27-2 Settembre 28, 1929 Primo bacio, sfogo tra Madre e Figlio. Come tutte le cose create contengono ciascuna il suo sfogo. Come chi vive nel Fiat è continua creazione. Contento Divino.
(1) Stavo facendo il mio giro nella Creazione e Redenzione, e la mia piccola intelligenza si è fermata quando il mio vezzoso bambinello, nell’atto d’uscire del seno materno si slanciò nelle braccia della Mamma Celeste, e sentendosi il bisogno di fare il suo primo sfogo d’amore, cinse con le sue piccole braccia il collo della sua Mamma e la baciò. Anche la divina Regina sentì il bisogno di fare il suo primo sfogo d’amore verso l’infante divino, e gli restituì il bacio materno con tale affetto, da sentirsi uscire il cuore dal petto; erano i primi sfoghi che facevano
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(1) Stavo facendo il mio giro nella Creazione e Redenzione, e la mia piccola intelligenza si è fermata quando il mio vezzoso bambinello, nell’atto d’uscire del seno materno si slanciò nelle braccia della Mamma Celeste, e sentendosi il bisogno di fare il suo primo sfogo d’amore, cinse con le sue piccole braccia il collo della sua Mamma e la baciò. Anche la divina Regina sentì il bisogno di fare il suo primo sfogo d’amore verso l’infante divino, e gli restituì il bacio materno con tale affetto, da sentirsi uscire il cuore dal petto; erano i primi sfoghi che facevano Madre e Figlio. Pensavo tra me: “Chi sa quanti beni racchiudevano in questo sfogo? ” Ed il mio dolce Gesù facendosi vedere piccolo bambino in atto di baciare la Mamma sua, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, come sentì il bisogno di fare questo sfogo con la Mamma mia, perché tutto ciò che è stato fatto dal nostro Essere Supremo non è stato altro che sfogo d’amore, ed Io accentravo nella Vergine Regina tutto il nostro sfogo d’amore che avemmo nella Creazione, perché stando in Lei la mia Divina Volontà, era capace di poter ricevere questo nostro sfogo sì grande col mio bacio, e di potermelo ricambiare. Perché solo chi vive di mia Volontà Divina accentra in sé l’atto continuato di tutta la Creazione, e l’attitudine di riversarla in Dio. A chi possiede la mia Divina Volontà tutto posso dare, e tutto può darmi, molto più che la Creazione, avendola uscita in uno sfogo d’amore per darla alla creatura, dura e durerà sempre, e chi sta nella mia Divina Volontà, sta come in casa nostra ricevendo la continuità di questo nostro sfogo con l’atto continuato di tutta la Creazione, perché col conservarla come la facemmo, è come se stessimo in atto sempre di crearla e di dire alla creatura: “Questo nostro sfogo d’aver creato tante cose ti dice: “T’amai, t’amo e t’amerò sempre”. E l’anima che si fa dominare dal nostro Volere Divino, sulle ali di Esso, non potendo contenere questo nostro sfogo d’amore sì grande, sfoga anch’essa e ci dice e ripete il nostro stesso ritornello: “Nel tuo Volere t’amai, t’amo e t’amerò sempre, sempre”. Di fatti, non sono tutte le cose create sfoghi d’amore che il nostro Fiat, come primo attore attestava alla creatura? Sfogo d’amore è il cielo azzurro, e con lo starsi sempre disteso, tempestato di stelle, senza mai sbiadirsi né mutarsi, sboccia il nostro sfogo d’amore continuo verso la creatura. Sfogo d’amore è il sole, e sfoga il nostro amore continuo col riempire di luce tutta la terra, e tutti gli effetti che produce, che sono innumerevoli, sono continui e ripetuti sfoghi che attesta alla creatura. Sfogo del nostro amore è il mare, e come mormora, ripete le sue onde altissime, ora placide, ora tempestose, e come produce i tanti pesci, non sono altro che continui sfoghi del nostro amore. Sfogo dell’amor nostro è la terra, e come si squarcia per produrre fiori, piante, alberi e frutti, così il nostro amore riprende il suo sfogo ardente. Insomma, non c’è cosa da Noi creata dove non c’è lo sfogo continuo del nostro amore. Ma chi è a giorno di tanti nostri sfoghi, chi sente investirsi dalla nostra forza creatrice, e tocca con mano le nostre fiamme inestinguibili fino a sentirsi il bisogno di contraccambiarci coi suoi sfoghi amorosi al suo Creatore? Chi vive del nostro Fiat Divino. Per essa è continua creazione, sente la potenza della nostra forza creatrice, che operando in essa le fa toccare con mano che il suo Creatore sta in atto di continuamente creare per amor suo, facendole sentire i suoi sfoghi non mai interrotti per riceverne il suo ricambio. Ma chi può dirti il nostro contento quando vediamo che la creatura, possedendo il nostro Fiat Divino, riceve e riconosce questi nostri sfoghi, ed essa non potendo contenere il grande eccesso d’amore dei nostri sfoghi divini, nel nostro stesso sfogo d’amore forma il suo sfogo verso il suo Creatore? Allora ci sentiamo come contraccambiati di tutto ciò che facemmo nella Creazione; sentiamo nel suo delirio d’amore che ci dice: “Maestà adorabile, se stesse in mio potere vorrei anch’io crearti un cielo, un sole, un mare, e tutto ciò che Tu creasti, per dirti che ti amo col tuo stesso amore, e con le tue stesse opere, perché l’amore che non opera non si può chiamare amore; ma siccome il tuo Voler Divino tutto mi donò di tutto ciò che creasti, io vi lo ridono per dirti che vi amo, vi amo”. Quindi l’armonia, lo scambio dei doni, l’ordine, ritorna tra Creatore e creatura come da Dio fu stabilito nella Creazione. Or tu devi sapere che l’uomo col fare la sua volontà perdette l’ordine, l’armonia, e perdette i diritti del dono della Creazione, perché solo in chi regna la mia Divina Volontà, essendo Essa la creatrice di tutta la Creazione, dove Essa regna, essendo cosa sua, fa dono con diritto alla creatura, ma dove non regna si può chiamare un intruso nelle opere sue, e perciò non può farla da padrone, né dare a Dio ciò che non è suo, né può sentire tutti i nostri sfoghi d’amore che esistono nella Creazione, perché non tiene la nostra Divina Volontà in suo possesso, che le dica la nostra storia d’amore; senza del nostro Voler Divino l’uomo è il vero ignorantello del suo Creatore, e come il piccolo discepolo senza del maestro. Oh! com’è doloroso vedere l’uomo senza del nostro Fiat. Molto più che la nostra Creazione è il nostro portavoce, è la porgitrice dei nostri baci amorosi, dei nostri abbracci affettuosi. Oh! come sentiva tutto ciò la mia Umanità stando su questa terra; come usciva all’aperto, il sole mi dava il bacio che la mia stessa Volontà aveva depositato nella sua luce per darlo alle creature; il vento mi dava le carezze, gli abbracci che conteneva in deposito dalla mia stessa Divina Volontà; tutta la Creazione è pregna di carismi divini per darli alle creature, e la mia Umanità tutto riceveva, ricambiandoli, per dare sfogo a tanti baci repressi, abbracci respinti, e amore non riconosciuto per tanti secoli, perché non regnando il mio Voler Divino, l’uomo era incapace di ricevere ciò che di bene aveva messo la mia stessa Volontà in tutta la Creazione, e la mia Umanità, possedendo la mia stessa Volontà Divina, dava il primo sfogo e riceveva e dava il contraccambio a tutto ciò che la mia stessa Volontà Divina aveva messo in tutta la Creazione; perciò, come Io usciva tutte le cose create facevano festa, e a gara mi davano ciò che possedevano. Perciò sii attenta, e ti stia solo a cuore di vivere nella mia Divina Volontà se vuoi sentire al vivo ciò che il tuo Gesù ti dice del mio Fiat Supremo”.
