(1) Mi sentivo oppressa e con tale ritrosia d’aprire l’anima mia per manifestare ciò che il benedetto Gesù mi dice, avrei voluto tacere per sempre, affinché nulla più si sapesse, e mi lamentavo col mio dolce Gesù col dirgli: “Oh! se Tu mi dicessi di non dire più nulla a nessuno di ciò che passa tra me e Te, da che peso enorme mi libereresti, come sarei contenta, non vedi la mia grande ripugnanza, lo sforzo che mi conviene fare?” Ma mentre ciò dicevo, il mio sempre amabile Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, vorresti tu seppellire la luce, la grazia, la verità, e così preparare la tomba al tuo Gesù? Il silenzio su tutto ciò che è verità forma la sepoltura della verità, mentre la parola forma la resurrezione della verità, fa risorgere la luce, la grazia, il bene, molto più ché la parola sulla verità parte dal Fiat Supremo. La parola ebbe il suo campo divino quando nella Creazione, con la parola Fiat, feci uscire fuori tutta la Creazione, potevo crearla anche col tacere, ma volli servirmene della parola Fiat per fare che anche la parola avesse l’origine divino, che contenendo la potenza creatrice, chi se ne serve per manifestare ciò che a Me appartiene, avesse la potenza di comunicare quelle verità a chi ha la fortuna di ascoltarla. Per te poi c’è una ragione più forte, perché essendo tutto ciò che Io ti dico, la maggior parte cose che riguardano la mia Suprema Volontà, non è la sola parola d’origine, ma è proprio quel Fiat stesso, che uscendo di nuovo in campo, come nella Creazione, vuol far conoscere gli immensi beni che contiene il mio Volere, e comunica tale potenza su tutto ciò che ti manifesto su di Esso, d’essere sufficiente per poter formare la nuova Creazione della mia Volontà nelle anime. Questo è il bene che mi vuoi, che col tuo tacere vuoi formare la tomba alla mia Volontà?”.
(3) Io sono rimasta spaventata e più afflitta di prima, e pregavo Gesù che mi desse grazia di compire la sua Santissima Volontà, ed il mio amato Gesù, come se mi volesse sollevare è uscito da dentro il mio interno e stringendomi forte al suo cuore santissimo m’infondeva nuova forza. In questo mentre si è aperto il Cielo e sentivo che tutti in coro dicevano: “Gloria Patri et Filii et Spiritui Sancto”. E non so come, a me è toccato di rispondere: “Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum, amen”. Ma chi può dire ciò che succedeva? Nella parola “Patri” si vedeva la potenza creatrice che scorreva ovunque, conservava tutto, dava vita a tutto, il solo fiato di essa bastava a mantenere integro, bello e sempre nuovo tutto ciò che aveva creato. Nella parola “Filii” si vedevano tutte le opere del Verbo rinnovate, ordinate e tutto in atto di riempire Cielo e terra per darsi a bene delle creature. Nella parola “Spiritui Sancto” si vedeva investire tutte le cose d’un amore parlante, operante e vivificante. Ma chi può dire tutto, la mia povera mente me la sentivo immersa nelle beatitudini eterne, ed il mio adorabile Gesù volendomi richiamare a me stessa mi ha detto:
(4) “Figlia mia, sai tu perché è toccato a te la seconda parte del Gloria? Stando in te la mia Volontà, conveniva a te portare la terra al Cielo per dare a nome di tutti, insieme con la corte celeste, quella gloria che non avrà mai fine per tutti i secoli dei secoli. Le cose eterne che non hanno mai fine si trovano solo nella mia Volontà, e chi la possiede si trova in comunicazione col Cielo, e ciò che fanno nelle regioni celesti essa prende parte a tutto, e si trova come in atto insieme coi comprensori celesti”.