MaM
Messaggio del 25 agosto 2000: Cari figli, desidero condividere con voi la mia gioia. Nel mio Cuore Immacolato io sento che ci sono tanti che si sono avvicinati a me e portano in maniera particolare nei loro cuori la vittoria del mio Cuore Immacolato pregando e convertendosi. Desidero ringraziarvi e stimolarvi a lavorare di più per Dio e il suo Regno con l'amore e la forza dello Spirito Santo. Io sono con voi e vi benedico con la mia benedizione materna. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1922

13-48 Gennaio 3, 1922 Rapporti che ci sono tra la Volontà Divina e la volontà umana.

(1) Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù nel venire mi ha detto:

(2) “Figlia del mio Volere, vieni nella mia Volontà affinché conosca i rapporti che ci sono tra la Volontà Divina e la volontà umana, che la creatura frantumò fin dall’eden terrestre, e che l’anima che non conosce altra vita che la Vita della mia Volontà, la riedifica, la riannoda, restituendole tutti i rapporti che aveva spezzato: Rapporti di creazione, di principio di esistenza, questi erano vincoli d’unione tra Creatore e la creatura. Rapporti di somiglianza, santità, scienza, potenza; tutto ciò che Io contengo misi in rapporto con l’uomo. Rapporti in ordine a tutte le cose create, cui gli diedi il primato su tutto.

(3) Ora, l’uomo col sottrarsi dalla mia Volontà ruppe tutti questi rapporti, e si mise in rapporto col peccato, con le passioni, col suo più fiero nemico. Perciò l’anima che vive nel mio Volere si eleva tanto in alto che lascia indietro tutti, e si mette in ordine tra Me e lei, si restituisce al principio e mette in vigore tutti i rapporti spezzati, tutte le cose create le fanno corteggio e la riconoscono per loro legittima sorella, e si sentono onorate nel farsi dominare da lei; lo scopo per cui furono create, di essere comandate e di ubbidire ai suoi piccoli cenni, è già compiuto, sicché tutta la natura sta riverente intorno a lei ed esulta nel vedere finalmente che il loro Dio riceve la gloria dello scopo per cui l’aveva creato, di servire l’uomo, onde, il fuoco, la luce, l’acqua, il freddo, si faranno da lei comandare ed ubbidiranno fedelmente, e siccome il mio amore preparò subito il rimedio per salvare l’uomo, scendendo dal Cielo col farmi uomo, così quest’anima che vive nel mio Volere, restituendosi al principio, alla sua origine eterna donde ne uscì, giacché prima che la mia Umanità si formasse, già baciava ed adorava il mio sangue, le mie piaghe, onorava i miei passi, le mie opere, e faceva degno corteggio alla mia Umanità. Oh! anima che vivi nel mio Volere, sei tu sola lo scopo della gloria della Creazione, il decoro, l’onore delle mie opere ed il compimento della mia Redenzione; in te accentro tutto, tutti i rapporti ti siano restituiti; e se tu per debolezza mancassi, Io per decoro ed onore della mia Volontà ti supplirò in tutto, perciò sii attenta e dà questo sommo contento al tuo Gesù”.

13-49 Gennaio 5, 1922 L’Essere Divino è portato da una forza irresistibile a comunicarsi alla creatura.

(1) Mi sentivo molto amareggiata, ed il mio dolce Gesù nel venire, tutta stringendomi a Sé mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la tua afflizione mi pesa sul mio cuore, più che se fosse mia, e non posso soffrire che tu sia così amareggiata, ed a qualunque costo voglio vederti felice, voglio vedere sul tuo labbro spuntare di nuovo il sorriso che porta la beatitudine del mio Volere; dimmi dunque, che vuoi per renderti di nuovo felice? Possibile che dopo tanto tempo che tu nulla mi hai negato, Io non debba darti ciò che tu vuoi e renderti contenta?”

(3) Ed io: “Amor mio, quello che voglio, che mi dia grazia che io faccia sempre, sempre il tuo Volere, questo mi basta. Quanto temo che ciò non facessi, non è questa la più grande sventura, che non facessi anche nella più piccola cosa la tua Volontà? Eppure le tue proposte, le tue stesse premure a questo m’inducono, perché vedo che, non perch’è la tua Volontà, ma perché vuoi rendermi felice e svuotare il mio cuore dall’amarezza di cui è come inzuppato, Tu vuoi fare la volontà mia, ah! Gesù, Gesù, non permettere, e se vuoi rendermi felice, alla tua potenza non mancano altri modi per togliermi dalla mia afflizione”.