27-3 Ottobre 2, 1929 Solo la Divina Volontà rende felice la creatura; preda a vicenda. Chi non ha vera volontà di fare un bene, è un povero storpiato, e Dio non vuol servirsi di lui.
(1) Il mio abbandono e vivere nel Fiat Divino continua, oh! come è potente la sua forza creatrice, oh! com’è abbagliante la sua luce, che infiltrandosi nelle fibre più intime del cuore, le investe e carezzandole si fa luogo e vi erge il suo trono di dominio e di comando, ma con tale dolcezza rapitrice, che la piccolezza della creatura resta sparita, ma felice di restare senza vita e sperduta nel Fiat Divino. Oh! se tutti ti conoscessero, oh! Volontà adorabile, oh! come amerebbero di perdersi in Te per riacquistare la tua Vita ed essere felici della stessa felicità
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(1) Il mio abbandono e vivere nel Fiat Divino continua, oh! come è potente la sua forza creatrice, oh! com’è abbagliante la sua luce, che infiltrandosi nelle fibre più intime del cuore, le investe e carezzandole si fa luogo e vi erge il suo trono di dominio e di comando, ma con tale dolcezza rapitrice, che la piccolezza della creatura resta sparita, ma felice di restare senza vita e sperduta nel Fiat Divino. Oh! se tutti ti conoscessero, oh! Volontà adorabile, oh! come amerebbero di perdersi in Te per riacquistare la tua Vita ed essere felici della stessa felicità divina. Ma mentre la mia piccolezza si sperdeva nel Fiat Divino, il mio amabile Gesù si è mosso nel mio interno e stringendomi forte, forte al suo cuore divino mi ha detto:
(2) “Figlia mia, solo la mia Divina Volontà può rendere felice la creatura, Essa, con la sua luce, o eclissa o mette in fuga tutti i mali, e dice col suo potere divino: “Io sono la felicità perenne, fuggite tutti i mali, voglio essere libera, perché innanzi alla mia felicità tutti i mali perdono la vita”. Chi vive completamente nel mio Voler Divino, è tanto il suo amore che trasforma l’azioni della creatura, e succede uno scambio di vita tra Dio ed essa, scambio d’azioni, di passi, di palpiti. Dio resta avvinto alla creatura, e la creatura a Dio, diventano esseri inseparabili, ed in questo scambio d’azione e di vita si forma il gioco tra Creatore e creatura, uno si fa preda dell’altro, ed in questo predarsi a vicenda scherzano con modo divino, si felicitano, fanno festa, e Dio e la creatura si gloriano, si sentono vittoriosi ché nessuno ha perduto, ma l’uno ha vinto l’altro, perché nella mia Divina Volontà nessuno perde, le perdite non esistono in Essa. Solo di chi vive nel mio Volere posso dire, è il mio trastullo nella Creazione, e mi sento vittorioso d’abbassarmi per farmi vincere dalla creatura, perché so certo che lei non si opporrà a farsi vincere da Me. Perciò il volo nel mio Volere sia sempre continuo”.
(3) Dopo di ciò stavo pensando a tante cose che il benedetto Gesù mi aveva detto sulla sua Divina Volontà, ai tanti desideri ardenti di Lui di farla conoscere, e che ad onta dei tanti desideri di Gesù nulla spuntava per ottenere il suo intento, e dicevo tra me: “Che sapienza di Dio, che misteri profondi, chi mai li può comprendere? Lo vuole, è dolente perché manca chi le fa la via per farla conoscere, mostra il suo cuore che brama, sospira che la sua Divina Volontà si faccia via per farsi conoscere, per formare il suo regno in mezzo alle creature, e poi, come se fosse un Dio impotente, si sbarrano le vie, si chiudono le porte, e Gesù tollera, e con pazienza invincibile ed indicibile, aspetta che si aprano le porte e le vie, bussa ai cuori per trovare chi saranno coloro che si occuperanno per far conoscere la sua Divina Volontà”. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù, facendosi vedere tutto bontà e tenerezza, da spezzare i cuori più duri, mi ha detto:
(4) “Figlia mia, se sapessi quanto soffro quando voglio formare le mie opere e farle conoscere alle creature per darle il bene che contengono, e non trovo chi abbia vero slancio, desiderio verace e volontà di far vita sua l’opera mia per farla conoscere, per dare agli altri la vita del bene dell’opera mia che sente in sé stesso; ed Io quando veggo queste disposizioni in chi deve occuparsi, che Io con tanto amore chiamo e scelgo per le opere che mi appartengono, Io mi sento tanto tirato verso di lui, che per fare che faccia bene ciò che Io voglio mi abbasso, scendo in esso e le do la mia mente, la mia bocca, le mie mani, e fin i miei piedi, affinché in tutto senta la vita dell’opera mia, e come vita sentita, non come cosa a lui strana, possa sentire il bisogno di darla agli altri. Figlia mia, quando un bene non si sente in sé stesso come vita, tutto finisce in parole, non in opere, ed Io resto fuori di loro, non dentro, e perciò restano come poveri storpiati, senza intelligenza, ciechi, muti, senza mani e senza piedi, ed Io nelle opere mie non voglio servirmi di poveri storpiati, li metto da parte, e non badando al tempo continuo a girare per trovare i disposti che devono servire all’opera mia. E come non mi stancai di girare i secoli e tutta la terra per trovare la più piccola, per deporre nella sua piccolezza il gran deposito delle conoscenze della mia Divina Volontà, così non mi stancherò di girare e rigirare la terra per trovare i veri disposti, che apprezzeranno come vita ciò che ho manifestato sul Fiat Divino, e questi faranno qualunque sacrificio per farlo conoscere. Perciò non sono il Dio impotente, ma piuttosto quel Dio paziente, che voglio che le mie opere si facciano con decoro e da persone volonterose, non forzate, perché la cosa che più aborro nelle opere mie è lo sforzo della creatura, come se Io non meritassi i loro piccoli sacrifici, e che per decoro d’un opera sì grande, qual è di far conoscere la mia Divina Volontà, non voglio servirmi di poveri storpi, perché chi non ha volontà verace di fare un bene, è sempre una storpiatura che fa all’anima sua, ma voglio servirmi di persone che somministrandole le mie membra divine, la facciano con decoro, come merita un’opera che tanto bene deve apportare alle creature e grande gloria alla mia Maestà”.
