(1) Sento la Forza potente del Fiat Divino che mi chiama in Esso a seguire i suoi atti. Onde la mia piccola intelligenza si è fermata nell’Eden, nell’atto della creazione dell’uomo. Che atto solenne! Dopo aver creato tutte le cose come preparazione, come festeggiare colui per il quale aveva creato tutta la Creazione come reggia dove l’uomo doveva abitare con tutta sontuosità e comodità, che nulla doveva mancarle, basta dire che era una reggia formata dal nostro Padre Celeste, dalla Potenza del suo Fiat Divino. Onde mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia benedetta, il più dolce ricordo che più immensamente gradisco, è quando la creatura ricorda il mio Amore nella Creazione, in modo speciale quello dell’uomo; il nostro Amore si sviscerò più che una madre quando mette fuori il suo caro figlio alla luce. Il nostro Amore correva, correva, per racchiuderlo in Esso, affinché dovunque, dentro e fuori di sé, potesse trovare il poggio del nostro Amore che gli dice: “Ti amo, ti amo”. Il dolce suono del nostro Amore sussurra all’orecchio, palpita nel suo cuore, risuona forti e ardenti baci alle labbra, stretti abbracci per portarlo nelle nostre braccia paterne, come trionfo del nostro Amore che a qualunque costo vuole amare la creatura. Sicché non vi è cosa più dolce, più cara, più gradita, che il ricordarci con quanto amore creammo l’uomo e tutte le cose. È tanto il nostro gradimento, che alla fortunata creatura che viene innanzi alla nostra Maestà Adorabile per ricordarci questo nostro Amore così grande, raddoppiamo i nostri vincoli amorosi con lei, le diamo nuove grazie, nuova luce e la chiamiamo la ripetitrice della nostra festa, perché nella Creazione tutto era festa per Noi e per tutti. E la creatura col ricordarci ciò che facemmo nella Creazione, ci mette in festa il nostro Amore, la nostra Potenza, la nostra Sapienza creatrice, che con tanta maestria inimitabile aveva creato tutto l’universo, e poi la maestria nel creare l’uomo che supera tutto. Quindi tutte le nostre qualità Divine festeggiano, e guardando la creatura che col suo ricordo e col suo piccolo ricambio d’amore sono state messe in festa, fanno a gara tra di loro, e chi le raddoppia l’amore, chi la bontà, chi la santità, insomma ciascuna nostra qualità divine vuol dare del suo, per ripetere con essa ciò che facemmo nella Creazione. Perciò ripete spesso il dolce ricordo del nostro Amore insuperabile che avemmo nella Creazione: Era una creatura nostra, una nostra immagine, un nostro figlio che uscivamo alla luce, e perciò sfoggiammo tanto in amore, e al sentircelo ricordare sentiamo d’amarlo di più. Sicché la Creazione tutta non è altro che uno sfoggio della nostra Volontà amante verso la creatura, e nel suo sfoggio amoroso va ripetendo: “Fiat, Fiat”, per imperlare la Creazione tutta del suo sfoggio d’amore. Molto più che ogni atto, parola, pensiero, fatto nel nostro Voler Divino formano l’alimento dell’anima, l’alimento conserva la vita, la fa crescere e le mantiene la forza necessaria per poter formare alimenti sufficienti per non poter restare digiuni. Quindi gli atti continuati non sono altri che cibi che si preparano da un giorno all’altro, per aver sempre di che nutrirsi. Se gli atti non se ne fanno, non avrà cibo, quindi la povera creatura non avrà di che sfamarsi, perciò la vita degli atti buoni, santi e divini morrà in essa; se poi gli atti non sono continuati, ma di tanto in tanto, avrà scarsi alimenti, e quando il cibo non è sufficiente, la vita del bene cresce debole, e la debolezza fa perdere il gusto e l’appetito di nutrirsi. Invece quando gli atti sono continuati, ogni atto tiene il suo esercizio, chi si fa cibo, chi acqua, chi fuoco per cucinarli, chi condimento per farsi gustare, in modo da stuzzicare l’appetito. Insomma, gli atti ripetuti non sono altro che cucina divina, che formano la mensa celeste alla creatura. Ed oh! com’è bello vedere la creatura che con la continuazione dei suoi atti nel nostro Fiat si prepara alimenti divini, e si ciba dei cibi della sua patria celeste. Perché tu devi sapere che un pensiero santo chiama l’altro, una parola, un’atto buono chiama l’altro, e uno serve all’altro come alimentarsi, e l’alimento forma la vita”.
(3) Onde continuavo a pensare alla Divina Volontà, e al gran bene che si riceve col vivere tutta abbandonata nelle sue braccia. Ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia buona, il gran bene di vivere d’un Voler Divino è sorprendente e quasi incomprensibile all’umana creatura. Tu devi sapere che tutto ciò che si fa di buono, di santo nella mia Divina Volontà, non sono altro che semi che germogliano nel campo dell’anima, mettendo come tanti semi di luce divina, che mettono un principio che non avrà fine, perché tutto ciò che si fa nella mia Divina Volontà si semina, germoglia, cresce in modo mirabile sulla terra mentre si viva, ma il compimento sarà formato in Cielo, l’ultimo sviluppo, la varietà delle bellezze, le sfumature, le tinte più belle e speciose, le saranno date nella patria celeste. Sicché ogni atto fatto in terra, sarà prendere più posto in Cielo, un diritto di più, e un possesso anticipato nel Celeste soggiorno. La creatura, ogni atto in più che avrà fatto, porterà con sé nuove beatitudini, nuove gioie comunicategli dal mio Volere. Il mio Fiat Divino non dice mai basta alla creatura, la vuol far crescere in santità, in grazia, in bellezza, fino all’ultimo respiro della vita quaggiù, e perciò si riserva di dare l’ultima pennellata e compimento, come suo pieno trionfo nelle regioni Celesti. Perciò nella mia Volontà non ci sono fermate, e le circostanze della vita, ora di pene, ora di umiliazioni, ed ora di gloria, formano le corse per poter sempre correre in Essa, per darle il campo libero di farle gettare nella creatura nuovi semi divini, che il Fiat Divino prenderà l’impegno di coltivarli e farli crescere in modo mirabile, e darli il compimento nella Celeste Gloria. Quindi nel Cielo nulla s’incomincia, ma tutto s’incomincia in terra, ed il Cielo compisce”.