26-24 Luglio 30, 1929 Differenza di chi opera santamente nell’ordine umano, e di chi opera nella Divina Volontà. Come senza di Essa si tiene la forza del bambino. Come tutto il male è dell’umana volontà.
(1) La mia povera mente si gira sempre intorno e dentro del Fiat Supremo, ed oh! quante sorprese, quante maraviglie di questo Volere sì Santo. La mia piccola intelligenza si perde nel suo vastissimo mare, e molte cose non mi sento capace, né ho i vocaboli per narrarle, e perciò mi sento come uno che mangiassi un cibo, o che vedesse una cosa bella e non sa come si chiamano. Se il Voler Divino non facesse un prodigio di farmi dire ciò che mi manifesta, quante cose di più lascerei nel suo stesso mare, senza saper dire nulla. Onde,
... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) La mia povera mente si gira sempre intorno e dentro del Fiat Supremo, ed oh! quante sorprese, quante maraviglie di questo Volere sì Santo. La mia piccola intelligenza si perde nel suo vastissimo mare, e molte cose non mi sento capace, né ho i vocaboli per narrarle, e perciò mi sento come uno che mangiassi un cibo, o che vedesse una cosa bella e non sa come si chiamano. Se il Voler Divino non facesse un prodigio di farmi dire ciò che mi manifesta, quante cose di più lascerei nel suo stesso mare, senza saper dire nulla. Onde, mentre mi sentivo sperduta nel Fiat Divino, il mio sempre amabile Gesù, facendosi sentire nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, che differenza tra chi opera le virtù santamente, ma nell’ordine umano, e tra chi opera le virtù nell’ordine divino della mia Divina Volontà. Le prime, come praticano le virtù, così restano divise tra loro, in modo che si vede la diversità dei loro atti, una virtù si vede pazienza, un’altra obbedienza, una terza carità, ognuna ha il suo distintivo, senza potersi fondere insieme da poter formare un’atto solo, che dà di divino e abbraccia l’eterno e l’infinito. Invece chi opera nella mia Divina Volontà, la sua luce tiene la virtù comunicativa e unitiva, che fondendosi insieme, perché tutte fatte nella sorgente della sua luce, formano un’atto solo con effetti innumerevoli, da abbracciare con l’infinità della sua luce lo stesso Creatore. Simbolo del sole, perch’è uno, perché possiede la sorgente della luce che mai si spegne, abbraccia la terra, e coi suoi innumerevoli effetti dà tutte le tinte e comunica la vita della sua luce a tutti e a tutto. La forza unitiva tiene la virtù comunicativa, in modo che se vogliono, tutti possono prendere un bene che si mette a disposizione di tutti. Invece chi opera nell’ordine umano è simbolo delle luci del basso mondo, che ad onta che ce ne sono tante, non hanno virtù di fugare le tenebre della notte e di formare il pieno giorno, né di abbracciare con tanta molteplicità di luce tutta la terra, perciò si possono chiamare luce personale, locale, e a tempo e a circostanza. Oh! se tutti sapessero il gran segreto d’operare nel mio Volere Divino, farebbero a gara di non farsi nulla sfuggire che non passasse da dentro la sua luce purissima”.
(3) Io sono continuata a seguire la Divina Volontà, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, la creatura senza della mia Volontà è come un bambino che non tiene forza di poter sostenere un peso, e da fare lavori tanto utili da potersi lui stesso mantenere la sua piccola esistenza, e se si volesse obbligare a prendere un’oggetto pesante, e a sostenere un lavoro, il bambino vedendosi impotente e senza forza, forse proverebbe, ma vedendosi che neppure può smuovere quell’oggetto, né sostenere quel lavoro, scoppierebbe in pianto il povero piccino, e non ne farebbe nulla, e per metterlo in festa basterebbe darli un confetto. Invece chi possiede la mia Divina Volontà tiene la forza dell’uomo adulto, anzi la forza divina, e se si dice di prendere l’oggetto pesante, senza mettersi in pena lo prende come se nulla fosse, mentre il povero piccino resterebbe schiacciato sotto, se si vuole far sostenere un lavoro, si metterà in festa per l’acquisto ed il guadagno che le sarà dato, e se si volessi dare un confetto, l’avrebbe a sdegno e direbbe: datemi il giusto guadagno del mio lavoro, perché devo vivere. Vedi dunque, chi tiene la mia Divina Volontà tiene forza sufficiente a tutto, quindi tutto le riesce facile, lo stesso patire, sentendosi forte, lo guarda come un nuovo acquisto. Perché tanti non sanno sostenere nulla, una debolezza di bambino pare che li seguita? E’ la forza della mia Divina Volontà che manca; ecco la causa di tutti i mali. Perciò sii attenta figlia mia a non uscire mai dalla mia Divina Volontà”.
(5) Onde continuavo a seguire i miei atti nel Fiat Divino, e giunta quando Esso chiamò a vita, alla luce del giorno, la Sovrana Celeste, pensavo tra me: Iddio nel creare la Vergine Santissima, non solo arricchì la sua bell’anima di tanti privilegi, ma anche la sua natura dovette trasformare per renderla pura e santa com’è. Ed il mio amato Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(6) “Figlia mia, nulla c’era d’aggiungere alla sua natura, perché non fu la natura umana che peccò, ma la volontà umana, perché la natura umana stava al suo posto, come uscì dalle nostre mani creatrici, perciò ce ne servimmo di quella stessa natura delle altre creature nel creare la Vergine. Quello che si contaminò fu la sua volontà nell’uomo, e siccome questa natura umana era animata, e abitava nella natura umana questa volontà ribelle, essa partecipò e restò contaminata. Sicché, messe in armonia la Divina Volontà e l’umana, dandole il dominio, il regime, come è da Noi voluto, la natura umana perde i tristi effetti e resta bella come uscì dalle nostre mani creatrici. Ora, nella Regina del Cielo, tutto il nostro lavoro fu sulla sua volontà umana, la quale ricevette con gioia il dominio della nostra, e la nostra, non trovando nessuna opposizione da parte della sua, operò prodigi di grazie, ed in virtù del mio Volere Divino restò santificata, e non sentì i tristi effetti ed i mali che sentono le altre creature. Perciò figlia mia, tolta la causa, gli effetti finiscono. Oh! se la mia Divina Volontà entra nelle creature e vi regna, sbandirà tutti i mali in esse, e vi parteciperà tutti i beni nell’anima e nel corpo”.
