentrando tanti palpiti umani per quanti ne mancano alla Divina, e così delle fibre, degli affetti, e siccome l’umano non è capace di poter formare luce, ma tenebre, quindi si formerebbero tanti fili di tenebre, ed il mio Volere ne resterebbe contristato, non potendo svolgere in te tutta la potenza della mia Volontà”.
(3) Mentre ciò diceva, io volevo vedere se nell’anima mia ci fossero questi palpiti umani, che interrompessero la vita del palpito divino, e per quanto guardavo non ne trovavo, e Gesù:
(4) “Per ora non c’è nulla, te l’ho detto per farti stare attenta e farti conoscere che significa vivere nel mio Volere: vivere di un palpito eterno e divino, vivere col mio alito onnipotente”.
(1) Continuando il mio solito stato, il benedetto Gesù si faceva vedere appena, come lampo che sfugge; ora fa vedere l’ombra della sua luce, ora la sua mano. Io sentivo una pena indescrivibile, e Lui carezzandomi il volto con la sua mano mi ha detto:
(2) “Povera figlia, quanto soffri”.
(3) E subito si è ritirato. Ora, io pensavo tra me: “Gesù tante volte mi ha detto che mi ama tanto e soffre molto quando mi vede soffrire per causa della sua privazione, chi sa quanto soffre ora nel vedermi impietrita dal dolore della sua privazione? Onde per non farlo tanto soffrire, voglio farmi forza a me stessa, cercando di essere più contenta, meno oppressa, più attenta nel mantenere il mio volo, la mia attitudine nella sua Volontà, affinché gli porti il mio bacio non amareggiato, ma pacifico e contento, che non lo contristi ma lo consoli”. Mentre ciò pensavo, è uscito da dentro il mio interno tutto dolente, e col suo cuore tutto ferito, e nel suo centro si vedeva una ferita, che da dentro usciva una fiammella, e mi ha detto:
(4) “Figlia mia, certo che quanto più ti veggo soffrire quando ti privo di Me, tanto più Io ne sento la pena, perché essendo la tua pena cagionata dalla mia privazione, non è altro che effetto del mio amore che hai per Me, quindi se tu sei amareggiata, oppressa, il tuo palpito fa eco nel mio cuore e sento la tua amarezza ed oppressione. Ah! se sapessi quanto soffro quando ti veggo soffrire per causa mia, useresti sempre questa cautela, questa attenzione per non amareggiarmi di più; sono le pene di chi più mi ama, che sono in continue correnti col mio cuore. Vedi, la ferita che vedi nel centro del mio cuore, da cui esce la fiammella, è proprio la tua, ma però consolati, se mi dà sommo dolore, mi dà sommo amore. Tu però restati quieta, ed Io andrò avanti a compiere la mia giustizia, ma non ti lascio, ritornerò spesso, fosse anche a lampo, non cesserò di farti le mie piccole visitine”.
(1) Stavo pensando tra me: “Chi sa in che cosa l’ho offeso, che il mio dolce Gesù non viene secondo il suo solito? Come può essere mai possibile che senza nulla, la bontà del suo cuore santissimo, che facilmente trascende verso chi lo ama, deva resistere a tante mie chiamate?” Ora, mentre a ciò ed altro pensavo, è uscito da dentro il mio interno, e coprendomi tutta sotto d’un manto di fulgidissima luce, in modo che io non vedevo altro che luce, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, di che temi? Vedi, per farti stare al ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Continuando il mio solito stato, mi sentivo tutta oppressa per la privazione del mio dolce Gesù. Ora, mentre pregavo mi sono sentita una persona dietro le mie spalle, ed io non sapendo che fosse Gesù ho avuto un tremito di paura, e Lui ha steso il suo braccio, e prendendomi la mano in mano mi ha detto:
(2) “Luisa, non temere, sono Io”.
(3) Ed io, oppressa come stavo e stanca dall’aspettarlo ho detto: “Si vede oh! Gesù, che non mi vuoi più bene come prima, mi hai tolto tutto, anche il patire; mi eri rimasto Tu solo e spesso spesso ti involi, e non so come fare, né dove trovarti; ah! è proprio vero, non mi vuoi più bene”. E Gesù prendendo un’aspetto dignitoso, da far temere, ha soggiunto:
(4) “Tu mi offendi col dirmi che non ti voglio più bene come prima, badaci bene, che il solo sospetto che non t’amassi è per Me il più grande affronto. Come, non ti amo! Come, non ti amo! Sicché tieni per un nonnulla tutte le grazie che ti sto facendo?”
(5) Io sono restata confusa e tremavo davvero nel vedere l’aspetto severo di Gesù, e nel fondo del mio cuore imploravo perdono, pietà, e Lui, mitigandosi:
(6) “Promettimi di non dirmelo più, e per farti vedere che ti amo, voglio farti patire facendoti parte delle mie pene”.
(7) Onde dopo aver un poco sofferto, ha ripetuto:
(8) “Ora voglio farti vedere come ti amo”.
(9) Onde faceva vedere il suo cuore aperto, e da dentro uscivano mari immensi di potenza, di sapienza, di bontà, d’amore, di bellezza, di santità; ed in ogni centro di questi mari stava scritto: “Luisa, figlia della mia immensità, figlia della mia potenza, figlia della mia sapienza, figlia della mia bontà, figlia del mio amore, figlia della mia bellezza, figlia della mia santità”. Io, quanto più vedevo tanto più restavo confusa, e Gesù:
(10) “Hai visto quanto ti amo? E come non solo nel mio cuore, ma in tutti i miei attributi porto scritto il tuo nome, e questo tuo nome scritto in Me fa aprire sempre nuove correnti di grazia, di luce, d’amore, eccetera, verso di te; eppure dici che non ti amo, come puoi sospettarlo?”
(11) Lo sa solo Gesù come sono rimasta schiacciata, pensando che avevo offeso il mio Gesù, e poi alla sua presenza. Oh! Dio, che pena, quanto è brutta la colpa!