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Messaggio del 14 agosto 1994: Figli cari! Rinnovate la preghiera in famiglia e pregate in modo speciale per le famiglie in quest’anno che la Chiesa ha loro dedicato. Io vi benedico.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 29-25 Luglio 2, 1931 Come la Divina Volontà tiene virtù di convertire in natura il bene che si fa. Il ritorno delle opere al suo Creatore. Come la Creazione tiene un’atto determinato, la creatura un’atto crescente.

(1) Stavo facendo il mio giro nella Divina Volontà per seguire i suoi atti, e giunta al punto dove il celeste bambino si trovava in Egitto e la Celeste Mamma cullandolo cercava di fargli prendere sonno, e nell’atto stesso si occupava con le sue mani materne di lavorare l’ abituccio al divino infante, ed io unendomi con la Mamma sua, facevo scorrere fra le sue dita e nel filo che scorreva il mio ti amo a Gesù, per fare formare e tessere l’abituccio insieme col mio ti amo, e sul piede della Regina che tentennava la culla mettevo il mio, per poter anch’io cullare Gesù e fargli ciò che le faceva la sua Mamma. E mentre ciò facevo, il celeste bambino tra la veglia e il sonno diceva: “Le mie due Mamma”. Ond’io ricordando ciò, e che sta scritto nel volume 24, pensavo tra me: “Ma ripete ancora il mio caro Gesù le dolci parole, le mie due Mamma? Dopo una tempesta così terribile, che come grandine devastatrice ha colpito la povera anima mia, chi sa quanti difetti ho commessi, Gesù non si sentirà più quel tenero amore di dire sì dolcemente, le mie due Mamma”. Ma mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, se tu non hai cessato di ripetere, di unirti con la nostra Mamma Celeste, di cullarmi, di mettere il tuo ti amo per Me in ciò che Lei faceva, potevo Io cessare di dire: “Le mie due Mamma? ” Allora sarei meno di te nell’amarti, mentre Io non mi faccio mai superare dall’amore della creatura, non solo, ma tu devi sapere che tutto ciò che la creatura fa nella mia Volontà, ha virtù di convertire in natura quel bene che fa, ed il vero bene in natura non si perde mai, né ci sono stenti nel ripeterlo quante volte vuole, stenti tu forse a respirare, a palpitare? Perché è in natura, anzi, se non vuoi farlo devi emettere uno sforzo, ma sforzo che forse se ti viene di farlo ti costerà la vita. Ed è questo il più gran prodigio della mia Volontà, convertire in natura la preghiera, l’amore, la santità, le sue conoscenze, ed Io quando veggo che la creatura si ha dato in balia della mia Volontà, ma tanto che Essa ha potuto cambiare in natura i beni divini, le mie parole risuonano nell’anima con la mia Potenza creatrice e danno in natura la maternità, e come Io posso non ripetere, le mie due Mamma? Quando Io parlo è in realtà quello che dico, non è forse vero che la mia Mamma mi è Madre secondo l’ordine della natura, e mi è anche Madre nell’ordine Divino, in virtù della Volontà Divina che Lei possedeva? Se Essa non possedesse il mio Volere non poteva essermi né Madre nell’ordine umano, né nell’ordine divino. Oh! quante cose sa fare in chi si fa dominare da Essa, sa far scendere l’ordine Divino nell’umano, e converte in natura l’ordine divino, e ne fa dei portenti da far stupire Cielo e terra, perciò fatti dominare dalla mia Volontà, ed Io ti farò risuonare in te la mia dolce parola: “La mia cara mamma che il mio Fiat mi tiene sulla terra”.

(3) Dopo di ciò, seguivo il Fiat Divino nella Creazione e dicevo tra me: “Voglio entrare nel sole per svuotarlo dell’amore che Iddio mise in Esso per amore delle creature, e sulle ali della sua luce riportarlo al mio Creatore come ricambio del mio amore; voglio svuotare il vento, per riportarle il ricambio dell’amore impetuoso, dell’amore gemente, imperante, affinché imperi sul cuore divino per rapirgli il regno della Divina Volontà sulla terra; voglio svuotare il cielo dall’amore che contiene per riportarle l’amore che non finisce mai, che non dice mai basta, per prenderlo da tutti i lati e portargli il ricambio d’amarlo dappertutto ed in tutti”. Ma chi può dire tutti i miei spropositi che dicevo in ciascuna cosa creata? Sarei troppo lunga, perciò non vado più avanti. Onde mentre ciò facevo, il mio dolce Gesù mi ha detto:

(4) “Figlia della mia Volontà, come mi è gradita l’anima che entra nel mio Volere per trovare in Esso tutte le opere mie, e sorvolando da una cosa creata all’altra, fa con la sua piccola capacità i suoi calcoli, per trovare quanta dose d’amore, di bontà, di potenza, di bellezza, e altro che ho messo in ciascuna cosa creata, e siccome chi sta nella mia Volontà ciò ch’è mio è suo, le abbraccia tutte e me le riporta nel mio seno ed intorno a Me come ricambio del suo amore, ed Io mi sento ritornare l’Amore che uscimmo nel creare tutta la Creazione, la Bontà, la Potenza, la Bellezza con cui sfiorammo tutta la Creazione, e nella nostra enfasi d’amore diciamo: “La figlia della nostra Volontà ci ritorna le opere nostre, il nostro Amore, la nostra Bontà e altro, e mentre ce le ritorna, le lascia al loro posto”. E ci sentiamo ripetere la gioia, la felicità come se di nuovo mettessimo fuori tutta la Creazione. Or tu devi sapere che nel creare tutto l’universo, la varietà di tante molteplici cose, mettemmo un’atto determinato, un basta a ciascuna cosa, in modo che non possono oltrepassare nessun limite dal come furono create, però sebbene fu un’atto determinato e non possono andare più avanti, ma fu un’atto pieno, tanto che le creature non possono, né hanno capacità di prendere tutto il bene che ciascuna cosa creata contiene. Tanto vero che chi può dire: “Io posso prendere tutta la luce del sole? Che il cielo non mi basta sopra del mio capo? Che non mi bastano tutte le acque per dissetarmi? Che la terra non è sufficiente sotto dei miei piedi? E di tant’altre cose, e questo perché la nostra Divinità nel fare un’atto, nel creare le cose, è tanto il nostro Amore, la sovrabbondanza che possediamo, che mettiamo lo sfoggio, il lusso, lo sfarzo, nessun’opera nostra si può dire ch’è povera, tutte sfoggiano, chi in lusso di luce, chi fa sfarzo di bellezza, chi di varietà di colori e altro, pare che dicono nel loro muto linguaggio: “Il nostro Creatore è immensamente ricco, bello, potente, sapiente, e perciò noi tutte come opere degne di Lui, facciamo sfoggio di lusso nell’ufficio datoci da Dio”.

(5) Ora figlia mia, non fu così nel creare l’uomo, in lui non fu messo un’atto determinato, ma un’atto sempre crescente, il nostro Amore non volle dire un basta all’uomo, sarebbe stato come inceppare il nostro Amore, arrestare la nostra foga, no, no, il nostro basta non si pronunziò nella creazione dell’uomo, non mise un termine, ma un’atto sempre crescente, mettendo quasi a piacere suo dove voleva giungere ed a sua disposizione il nostro atto crescente, affinché il nostro sfoggio d’amore non avesse un termine, ma che potesse far sfarzo di lusso, di grazia, di santità, di bellezza, di bontà ed altro, quanto più gli piacesse; legavamo il nostro atto crescente alla sua libera volontà, affinché non avesse nessun inceppo di fare quanto più lusso potesse. E per fare che questo nostro atto crescente avesse nell’uomo tutti gli aiuti possibili ed immaginabili, le davamo anche la nostra Volontà Divina a sua disposizione, affinché le potesse mantenere a sue spese tutto il lusso che voleva, e la sovrabbondanza dei beni del suo Creatore. Il nostro Amore non si fidò di dire basta all’uomo, figlio nostro, fin qui puoi giungere; no, no, sarebbe stato come se un padre volesse dire a suo figlio, fino al tale giorno sederai alla mia mensa, e poi basta, questo non sarebbe amore di paternità ma di padronanza; che il figlio può mettere un termine di ricevere gli alimenti del padre suo, può darsi, ma che il padre gli dica che starai digiuno, non lo farà giammai. Tale è la nostra bontà, non diremo mai basta alla creatura, il nostro atto crescente le servirà di alimento continuo per crescere sempre e conservarsi, e se ingrata non si servirà del nostro atto crescente, dono grande dato dal suo Creatore, avremo il dolore di vedere il nostro caro figlio digiuno, povero, ed il nostro atto inceppato e senza vita, e scambierà la nostra foga d’amore in foga di dolore. Onde se vuoi che il nostro atto crescente abbia vita in te, non uscire mai dalla nostra Divina Volontà, la quale sarà gelosa di farti crescere sempre, sempre”.