(4) E Gesù: “Figlia mia, figlia mia, figlia della mia Volontà, no, non temere, questo non sarà mai, che i nostri volere restino neppure lesi, se sarà necessario un miracolo lo farò, ma i nostri volere non si disgiungeranno giammai, perciò quietati a questo riguardo e sollevati. Senti, il mio Essere è portato da una forza irresistibile a comunicarsi alla creatura, ho tante altre cose da dirti ancora, tant’altre verità che tu non conosci, e tutte le mie verità portano la felicità che ciascuna possiede, e quante verità l’anima conosce, tante diverse felicità acquista. Ora, trovando il tuo cuore amareggiato si sentono ombrata la loro felicità, e non possono comunicarsi liberamente. Io sono come un padre felice, e che possiede la pienezza di tutta la felicità e che vuol rendere felici tutti i suoi figli. Ora, se vede un figlio che veramente lo ama, e lo vede mesto, pensoso, a qualunque costo vuole rendere felice suo figlio e toglierlo da quell’imbarazzo, e se il padre conosce che quella mestizia è per causa dell’amore che porta al padre, oh! allora non si dà pace ed usa tutte le arti e fa qualunque sacrificio per rendere felice suo figlio. Tale sono Io, e siccome so che la tua afflizione è per causa mia, se non ti vedo ritornare di nuovo al tuo stato di letizia, ed improntata dalla mia felicità, Io mi renderò infelice aspettando che ritorni nelle braccia della mia felicità”.

13-50 Gennaio 11, 1922 Le anime che vivono nel Divino Volere, saranno al corpo mistico della Chiesa come pelle al corpo, e porteranno a tutte le sue membra la circolazione di vita.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, stavo pensando al Santo Voler Divino e dicevo tra me: “Tutti i figli della Chiesa sono membra del corpo mistico, cui Gesù è il capo; quale sarà il posto che occuperanno le anime che fanno la Volontà di Dio in questo corpo mistico?” E Gesù, sempre benigno, nel venire mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la Chiesa è il mio corpo mistico, di cui Io mi glorio d’essere il capo, ma per poter entrare in questo corpo mistico, le membra devono crescere a debita statura, altrimenti deformerebbero il mio corpo, ma ahi! quanti non solo non hanno la debita proporzione, ma sono marciosi, piagati, tanto da far schifo al mio capo ed alle altre membra sane. Ora, le anime che vivono nel mio Volere o vivranno, saranno al corpo della mia Chiesa come pelle al corpo; il corpo contiene pelle interna e pelle esterna, e siccome nella pelle c’è la circolazione del sangue che dà vita a tutto il corpo, è in virtù di questa circolazione che le membra a debita statura giungono, se non fosse per la pelle e per la circolazione del sangue, il corpo umano sarebbe orrido a vedersi, e le membra non crescerebbero a debita proporzione. Ora vedi come mi sono necessarie queste anime che vivono nel mio Volere, avendo destinato loro come pelle al corpo della mia Chiesa, è come circolazione di vita a tutte le membra, saranno esse che daranno la debita crescenza alle membra non cresciute, che saneranno le membra piagate e che col continuo vivere nel mio Volere restituiranno la freschezza, la bellezza, lo splendore a tutto il corpo mistico, facendolo tutto simile al mio capo, che siederà con tutta maestà su tutte queste membra. Ecco perciò non potrà venire la fine dei giorni se non ho queste anime che vivono come sperdute nel mio Volere, esse m’interessano più che tutto. Quale figura farà questo corpo mistico nella Celeste Gerusalemme senza di esse? E se questo interessa più che tutto Me, deve interessare più che tutto anche te, se mi ami, ed Io d’ora in poi darò a tutti i tuoi atti fatti nel mio Volere, virtù di circolazione di vita a tutto il corpo mistico della Chiesa, come circolazione di sangue al corpo umano, i tuoi atti stesi nell’immensità del mio Volere si stenderanno su tutti, e come pelle copriranno queste membra, dando loro la debita crescenza, perciò sii attenta e fedele”.