26-25 Agosto 3, 1929 Quando Iddio decide di far opere che devono servire a tutti, nella sua foga d’amore mette tutti da parte. Come l’Essere Supremo possiede la vena inesauribile.
(1) Continuo il mio solito abbandono nel Fiat Divino, me lo sento come accentrato sulla mia piccola esistenza, sento la sua immensità, la sua potenza, la sua forza creatrice e rapitrice, che coinvolgendomi dappertutto, non mi è dato di potergli resistere, ma mi sento felice di questa mia debolezza, e volontariamente voglio essere debole per sentire tutta la potenza del Volere Divino sopra la mia piccolezza. Ma mentre mi sentivo inabissata in Esso, il mio dolce Gesù, facendosi sentire e vedere mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la nostra Divinità, quando si decide di fare opere
... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Continuo il mio solito abbandono nel Fiat Divino, me lo sento come accentrato sulla mia piccola esistenza, sento la sua immensità, la sua potenza, la sua forza creatrice e rapitrice, che coinvolgendomi dappertutto, non mi è dato di potergli resistere, ma mi sento felice di questa mia debolezza, e volontariamente voglio essere debole per sentire tutta la potenza del Volere Divino sopra la mia piccolezza. Ma mentre mi sentivo inabissata in Esso, il mio dolce Gesù, facendosi sentire e vedere mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la nostra Divinità, quando si decide di fare opere universali, l’anima che viene eletta come prima, alla quale affidiamo un’opera che deve servire al bene di tutti, è tanta la foga del nostro amore, che mettiamo tutto e tutti da parte, come se nessun’altro esistesse, e accentriamo tutto il nostro Essere Divino sopra di lei e le diamo tanto del nostro, fino a formare mari intorno a lei e affogarla di tutti i nostri beni, e vogliamo tanto dare, perché la foga del nostro amore ci porta a non mai arrestarci, per vedere in essa la nostra opera compiuta, per mezzo della quale tutto e tutti possono godere e prendere i beni universali che la nostra opera racchiude. Con ciò, non che non vediamo ciò che fanno le altre creature, perché la nostra onniveggenza ed immensità nulla ci nasconde, siamo a giorno di tutto, e da Noi parte la vita e aiuti a tutti, ma agiamo in modo, e ci comportiamo come se null’altro esistesse. Così agimmo nella Creazione, dopo d’aver formato cieli, soli, terra, ordinando tutto con armonia e magnificenza tale da far stordire, nel creare l’uomo ci accentrammo sopra di lui, e fu tanta la foga del nostro amore, rigurgitò sì forte, che formando velo in torno a Noi ci fece scomparire tutto, mentre tutto vedevamo, e ci occupammo solo dell’uomo; che cosa non versammo in lui? Tutto. Se nella Creazione ci fu la magnificenza e bellezza delle nostre opere, nell’uomo ci fu non solo l’accentramento di tutte le nostre opere fuse in lui, ma quello ch’è più, l’insediamento della nostra Vita. Il nostro amore rigurgitava, non si dava posa, voleva sempre dare perché vedeva in lui tutte le umane generazioni. Così agimmo nella Regina del Cielo, tutto fu messo da parte, tutto il male delle altre creature e ci occupammo solo di Lei, e versammo tanto che fu la piena di grazia, perché doveva essere la Madre universale, e causa della Redenzione di tutti; così stiamo agendo con te, per il regno del nostro Voler Divino stiamo facendo come se null’altro esistesse, se volessimo guardare ciò che fanno le altre creature, i mali che commettono, le ingratitudini, il regno del nostro Volere starebbe sempre in Cielo, non solo, ma neppure ci sentiremmo disposti a dire una sola verità del nostro Fiat Supremo. Ma il nostro amore, formando il suo velo d’amore a tutti i mali delle creature ci mette tutto da parte, e rigurgitando forte, non solo ci fa parlare di Esso, ma è quello che più ci fa decidere di dare il gran dono del regno del nostro Fiat alle creature. Quando il nostro amore s’incaponisce, sembra che non ragiona e vuol vincere a via d’amore, non di ragione, perciò come se nulla guardasse e sentisse, a qualunque costo vuol dare ciò che ha deciso. Ecco perciò non risparmia nulla e tutto si sviscera sulla creatura che viene eletta per il gran bene universale che deve discendere a pro di tutte le umane generazioni. Ecco perciò la causa del tanto darti e dirti, sono foghe del nostro amore che nulla vuole risparmiare, tutto vuol dare purché il regno della nostra Divina Volontà regni sulla terra”.
(3) Onde la mia mente continuava a pensare a tante cose sulla Divina Volontà, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, il nostro Essere Supremo è vena inesauribile, non esauriamo mai, né possiamo dire abbiamo finito di dare, perché per quanto diamo, teniamo sempre da dare, e mentre diamo un bene, un’altro ne sorge per mettersi in via per darsi alle creature; ma per quanto siamo inesauribili, non diamo i nostri beni, le nostre grazie, né diciamo le nostre verità a chi non è disposta, a chi non fa attenzione ad ascoltarci per imparare le nostre lezioni sublimi, e modellare la sua vita a secondo dei nostri insegnamenti, in modo da vedere scritto in lei i nostri insegnamenti, e arricchita dei nostri doni, se ciò non vediamo, i nostri doni non si partono da Noi, né la nostra voce giunge all’udito della creatura, e se qualche cosa sente, è come di voce che viene da lontano, che non le riesce di comprendere chiaramente ciò che Noi vogliamo dirle. Perciò la nostra vena inesauribile resta arrestata dalle indisposizioni delle creature. Ma sai tu chi dà le vere disposizioni all’anima? La nostra Divina Volontà. Essa la svuota di tutto, la riordina, la dispone in modo mirabile, in modo che la nostra vena inesauribile non cessa mai di dare, e di farle sentire le sue lezioni sublimi. Perciò fatti dominare sempre dal mio Fiat Divino, e la nostra vena inesauribile non cesserà mai di riversarsi sopra di te, e Noi avremo il contento di far sorgere dal nostro Essere Divino nuove grazie, nuovi doni e lezioni non mai ascoltate”.
26-26 Agosto 7, 1929 Mezzi principali per far regnare la Divina Volontà: Le conoscenze. Differenza di chi vive nella Divina Volontà e nell’umano volere.