27-4 Ottobre 7, 1929 Come il Fiat Divino è inseparabile dalle opere sue. Momento terribile della caduta d’Adamo.
(1) Mi sentivo tutta immersa nel Fiat Divino, la sua luce mi circondava dappertutto, dentro e fuori, ed il mio dolce Gesù, facendosi vedere, mi ha stretto fra le sue braccia, e avvicinandosi alla mia bocca, dalla sua mi mandava il suo alito nella mia, ma tanto forte che io non potevo contenerlo. Oh! come era soave, dolce, fortificante l’alito di Gesù, io mi sentivo rinascere a nuova vita, ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tutto ciò che esce dalle nostre mani creatrici, contiene conservazione e creazione continua; se il
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(1) Mi sentivo tutta immersa nel Fiat Divino, la sua luce mi circondava dappertutto, dentro e fuori, ed il mio dolce Gesù, facendosi vedere, mi ha stretto fra le sue braccia, e avvicinandosi alla mia bocca, dalla sua mi mandava il suo alito nella mia, ma tanto forte che io non potevo contenerlo. Oh! come era soave, dolce, fortificante l’alito di Gesù, io mi sentivo rinascere a nuova vita, ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tutto ciò che esce dalle nostre mani creatrici, contiene conservazione e creazione continua; se il nostro atto creatore e conservatore si ritirasse dal cielo, dal sole, e da tutto il resto della Creazione, tutti perderebbero la vita, perché essendo la Creazione il nulla, li necessita l’opera del Tutto per conservarsi. Ecco perciò che le nostre opere sono inseparabili da Noi, e ciò che non è soggetto a separarsi, si ama sempre, si ha sempre sott’occhio, e forma una sol cosa l’opera e Colui che l’ha creata. Il nostro Fiat che si pronunziò nell’atto di creare tutte le cose, si restò in atto di dirsi sempre, per costituirsi atto e vita perenne di tutta la Creazione. Noi, nell’operare, non è come l’uomo, che non mette il suo respiro, il suo palpito, la sua vita, il suo calore nell’opera sua, perciò la sua opera è separabile da lui, né l’ama con amore invincibile e perfetto, perché ciò che si rende separabile, si può giungere fino a dimenticarsi dell’opera sua. Invece, Noi nelle opere nostre, è vita che mettiamo, e si ama tanto, che per conservarla facciamo correre sempre la nostra Vita nell’opera nostra, e se vediamo pericolo, come fu dell’uomo, mettiamo la nostra Vita per salvare la vita che è corsa nell’opera nostra.
(3) Ora figlia mia, il tuo vivere nel mio Fiat Divino incominciò col chiederti la tua volontà, che tu ben volentieri mi cedesti, ed Io quando ti vidi donarmi il tuo volere mi sentì vittorioso, e alitandoti volli pronunziare il mio Fiat onnipotente nel fondo dell’anima tua per rinnovare l’atto della Creazione; questo Fiat lo ripeto sempre per darti vita continua di Esso, e come si ripete conserva te e mantiene la sua Vita in te. Ecco perciò mi senti, che spesso fiatandoti ti rinnovo l’anima tua, e l’inseparabilità che sento è la mia Volontà Divina che mi fa amare con amore perenne ciò che abbiamo depositato in te; ogni volta che si ripete il mio Fiat, ogni sua verità che ti manifesta, ogni sua conoscenza o parola che ti dice, è un amore che sorge in Noi per amarti di più e per farsi amare. E’ il nostro Fiat creatore e conservatore che amando la sua Vita e ciò che ha fatto in te, si pronunzia sempre per conservare la sua Vita e la bellezza dell’opera sua. Perciò sii attenta a ricevere continuamente la parola del mio Fiat, ch’è portatore di creazione, di vita e di conservazione”.