(3) Onde dopo stavo pregando tutta abbandonata nel Volere di Gesù, e quasi senza pensarlo ho detto: “Amor mio, tutto nel tuo Volere: le mie piccole pene, le mie preghiere, il mio palpito, il mio respiro, tutto ciò che sono e posso, unito a tutto ciò che sei Tu per dare la debita crescenza alle membra del corpo mistico”. Gesù nel sentirmi, di nuovo si è fatto vedere e sorridendo di compiacenza ha soggiunto:

(4) “Come è bello vedere nel tuo cuore le mie verità come fonte di vita, che subito hanno lo sviluppo e l’effetto per cui si sono comunicate. Perciò corrispondi, ed Io me ne farò un onore, che non appena vedrò sviluppata una verità, un’altra fonte di verità ne farò sorgere”.

13-51 Gennaio 14, 1922 La Santissima Trinità dà vita a tutto.

(1) Mi sono trovata fuori di me stessa, e vedevo il Cielo aperto ed una luce inaccessibile a qualunque creatura, da dentro questa luce scendevano raggi che investivano tutte le creature: celesti, terrestri e purganti. Alcuni raggi erano tanto abbaglianti, che sebbene si restava investito, rapito, felicitato, ma non si sapeva ridire nulla di ciò che contenevano; altri raggi erano meno abbaglianti e si poteva ridire il bello, la felicità, le verità che contenevano, ma era tanta la forza della luce, che io stessa non sapevo se la mia piccola mente era più capace di ritornare in me stessa. Se il mio Gesù non mi avesse scosso con le sue parole, forza umana non avrebbe potuto ritirarmi da quella luce per richiamarmi alla vita, ma ahimè! non sono degna ancora della mia cara e celeste patria, la mia indegnità mi costringe a vagare nell’esilio, ma, oh! quanto mi è duro! Onde Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, ritorniamo insieme nel tuo letto, quello che tu vedi è la Trinità Santissima, cui tiene come in pugno tutte le creature, e come dal semplice suo alito dà vita, conserva, purga e felicita, non c’è creatura che da Lei non penda. La sua Luce è inaccessibile a mente creata; se qualcuno volesse entrare gli succederebbe come ad una persona che volesse entrare in un gran fuoco, non avendo calore e forza sufficiente a questo fuoco, resterebbe consumata dal fuoco, quindi essendo estinto, mai potrebbe dire né quanto né che calore conteneva quel fuoco. I raggi sono le divine virtù, alcune virtù sono meno adattabili a mente creata, ecco perciò si felicità, le vede, ma non sa ridire nulla; le altre virtù divine più adatte alla mente umana si sanno ridire, ma come balbuziente, perché nessuno può parlare di loro in modo giusto e degno. Le virtù più adattabili alla mente umana sono: L’amore, la misericordia, la bontà, la bellezza, la giustizia, la scienza. Perciò, insieme con Me, mandiamo i nostri omaggi a nome di tutti per ringraziarla, lodarla, benedirla per tanta bontà verso tutte le creature”. Onde dopo aver pregato insieme con Gesù, sono ritornata in me stessa.

13-52 Gennaio 17, 1922 Ogni bene che la creatura fa, è un sorso di vita che dà all’anima sua.