(1) Stavo seguendo i miei atti nel Voler Divino e pensavo tra me: “Come potrà venire a regnare la Divina Volontà? Quali saranno i mezzi, gli aiuti, le grazie per disporre le creature per farsi dominare da Essa?” Ed il mio sempre amato Gesù, movendosi nel mio interno, tutto bontà e tenerezza mi ha detto:
(2) “Figlia mia, i mezzi principali per far regnare sulla terra il mio Fiat Divino sono le conoscenze di Esso. Le conoscenze formeranno le vie, disporranno la terra per essere regno suo, formeranno le città, faranno da telegrafi, da telefono, da
... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Stavo seguendo i miei atti nel Voler Divino e pensavo tra me: “Come potrà venire a regnare la Divina Volontà? Quali saranno i mezzi, gli aiuti, le grazie per disporre le creature per farsi dominare da Essa?” Ed il mio sempre amato Gesù, movendosi nel mio interno, tutto bontà e tenerezza mi ha detto:
(2) “Figlia mia, i mezzi principali per far regnare sulla terra il mio Fiat Divino sono le conoscenze di Esso. Le conoscenze formeranno le vie, disporranno la terra per essere regno suo, formeranno le città, faranno da telegrafi, da telefono, da poste, da trombettieri per comunicare tra città e città, tra creature e creature, tra nazioni e nazioni le notizie, le conoscenze importanti sulla mia Divina Volontà, e le conoscenze di Essa getteranno nei cuori la speranza, il desiderio di ricevere un tanto bene; da qui non si può sfuggire, un bene non si può volere, né ricevere se non si conosce, e se si ricevesse senza conoscerlo, è come se non si ricevesse. Quindi le fondamenta, la speranza, la certezza del regno della mia Divina Volontà verranno formate dalle conoscenze di Essa, perciò ne ho detto tante, perché esse saranno le ricchezze, l’alimento, ed i nuovi soli, i nuovi cieli che possederanno i popoli del regno del mio Volere. Ora quando le conoscenze sul mio Fiat si faranno strada, disponendo coloro che avranno il bene di conoscerle, la mia più che paterna bontà, per mostrare l’eccesso del mio amore, metterà in ciascuna creatura, a sua disposizione, la mia stessa Umanità, tutto il bene che operai, in modo che sentiranno tale forza e grazia, da farsi dominare dalla mia Divina Volontà, e la mia Umanità starà in mezzo ai figli del regno mio, come cuore in mezzo a loro, per decoro e onore del mio Fiat, e per antidoto, grazia e difesa a tutti i mali che ha prodotto l’umano volere. È tale e tanta la foga del mio amore che vuole che Essa regni, che farò tali eccessi d’amore da vincere le volontà più ribelli”.
(3) Io nel sentir ciò sono rimasta stupita, e come se volessi mettere dubbio a ciò che Gesù mi aveva detto. E Lui riprendendo il suo dire ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, perché ne dubiti? Non sono Io forse padrone di fare quello che voglio e darmi come mi piace di darmi? Non è forse la mia Umanità il primo fratello primogenito che possedette il regno della mia Divina Volontà, e come primo fratello tengo il diritto di comunicare il diritto agli altri fratelli di possederlo, mettendomi Io a disposizione di loro per darli un tanto bene? Non son’Io il capo di tutta l’umana famiglia, che posso far fluire nelle membra di esse la virtù del capo e far scendere l’atto vitale della mia Volontà Divina nelle membra? E poi, non è forse la mia Umanità che risiede in te continuamente che ti dà tale forza e grazia di voler vivere solo del mio Volere, e ti fa sentire tale pace e felicità da eclissarti il tuo umano volere, in modo che lui stesso si sente felice di vivere come senza vita sotto l’impero della mia Divina Volontà? Perciò quello che necessito sono le conoscenze sul mio Fiat che conoscono, il resto verrà da per sé”.
(5) Dopo ciò continuavo il mio abbandono nel Fiat Divino, mi sembrava che in Esso non ci sono fermate, c’è sempre da fare, ma un fare che non stanca, anzi fortifica, felicita e gioisci del suo lungo cammino; ma mentre ciò pensavo, il mio Sommo Bene Gesù ha soggiunto:
(6) “Figlia mia, chi vive nel mio Voler Divino cammina sempre, perché tiene il giro dell’eternità, che non finisce mai, a sua disposizione, e non fermandosi mai, prende sempre, e se si fermasse, una piccola fermata, un passo in meno, le costerebbe la perdita d’un passo e d’una felicità divina, perché il mio Fiat è un’atto sempre nuovo di felicità, di grazia e di bellezza indescrivibile ed inarrivabile, e l’anima se cammina prende, e se si ferma non prende, perché non avendo seguito passo passo il cammino del mio Voler Divino, non ha saputo nulla ciò che di felicità e bellezza ha messo fuori in quel passo il mio Volere. E chi può dirti la gran differenza di chi vive nella mia Divina Volontà e di chi vive nel volere umano? Chi vive nella volontà umana si ferma sempre, il suo giro è così piccolo, che se vuol allungare il passo non trova dove mettere il piede, ad ogni passo che fa, prende ora un dispiacere, un disinganno, e sente una debolezza di più, la quale la trascina anche al peccato. Oh! come è breve il giro dell’umana volontà, pieno di miserie, di precipizi e d’amarezze, eppure amano tanto di vivere nella sua cerchia! che pazzia, che stoltezza, da deplorarsi!”
26-27 Agosto 12,1929 Magnificenza della Creazione. Il punto nero dell’umana volontà.