(4) Dopo di ciò stavo facendo il mio giro per seguire gli atti del Fiat Divino nella Creazione, e giunta nell’eden mi sono fermata nell’atto quando l’uomo respinse la Volontà Divina per fare la sua. Oh! come comprendevo bene il gran male di fare l’umana volontà, ed il mio amato Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(5) “Figlia mia, certo che fu terribile il momento della caduta d’Adamo; come respinse il nostro Voler Divino per fare il suo, il nostro Fiat stava in atto di ritirarsi dal cielo, dal sole, e da tutta la Creazione per risolverla nel nulla, perché colui che aveva respinto la nostra Divina Volontà, non meritava più che il nostro Fiat mantenesse l’atto continuo di creazione e conservazione in tutta la Creazione, fatta per amor dell’uomo e data a lui come dono dal suo Creatore. Se non fosse stato che il Verbo Eterno avesse offerto i suoi meriti previsti del futuro Redentore, come li offri per preservare la Vergine Immacolata della colpa originale, tutto sarebbe andato in rovina: Il cielo, il sole, si sarebbero ritirati nella nostra sorgente, e ritirandosi la nostra Divina Volontà, tutte le cose create perderebbero la vita. Ma presentandosi il Verbo Umanato innanzi alla Divinità, e facendo presenti i suoi meriti previsti, tutte le cose stettero al loro posto, ed il mio Fiat continuò la sua opera creatrice e conservatrice, aspettando la mia Umanità per farne il dono legittimo che meritavo, tanto vero che si fece solenne promessa all’uomo, dopo la sua caduta, che sarebbe sceso il futuro Redentore per salvarlo, affinché pregasse e si disponesse a riceverlo. Tutto fece la nostra Volontà, e con giustizia teneva diritto su tutto; l’uomo col fare la sua volontà umana gli toglieva i suoi diritti divini, perciò non meritava che il sole gli desse la luce, e come la luce lo investiva si sentiva strappare i diritti della sua luce, ogni cosa creata che prendeva e godeva, erano tanti strappi che gli faceva. Se non fosse per la mia Umanità, per l’uomo tutto era perduto. Perciò il non fare la mia Divina Volontà racchiude tutti i mali, e perdere tutti i diritti, del Cielo e della terra; il farla racchiude tutti i beni, e acquista tutti i diritti, umani e divini”.
27-5 Ottobre 12, 1929 Col vivere nel Divino Volere, il volere umano sale e il Divino scende. Come si acquistano le prerogative divine.
(1) Stavo facendo il mio solito giro nel Fiat Divino, e chiamando tutto ciò che aveva fatto nella Creazione e Redenzione, li offerivo alla Maestà Divina per impetrare che la Divina Volontà fosse conosciuta, affinché regni e domini in mezzo alle creature. Ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Qual è il bene che faccio col ripetere sempre questi giri, atti ed offerte? Ed il mio amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, ogni volta che giri nelle opere nostre, e ti unisci a quei medesimi atti che fece il mio Fiat nella Creazione e Redenzione per offerirceli, tu fai un passo verso del Cielo e la mia Divina Volontà fa un passo verso la terra, sicché come tu sali, Essa scende, e mentre resta immensa s’impiccolisce e si chiude nell’anima tua per ripetere insieme con te i tuoi atti, le tue offerte, le tue preghiere, e Noi sentiamo che il nostro Volere Divino prega in te; sentiamo uscire da te il suo respiro; sentiamo il suo palpito, che mentre palpita in Noi, nel medesimo tempo palpita in te; sentiamo la potenza delle nostre opere creatrici, che schierandosi intorno a Noi, pregano col nostro poter divino che la nostra Divina Volontà scenda a regnare sulla terra; molto più che ciò che tu fai, non sei un’intrusa, oppure un individuo che non occupando nessun ufficio non ha nessun potere, ma sei stata chiamata, e con modo speciale ti è stato dato l’ufficio di far conoscere la nostra Divina Volontà, e di impetrare che il nostro regno venga costituito in mezzo all’umana famiglia. Dunque c’è gran diversità tra chi ha ricevuto un’ufficio da Noi, e tra chi non ha ricevuto nessun impegno. Chi ha ricevuto un’ufficio, tutto ciò che fa lo fa con diritto, con libertà, perché tale è la nostra Divina Volontà, essa rappresenta tutti quelli che devono ricevere il bene che vogliamo dare per mezzo dell’ufficio a lei dato, sicché non sei sola tu che fai il passo verso il Cielo, ma tutti quelli che conosceranno la mia Divina Volontà, ed Essa scendendo, scende per mezzo tuo in tutti quelli che la faranno regnare, perciò l’unico mezzo per ottenere il regno del Fiat Divino è servirtene delle opere nostre per ottenere un bene sì grande”.
(3) Onde continuavo a seguire gli atti della Divina Volontà, e giunta al punto quando chiamò dal nulla la Sovrana Regina, mi sono fermata a comprenderla, tutta bella, maestosa, i suoi diritti di Regina si stendevano ovunque, Cielo e terra piegavano le ginocchia per riconoscerla Imperatrice di tutti e di tutto, ed io dal fondo del mio cuore veneravo e amavo la Sovrana Signora, e da piccina che sono volevo fare un salto sulle sue ginocchia materne per dirle: “Mamma santa, tutta bella tu sei, e tale sei perché vivesti di Volontà Divina. Deh! Tu che la possiedi, pregala che scenda sulla terra e venga a regnare in mezzo ai figli tuoi”. Ma mentre ciò facevo, il mio adorato Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, se la mia Madre ancorché non fosse stata Madre mia, solo perché fece perfettamente la Divina Volontà e non conobbe altra vita, e visse nella pienezza di Essa, in virtù del vivere sempre del mio Fiat, avrebbe posseduto tutte le prerogative divine, sarebbe stata Regina lo stesso, la più bella di tutte le creature, perché dove regna il mio Fiat Divino vuol dare tutto, non risparmia nulla, anzi l’ama tanto, che facendo uso dei suoi stratagemmi amorosi, si nasconde, s’impiccolisce nella creatura, amando di farsi accoppare da lei. Difatti, non fu un accoppamento che fece la Sovrana del Cielo del mio Voler Divino, che giunse a farmi concepire e a nascondermi nel suo seno? Oh! se tutti conoscessero che sa fare e che può fare il mio Voler Divino, farebbero tutti i sacrifici per vivere solo di mia Volontà”.
27-6 Ottobre 15, 1929 Come tutti stanno in aspettativa della narrazione della storia della Divina Volontà. Vuoto degli atti della creatura nella Divina Volontà.