(1) Stavo seguendo la Passione del mio dolce Gesù; in un istante mi sono trovata fuori di me stessa e vedevo che il mio sempre amabile Gesù veniva trascinato per le vie, calpestato, battuto, più che nella stessa Passione, trattato in modo sì barbaro che metteva ribrezzo a vederlo. Io mi sono avvicinata al mio Gesù per strapparlo da sotto i piedi di quei nemici che parevano tanti demoni incarnati. Lui si è gettato nelle mie braccia come se aspettasse che io lo difendessi, ed io l’ho portato nel mio letto. Onde dopo alquanti minuti di silenzio, come se volesse riposarsi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, hai visto come trionfa il vizio, le passioni in questi tristi tempi, come vittorioso cammina per tutte le vie ed il bene viene calpestato, battuto ed annientato? Il bene sono Io, non c’è bene che la creatura faccia che Io non c’entri di mezzo, ed ogni bene che la creatura fa è un sorso di vita che dà all’anima sua, sicché quanti atti buoni fa la creatura, tanto più cresce la vita della sua anima, la rende più forte e più disposta a fare altri atti buoni; ma però, questi atti per essere esenti da ogni sostanza velenosa devono essere retti, senza scopo umano, solo per piacere a Me, altrimenti gli atti più belli, più santi apparentemente, chi sa quanto veleno contengono, ed Io essendo puro bene rifuggo da questi atti contaminati e non comunico la vita, quindi, ad onta che pare che facciano il bene, il loro bene è vuoto di vita e si nutrono di cibi che danno loro la morte. Il male spoglia l’anima della veste della grazia, la deforma, la costringe ad ingoiare veleno per farla subito morire. Povere creature, fatte per la vita, per la felicità, per la bellezza, ed il peccato non fa altro che darle sorsi di morte, sorsi d’infelicità, sorsi di bruttezza, che togliendole tutti gli umori vitali la rendono legno secco, per bruciare con più intensità nell’inferno”.

13-53 Gennaio 20, 1922 Quello che l’anima che vive nel Divino Volere deve fare coi suoi stracci.

(1) Stavo tutta impensierita, con l’aggiunta che mi vedevo tanto cattiva che solo Gesù può sapere lo stato miserabile dell’anima mia, ed il mio dolce Gesù, tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia, di che ti opprimi? Nella mia Volontà, le cose proprie, sai come sono? Come tanti miseri cenci, stracci che fanno più disonore all’anima che onore, e che le fanno ricordare che lei era una povera e che neppure una veste sana possedeva. Io quando voglio chiamare un’anima nel mio Volere per fare che vi stabilisca il suo soggiorno, faccio come un gran signore che vorrebbe prendere una delle più povere nel suo palazzo, per fare che deponendo le divise di povera, si vestisse pare alla sua condizione, facendo vita insieme con lui e mettendola a parte di tutti i suoi beni. Ora, questo signore gira tutte le strade della città e dove trova una delle più povere, senza tetto, senza letto, solo luridi stracci che la coprono, la prende e la porta come trionfo della sua carità al suo palazzo, però ordina che deponga i suoi stracci, si pulisca e si vesta delle più belle vesti, e che per non tenere memoria della sua povertà, bruci i suoi stracci, perché essendo lui ricchissimo non ammette in casa sua cose che diano di povertà. Or, se la povera rimpiange i suoi cenci e si affligge ché nulla ha portato di suo, non offenderebbe la bontà, la magnanimità di quel signore? Tale sono Io, e se quel signore gira una città, Io giro tutto il mondo e forse tutte le generazioni, e dove trovo la più piccola, la più povera, la prendo e la metto nell’ambito eterno del mio Volere e le dico: “Lavora insieme con Me nella mia Volontà, ciò che è mio e tuo, deponi se hai qualche cosa di proprio, perché nella santità ed immense ricchezze della mia Volontà, non è altro che miseri cenci. Chi vuol tenere i meriti propri è dei servi, degli schiavi, non dei figli; ciò che è del padre è dei figli, e poi, che cosa sono tutti i meriti che potresti acquistare a confronto d’un atto solo della mia Volontà? Tutti i meriti hanno il loro piccolo valore, peso e misura, ma chi mai potrebbe misurare un atto solo della mia Volontà? Nessuno, nessuno, e poi, che sono i tuoi meriti a confronto dei miei? Nel mio Volere li troverai tutti, ed Io te ne faccio padrona, non ne sei tu contenta?