(1) Stavo facendo il mio giro nel Voler Divino, ed il mio dolce Gesù, tirandomi fuori di me stessa, mi faceva vedere la Creazione tutta nell’atto d’uscire dalle sue mani creatrici, ogni cosa portava l’impronta della mano creatrice del suo Fattore, quindi tutto era perfetto, d’una bellezza incantevole. Ogni cosa creata era animata di viva luce, o come proprietà di natura datagli da Dio, o indirettamente comunicata da chi la possedeva; tutto era luce e bellezza. Ma fra tanta luce ed incanto di bellezza, si vedeva un punto nero, il quale compariva così brutto, specie ché si trovava in mezzo a tante opere sì belle, maestose e fulgide, questo punto nero destava terrore e compassione, perché sembrava che di sua natura Dio non l’aveva creato nero, ma bello, anzi era prima un’opera delle più belle create dall’Ente Supremo. Ma mentre ciò vedevo, il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tutto ciò che fu fatto da Noi nella Creazione sta sempre in atto di farsi, come se continuamente stessimo in atto di farla, è la nostra forza creatrice, che quando fa un’opera non si ritira mai, vi resta dentro come atto perenne di vita, vi forma il suo palpito continuo ed il suo respiro non interrotto, perciò mentre fu fatto una volta, vi resta dentro in atto di farla sempre. Quasi simbolo della natura umana, che mentre una volta fu formata incominciando la vita col palpito e col respiro, per necessità di vivere deve respirare e palpitare continuamente, altrimenti cessa la vita. Siamo inseparabili dalle opere nostre, e ci piacciono tanto che ci dilettiamo di farle continuamente, perciò si mantengono maestose, belle, fresche, come se lì, per lì, ricevessero principio di vita. Guardale come sono belle, sono le narratrici del nostro Essere Divino e la nostra perenne gloria. Ma in tanta nostra gloria, guarda, c’è il punto nero dell’umana volontà, che amandolo con più amore, lo dotammo di libero arbitrio, il quale abusando volle respirare e palpitare nel suo umano volere, non col nostro, e perciò si muta continuamente fino ad annerirsi, perdendo la sua bellezza e freschezza, e giunge fino a perdere la Vita Divina nella sua umana natura. Onde, chi metterà in fuga il fitto tenebrio dell’umano volere? Chi li restituirà la freschezza, la bellezza della sua creazione? Gli atti fatti nella nostra Divina Volontà, essi saranno luce che fugheranno le tenebre, e calore che plasmandolo col suo calore, gli distruggeranno tutti gli umori cattivi che l’hanno abbruttito. Gli atti fatti nel mio Volere saranno il contraccolpo a tutti gli atti umani fatti con l’umana volontà, questo contraccolpo restituirà la freschezza, la bellezza, l’ordine come fu creata l’umana volontà. Perciò molti atti ci vogliono, fatti dalla creatura nel nostro Divin Volere, per preparare il contravveleno, la bellezza, la freschezza, l’atto opposto a tutto ciò che di male ha fatto l’umana volontà. E allora nella Creazione le opere nostre compariranno tutte belle, il punto nero scomparirà e si convertirà in un punto, il più luminoso, in mezzo alla magnificenza delle nostre opere create, e la nostra Divina Volontà prenderà il dominio di tutto, e vi regnerà come in Cielo così in terra. Perciò sii attenta ad operare nel mio Volere Divino, perché ad ogni atto umano ci vuole l’atto divino, che con impero atterra, purifica e abbellisce ciò che ha fatto di male l’umana volontà”.
26-28 Agosto 25, 1929 Come Gesù creò il germe del Fiat Divino nel formare il Pater Noster. Virtù che tiene la luce.
(1) Stavo pensando al Fiat Divino e come mai poteva effettuarsi il suo regno sulla terra, mi sembrava impossibile, primo che non c’è chi si occupa di farlo conoscere, e se qualche cosa si dice o si progetta si risolve tutto in parole, ma i fatti sono, oh! quanto lontani, e chi sa che generazione avrà il bene di conoscere ciò che riguarda le conoscenze della Divina Volontà, ed il suo regno; secondo, mi sembra la terra impreparata, e credo che per avere un tanto bene, che il regno della Divina Volontà, le sue conoscenze domini la terra, chi sa quanti prodigi lo seguiranno prima! Ma mentre ciò e altro pensavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tu devi sapere che la mia venuta sulla terra e tutto ciò che Io feci nella Redenzione, la mia stessa morte e resurrezione, non fu altro che atto preparatorio al regno della mia Divina Volontà, e quando formai il Pater Noster, formai il germe del regno del mio Fiat Divino in mezzo alle creature, e se Io quando parlo creo e dal nulla faccio uscire le opere più grandi, belle e meravigliose, molto più quando con l’impero della mia preghiera parlante tengo virtù di creare quello che voglio. Perciò il germe del regno del mio Volere fu creato da Me nell’atto che pregavo, formando e recitando il Pater Noster. E se l’insegnai agli apostoli, fu perché la Chiesa col recitarlo potesse innaffiarlo e fecondare questo germe, e disporsi a modellare la loro vita a secondo le disposizioni del mio Fiat Divino. Le mie conoscenze sopra di Esso, le mie tante manifestazioni, hanno sviluppato questo germe, e siccome sono stati accompagnati dagli atti fatti da te nel mio Volere Divino, si sono formati tanti granelli da formare una grande massa, della quale ognuno può prendere la sua parte, sempre se vogliono, per vivere della Vita della Divina Volontà. Quindi tutto c’è figlia mia, gli atti più necessari, c’è il germe creato da Me, perché se non c’è il germe è inutile sperare la pianta, ma se c’è il seme, il lavoro ci vuole, la volontà di volere il frutto di quel seme, e la pianta è sicura d’averla, perché tenendo il germe si tiene in proprio potere la vita della pianta di quel seme. C’è chi innaffia questo germe per farlo crescere, ogni Pater che si recita serve ad innaffiarlo, ci sono le mie manifestazioni per farlo conoscere. Ci vuole solo chi si offra a fare il banditore, e con coraggio, senza nulla temere, affrontando sacrifici per farlo conoscere. Sicché la parte sostanziale c’è, c’è il più, ci vuole il meno, cioè la parte superficiale, ed il tuo Gesù saprà farsi strada per trovare colui che compirà la missione di far conoscere in mezzo ai popoli la mia Divina Volontà. Perciò da parte tua non mettere nessun ostacolo, fa quello che puoi, ed Io farò il resto, tu non sai come travolgerò le cose e disporrò le circostanze, perciò giungi fino a dubitarne, che il mio Fiat non sarà conosciuto, ed il suo regno non avrà la sua vita sulla terra”.
