(1) Mi sentivo tutta immersa nel Santo Voler Divino, un’aria celeste e divina mi circondava, ed una luce inaccessibile mi faceva presenti, come in atto, tutti gli atti del Voler Supremo, i quali trovando in me lo stesso Volere, mi davano il loro bacio ed il loro amore, ed io gli ridavo il mio bacio ed imprimevo il mio ti amo in ogni atto dell’Eterno Volere. Mi sembrava che tutti volevano essere riconosciuti da me, per avere il mio ricambio, accordo perfetto e scambievole possesso. Ora, mentre mi trovavo in questo stato, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno, e con le sue mani divine mi legava in quella luce, in modo che nulla più vedevo che Gesù, la sua Volontà e tutto ciò che Essa faceva; come mi sentivo felice, quante gioie inesprimibili provavo, Gesù stesso era tutto in festa e provava tale contento nel vedermi tutta per il suo Volere e nel suo Volere, che sembrava che dimenticava tutto per occuparsi solo della sua Volontà, affinché fosse completa in me, e trionfando di tutto potesse avere lo scopo per cui tutte le cose furono create. Onde dopo mi ha detto:
(2) “Figlia mia, piccola neonata della mia Volontà, tu devi sapere che chi è nata nella mia Volontà, può essere anche madre, col dare alla luce molti figli al mio Supremo Volere. Per essere madre è necessario avere materia sufficiente nell’interno, per poter formare con il suo sangue, con la sua carne e con gli alimenti continui il parto che si vuol dare alla luce. Se non c’è il germe e materia sufficiente, è inutile sperare d’essere madre. Ora in te, essendo nata nel mio Volere, c’è il germe della fecondità, come pure c’è la materia sufficientissima di tutte le manifestazioni che ti ho fatto sul mio Volere, ogni conoscenza che ti ho dato, si può dire che può dare alla luce un figlio alla mia Volontà; i tuoi atti continui nel mio Volere sono alimenti abbondanti per formarli prima in te questi figli del Cielo, e poi uscirli fuori come trionfo, onore, gloria e corona della mia Volontà, e perenne gioia della madre che li ha partorito. Vedi dunque che significa una manifestazione di più, è un parto di più che fa la mia Volontà, è una Vita Divina che esce a bene delle creature, è un debilitare le forze dell’umana volontà per costituirvi la fortezza della Volontà Divina. Come devi dunque stare attenta a non sperdere nulla, anche delle più piccole manifestazioni che ti faccio, perché verresti a togliermi l’onore d’avere un figlio di più, che può narrare a tutti un bene di più sulla mia Volontà per darlo alle creature, onde poterla amare di più e farsi soggiogare dalla potenza del mio Supremo Volere”.
(3) Onde, non so come mi sentivo il solito timore che potessi uscire menomamente dalla Santissima Volontà, ed il mio sempre amabile Gesù è ritornato di nuovo e tutto amore mi ha detto:
(4) “Figlia mia, perché temi? Senti, quando tu ti affanni e ti affliggi per paura d’uscire dal mio Volere, Io me la rido e te ne faccio una burla, perché so che è tanta l’acqua del mare della mia Volontà che ti circonda, che non troveresti i confini per uscirne; dovunque vorresti volgere il passo, a destra o a sinistra, avanti o dietro, cammineresti, sì, ma sempre nell’acqua del mare della mia Volontà, e quest’acqua l’hai formato tu stessa coi tanti atti che hai fatto in Essa, perché essendo la mia Volontà interminabile, facendo i tuoi atti in Essa venivi a formare intorno a te un mare da cui non puoi uscire. Sicché ogni atto che fai viene a formare nuova acqua per allargare maggiormente il mare della Suprema Volontà dentro e fuori di te. I tuoi stessi timori d’uscire dall’origine donde sei nata, sono ondate che formi, che agitandoti ti sprofondano di più nell’abisso del mare del mio Volere. Perciò Io non ti faccio nessun rimprovero, perché so dove stai e come stai; e piuttosto chiamo la tua attenzione a vivere in pace nel mio Volere, oppure ti faccio una sorpresa col dirti altre cose più sorprendenti sull’Eterno Volere, in modo che sorpresa dimentichi tutto, anche i tuoi timori, e con pace navighi il mare della mia Volontà, ed Io, divino nocchiero mi diletto di guidare colei che vive ed è tutta per il nostro Supremo Volere”.
(5) Sia tutto a gloria di Dio ed a confusione mia, che sono la più misera delle creature.