(3) Senti figlia mia, voglio che lasci tutto da parte, la tua missione è grandissima, e più che il dire è il fare che attendo da te, voglio che tutta te stia in continuo atto nel mio Volere, voglio il passeggio dei tuoi pensieri nel mio Volere, che passeggiando su tutte le umane intelligenze, stendi il manto del mio Volere su tutte le menti create, ed elevandoti fino al trono dell’Eterno, offri tutti i pensieri umani improntati dell’onore, della gloria della mia Volontà Divina, poi stendi il manto del mio Volere su tutti gli sguardi umani, su tutte le parole, mettendo come in passeggio i tuoi occhi e le tue parole su tutte le loro, e suggellandole col mio Volere ti elevi di nuovo innanzi alla Maestà Suprema, ed offra l’omaggio come se tutti avessero fatto uso della vista e delle parole secondo il mio Volere. E così se operi, se respiri, se il tuo cuore palpita, il tuo passeggio sarà continuo, la tua via è lunghissima, è tutta l’eternità che devi percorrere; se sapessi quanto perdi con una tua fermata, e che privi Me non di un onore umano, ma di un onore divino. Questi sono i meriti che tu dovresti temere di perdere, non i tuoi stracci e le tue miserie, perciò più attenzione a far le corse nel mio Volere”.

13-54 Gennaio 25, 1922 Ogni verità contiene in sé una beatitudine, felicità, gioia e bellezza distinta. Che significarà conoscere una verità di più sulla Divina Volontà quando l’anima sarà in Cielo.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù nel venire mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quante verità di più ti manifesto, tante specialità di beatitudini ti faccio dono; ogni verità contiene in sé una beatitudine, felicità, gioia e bellezza distinta, sicché ogni verità di più che conosci, porta in te beatitudine, felicità, gioia, bellezza, di cui tu resti arricchita; sono semi divini che l’anima riceve, che manifestandoli agli altri, comunica questi semi ed arricchisce chiunque li riceve. Ora, le verità conosciute in terra, essendo semi divini che germogliano beatitudini, gioia, ecc., in Cielo quando l’anima sarà nella sua patria saranno fili elettrici di comunicazione, cui la Divinità sprigionerà dal suo seno tanti atti di beatitudine per quante verità ha conosciuto, oh! come ne resterà inondata come da tanti diversi mari immensi. Già il germe lo tieni, col tenere il germe tieni il vuoto dove poter ricevere questi mari immensi di felicità, di gioia e di bellezza. Chi non tiene il germe, chi non ha conosciuto una verità in terra, manca il vuoto per poter ricevere queste beatitudini. Succede come quando un piccino non ha voluto studiare tutte le lingue, facendosi grande e sentendo parlare in quelle lingue che lui non volle o non gli venne dato di poter studiare, non ne capirà nulla, perché la sua intelligenza col non voler studiare restò chiusa, e non fece nessuno sforzo per preparare un posticino per comprendere quelle lingue, al più resterà ammirato, goderà della felicità altrui, ma lui né la possederà né sarà causa di felicità agli altri. Vedi dunque che significa conoscere una verità di più o una verità di meno; se tutti lo sapessero che grandi beni si perdono, farebbero a gara per fare acquisto di verità. Ora, le verità sono i segretari delle mie beatitudini, e se Io non le manifesto alle anime, loro non rompono il segreto che contengono, nuotano nella mia Divinità aspettando il loro turno per fare da agenti divini e farmi conoscere, quante beatitudini di più contengo e quanto più a lungo sono state occultate nel mio seno, tanto più, con fragore e maestà escono fuori per inondare le creature e manifestare la gloria mia. Credi tu che tutto il Cielo sia a giorno di tutti i miei beni? No, no! Oh! quanto le resta da godere che oggi non gode! Ogni creatura che entra in Cielo che ha conosciuto una verità di più, dagli altri non conosciuta, porterà in sé il seme per far sprigionare da Me nuovi contenti, nuove gioie e nuova bellezza, di cui quella anima ne sarà come causa e fonte, e gli altri ne prenderanno parte. Non verrà l’ultimo dei giorni, se non trovo anime disposte per rivelare tutte le mie verità, per fare che la celeste Gerusalemme risuoni della mia completa gloria, e tutti i beati prendano parte a tutte le mie beatitudini, chi come causa diretta per aver conosciuto la verità, e chi come causa indiretta, per mezzo di colei che l’ha conosciuto.