(1) Mi sentivo tutta immersa nel Fiat Divino; innanzi alla mia povera mente vedevo la Creazione tutta ed i grandi prodigi operati dalla Divina Volontà in Essa. Sembrava che ciascuna cosa creata volesse narrare ciò che possedeva del gran Fiat Divino per farlo conoscere, amare e glorificarlo. Onde mentre la mia mente si perdeva nel guardare la Creazione, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tutti stanno in aspettativa della narrazione del grande poema della Divina Volontà, e siccome la Creazione fu il primo atto esterno dell’operato del mio Fiat, perciò contiene il principio della sua storia di quanto ha fatto per amor della creatura. Ecco la causa che volendoti dire tutta la storia del mio Voler Divino, ho racchiuso dentro tutta la storia della Creazione, con tanti particolari e modi semplici e speciali, perché tu e tutti conoscessero che cosa ha fatto, e che vuol fare il mio Fiat Divino, ed i suoi giusti diritti che vuol regnare in mezzo alle umane generazioni. Tutto ciò che si fece nella Creazione non è conosciuto del tutto dalle creature, l’amore che ebbimo nel crearla, come ogni cosa creata porta una nota d’amore distinta l’una dall’altra, racchiuse dentro un bene speciale alle creature, tanto vero, che la vita di esse è legata con vincoli indissolubili con la Creazione, e se la creatura si vorrebbe sottrarsi dai beni della Creazione, non potrebbe vivere; chi le darebbe l’aria per respirare, la luce per vedere, l’acqua per bere, il cibo per nutrirsi, la terra solida per farla camminare? E mentre la mia Divina Volontà tiene il suo atto continuo, la sua vita e la sua storia, da far conoscere in ciascuna cosa creata, la creatura l’ignora e vive di Essa senza conoscerla. Ecco perciò stanno tutti in aspettativa, la stessa Creazione, ché vogliono far conoscere un Volere sì santo, e l’averti parlato della stessa Creazione con tanto amore, e di ciò che il mio Fiat Divino fa in Essa, mostra il suo grande desiderio che vuole essere meglio conosciuta, molto più che il bene non conosciuto, non porta vita né i beni che possiede. Perciò la mia Volontà è come sterile in mezzo alle creature, né può produrre la pienezza della sua Vita in ciascuna di esse, perché non é conosciuta”.
(3) Dopo di ciò sentivo in me una forza interna che voleva seguire tutti gli atti che il Fiat Divino aveva fatto nella Creazione e Redenzione, ma mentre ciò facevo, pensavo tra me: Qual è il bene che faccio che in tutto voglio seguire il Voler Divino? Ed il mio amato Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, tu devi sapere che tutto ciò che il mio Voler Divino ha fatto tanto nella Creazione quanto nella Redenzione, l’ha fatto per amore delle creature, e queste, conoscendolo, salissero nell’atto suo per guardarlo, amarlo e unire l’atto di loro al suo per tenergli compagnia, e mettervi anche una virgola, un punto, uno sguardo, un ti amo, alle tante opere grandi e prodigi divini che il mio Fiat nella foga del suo amore ha fatto per tutti. Ora, quando tu lo segui negli atti suoi, sente la tua compagnia, non si sentirà solo, sente il tuo piccolo atto, il tuo pensiero che segue l’atto suo, quindi si sente contraccambiato; invece, se tu non lo seguissi, sentirebbe il vuoto di te e degli atti tuoi nell’immensità del mio Voler Divino, e con dolore griderebbe: “Dov’è la piccola figlia del mio Volere? Non me la sento negli atti miei, non godo i suoi sguardi che ammirano ciò che faccio per dirmi un grazie, non sento la sua voce che mi dice ti amo, oh! come mi pesa la solitudine”. E ti farebbe sentire i suoi gemiti nel fondo del tuo cuore col dirti: “Seguimi nelle opere mie, non mi lasciare solo”. Onde, il male che faresti sarebbe formare il vuoto dei tuoi atti nella mia Divina Volontà. E se lo fai, faresti il bene di tenergli compagnia, e se sapessi quanto riesce gradita la compagnia nell’operare, staresti più attenta. E come il mio Fiat Divino sentirebbe il vuoto degli atti tuoi se non lo seguissi, così sentiresti il vuoto dei suoi atti nella tua volontà, e ti sentiresti sola, senza la compagnia della mia Volontà Divina che ama d’occuparti tanto, da non farti sentire più che il tuo volere vive in te”.
27-7 Ottobre 18, 1929 Bellezza della Creazione. Dio sta, per chi vive nella Divina Volontà, in atto di creare sempre. La creatura che vive nel Voler Divino duplica il suo amore verso Dio. Le due braccia: Immutabilità e fermezza.
(1) Mi sentiva nell’immensità della luce del Fiat Divino, ed in questa luce si vedeva schierata tutta la Creazione come parto di Esso, che volendosi dilettare delle sue opere pareva come se stesse in atto di crearle e di farle sempre col conservarle; ed il mio amabile Gesù, uscendo da dentro il mio interno in atto di guardare la Creazione per glorificarsi per mezzo delle sue opere, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, com’è bella la Creazione, come ci glorifica, come magnifica la potenza del nostro Fiat; essa non è altro che un’atto solo del nostro
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(1) Mi sentiva nell’immensità della luce del Fiat Divino, ed in questa luce si vedeva schierata tutta la Creazione come parto di Esso, che volendosi dilettare delle sue opere pareva come se stesse in atto di crearle e di farle sempre col conservarle; ed il mio amabile Gesù, uscendo da dentro il mio interno in atto di guardare la Creazione per glorificarsi per mezzo delle sue opere, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, com’è bella la Creazione, come ci glorifica, come magnifica la potenza del nostro Fiat; essa non è altro che un’atto solo del nostro Volere Divino, e se si veggono tante cose distinte l’una dall’altra, non sono altro che gli effetti dell’unico suo atto, che mai cessa e che contiene il suo atto operante continuo. E siccome il nostro atto possiede in natura come proprietà tutta sua: luce, immensità, impero e molteplicità d’effetti innumerevoli, quindi non è maraviglia che come il nostro Fiat formò il suo unico atto, uscirono immensità di cielo, sole fulgidissimo, vastità di mare, vento imperante, bellezza di fioritura, specie d’ogni genero, potenza, che come se fosse un soffio leggero, una piccola piuma, tutta la Creazione la mantiene sospesa, senza nessun appoggio, racchiusa solo nella sua forza creatrice. Oh! potenza del mio Fiat, come sei insuperabile ed inarrivabile. Ora, tu devi sapere che solo nell’anima dove regna il mio Voler Divino, stando che Esso regna in tutta la Creazione, ciò che fa l’anima si unisce all’atto unico che fa il mio Volere nella Creazione, per ricevere il deposito di tutto il bene che fu fatto in essa, perché questa gran macchina dell’universo fu fatta per darla alla creatura, ma a quella che avrebbe fatto regnare il nostro Voler Divino; è giusto che non usciamo dal nostro scopo prefissoci, e che la creatura riconosca e riceva il nostro dono. Ma come riceverlo se non sta in casa nostra, cioè nella nostra Divina Volontà? Le mancherebbe la capacità di riceverlo e lo spazio dove contenerlo, perciò solo chi possiede il mio Voler Divino può riceverlo. Esso si diletta col suo unico atto, come se stesse in atto di creare per amore di lei, le fa sentire il suo atto continuo di creare il cielo, il sole e tutto, e le dice: “Vedi quanto ti amo, solo per te continuo a creare tutte le cose, e per avere da te il contraccambio me ne servo degli atti tuoi come materia per distendere il cielo, come materia di luce per formare il sole, e così di tutto il resto; quanti più atti fai nel mio Fiat, tanta più materia mi somministri per formare in te cose più belle”. Perciò il tuo volo nel mio Volere non si arresti mai, ed Io prenderò occasione di sempre operare in te”.