(1) Amor mio e vita mia, Gesù, vieni Tu in mio aiuto della mia debolezza e della mia ritrosia nello scrivere, anzi fa che venga a scrivere la tua stessa Volontà, affinché nulla metta del mio, ma solo tutto ciò che Tu vuoi che scriva, e Tu Mamma mia e Madre Celeste della Divina Volontà, vieni a portarmi la mano mentre scrivo, imprestami i vocaboli, facilitami i concetti che Gesù mette nella mia mente, affinché possa degnamente scrivere sulla Santissima Volontà, in modo da rendere contento il mio dolce Gesù.
(2) Stavo pensando tra me: “Perché Gesù benedetto mi chiama spesso spesso la piccola neonata della sua Santissima Volontà? Forse perché sono cattiva ancora, e non avendo fatto un passo nella sua Volontà, con ragione mi chiama neonata appena”. Ora, mentre ciò pensavo, il mio adorabile Gesù mi ha stretto le braccia al collo e stringendomi forte al suo cuore mi ha detto:
(3) “Alla mia piccola neonata della mia Volontà nulla voglio negarle; vuoi tu dunque sapere perché ti chiamo la piccola neonata? Neonata significa stare in atto di nascere, e siccome tu devi rinascere in ogni tuo atto nel mio Volere, non solo, ma la mia Volontà per rifarsi di tutte le opposizioni delle volontà umane, vuole chiamarti nel mio Volere a farti rinascere tante volte per quante volte le volontà umane si sono opposte alla sua, quindi è necessario conservarti neonata sempre. Chi sta in atto di nascere è facile farla 19[1] Questo libro è stato copiato direttamente dal originale manoscritto di Luisa Piccarreta rinascere quante volte si vuole e conservarla senza la crescenza della volontà umana, ma quando l’anima cresce, riesce più difficile conservarla senza la vita del proprio io. Ma ciò non è tutto, alla neonata della mia Volontà era necessario, conveniente, decoroso per lei e per la nostra stessa Volontà, che si unisse a quell’atto solo dell’Eterno che non ha successione di atti, e siccome quest’atto solo dà all’Essere Divino tutta la grandezza, la magnificenza, l’immensità, l’eternità, la potenza, insomma, racchiude tutto per poter far uscire da quest’atto solo tutto ciò che vuole, così la nostra piccola neonata nella nostra Volontà, unendosi con l’atto solo dell’Eterno, doveva far sempre un atto solo, cioè, star sempre in continuo atto di nascere, far sempre un solo atto: la nostra sola Volontà. E mentre fa un solo atto, rinascere continuamente, ma a che cosa rinascere? A nuova bellezza, a nuova santità, a nuova luce, a nuova somiglianza col suo Creatore; e come tu rinasci nel nostro Volere, così la Divinità si sente ricambiata dallo scopo perché uscì fuori la Creazione, e si sente ritornare le gioie e la felicità che doveva dargli la creatura, e stringendoti al seno divino ti colma di gioia e di grazie infinite e ti manifesta altre conoscenze sulla nostra Volontà, e non dandoti tempo a tempo, ti fa rinascere di nuovo nel nostro Volere. Oltre di ciò, queste nascite continue ti fanno morire continuamente alla tua volontà, alle tue debolezze, alle miserie, a tutto ciò che non appartiene al nostro Volere. Com’è bella la sorte della mia piccola neonata, non ne sei tu dunque contenta? Vedi, anch’Io nacqui una volta, ma quella nascita mi fa nascere continuamente, rinasco in ogni ostia consacrata, rinasco ogniqualvolta la creatura ritorna alla mia Grazia, la prima nascita mi diede il campo a farmi rinascere sempre. Così sono le opere divine, fatte una volta, resta l’atto continuato senza mai finire. Così sarà della mia piccola neonata nel mio Volere, nata una volta, rimarrà l’atto della nascita continua, perciò sto così attento che non entri in te il tuo volere, ti circondo di tanta grazia per fare che tu nasca sempre nel mio Volere ed il mio Volere rinasca in te”.
