(1) Sono sempre nel mare del Voler Supremo, oh! quante belle cose si trovano in Esso, ci sono tutti gli atti di Gesù come in atto, ci sono quegli della Sovrana Signora, ci sono quegli del nostro Padre Celeste, che ha fatto e che farà; è un mare non diviso, ma unico, interminabile, è tutto. In questo mare non ci sono pericoli, né timori di cadute, perché la felice creatura che vi entra lascia le sue spoglie e prende le spoglie divine. Onde mentre stavo in questo mare, il mio dolce Gesù mi ha fatto presente quando nella sua ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Sento la Forza potente del Fiat Divino che mi chiama in Esso a seguire i suoi atti. Onde la mia piccola intelligenza si è fermata nell’Eden, nell’atto della creazione dell’uomo. Che atto solenne! Dopo aver creato tutte le cose come preparazione, come festeggiare colui per il quale aveva creato tutta la Creazione come reggia dove l’uomo doveva abitare con tutta sontuosità e comodità, che nulla doveva mancarle, basta dire che era una reggia formata dal nostro Padre Celeste, dalla Potenza del suo Fiat Divino. Onde mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù mi ha detto:
(1) Il mio abbandono nel Voler Divino continua, sebbene sotto l’incubo delle privazioni del mio dolce Gesù; povero mio cuore, com’è torturato, affannato ché non trova Colui che le fa respirare la sua aria celestiale, e palpitare la vita del suo stesso palpito. Mio Gesù, vita mia, non mi dicevi Tu stesso che volevi che vivesse e respirasse la tua aria divina, e che formassi la mia vita nel tuo stesso palpito affinché la mia si sperdesse nella tua, e vivesse del tuo palpito, e quindi del tuo amore, delle tue pene e di tutto Te stesso? Ma mentre ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Stavo facendo il mio giro nella Creazione per seguire gli atti fatti in essa dalla Divina Volontà, mi pareva che in ciascuna cosa creata stava come nobile Regina, come centro di vita la Volontà adorabile, per fare in ogni cosa il suo dolce incontro con le creature, ma riceveva questo incontro chi la riconosceva in ciascuna cosa creata. In questo incontro felice si aprono le corrispondenze d’ambi le parti, si festeggia insieme, e la Divina Volontà dà e la creatura riceve. Ma mentre la mia mente si perdeva col girare nelle cose create, il mio sommo bene Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tutta la Creazione manifesta la Paternità Divina, la Potenza, l’Amore, l’armonia di Colui che l’ha creata. Ma sai tu di chi ci sentiamo Padre? Di chi ricorda e riconosce tutta la Creazione come proprietà del suo Creatore, che volendo manifestare la sua Paternità per le creature ha creato tante belle cose per amor loro, quindi chi le riconosce per contraccambiarlo coll’amarlo e ringraziarlo, si stringe intorno al suo Padre Celeste come figlia che riconosce i beni suoi, e che se li ha creati significa che vuole che la figlia sua possieda i suoi possedimenti nei possedimenti del Padre suo. Se tu sapessi qual’è la nostra gioia e felicità nel sentirci Padre, e nel vedere i nostri figli stretti a Noi d’intorno per mezzo delle nostre cose create. Sicché la creatura col ricordarsi e riconoscere ciò che Dio ha fatto per essa, ci ama da Padre e Noi l’amiamo da figlia, ci sentiamo che la nostra Paternità non è Paternità sterile, ma feconda. Così chi ricorda e riconosce ciò che feci e patì nella mia Vita e Passione, mi sento Redentore e do a possedere i beni della Redenzione, sicché le mie pene, le mie opere, i miei passi, si schierano intorno alla felice creatura per aiutarla, santificarla, e farla sentire gli effetti in essa di tutta la mia Vita. E chi riconosce ciò che il nostro Amore ha fatto e può fare nell’ordine della grazia, mi sento Amante appassionato e le do il possesso del mio Amore, in modo che sentirà tal amore per Me da non poter vivere senza amarmi, e siccome il vero amore sta nel fare sempre la mia Volontà, Io ne faccio un prodigio del mio Amore e del mio Volere. Qual dolore non sarebbe per un padre avere i figli e non vederli intorno per amarsi a vicenda e godersi il frutto delle sue viscere? E se questi figli non possedessero i beni del padre, non sarebbe un dolore maggiore? Tal’è la nostra Divinità, abbiamo disteso la nostra Paternità in modo infinito in tutta la Creazione; come Padre siamo tutt’occhio sui nostri figli affinché nulla li manchi, le nostre braccia sentono l’estremo bisogno d’amore di stringerli al nostro seno per dargli amore e ricevere amore, e quando vediamo la creatura che corre a Noi, vuole i nostri amplessi, oh! come ci sentiamo felici ché la nostra Paternità