MaM
Messaggio del 12 giugno 1986:Cari figli, oggi vi invito a cominciare a dire il Rosario con fede viva, così io potrò aiutarvi. Voi, cari figli, desiderate ricevere grazie, ma non pregate, io non vi posso aiutare dato che voi non desiderate muovervi. Cari figli, vi invito a pregare il Rosario; il Rosario sia per voi un impegno da eseguire con gioia, così comprenderete perché sono da così tanto tempo con voi: desidero insegnarvi a pregare. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 29-27 Luglio 13, 1931 Il moto è segno di vita. Il passaporto per entrare nel regno della Divina Volontà; la lingua ed il cittadino di esso. La paciera tra Dio e le creature.

(1) Stavo seguendo i miei atti nella Divina Volontà e pensavo tra me: “Come si può conoscere se regna nella creatura il Fiat Divino e nella povera anima mia, o il bene che Esso vi regna a no? ” Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù mi ha detto:

(2) “Il moto è il segno di vita, dove non c’è moto non vi può essere vita. Dunque per conoscere se la creatura possiede la mia Volontà, è se nell’intimo dell’anima sua sentirà come primo moto di tutto ciò che si svolge in essa la sola mia Volontà, perché essendo Essa moto primo, dove regna farà sentire il suo primo moto divino, da cui penderanno tutti gli atti interni ed esterni, come dal centro del primo moto della mia Divina Volontà. Quindi sarà il primo moto, la parola d’ordine, il comandante, il reggitore, in modo che ciascun atto starà in aspettativa di ricevere il primo moto per muoversi e operare. Onde, se la creatura sentirà negli atti suoi il primo moto del mio Volere, è segno che regna nell’anima sua, ma se invece sentirà nel suo primo moto il fine umano, il proprio piacere, le soddisfazioni naturali, il gusto di piacere alle creature, la mia Volontà non solo non regnerà, ma da Regina le farà da serva, servendola nei suoi atti, perché non c’è atto che può fare la creatura se la mia Divina Volontà non vi concorre, o dominandola o servendola.

(3) Ora tu devi sapere figlia mia, che il passaporto per entrare nel regno mio è la volontà risoluta di non fare mai la propria volontà, anche a costo della propria vita e qualunque sacrificio. Quest’atto risoluto, ma vero, è come la firma che mette sul passaporto per partire nel regno della mia Divina Volontà, e mentre la creatura firma per partire, Dio firma per riceverla; quest’ultima avrà tanto valore che tutto il Cielo andranno incontro per riceverla nel regno del Fiat Divino in cui loro vivono, e saranno tutt’occhio sopra di questa creatura, che dalla terra tiene per vita e per regno quella stessa Volontà che loro tengono nel Cielo. Ma non basta il passaporto, ma si deve studiare la lingua, i modi, le abitudini di questo regno divino, e questo sono le conoscenze, le prerogative, le bellezze, il valore che contiene la mia Volontà, altrimenti starebbe come straniero, né prenderebbe amore né sarebbe amata; se non si sacrifica a farne uno studio per poter parlare con quella stessa lingua e non si adatta alle abitudini di quelli che vivono in questo regno sì santo, vivrà isolato, perché non capendolo lo scanseranno, e l’isolamento non fa felice nessuno. Oltre di ciò bisogna passare dallo studio alla pratica di ciò che si è imparato, e dopo una lunghezza di pratica viene in ultimo dichiarato cittadino del regno della mia Divina Volontà, e allora gusterà tutte le felicità che ci sono in regno sì santo, anzi saranno proprietà sue, e acquisterà il diritto di vivere in Esso come Patria sua”.

(4) Dopo di ciò ha soggiunto: “Figlia mia, chi vive nel mio Volere diviene la paciera fra Dio e le creature, tutti i suoi atti, parole, passi, le sue preghiere, i suoi piccoli sacrifici, sono come tanti vincoli di pace tra il Cielo e la terra, sono come armi paciere, che combatte il suo Creatore con armi di pace e di amore per disarmarlo e renderlo propizio, e scambiare i flagelli in misericordia. E come l’umana volontà formò la guerra per guerreggiare Colui che la aveva creato, non solo, ma ruppe l’accordo, l’ordine e la pace, così il mio Volere, con la forza della sua Onnipotenza regnando nella creatura converte ciò che fa la creatura in vincoli d’accordo, d’ordine, di pace e d’amore. Sicché da essa esce come una nuvoletta bianca, che elevandosi si spande e s’innalza fino al trono divino, che erompendo in tante voci per quanti atti ha fatto dice: “Gran Dio, pace ti porto dalla terra, e Tu dammi la tua pace per portarla come vincolo di pace tra Te e l’umane generazione”. Questa nuvoletta sale e scende, scende e sale e fa l’ufficio di paciera tra il Cielo e la terra”.