(1) Continuavo nei miei soliti timori, ed il mio sempre amabile Gesù, facendosi vedere, tutto bontà mi ha detto:
(2) “Figlia mia, non perdere il tempo, perché ogniqualvolta ti occupi di te è un atto che perdi nella mia Volontà, e se sapessi che significa perdere nella mia Volontà un solo atto: tu perdi un atto divino, quell’atto che abbraccia tutto e tutti e che contiene tutti i beni che ci sono in Cielo ed in terra, molto più che la mia Volontà è un atto continuato che non si ferma mai nel suo corso, né può aspettare te quando coi tuoi timori ti fermi; conviene a te seguirla nel suo corso continuato, anziché Essa aspettare te quando tu ti metti in via per seguirla. E non solo ci perdi tu il tempo, ma dovendoti Io rappacificarti e rialzarti dai tuoi timori per metterti in via nella mia Volontà, costringi Me ad occuparmi di cose che non riguardano il Supremo Volere, e lo stesso angelo tuo che ti sta vicino ne resta digiuno, perché ogni atto che fai in Essa e come segui il suo corso, è una beatitudine accidentale di più che lui gode stando a te vicino, è un paradiso raddoppiato di gioie che tu gli offri, in modo che si sente felice della sua sorte d’averti in sua custodia, e siccome le gioie del Cielo sono comuni, il tuo angelo offre la beatitudine accidentale che ha ricevuto da te, il suo paradiso raddoppiato a tutta la corte celeste, come frutto del Voler Divino della sua protetta, tutti fanno festa e magnificano e lodano la potenza, la santità, l’immensità della mia Volontà. Perciò sii attenta, nel mio Volere non si può perdere il tempo, c’è molto da fare, conviene che tu segua l’atto d’un Dio non mai interrotto”.
(3) Detto ciò è scomparso ed io sono restata impensierita nel vedere il male che io facevo, e dicevo tra me: “Come può essere mai possibile che col mettermi nel Voler Divino, dimenticando tutto il resto come se null’altro esistesse per me che solo l’Eterna Volontà, io prenda parte a tutto ciò che contiene questo amabile Volere?” E Gesù ritornando ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, chi è nato nel mio Volere è giusto che ne sappia i segreti che Esso contiene, e poi, la cosa in sé stessa è facilissima e come connaturale: Supponi che passi ad abitare in una casa, o per poco tempo o per sempre, nella quale c’è una bella musica, un’aria profumata, per la quale si sente infondere una nuova vita, tu, certo, non ci avevi messo quella musica né quell’aria balsamica, ma siccome tu ti trovi in quell’abitazione non tua, tu vieni a godere tanto della musica quanto dell’aria profumata che rigenera le forze a vita novella; aggiungi che quell’abitazione contiene pitture incantevoli, cose belle che rapiscono, giardini da te non mai visti, di tante svariate piante e fiori che riesce impossibile numerarli tutti, pranzi squisiti da te mai gustati, oh! come tu ti ricrei, ti diletti e godi nel guardare tante bellezze, nel gustare cibi così saporiti, ma di tutto ciò nulla sta fatto o messo da te, eppure prendi parte a tutto solo perché ti trovi in quell’abitazione. Ora, se ciò succede nell’ordine naturale, molto più facile può avvenire nell’ordine soprannaturale della mia Volontà; l’anima con l’entrare in Essa forma un solo atto con la Divina Volontà, e come connaturale prende parte a ciò che Essa fa e contiene, molto più che l’anima per vivere nella mia Volontà, prima viene spogliata delle vesti del vecchio Adamo colpevole, e viene rivestita delle vesti dell’Adamo novello e santo, la sua veste è la luce della stessa Volontà Suprema, nella quale le vengono comunicati tutti i suoi modi divini, nobili e comunicativi a tutti. Questa luce le fa perdere le fattezze umane e le restituisce la fisionomia del suo Creatore. Che maraviglia dunque che prenda parte a tutto ciò che possiede il Divino Volere, essendo una la vita e una la Volontà? Perciò sii attenta, ti raccomando, siimi fedele ed il tuo Gesù manterrà la battuta di farti vivere sempre nel mio Volere, mi starò a guardia affinché mai potessi uscirne”.