è riconosciuta e può svolgere l’ufficio di Padre per i nostri figli. La nostra generazione è quasi innumerevole, eppure pochi figli ci circondano, tutti gli altri sono lontani da Noi, lontani col cuore, con la volontà, lontani dalla nostra somiglianza, e nel nostro dolore nel vedere i pochi figli intorno a Noi diciamo: “E gli altri figli nostri dove sono? Come non sentono il bisogno d’avere un Padre Celeste, di ricevere le nostre carezze Paterne, di possedere i nostri beni? ” Perciò sii attenta, riconosci i nostri beni, le opere nostre e sentirai la nostra Paternità nel cielo tempestato di stelle, che nel loro mite scintillio ti chiamano figlia e ti attestano l’amore del Padre tuo. La nostra Paternità si stende nel sole, che con la sua luce vibrante ti chiama figlia e ti dice: “Riconosci nella mia luce il gran dono del Padre tuo, che ti ama tanto che vuole che sia la posseditrice di questa luce”. La nostra Paternità si stende ovunque, nell’acqua che bevvi, nel cibo che prendi, nelle varietà delle bellezze di tutta la natura, hanno una voce comune, che tutte ti chiamano figlia del gran Padre Celeste, e come figlia sua vogliono essere possedute da te. Ora, qual sarebbe il nostro contento, se in tutte le cose da Noi create, alla nostra voce tenera di chiamarti figlia, sentissimo la tua voce che ci chiamasse Padre e ci dicessi: “Questo è dono del Padre mio, oh! come mi ama, ed io voglio amarlo assai assai”.
(1) Stavo pensando al Santo Voler Divino: “Come mai potrà venire il suo regno sulla terra! dato i tempi procellosi che minacciano tempeste e le tristi condizioni delle umane generazioni, sempre impossibile, e mi sembra che accrescono l’impossibilità, la indifferenza ed indisposizione di quelli che almeno si dicono buoni, che non hanno nessun interesse di far conoscere un Voler sì santo, e la sua Volontà che vuol fare la grande grazia che vuol regnare in mezzo alle creature, come mai potrà aver vita un bene che non si conosce? ” Ma mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù, sorprendendomi ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Stavo facendo il mio giro nella Divina Volontà per seguire i suoi atti, e giunta al punto dove il celeste bambino si trovava in Egitto e la Celeste Mamma cullandolo cercava di fargli prendere sonno, e nell’atto stesso si occupava con le sue mani materne di lavorare l’ abituccio al divino infante, ed io unendomi con la Mamma sua, facevo scorrere fra le sue dita e nel filo che scorreva il mio ti amo a Gesù, per fare formare e tessere l’abituccio insieme col mio ti amo, e sul piede della Regina che tentennava la culla mettevo il ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) La mia povera mente pare che non sa fare altro che pensare alla Divina Volontà, in ogni cosa che vedo va trovando la sua Vita, e l’interno facendo ciò, all’esterno non trova altro che quel Fiat Divino che tanto l’ama e vuole amore. Sento il bisogno di trovarla in tutte le cose per respirarla, per sentire il suo palpito di luce che come sangue circola nell’anima e si costituisce vita primaria del mio povero essere, e dove non so trovarla mi sento che mi manca un palpito continuo, una boccata d’aria, per facilitare la Vita della Divina Volontà ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Stavo seguendo i miei atti nella Divina Volontà e pensavo tra me: “Come si può conoscere se regna nella creatura il Fiat Divino e nella povera anima mia, o il bene che Esso vi regna a no? ” Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù mi ha detto:
(2) “Il moto è il segno di vita, dove non c’è moto non vi può essere vita. Dunque per conoscere se la creatura possiede la mia Volontà, è se nell’intimo dell’anima sua sentirà come primo moto di tutto ciò che si svolge in essa la sola mia Volontà, perché essendo Essa moto primo, dove regna farà sentire il suo primo moto divino, da cui penderanno tutti gli atti interni ed esterni, come dal centro del primo moto della mia Divina Volontà. Quindi sarà il primo moto, la parola d’ordine, il comandante, il reggitore, in modo che ciascun atto starà in aspettativa di ricevere il primo moto per muoversi e operare. Onde, se la creatura sentirà negli atti suoi il primo moto del mio Volere, è segno che regna nell’anima sua, ma se invece sentirà nel suo primo moto il fine umano, il proprio piacere, le soddisfazioni naturali, il gusto di piacere alle creature, la mia Volontà non solo non regnerà, ma da Regina le farà da serva, servendola nei suoi atti, perché non c’è atto che può fare la creatura se la mia Divina Volontà non vi concorre, o dominandola o servendola.