(3) Ora figlia mia, voglio dirti per consolarti e per fare che sia attenta ad ascoltare le mie verità, le verità che più mi glorificano, e sono quelle che riguardano la mia Volontà, causa primaria con cui creai l’uomo, che la sua volontà fosse una col suo Creatore, ma l’uomo essendosi sottratto dalla mia Volontà si rese indegno di conoscere i valori e gli effetti e tutte le verità che Essa contiene. Ecco perciò tutte le premure con te, per fare che tra Me e te i volere corressero insieme e stessero sempre in sommo accordo, perché, per fare che l’anima potesse aprire le porte e rendersi disposta per conoscere le verità che la mia Volontà contiene, lo primo è voler vivere del mio Volere, lo secondo è volerlo conoscere, lo terzo è apprezzarlo. Onde, con te ho aperto le porte della mia Volontà, affinché ne conoscessi i segreti che l’uomo aveva sepolto nel mio seno, gli effetti ed il valore che Essa contiene; e quante verità conosci della mia Volontà, tanti semi ricevi e tanti segretari divini ti fanno corteggio. Oh! come ne fanno festa intorno a te, avendo trovato a chi confidare il loro segreto, ma la festa più bella la faranno quando ti condurranno al Cielo, quando la Divinità al tuo primo entrare sprigionerà tante diverse beatitudini distinte tra loro, di gioia, di felicità e di bellezza, che non solo inonderanno te, ma tutti i beati ne prenderanno parte. Oh! come il Cielo aspetta la tua venuta per godere questi nuovi contenti!”

13-55 Gennaio 28, 1922 Come Gesù ci apri tante fonti nel suo Volere.

(1) Stavo pregando, ed il mio dolce Gesù mi ha tirato a Sé, tutta trasformandomi in Lui e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, preghiamo insieme per poter prendere il Cielo in pugno ed impedire alla terra che si precipiti di più nella corrente del male”.

(3) Onde abbiamo pregato insieme, e poi ha soggiunto:

(4) “La mia Umanità stando in terra si vedeva molto stretta innanzi alla Divinità, e siccome era inseparabile da Essa, non faceva altro che entrare nell’immensità della Volontà Eterna ed apriva tante fonti a pro delle creature, perché essendo aperte da un Uomo Dio, dava il diritto alla umana famiglia di avvicinarsi a queste fonti e prendere ciò che volevano. Quindi formai la fonte dell’amore, quella della preghiera, l’altra della riparazione, la fonte del perdono, quella del mio sangue, l’altra della gloria. Ora, vuoi sapere tu chi agita queste fonti per farle sorgere e farle straripare, in modo che tutta la terra resti inondata? L’anima che entra nel mio Volere; come entra, se vuole amare s’avvicina alla fonte dell’amore, ed amando e anche col mettere l’intenzione d’amare, agita la fonte, le acque con essere agitate crescono, straripano ed allagano tutta la terra, e delle volte sono tanto forti queste agitazioni, che le onde s’innalzano tanto da toccare il Cielo ed allagare la patria celeste. Se vuol pregare, riparare, impetrare il perdono ai peccatori, darmi gloria, agita la fonte della preghiera, della riparazione, del perdono, e queste sorgono, straripano ed allagano tutti. Quanti beni non ha impetrato all’uomo la mia Umanità? Lasciai le porte aperte affinché potessero entrare a loro bell’agio, ma quanto pochi sono quelli che vi entrano”.

13-56 Gennaio 30, 1922 Le verità sono nuove creazioni. La verità è luce, e la luce da per sé stessa si stende, ma per stendersi è necessario farla conoscere, ed il resto lo farà da per sé stessa.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio adorabile Gesù nel venire, vedendomi tutta ritrosa nel manifestare e nello scrivere ciò che Lui mi dice, con un’imponenza da farmi tremare mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la mia parola è creatrice, e quando parlo facendo conoscere una verità che mi appartiene, non sono altro che nuove creazioni divine che faccio nell’anima. E siccome quando creai il cielo con un solo Fiat distesi i cieli e lo tempestai di miliardi di stelle, tanto che non c’è parte della terra dalla quale non si veda questo cielo, e se da qualche punto non si vedesse sarebbe un disonore alla potenza creatrice, e potrebbero dire che la forza creatrice non aveva poter di distendersi ovunque, così le mie verità sono più che cielo che vorrei far conoscere a tutti, da un punto all’altro della terra, e come tante stelle passare di bocca in bocca per ornarmi il cielo delle verità che ho manifestato. Se la creatura vorrebbe occultare le mie verità, farebbe come se volesse impedirmi che creassi il cielo, e col segreto che vorrebbe mi darebbe il disonore, come se una persona volesse impedire che gli altri guardassero il cielo, il sole e tutte le cose da Me create per non farmi conoscere. Ah! figlia mia, la verità è luce, e la luce da per sé stessa si stende, ma per stendersi è necessario farla conoscere, il resto lo farà da per sé stessa, altrimenti resterà compressa, senza il bene di poter illuminare e fare la via che vuole. Perciò sii attenta e non impedirmi di poter stendere la luce delle mie verità”.