(1) Mi sentivo oppressa e con tale ritrosia d’aprire l’anima mia per manifestare ciò che il benedetto Gesù mi dice, avrei voluto tacere per sempre, affinché nulla più si sapesse, e mi lamentavo col mio dolce Gesù col dirgli: “Oh! se Tu mi dicessi di non dire più nulla a nessuno di ciò che passa tra me e Te, da che peso enorme mi libereresti, come sarei contenta, non vedi la mia grande ripugnanza, lo sforzo che mi conviene fare?” Ma mentre ciò dicevo, il mio sempre amabile Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, vorresti tu seppellire la luce, la grazia, la verità, e così preparare la tomba al tuo Gesù? Il silenzio su tutto ciò che è verità forma la sepoltura della verità, mentre la parola forma la resurrezione della verità, fa risorgere la luce, la grazia, il bene, molto più ché la parola sulla verità parte dal Fiat Supremo. La parola ebbe il suo campo divino quando nella Creazione, con la parola Fiat, feci uscire fuori tutta la Creazione, potevo crearla anche col tacere, ma volli servirmene della parola Fiat per fare che anche la parola avesse l’origine divino, che contenendo la potenza creatrice, chi se ne serve per manifestare ciò che a Me appartiene, avesse la potenza di comunicare quelle verità a chi ha la fortuna di ascoltarla. Per te poi c’è una ragione più forte, perché essendo tutto ciò che Io ti dico, la maggior parte cose che riguardano la mia Suprema Volontà, non è la sola parola d’origine, ma è proprio quel Fiat stesso, che uscendo di nuovo in campo, come nella Creazione, vuol far conoscere gli immensi beni che contiene il mio Volere, e comunica tale potenza su tutto ciò che ti manifesto su di Esso, d’essere sufficiente per poter formare la nuova Creazione della mia Volontà nelle anime. Questo è il bene che mi vuoi, che col tuo tacere vuoi formare la tomba alla mia Volontà?”.
(3) Io sono rimasta spaventata e più afflitta di prima, e pregavo Gesù che mi desse grazia di compire la sua Santissima Volontà, ed il mio amato Gesù, come se mi volesse sollevare è uscito da dentro il mio interno e stringendomi forte al suo cuore santissimo m’infondeva nuova forza. In questo mentre si è aperto il Cielo e sentivo che tutti in coro dicevano: “Gloria Patri et Filii et Spiritui Sancto”. E non so come, a me è toccato di rispondere: “Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum, amen”. Ma chi può dire ciò che succedeva? Nella parola “Patri” si vedeva la potenza creatrice che scorreva ovunque, conservava tutto, dava vita a tutto, il solo fiato di essa bastava a mantenere integro, bello e sempre nuovo tutto ciò che aveva creato. Nella parola “Filii” si vedevano tutte le opere del Verbo rinnovate, ordinate e tutto in atto di riempire Cielo e terra per darsi a bene delle creature. Nella parola “Spiritui Sancto” si vedeva investire tutte le cose d’un amore parlante, operante e vivificante. Ma chi può dire tutto, la mia povera mente me la sentivo immersa nelle beatitudini eterne, ed il mio adorabile Gesù volendomi richiamare a me stessa mi ha detto:
(4) “Figlia mia, sai tu perché è toccato a te la seconda parte del Gloria? Stando in te la mia Volontà, conveniva a te portare la terra al Cielo per dare a nome di tutti, insieme con la corte celeste, quella gloria che non avrà mai fine per tutti i secoli dei secoli. Le cose eterne che non hanno mai fine si trovano solo nella mia Volontà, e chi la possiede si trova in comunicazione col Cielo, e ciò che fanno nelle regioni celesti essa prende parte a tutto, e si trova come in atto insieme coi comprensori celesti”.
(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù è venuto, e prendendomi la mano nella sua mi tirava a Sé in alto, tra il Cielo e la terra, ed io quasi temendo mi stringevo a Gesù, tenendomi forte alla sua santissima mano, e volendo sfogare con Lui la mia pena che tanto mi opprime, gli ho detto:
(2) “Amor mio e vita mia, Gesù, tempo addietro Tu mi dicevi che volevi fare di me una copia della Mamma mia Celeste, eppure di Lei quasi nulla si seppe di tanti mari di grazia che ad ogni istante da Te era inondata. Non disse nulla a nessuno, si tenne tutto per Sé, né il vangelo ne dice nulla, si sa solo che fu la Mamma tua e che diede al mondo Te, Verbo Eterno, ma tutto ciò che passò tra Te e Lei, di favori, di grazia, se le tenne tutto per Sé. A me poi, vuoi il contrario, vuoi che manifesti ciò che mi dici, non vuoi il segreto di ciò che passa tra me e Te. Io ne sono dolente, dov’è dunque la copia che vuoi fare tra me e la Mamma mia?” Ed il mio dolce Gesù, stringendomi forte al suo cuore, tutto tenerezza mi ha detto:
(3) “Figlia mia, coraggio, non temere, come fu della Mamma mia, che non si seppe altro che ciò che fu necessario che bastasse a sapersi, che Io ero il figlio suo e che per suo mezzo venni a redimere le generazioni, e che fu Lei la prima in cui Io ebbi il mio primo campo d’azioni divine nell’anima sua; tutto il resto dei favori, dei mari di grazie che ricevette restò nel sacrario dei segreti divini, ma però si seppe la cosa più importante, più grande, più santa, che il Figlio di Dio era Figlio suo, questo per Lei era l’onore più grande e che l’innalzava al disopra di tutte le creature; quindi, sapendosi il più della mia Mamma, il meno non era necessario. Così sarà della figlia mia, si saprà solo che la mia Volontà ha tenuto il suo primo campo d’azione divina nell’anima tua, e tutto ciò che è necessario per far conoscere ciò che riguarda la mia Volontà e come vuol uscire in campo per fare che la creatura ritorne alla sua origine, come con ansia l’aspetta nelle sue braccia, affinché non più ci sia divisione tra Me e lei. Se ciò non si sapesse, come possono sospirare questo gran bene? Come disporsi ad una grazia sì grande? Se la mia Mamma non avesse voluto far conoscere che Io era il Verbo Eterno e figlio suo, qual bene avrebbe prodotto la Redenzione? Il bene non conosciuto, per quanto grande, non tiene vie per comunicare il bene che possiede. E come la mia Mamma non si oppose, così la figlia mia non si deve opporre a ciò che riguarda la mia Volontà, tutto il resto dei segreti, i voli che fai nel mio Volere, i beni che prendi, le cose più intime tra Me e te, rimarrà nel sacrario dei segreti divini. Non temere, il tuo Gesù ti contenterà in tutto”.
(1) La povera anima mia nuotava nel mare interminabile del Voler Divino, ed il mio sempre amabile Gesù faceva vedere in atto tutta la Creazione; che ordine, che armonia, quante svariate bellezze, ogni cosa aveva il suggello d’un amore increato che correva verso le creature, che scendendo nel fondo d’ogni cuore gridavano nel loro muto linguaggio: “Ama, ama Colui che tanto ama”. Io provavo un dolce incanto nel vedere la Creazione tutta, il suo mutismo amoroso, più che voce potente feriva il mio povero cuore, tanto, che mi sentivo venir meno, ed il mio dolce Gesù sostenendomi nelle sue ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Continuo a sperdermi nel Santo Voler Divino, vorrei abbracciare tutto e tutti per poter portare tutto al mio Dio come cose mie, donatemi da Lui, affinché avessi da dargli per ciascuna cosa creata una parolina d’amore, un grazie, un ti benedico, un ti adoro. Ed il mio sempre amabile Gesù è uscito da dentro il mio interno, e col suo Fiat Onnipotente chiamava tutta la Creazione per metterla nel mio grembo, per farmene un dono, e con una tenerezza tutta d’amore mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tutto è tuo; per chi deve vivere nel ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Scrivo solo per obbedire e per compiere la sola Volontà di Dio. Onde stavo pensando tra me: “Il mio sempre amabile Gesù mi dice tante volte che io devo essere copia della mia Mamma Celeste, quindi abbracciare tutto, supplire per tutti per poter impetrare il sospirato Fiat come la Sovrana Regina impetrò il sospirato Redentore, ma come lo posso fare? Lei era santa, concepita senza la macchia d’origine; io invece sono una delle più piccole e povere creature, concepita come tutti i figli d’Adamo col peccato originale, piena di miserie e debolezze, come potrò io dunque seguire i ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Avendo fatto la Santa Comunione, stavo chiamando tutti: la mia Regina Mamma, i santi, il primo uomo Adamo col seguito di tutte le generazioni fino all’ultimo uomo che verrà sulla terra, e poi tutte le cose create, affinché tutte insieme con me, prostrate intorno a Gesù lo adorassimo, lo benedicessimo, lo amassimo, onde a Gesù nulla le mancasse intorno a Lui di tutte le opere uscite dalle sue mani, né un cuore che palpita, né un sole che splende, né la vastità del cielo azzurro tempestato di stelle, né il mare che mormora, neppure il piccolo fiorellino che ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) La mia povera mente si sperdeva nel Divino Volere, e una luce interminabile invadeva il piccolo cerchio della mia intelligenza, e mentre questa luce mi pareva come accentrata nella mia mente, si spandeva fuori, riempiva tutta l’atmosfera, e penetrando fino nei Cieli mi pareva come accentrata nella Divinità; ma chi può dire ciò che si sentiva e comprendeva stando in quella luce? Si sentiva la pienezza della felicità, nessuna cosa poteva penetrare in quella luce che potesse adombrare la gioia, la bellezza, la forza e la penetrazione dei segreti divini e la conoscenza degli arcani supremi. Onde il ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)