(3) Ora tu devi sapere figlia mia, che il passaporto per entrare nel regno mio è la volontà risoluta di non fare mai la propria volontà, anche a costo della propria vita e qualunque sacrificio. Quest’atto risoluto, ma vero, è come la firma che mette sul passaporto per partire nel regno della mia Divina Volontà, e mentre la creatura firma per partire, Dio firma per riceverla; quest’ultima avrà tanto valore che tutto il Cielo andranno incontro per riceverla nel regno del Fiat Divino in cui loro vivono, e saranno tutt’occhio sopra di questa creatura, che dalla terra tiene per vita e per regno quella stessa Volontà che loro tengono nel Cielo. Ma non basta il passaporto, ma si deve studiare la lingua, i modi, le abitudini di questo regno divino, e questo sono le conoscenze, le prerogative, le bellezze, il valore che contiene la mia Volontà, altrimenti starebbe come straniero, né prenderebbe amore né sarebbe amata; se non si sacrifica a farne uno studio per poter parlare con quella stessa lingua e non si adatta alle abitudini di quelli che vivono in questo regno sì santo, vivrà isolato, perché non capendolo lo scanseranno, e l’isolamento non fa felice nessuno. Oltre di ciò bisogna passare dallo studio alla pratica di ciò che si è imparato, e dopo una lunghezza di pratica viene in ultimo dichiarato cittadino del regno della mia Divina Volontà, e allora gusterà tutte le felicità che ci sono in regno sì santo, anzi saranno proprietà sue, e acquisterà il diritto di vivere in Esso come Patria sua”.
(4) Dopo di ciò ha soggiunto: “Figlia mia, chi vive nel mio Volere diviene la paciera fra Dio e le creature, tutti i suoi atti, parole, passi, le sue preghiere, i suoi piccoli sacrifici, sono come tanti vincoli di pace tra il Cielo e la terra, sono come armi paciere, che combatte il suo Creatore con armi di pace e di amore per disarmarlo e renderlo propizio, e scambiare i flagelli in misericordia. E come l’umana volontà formò la guerra per guerreggiare Colui che la aveva creato, non solo, ma ruppe l’accordo, l’ordine e la pace, così il mio Volere, con la forza della sua Onnipotenza regnando nella creatura converte ciò che fa la creatura in vincoli d’accordo, d’ordine, di pace e d’amore. Sicché da essa esce come una nuvoletta bianca, che elevandosi si spande e s’innalza fino al trono divino, che erompendo in tante voci per quanti atti ha fatto dice: “Gran Dio, pace ti porto dalla terra, e Tu dammi la tua pace per portarla come vincolo di pace tra Te e l’umane generazione”. Questa nuvoletta sale e scende, scende e sale e fa l’ufficio di paciera tra il Cielo e la terra”.