(3) Dopo di ciò continuavo i miei atti nel Voler Divino, e facendo miei tutti i suoi atti fatti nella Creazione e Redenzione, li offerivo alla Divina Maestà, come il più bel dono che potesse darle come contraccambio del mio amore, e dicevo tra me: “Oh! come vorrei avere un cielo, un sole, un mare, una terra fiorita, e tutto ciò che esiste, tutto mio, per poter dare al mio Creatore un mio cielo, un sole che fosse mio, un mare e una fioritura, che tutti dicessero: Ti amo, ti amo, ti adoro”. Ma mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù stringendomi fra le sue braccia mi ha detto:
(4) “Figlia mia, chi vive nel nostro Volere, tutto è suo, essendo uno il volere suo col nostro, ciò che è nostro è suo, quindi puoi dirci con tutta verità: “Vi do il mio cielo, il mio sole e tutto; l’amore della creatura si eleva nel nostro amore e si mette a la pari con Noi. Nel nostro Fiat Divino la creatura duplica il nostro amore, la nostra luce, la nostra potenza, felicità e bellezza, e ci sentiamo amati non solo col nostro stesso amore duplicato, ma con amore potente, con amore che ci rapisce, con amore che ci felicita, e Noi, vedendoci amati con amore duplicato da parte della creatura che vive nel nostro Volere, ci sentiamo per amor suo d’amare tutte le creature con amore duplicato. Perché la creatura nel nostro Fiat, il suo atto perde la vita ed acquista il nostro atto come suo, il nostro atto possiede la sorgente della luce, della potenza, dell’amore, la sorgente della felicità e bellezza, e l’anima può duplicare, triplicare, moltiplicare quanto vuole le nostre sorgenti, e Noi, siccome sta nel nostro Volere, la facciamo fare, le diamo tutta la libertà, perché ciò che fa resta tutto in casa nostra, niente esce dai nostri confini divini ed interminabili, perciò non c’è nessun pericolo che la sorgente dei nostri beni possa ricevere nocumento alcuno. Quindi se tu starai sempre nel nostro Voler Divino, ciò ch’è nostro è tuo, e puoi darci come tuo ciò che vuoi”.
(5) Onde mi sentivo afflitta per tante cose che non è necessario dirle sulla carta, ed il mio adorabile Gesù ha soggiunto:
(6) “Figlia mia, coraggio, non voglio che ti affligga; voglio vedere nell’anima tua la pace e la gioia della patria celeste, voglio che la tua stessa natura dia di profumo di Volontà Divina, ch’è tutta pace e felicità. Essa si sentirebbe in te a disagio e come compressa nella sua luce e felicità se non c’è in te pace e felicità perenne. E poi, non sai tu che chi vive nel mio Fiat Divino si forma due braccia? Uno è l’immutabilità, l’altro braccio è la fermezza d’operare continuamente. Con queste due braccia tiene avvinto Iddio, in modo che non si può svincolare dalla creatura, non solo, ma gode che lo tiene avvinto a sé. Quindi non hai ragione, qualunque siano le cose d’affliggerti quando hai un Dio ch’è tutto tuo. Perciò il tuo pensiero sia di vivere in quel Fiat che ti diede la vita per formare vita in te, ed Io ci penserò al resto”.
27-8 Ottobre 21, 1929 Paragone tra la venuta del Verbo sulla terra e la Divina Volontà.
(1) Mi sentivo tutta impensierita sul Fiat Divino, mille pensieri si affollavano alla mente di ciò che il mio dolce Gesù mi aveva detto sopra di Esso, specie sul suo regnare, e poi dicevo tra me: “Ma ora regna sulla terra la Divina Volontà? E’ vero che si trova dappertutto, non c’è punto dove non esista, ma tiene il suo scettro, il suo assoluto comando in mezzo alle creature? ” Ma mentre la mia mente si perdeva in tanti pensieri, il mio amabile Gesù uscendo da dentro di me mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la
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(1) Mi sentivo tutta impensierita sul Fiat Divino, mille pensieri si affollavano alla mente di ciò che il mio dolce Gesù mi aveva detto sopra di Esso, specie sul suo regnare, e poi dicevo tra me: “Ma ora regna sulla terra la Divina Volontà? E’ vero che si trova dappertutto, non c’è punto dove non esista, ma tiene il suo scettro, il suo assoluto comando in mezzo alle creature? ” Ma mentre la mia mente si perdeva in tanti pensieri, il mio amabile Gesù uscendo da dentro di me mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la mia Divina Volontà regna. Essa è paragonata a Me, Verbo Eterno, che scendendo dal Cielo, mi chiusi nel seno della mia Madre Celeste; chi ne sapeva nulla? Nessuno, neppure San Giuseppe sapeva, a principio del mio concepimento, che Io già stavo in mezzo a loro, solo la mia inseparabile Mamma era a giorno di tutto. Sicché il gran portento della mia discesa dal Cielo in terra era avvenuta ed in realtà, e mentre con la mia immensità esistevo ovunque, Cieli e terra erano immersi in Me, con la mia personalità ero chiuso nel seno materno dell’Immacolata Regina, nessuno mi conosceva, ero ignorato da tutti. Ed ecco figlia mia, il primo passo di paragone tra Me, Verbo Divino, quando scesi dal Cielo e la mia Divina Volontà che fa il suo primo passo per venire a regnare sulla terra. Come Io rivolsi i miei primi passi verso la Vergine Madre, così Essa rivolse i suoi primi passi in te, e come ti chiese il tuo volere e tu lo cedesti, formò subito il suo atto primo di concepimento nell’anima tua, e come ti manifestava le sue conoscenze dandoti come tanti sorsi divini, formava la sua Vita e dava il principio alla formazione del regno suo. Ma per tanto tempo chi ne conosceva nulla? Nessuno, solo Io e te eravamo a giorno di tutto, e dopo qualche tempo fu a giorno il mio rappresentante di ciò che succedeva in te, colui che ti dirigeva, simbolo del mio rappresentante San Giuseppe che doveva figurarmi da padre presso le creature, che prima che Io uscissi dal seno Materno, ebbe il grande onore e dono di conoscere che Io già stavo in mezzo a loro.