(3) Onde mi sono tutta abbandonata nel Volere Divino per seguire i suoi atti, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, chi si mette nell’unità del mio Volere, si mette nella luce, e siccome la luce tiene virtù di scendere nel basso e di distendersi come manto di luce sopra ciascuna cosa che investe, così tiene virtù di elevarsi in alto e di investire con la sua luce ciò che nell’alto si trova. Così chi si mette nella luce del mio Fiat, nella sua unità di luce, coi suoi atti si stende nel basso di tutte le generazioni, e col suo atto di luce investe tutti per far bene a tutti, si eleva nell’alto ed investe tutto il Cielo per glorificare tutti. Perciò nella mia Divina Volontà l’anima acquista il diritto di poter porgere a tutti la luce dell’Eterno Fiat, con il dono degli atti suoi moltiplicati per quanti lo vogliono ricevere”.
26-29 Settembre 4, 1929 Perché il sole forma il giorno? Perché è un’atto di Volontà Divina.
(1) I miei giorni sono amarissimi per la privazione del mio sommo e unico bene Gesù, posso dire che il mio cibo continuato è l’intenso dolore d’essere priva di Colui che formava tutto l’insieme della mia vita quaggiù; com’è doloroso il ricordarmi che prima respiravo Gesù, palpitava il palpito di Gesù nel mio cuore, circolava nelle mie vene Gesù, sentivo l’alimento di Gesù che alimentava le mie opere, i miei passi, insomma in tutto sentivo Gesù, e ora tutto è finito e mi si ha cambiato in alimento di dolore. Oh! Dio, che pena, respirare e palpitare dolore intenso d’essere priva di Colui che mi era più che vita propria, che solo l’abbandono nel Fiat mi dà la forza a sopportare un tanto dolore. Ma mentre ciò mi sentivo, il mio dolce Gesù uscendo dal mio interno e stringendomi fra le sue braccia mi ha detto:
(2) “Figlia mia, coraggio, non ti abbattere troppo; dimmi, chi forma il giorno? Il sole, non è vero? E perché forma il giorno? Perché è un’atto di mia Volontà Divina. Ora, come la terra gira, la parte che si scosta dal sole rimane all’oscuro e forma la notte, e la povera terra resta tetra, come sotto un manto di mestizia, in modo che tutti sentono la realtà della notte, ed il gran cambiamento che subisce la terra coll’aver perduto l’astro benefico della luce, cioè l’atto della mia Divina Volontà che creò il sole e lo conserva col suo atto continuo. Così l’anima, fino a tanto che si gira sotto l’atto continuo del mio Volere, è sempre per lei pieno giorno; notte, tenebre, mestizia, non esistono. L’atto continuo del mio Fiat, più che sole le sorride, la mantiene in festa; invece se si gira nella sua volontà umana, più che terra rimane all’oscuro, nella notte della sua umana volontà, la quale padroneggiando l’anima produce tenebre, dubbi, mestizia, da formare la vera notte reale alla povera creatura. Chi può dirti il gran bene, il giorno fulgidissimo che produce un’atto di mia Divina Volontà sopra della creatura? Essa, col suo atto continuo produce tutti i beni e la felicità nel tempo e nell’eternità, perciò sii attenta, racchiude tutta te stessa dentro d’un atto solo della mia Divina Volontà, non uscirne mai se vuoi vivere felice, e tenere in tuo potere la vita della luce ed il giorno che mai tramonta. Un’atto di mia Divina Volontà è tutto per la creatura; Essa col suo atto continuo che mai cessa e mai si cambia, più che tenera madre, tiene stretta al suo seno colei che si abbandona nel suo atto di luce, e alimentandola di luce la cresce come parto suo, nobile e santa, e la tiene difesa nella sua stessa luce”.
26-30 Settembre 8, 1929 La nascita della Vergine fu la rinascita di tutta l’umanità.
(1) La mia povera mente si perdeva nel mare immenso del Fiat Divino, dove si trova tutto in atto, come se non ci fosse né passato né futuro, ma tutto presente e tutto in atto; sicché qualunque cosa vuol trovare delle opere del suo Creatore nel Divin Volere, la piccola anima mia la trova come se in atto la stesse operando, e siccome stavo pensando alla nascita della mia Mamma Celeste, per darle i miei poveri omaggi, e chiamavo la Creazione tutta insieme con me ad inneggiare la Sovrana Regina, il mio dolce Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, anch’Io voglio inneggiare insieme con te e con tutta la Creazione la nascita dell’Altezza della Mamma mia. Tu devi sapere che questa nascita racchiuse in sé la rinascita di tutta l’umana famiglia, e la Creazione tutta si sentì rinata nella nascita della Regina del Cielo. Tutto tripudiò d’allegrezza, si sentivano felici nell’avere la loro Regina, ché fin’allora si sentivano come popolo a cui mancava la loro Regina, e nel loro mutismo aspettavano quel giorno felice per rompere il loro silenzio e dire: Gloria, amore, onore, a Colei che viene in mezzo a noi come Regina nostra, non più saremo senza difesa, senza chi ci domini, senza festa, giacché spuntò Colei che forma la nostra gloria imperitura. Questa celeste bambina, col tenere integra nell’anima sua la nostra Divina Volontà, senza mai fare la sua, riacquistò tutti i diritti dell’Adamo innocente presso il suo Creatore, e la sovranità su tutta la Creazione, perciò tutti si sentirono rinascere in Lei, e Noi vedevamo in questa Vergine Santa, nel suo piccolo cuore, tutti i germi delle umane generazioni. Quindi, per mezzo suo l’umanità riacquistava i diritti perduti, perciò la sua nascita fu la nascita più bella, più gloriosa; Essa, fin dal suo nascere racchiuse nel suo cuoricino materno, come in mezzo a due ali, tutte le generazioni come figli rinati nel suo vergine cuore, per riscaldarli, per tenerli difesi e crescerli e nutrirli col sangue del suo cuore materno. Ecco la causa perché questa tenera Madre Celeste ama tanto le creature, perché tutti sono rinati in Lei, e sente nel suo cuore la vita dei figli suoi. Che cosa non può fare la nostra Divina Volontà dove regna e tiene la sua Vita? Essa le racchiude tutto e tutti, e la fa apportatrice di bene a tutti. Sicché tutti sentono sotto il suo manto azzurro, l’ala materna della loro Madre Celeste, e trovano nel suo materno cuore il loro posticino dove mettersi al sicuro.