13-57 Febbraio 2, 1922 La Divina Volontà è seme che moltiplica le immagine di Dio. Per operare Gesù in noi, ci vuole somma uguaglianza in tutte le nostre cose.

(1) Questa mattina, il mio sempre amabile Gesù è venuto tutto bontà e dolcezza; portava una corda al collo ed in mano uno strumento come se volesse fare qualche cosa. Onde si è tolta la corda dal collo ed ha cinto il mio, poi ha fissato lo strumento nel centro della mia persona, e d’un diametro che faceva girare da una rotella che vi stava nel centro di quello strumento, mi misurava tutta per vedere se in tutte le parti della mia persona, trovasse tutte le parti eguali, Lui era tutto attento per vedere se il diametro, nel girare che faceva, trovava la perfetta uguaglianza, ed avendola trovato ha dato un sospiro di grande contento, dicendo:

(2) “Se non l’avessi trovato eguale non avrei potuto compiere ciò che voglio; a qualunque costo sono deciso di farne un portento della grazia”.

(3) Ora, quella rotella che stava nel centro pareva che fosse una rotella di sole, e Gesù si rimirava dentro per vedere se la sua adorabile persona ricompariva tutta intera in quella rotella di sole, e ricomparendo, tutto contento pareva che pregava. In questo mentre è scesa dal Cielo un’altra rotella di luce, simile a quella che tenevo nel centro della mia persona, ma senza distaccare i raggi da dentro il Cielo, e si sono immedesimate insieme e Gesù le ha impresse in me con le sue santissime mani ed ha soggiunto:

(4) “Per ora l’incisione l’ho fatto, il suggello l’ho messo, poi penserò a svolgere ciò che ho fatto”.

(5) Ed è scomparso. Io sono rimasta stupita, ma non so che cosa sia. Solo ho capito che per operare Gesù in noi, ci vuole somma uguaglianza in tutte le cose, altrimenti Lui opera ad un punto dell’anima nostra, e noi distruggiamo ad un altro punto. Le cose ineguali sono sempre moleste, difettose, e se si vuole poggiare qualche cosa, c’è pericolo che la parte ineguale la faccia andare per terra. Un giorno, un’anima che non è sempre uguale vuol fare il bene, vuol sopportare tutto; un altro giorno non si riconosce più: svogliata, impaziente, sicché non si può fare nessun assegnamento su di lei. Dopo ciò il mio Gesù è ritornato, ed avendomi tirato nel suo Volere mi ha detto:

(6) “Figlia mia, la terra, col gettare il seme dentro di essa germoglia, moltiplica il seme che si è gettato. La mia Volontà si stende più che terra e vi getta il seme del mio Volere nelle anime, e fa germogliare e moltiplicare tant’altre mie immagini simili a Me. Il mio Volere germoglia i miei figli e li moltiplica. Sappi però che gli atti fatti nel mio Volere sono come il sole, che tutti pretendono la luce, il calore ed il bene che contiene il sole, né nessuno può impedire che si godesse dei beni di esso, senza che uno defraudi l’altro tutti ne godono, tutti sono proprietari del sole, ognuno può dire: il sole è mio. Così gli atti fatti nel mio Volere, più che sole, sono voluti e pretesi da tutti, li aspettano le generazioni passate, per ricevere su tutto ciò che hanno fatto la luce smagliante del mio Volere; li aspettano i presenti, per sentirsi fecondare ed investire da questa luce; li aspettano i futuri, per compimento del bene che faranno. Insomma, la mia Volontà sono Io, e gli atti fatti nel mio Volere gireranno sempre nella ruota interminabile dell’eternità per costituirsi vita, luce e calore di tutti”.