(3) Ai primi passi feci il secondo: Andai a Betlemme a nascere; fui riconosciuto e visitato dai pastori di quel luogo, ma non erano persone influenti, si tennero con loro la bella notizia che Io ero già venuto sulla terra, quindi non si occuparono a farmi conoscere, a divulgarmi dappertutto, ed Io continuai a rimanere il Gesù nascosto ed ignorato da tutti, ma per quanto ignorato Io già stavo in mezzo a loro; simbolo ciò della mia Divina Volontà: Spesso spesso hanno venuto da te, e da lontano e da vicino altri miei rappresentanti, i quali hanno ascoltato la bella notizia del regno della mia Divina Volontà, le sue conoscenze e come vuole essere riconosciuta; ma chi, per mancanza d’influenza, e chi di volontà, non si sono occupati a divulgarla ed è restata sconosciuta ed ignorata, ad onta che già esiste in mezzo a loro, ma siccome non conosciuta non regna, regna solo in te, come me ne stavo solo con la mia Mamma Celeste e col mio padre putativo San Giuseppe.
(4) Il terzo passo della mia venuta sulla terra, l’esilio, e questo mi toccò che vennero i santi maghi a visitarmi, i quali fecero un po’ di rumore col cercarmi, questa mia ricerca mise in timore Erode, ed invece d’unirsi insieme per venire a trovarmi, mi voleva tramare la vita per uccidermi, ed Io fui per necessità costretto ad esiliarmi. Simbolo della mia Divina Volontà, spesso spesso sembra che fanno rumore, che la vogliono far conoscere col pubblicarla, macché? Chi è preso da timore, chi teme di compromettersi, chi non si sente di sacrificarsi, ora con un pretesto ed ora con un’altro, tutto finisce in parole, e la mia Divina Volontà resta esiliata da mezzo le creature. E come non mi partì al Cielo, nell’esilio restai in mezzo alle creature, e solo con la mia Divina Madre e con San Giuseppe che mi conoscevano benissimo e formavo il loro paradiso in terra, per gli altri era come se non esistessi, così il mio Fiat, avendo formato in te la sua Vita con tutto il corteggio delle sue conoscenze, se non riceve gli effetti, lo scopo perché si ha fatto conoscere, come si può partire? Perché Noi quando decidiamo di fare un’opera, un bene, non c’è chi ci sposta, quindi, ad onta dell’esilio e del suo nascondimento, come feci Io, che dopo trent’anni di vita nascosta feci la mia Vita pubblica e mi feci conoscere, così il mio Voler Divino non potrà restare sempre nascosto, ma avrà il suo intento di farsi conoscere per regnare in mezzo alle creature. Perciò sii attenta e sappi apprezzare il gran dono della mia Divina Volontà nell’anima tua”.
27-9 Ottobre 24, 1929 Come nella Divina Volontà l’anima tiene tutto in suo potere, perché trova la sorgente delle opere divine, e le può ripetere quanto vuole.
(1) Mi sentivo tutta abbandonata nel Fiat Divino, seguendo e offrendo tutti gli atti suoi, tanto della Creazione quanto quelli della Redenzione, e giungendo al concepimento del Verbo dicevo tra me: “Come vorrei, nel Voler Divino, far mio il concepimento del Verbo per poter offrire all’Ente Supremo l’amore, la gloria, la soddisfazione, come se un’altra volta il Verbo si concepisse”. Ma mentre ciò dicevo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, nella mia Divina Volontà l’anima tiene tutto in suo potere, non vi è cosa che la nostra Divinità abbia fatto, tanto nella Creazione quanto nella Redenzione, che il nostro Fiat Divino non ne possieda la sorgente, perché Esso non sperde nulla dei nostri atti, anzi è la depositaria di tutto. E chi possiede il nostro Voler Divino possiede la sorgente del mio concepimento, della mia nascita, delle mie lacrime, dei miei passi, delle mie opere, di tutto, i nostri atti non esauriscono mai, e come fa memoria e vuole offrire il mio concepimento, viene rinnovato il mio concepimento come se di nuovo concepissi; risorgo a nuova nascita; le mie lacrime, le mie pene, i miei passi e opere risorgono a novella vita e ripetono il gran bene che Io feci nella Redenzione. Sicché chi vive nel nostro Voler Divino è la ripetitrice delle opere nostre, perché come della Creazione nulla si è sperduto di ciò che fu creato, così della Redenzione tutto sta in atto di sorgere continuamente, ma chi ci dà la spinta? Chi ci dà l’occasione di muovere le nostre sorgenti per rinnovare le opere nostre? Chi vive nel nostro Volere; in virtù di Esso la creatura fa parte alla nostra forza creatrice, perciò tutto può far risorgere a novella vita; lei, coi suoi atti, con le sue offerte, con le sue suppliche, muove continuamente le nostre sorgenti, le quali, mosse come da un gradito venticello, formano le onde e straripando fuori i nostri atti, si moltiplicano e crescono all’infinito. Le nostre sorgenti sono simbolizzate dal mare: Se il vento non lo agita, se non vengono formate le onde, le acque non straripano fuori, e le città non restano bagnate. Così le nostre sorgenti di tante opere nostre, se il nostro Fiat Divino non le vuol muovere, o chi vive in Esso non si dà pensiero di formare nessun venticello cogli atti suoi, sebbene sono piene fino all’orlo, ma non straripano fuori per moltiplicare i loro beni a pro delle creature.