(3) Ora figlia mia, chi vive nella mia Divina Volontà rinnova la sua rinascita e raddoppia le rinascite a tutte le umane generazioni; la mia Suprema Volontà quando vive dentro d’un cuore e vi stende la pienezza della sua luce interminabile, accentra tutto e tutti, fa tutto, rinnova tutto, ridà tutto ciò che per secoli e secoli non ha potuto dare per mezzo delle altre creature. Sicché Essa si può chiamare l’alba del giorno, l’aurora che chiama il sole, il sole che rallegra tutta la terra, la illumina, la riscalda, e con le sue ali di luce, più che madre tenera, abbraccia tutto, feconda tutto, e col suo bacio di luce dà le più belle tinte ai fiori, la dolcezza più squisita ai frutti, la maturità a tutte le piante. Oh! se la mia Volontà Divina regnasse in mezzo alle creature, quanti prodigi non opererebbe in mezzo ad esse? Perciò sii attenta, ogni cosa che fai nel mio Fiat Divino è una rinascita che fai in Essa, e rinascere in Essa significa rinascere nell’ordine Divino, rinascere nella luce, rinascere nella santità, nell’amore, nella bellezza, ed in ogni atto di mia Volontà, l’umana volontà subisce la morte, morendo a tutti i mali, e rivive a tutti i beni”.
26-31 Settembre 15, 1929 Il sole: simbolo della Divina Volontà. Il germe della Divina Volontà nell’atto della creatura.
(1) Stavo ripetendo i miei atti nel Divin Volere, per seguire i suoi in tutte le opere sue, e pensavo tra me: “A che pro ripetere sempre i medesimi atti, qual gloria posso dare al mio Creatore?” Ed il mio dolce Gesù, uscendo da dentro il mio interno mi ha stretto fra le sue braccia per raffermarmi e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la ripetizione dei tuoi atti nel Fiat Divino spezza l’isolamento di Esso, e genera la compagnia a tutti gli atti che fa la Divina Volontà. Quindi Essa non si sente più sola,
... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Stavo ripetendo i miei atti nel Divin Volere, per seguire i suoi in tutte le opere sue, e pensavo tra me: “A che pro ripetere sempre i medesimi atti, qual gloria posso dare al mio Creatore?” Ed il mio dolce Gesù, uscendo da dentro il mio interno mi ha stretto fra le sue braccia per raffermarmi e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la ripetizione dei tuoi atti nel Fiat Divino spezza l’isolamento di Esso, e genera la compagnia a tutti gli atti che fa la Divina Volontà. Quindi Essa non si sente più sola, ma tiene a chi può ridire le sue pene, le sue gioie, e affidare i suoi segreti. E poi, un’atto continuamente ripetuto è virtù divina, e tiene virtù di generare i beni che non esistono, di riprodurli e comunicarli a tutti. Un atto continuato è solo capace di formare la vita e di poter dar vita. Guarda il sole, simbolo della mia Divina Volontà, che mai lascia la creatura e che mai si stanca di fare il suo atto continuato di luce; ogni giorno ritorna a visitare la terra, dando sempre i suoi beni, ritorna per rintracciare col suo occhio di luce i beni già dati, e che molte volte non trova: non trova il fiore che ha colorito con la bellezza delle sue tinte e profumati sol col toccarli con le sue mani di luce; non trova il frutto, cui sviscerandosi ha comunicato la sua dolcezza e maturato col suo calore; quante cose non trova il sole dopo che si ha sviscerato con tanti atti più che materni, per formare le più belle fioriture e formare tante piante, crescere tanti frutti col suo alito di luce e di calore, perché l’uomo strappandoli alla terra se n’è servito per alimentare la sua vita. Oh! se il sole fosse capace di ragione e di dolore, si cambierebbe in lacrime di luce e di fuoco ardente, per piangere sopra ciascuna cosa che ha formato e non trova; ma nel suo dolore non cambierebbe volontà col cessare di comunicare i suoi beni alla terra per formare di nuovo ciò che l’è stato tolto, perché è natura sua, per quanto di male le potrebbero fare, di dare sempre il suo atto di luce, nel quale ci sono tutti i beni, senza mai cessare. Tale è la mia Divina Volontà, più che sole si sviscera sopra ciascuna creatura per darle vita continua, si può dire è il suo alito onnipotente di luce e d’amore con cui investe le creature, le forma e le cresce, e se il sole dà luogo alla notte, la mia Divina Volontà non mai lascia a sé soli i suoi cari parti, plasmati, vivificati, formati, cresciuti, col suo alito e bacio ardente di luce, non c’è un istante in cui la mia Divina Volontà lasci la creatura, e che riversandosi sopra di lei non le comunichi le sue varie tinte di bellezza, la sua dolcezza infinita, il suo amore inestinguibile, che cosa non le fa e dà la mia Divina Volontà? Tutto, eppure non è riconosciuta, né amata, né conservano in loro i beni che le comunica. Qual dolore! Mentre si sviscera sopra ciascuna creatura, non trova i beni che comunica, e nel suo dolore continua il suo atto di luce sopra di loro senza mai cessare. Ecco perciò chi deve vivere nel mio Fiat deve avere i suoi atti ripetuti e continui, per far compagnia e raddolcirla nel suo intenso dolore”.
(3) Dopo di ciò continuavo a valicare il mare interminabile del Fiat Divino, e come emettevo i miei piccoli atti nell’Eterno Volere, così si formavano nell’anima mia tanti germi, ed il seme di questi germi era di luce di Volontà Divina, variati da tanti colori, ma animati tutti di luce, ed il mio dolce Gesù facendosi vedere, ad uno ad uno alitava quei germi, e come li fiatava, quei germi crescevano tanto, da toccare l’immensità divina. Io sono restata meravigliata nel vedere la bontà del mio sommo bene Gesù, che con tanto amore prendeva nelle sue mani santissime quei germi per alitargli, e poi li metteva tutti in ordine nell’anima mia, e guardandomi con amore mi ha detto:
(4) “Figlia mia, dove c’è la forza creatrice della mia Divina Volontà, il mio alito divino ha la potenza di rendere immensi gli atti della creatura, perché mentre la creatura opera nel mio Fiat, nel suo atto vi entra la forza creatrice, la quale vi mette la sorgente dell’immensità divina, ed il piccolo atto della creatura si converte, chi in sorgente di luce, chi in sorgente d’amore, altri in sorgente di bontà, di bellezza, di santità, insomma, quanti più atti fa, tante sorgenti divine più acquista, e crescono tanto da sperdersi nell’immensità del suo Creatore. Succede come al lievito, che ha virtù di fermentare la farina, purché nel formare il pane vi si metta il piccolo lievito come germe di fermentazione. Invece se non si mette il lievito, ad onta che sia la stessa farina, il pane non verrà mai fermentato, ma azzimo. Così è la mia Divina Volontà, più che lievito che getta la fermentazione divina nell’atto umano, e l’atto umano diventa atto divino. Ed Io quando trovo il germe della mia Divina Volontà nell’atto della creatura, mi diletto di fiatare l’atto di essa, e lo elevo tanto, da renderlo immenso, molto più che quell’atto lo possiamo chiamare atto nostro, Volontà nostra operante nella creatura”.