(1) Mi sentivo tutta immersa nel Fiat, la sua aria è così dolce, refrigerante, che si sente ad ogni istante rinascere a nuova vita; ma che cosa si respira in quest’aria del Voler Divino? Si respira aria di luce, d’amore, di dolcezza, di fortezza, di conoscenze divine e di seguito, in modo che si senta rinnovellata a vita novella; quest’aria benefica e balsamica, come si respira così fa crescere la Vita Divina nella creatura, e siccome quando si respira l’aria, col respiro si chiude dentro, e col ripetere il respiro si mette fuori, perché è tanta la forza dell’aria, che si può tenere dentro quanto basta per vivere, il sopra più con lo stesso respiro si deve mettere fuori, ma che cosa mette fuori? Ciò che ha ricevuto dopo che si è riempita; amore, luce, bontà ha respirato, amore, luce, bontà ridà. Ma mentre la mia povera mente si perdeva in quest’aria divina, il mio dolce Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tutti gli atti buoni che fa la creatura nella mia Divina Volontà, si elevano a Dio, perché Essa tiene la Potenza Divina per tirare su, nella Patria Celeste, ciò che si fa nel suo Volere, e poi con la sua stessa Potenza li fa ricadere come pioggia benefica sulla stessa creatura, in modo che se la creatura ama, benedice, adora, ringrazia, loda, Dio la ricambia con nuova pioggia d’amore, di benedizioni, pioggia di ringraziamenti, perché si è sentito amare e ringraziare dalla creatura, ed erompendo in pioggia di lodi, la loda innanzi a tutta la corte celeste. Oh! come la nostra Bontà Divina sta aspettando l’adorazione, il gradito ti amo della creatura, per poter dare al nostro Amore lo sfogo di poterle dire: “Figlia, ti amo”. Quindi non c’è atto che la creatura fa per Noi, che la nostra tenerezza tutta paterna non le dà il ricambio moltiplicato”.
(3) Onde continuavo i miei atti nel Fiat Divino, ed il mio amato Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, la creatura è portata in braccio dalla mia Divina Volontà, ed è tanto il suo amore, che le tiene intorno tutta la Creazione, come se in atto la stesse sempre, sempre creando per farle piacere e renderla felice e dirle: “La mia Forza creatrice mantiene tutta questa macchina dell’universo, se Essa si ritirasse, il sole come per incanto scomparirebbe, il cielo e tutte le altre cose si risolverebbero nel nulla, come dal nulla uscirono, sicché la mia Potenza creatrice mantiene di continuamente crearla, e può dire con tutta realtà, proprio per te sto creando il sole perché la tua vita, il tuo cammino fosse sparso di luce, per te l’azzurro cielo affinché il tuo occhio si spaziasse e dilettasse nella sua estensione, tutto per te sto creando, mantengo tutto in ordine perché ti amo”. La mia Divina Volontà si fa Vita in atto di tutte le cose, le sostiene e conserva, le mette intorno alla creatura per farla sentire da tutte le cose e da tutte le parti la sua Vita irremovibile, la sua Forza immutabile, il suo Amore invincibile. Si può dire che la stringe dappertutto come trionfo del suo Amore. E non solo mantiene l’ordine esterno e tutte le cose in atto, come se le stesse creando, ma mantiene internamente, con la sua Forza creatrice, tutto l’ordine interno della creatura, sicché sta sempre in atto di creare il palpito, il respiro, il moto, la circolazione del sangue, l’intelligenza, la memoria, la volontà; corre come vita nel palpito, nel respiro, in tutto, sostiene e conserva, senza mai ritirarsi dall’anima e dal corpo. Eppure questa mia Suprema Volontà è tutto, fa tutto, dà tutto, e non è riconosciuta, anzi dimenticata; potrebbe dire come Io dissi agli apostoli: “É tanto tempo che sto con voi e non mi conoscete ancora”. Si fanno conoscere tante cose che non formano vita della creatura, e la mia Volontà che forma la vita ed è atto continuo di vita, altrimenti non potrebbe vivere, non si fa conoscere nulla. Perciò figlia mia sii attenta, riconoscila in te e fuori di te, in tutto, più della tua stessa vita, e sentirai cose mirabili, il suo atto continuo che con amore instancabile ti ama, e sol perché ti ama ti dà la vita”.
(1) Sono di ritorno nelle braccia del Fiat Divino, mi sembra che la sua luce immensa mi scorre come mare a me d’intorno, ed io come faccio i miei atti d’amore, d’adorazione, di ringraziamenti, prendo da dentro questa luce, l’amore che possiede la Divina Volontà, però ne prendo quanto ne posso prendere, perché come creatura non mi è dato di prenderlo tutto, tanto è immenso, ed io non ho né capacità né spazio dove rinchiudere quest’amore interminabile, ma però mi riempio tutta, in modo che ad onta che sono creatura, il mio amore verso chi mi ha creato è ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)