26-32 Settembre 20, 1929 Come Gesù solo tiene vocaboli sufficienti per parlare della Divina Volontà. Come la creatura può dire: “Posseggo tutto”. Come la Divina Volontà dove regna forma il suo paradiso.
(1) La mia piccola intelligenza va sempre spaziandosi nel mare immenso del Divin Volere, e appena sa ritenere le goccioline delle tante verità ed innumerevoli bellezze che l’appartengono. Oh! Volontà inarrivabile, amabile e adorabile, chi mai potrà dire di Te il tutto che Tu sei, e narrare la tua lunga ed eterna storia? Né gli angeli, né i santi, avranno parole sufficienti per parlare di Te, molto meno io che sono la piccola ignorantella, che appena so balbettare d’un Volere sì santo. Onde, mentre la mia mente si perdeva nel Fiat Divino, il mio amabile Gesù, facendosi vedere mi ha detto:
(2) “Figlia mia, solo il tuo Gesù può tenere vocaboli sufficienti per parlarti del mio Eterno Volere, perché in natura divina sono la stessa Volontà; ma devo limitarmi nel dire perché la tua piccola capacità non può abbracciare e comprendere e racchiudere tutto ciò che ad Essa appartiene, e devo contentarmi di farti conoscere le sue goccioline, perché la tua mente creata non può contenere il suo mare immenso ed increato, e queste goccioline di luce le cambio in parole per adattarmi, per la tua piccola capacità, e così farti comprendere qualche cosa del mio Fiat indescrivibile ed immensurabile. Basta dire che il mio Volere Divino è tutto, racchiude tutto, se una sol virgola le mancasse di tutto ciò che esiste, in Cielo ed in terra, non si potrebbe chiamare tutto. Quindi la creatura per entrare nel mio Fiat, deve svuotarsi di tutto, ridursi a quel punto quando il suo Creatore chiamandola dal nulla, le dava l’esistenza, a come la forza creatrice della mia Divina Volontà la creava bella, svuotata di tutto, e solo riempita della Vita di Colui che l’aveva creata, così l’anima facendosi investire di nuovo dalla forza creatrice del mio Fiat, la sua luce ed il suo calore la svuoteranno e la ridurrà bella come l’uscì dal nulla, e l’ammetterà a vivere nel tutto della mia Volontà, e la creatura in Essa respirerà il tutto, si sentirà tutta santità, tutt’amore, tutta bellezza, perché il tutto del mio Fiat Divino la terrà nel suo mare, dove il tutto starà a sua disposizione, nessuna cosa le sarà data a metà o a piccole proporzione, perché chi è tutto sa darsi tutto, non a misura, e solo nel mio Volere la creatura può dire: “Posseggo tutto, anzi il tutto è mio”. Invece chi non vive nel mio Volere Divino, non stando il suo essere sotto l’impero di una forza creatrice, non può possedere tutta la pienezza d’una Vita Divina, né si sentirà fino all’orlo dell’anima sua tutta riempita di luce, di santità, d’amore, fino a sboccarne fuori, e formare mari intorno a lei, da sentirsi che il tutto è suo; al più sentirà le piccole particelle divine, la impressione della grazia, dell’amore, della santità, ma non tutto. Ecco perciò che solo chi vive nel mio Fiat è la sola fortunata di conservarsi nel prodigio della sua creazione, e di tenere i diritti di possedere e vivere nell’abbondanza dei beni del suo Creatore”.
(3) Dopo ciò continuavo i miei atti nel Volere Divino, ed il mio amabile Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, chi vive nel mio Fiat avrà il gran bene di possedere un Volere Divino in terra, che le sarà portatore di pace imperturbabile, di fermezza immutabile. Il mio Fiat la crescerà in modo divino, in ogni atto che farà le darà un sorso del nostro Essere Divino, per fare che non ci sia nessuna nostra qualità che non accentri in questa creatura. Non solo questo, ma il mio Volere si diletterà di chiudere in lei la mia Divina Volontà felicitante, con cui felicita tutti i beati, affinché neppure questa manchi in chi vive in Essa, in modo che quando verrà nella nostra patria celeste, porterà come trionfo d’aver vissuto nel nostro Fiat, il suo paradiso di gioia e di felicità tutte divine, e mentre verrà a trovare altre beatitudini più sorprendenti, perché il mio Volere non si esaurisce mai, tiene sempre da dare, la creatura troverà le sue gioie e la felicità che le ha racchiusa la mia Volontà stando in terra. Perciò elevati sempre più in Essa, allarga i tuoi confini, che quanto più di Volontà Divina prenderai in terra, tanto più crescerà la nostra Vita in te, e più felicità e gioie racchiuderai nell’anima tua, e quanto più ne porterai, tanto di più te ne sarà data in Cielo, nella nostra patria celeste”. Sia tutto a gloria di Dio e compimento della sua Santissima Volontà.
27-1 Settembre 23, 1929 Chi vive nella Divina Volontà, nella sua piccolezza racchiude il Tutto e dà Dio a Dio. I prodigi divini.
(1) La Divina Volontà mi assorbe in tutto, e per quanto sento ripugnanza nello scrivere, il Fiat onnipotente col suo impero s’impone sopra di me, piccola creatura, e con la sua padronanza divina mi vince, atterra la mia volontà e mettendosela come sgabello ai suoi piedi divini, col suo impero dolce e forte m’induce a scrivere un nuovo volume, mentre io credevo di farne sosta. Oh! Volontà adorabile, imperante e santa, giacché ne vuoi il sacrificio, non mi sento la forza di resistere e di lottare contro di Te, anzi adoro le tue disposizioni, e sperdendomi nel tuo Santo
... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) La Divina Volontà mi assorbe in tutto, e per quanto sento ripugnanza nello scrivere, il Fiat onnipotente col suo impero s’impone sopra di me, piccola creatura, e con la sua padronanza divina mi vince, atterra la mia volontà e mettendosela come sgabello ai suoi piedi divini, col suo impero dolce e forte m’induce a scrivere un nuovo volume, mentre io credevo di farne sosta. Oh! Volontà adorabile, imperante e santa, giacché ne vuoi il sacrificio, non mi sento la forza di resistere e di lottare contro di Te, anzi adoro le tue disposizioni, e sperdendomi nel tuo Santo Volere ti prego che mi aiuti, fortifichi la mia debolezza e non permettere che io scriva se non ciò che vuoi, e come vuoi Tu; deh! che sia la tua ripetitrice e nulla aggiunga di mio. E tu, amor mio sacramentato, da quella custodia santa con cui tu guardi me, ed io guardo te, mentre scrivo non mi negare il tuo aiuto, anzi vieni insieme con me a scrivere, così solo mi sentirò la forza d’incominciare.
(2) Stavo facendo il mio solito giro nella Creazione per seguire tutti gli atti che il Supremo Volere aveva fatto in tutte le cose create, ed il mio dolce Gesù uscendo dal mio interno mi ha detto:
(3) “Figlia mia, quando la creatura percorre le opere del suo Creatore, significa che vuole riconoscere, apprezzare, amare, ciò che Dio ha fatto per amor suo, e non avendole che dare per contraccambio, mentre percorre le sue opere prende tutta la Creazione come nel suo proprio pugno, e la ridà a Dio, integra e bella per sua gloria e onore dicendogli: “Ti riconosco, ti glorifico per mezzo delle tue stesse opere, che solo sono degne di Te”. Ora, è tale e tanto il nostro compiacimento nel vederci riconosciuti dalla creatura nelle opere nostre, che ci sentiamo come se la Creazione si ripetesse di nuovo per darci doppia gloria, e siccome questa doppia gloria ci viene data perché la creatura riconosce le opere nostre fatte per amor loro, e date ad esse come dono nostro perché ci amassero. La creatura col riconoscere il nostro dono racchiude nel cielo dell’anima sua il Tutto, e Noi vediamo nella piccolezza di essa il nostro Essere Divino con tutte le nostre opere; molto più ché stando il nostro Fiat Divino nella piccolezza di questa creatura, tiene capacità e spazio di racchiudere il Tutto, ed oh! il prodigio, veder racchiuso nella piccolezza umana il Tutto, e che ardita dà il Tutto al Tutto solo per amarlo e glorificarlo. Che il Tutto del nostro Essere Supremo sia il Tutto, non è da meravigliarsi, perché tale è la natura nostra divina: Essere Tutto; ma il Tutto nella piccolezza umana è la meraviglia delle meraviglie, sono prodigi del nostro Voler Divino, che dove regna non sa fare del nostro Essere Divino un essere a metà, ma tutto intero. E siccome la Creazione non è altro che uno sbocco d’amore del nostro Fiat Creante, dove Esso regna racchiude tutte le opere sue, e perciò la piccolezza umana può dire: “Do Dio a Dio”. Ecco perciò quando ci diamo alla creatura vogliamo tutto, anche il suo nulla, affinché sul suo nulla venga ripetuta la nostra parola creatrice, e formiamo il nostro Tutto sopra del nulla della creatura; se non ci dà tutto, la sua piccolezza, il suo nulla, la nostra parola creatrice non viene ripetuta, né è decoro e onore per Noi ripeterla, perché 28[1] Questo libro è stato copiato direttamente dal originale manoscritto di Luisa Piccarreta quando Noi parliamo vogliamo disfarci di tutto ciò che a Noi non appartiene, e quando vediamo che non si dà tutta, non la facciamo roba nostra, ed essa resta la piccolezza e il nulla che è, e Noi restiamo col nostro Tutto che siamo”.
(4) Dopo di ciò continuavo il mio abbandono nel Supremo Fiat, ma mi sentivo mesta per certe cose che non sono necessario dirle sulla carta, ed il mio sempre amabile Gesù, movendosi di me a compassione mi ha stretto tra le sue braccia, e tutto amore mi ha detto:
(5) “Oh! come mi è cara la figlia del mio Volere. Or tu devi sapere che la mestizia non entra nella mia Divina Volontà. Essa è gioia perenne che rende pacifico e felice il suo soggiorno dove regna, perciò questa mestizia, sebbene so ch’è per causa mia, è roba vecchia della tua volontà umana, quindi le robe vecchie non le riceve nella tua anima la mia Volontà Divina, perché ne tiene tante delle nuove, che non basta lo spazio dell’anima tua per metterle tutte, perciò fuori la tua mestizia, fuori. Oh! se sapessi quante rare bellezze forma nell’anima la mia Divina Volontà; dove Essa regna forma il suo cielo, il suo sole, il suo mare ed il venticello dei suoi refrigeri e freschezza divine; Essa, essendo artefice insuperabile, tiene in Sé stessa l’abilità dell’arte della Creazione, e quando entra nella creatura per formare il suo regno, tiene una smania di ripetere la sua arte, e perciò vi stende il cielo, forma il sole, e tutte le bellezze della Creazione, perché dove Essa regna vuole le robe sue, e con la sua arte le forma e si fa circondare dalle opere degne del mio Fiat, perciò la bellezza dell’anima dove Essa regna è indescrivibile. Non succede questo anche nell’ordine umano? Che quando si fa un lavoro, col farlo non perde la sua arte, l’arte rimane dentro della creatura come proprietà sua, e quante volte vuol ripetere il suo lavoro, tiene virtù di ripeterlo, e se il lavoro è bello, smania d’aver occasione di ripetere il suo lavoro. Tale è la mia Volontà Divina, il lavoro della Creazione è bello, maestoso, sontuoso, pieno di ordine e armonia indicibile, quindi va trovando occasione per ripeterlo, e quest’occasione gliela danno le anime che le danno il possesso di farla dominare e stendere il suo regno in loro. Perciò coraggio, allontana da te ciò che non appartiene al mio Fiat Divino, affinché resti libero nel suo lavoro divino, altrimenti formeresti le nubi in torno a te, le quali impedirebbero che la mia luce si allargasse e splendesse coi suoi fulgidi raggi nell’anima tua”.