(3) Oltre di ciò, chi vive nel nostro Fiat Divino, come va formando gli atti suoi, questi atti salgono al principio da donde uscì la creatura, non restano nel basso, ma salgono tanto in alto, per cercare il seno di Colui donde uscì il primo atto della sua esistenza, questi atti si schierano intorno al principio ch’è Dio come atti divini. Dio, nel vedere gli atti della creatura nella sua Divina Volontà, li riconosce come atti suoi e si sente amato e glorificato come Lui vuole, col suo stesso amore e con la sua stessa gloria”.
27-10 Ottobre 27, 1929 Perché non poteva venire il Regno della Divina Volontà prima della venuta di Nostro Signore sulla terra. Innesto di Gesù Cristo ed innesto d’Adamo.
(1) Stavo facendo il mio giro nella Creazione, e andavo seguendo tutti gli atti fatti dal Fiat Divino dall’eden, fino alla discesa del Verbo Divino sulla terra; ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “E perché non venne il regno della Divina Volontà sulla terra prima che scendesse il Figlio di Dio dal Cielo in terra? ” Ed il mio dolce Gesù, prendendo occasione da ciò che io pensavo, anzi mi sembra che quando tiene voglia di parlarmi, mi dà le riflessioni, mi fa venire i dubbi, le difficoltà, il desiderio di saper tante cose sul suo regno;
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(1) Stavo facendo il mio giro nella Creazione, e andavo seguendo tutti gli atti fatti dal Fiat Divino dall’eden, fino alla discesa del Verbo Divino sulla terra; ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “E perché non venne il regno della Divina Volontà sulla terra prima che scendesse il Figlio di Dio dal Cielo in terra? ” Ed il mio dolce Gesù, prendendo occasione da ciò che io pensavo, anzi mi sembra che quando tiene voglia di parlarmi, mi dà le riflessioni, mi fa venire i dubbi, le difficoltà, il desiderio di saper tante cose sul suo regno; invece, quando non vuol parlarmi, la mia mente tace, non so riflettere a nulla e percorro nella sua luce gli atti della Divina Volontà. Onde il mio amabile Gesù uscendo da dentro il mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, il regno della mia Divina Volontà non poteva venire sulla terra prima della mia venuta in essa, perché non c’era nessuna umanità che possedeva, per quanto a creatura è possibile, la pienezza del mio Fiat Divino, e non possedendola non c’era nessun diritto, né secondo l’ordine divino, né secondo l’ordine umano. Il Cielo era chiuso, le due volontà, umana e Divina, stavano come in cagnesco; l’uomo si sentiva impossibilitato a chiedere un tanto bene, tanto che neppure ci pensava; Dio per diritto di giustizia impossibilitato a darlo. Dio e la creatura si trovavano prima della mia venuta sulla terra, come la terra ed il sole: La terra che non possiede il seme, che spolverizzandolo forma il germoglio per poter formare la pianta di quel seme; il sole non trovando il germoglio non può comunicare gli effetti che possiede per poter formare con la sua virtù vivificatrice lo sviluppo e la formazione di quella pianta. Sicché terra e sole stanno come estranei tra loro, si può dire, se avessero ragione, si guarderebbero come in cagnesco, ché la terra non può produrre e ricevere quel bene, il sole non lo può dare. Tale si trovava l’umanità senza il germe del mio Fiat, e se non c’è il seme è inutile sperare la pianta. Ora la mia venuta sulla terra, il Verbo Divino si vestì d’umana carne, con questo formò l’innesto all’albero dell’umanità. La mia Umanità si prestò come seme al Verbo Eterno, e la mia Volontà Divina formò l’innesto nuovo con la mia volontà umana, da questo incomincio, essendo Io il capo di tutte le umane generazioni, il diritto d’ambi le parti, umana e divina, loro di poter ricevere il regno della mia Divina Volontà, Dio di poterlo dare. Ora, siccome quando si fa un innesto, non subito assimila la forza dei nuovi umori, ma va a poco a poco assimilando i nuovi umori di quell’innesto; quindi fin da principio dà pochi frutti, ma come si va formando così i frutti crescono, sono più pingui e gustosi, fino a tanto che si forma l’albero intero carico di rami e di frutti. Tale è l’innesto fatto da Me all’albero dell’umanità, sono circa duemil’anni e l’umanità non ha ricevuto tutti gli umori del mio innesto; ma c’è da sperare, perché c’è il seme, l’innesto, onde la creatura lo può chiedere; Dio si trova nella possibilità di darlo, perché c’è la mia Umanità, che possedendo in virtù del Verbo fatto carne la mia Divina Volontà per natura, ha restituito i diritti all’uomo e a Dio. Perciò tutto ciò che Io feci nella Redenzione, non è altro che preparativo, innaffiamento, coltivazione, per dare sviluppo a questo innesto celeste fatto da Me, tra le due volontà, umana e Divina. Dunque come poteva venire il regno della mia Divina Volontà prima della mia venuta sulla terra, se mancava l’innesto, il principio della sua Vita, e l’operato in atto nell’anima, ed il primo suo atto nell’atto della opera umana per stendere il suo regno in ciascun’atto di esse? E’ vero che il mio Fiat Divino con la sua potenza ed immensità stendeva il suo impero ovunque, ma nella volontà umana non si trovava come principio di vita, ma solo per potenza ed immensità, si trovava nelle condizioni che si trovano sole e terra: Il sole investe la terra con la sua luce, dà anche i suoi effetti, ma la terra non diventa sole, ed il sole non diventa terra, perché sole e terra non si fondono insieme, in modo da formare la vita l’uno nell’altra, e perciò sono sempre corpi estranei che non si rassomigliano, e per quanto il sole la illumina, la riscalda, comunica i suoi mirabili effetti, non comunicando la sua vita, né la terra cede i suoi diritti di vita nel sole, la terra sarà sempre terra ed il sole sarà sempre sole. Così si trova e si trovava la mia Divina Volontà, fino a tanto che l’uomo non ceda la sua nella mia, la mia non può gettare il suo principio di vita nella volontà umana, la fusione dell’Una e dell’altra non può avvenire, la creatura sarà sempre creatura senza la somiglianza e la Vita del suo Creatore nel fondo dell’anima sua, che può solo formarla il mio Fiat Divino. Quindi ci sarà sempre dissomiglianza, distanza, ad onta che il mio Voler Divino la illumina e gli comunica i suoi mirabili effetti per sua bontà e liberalità, e per effetto di potenza e d’immensità che per sua natura possiede.
(3) Molto più che Adamo col peccare, col fare la sua umana volontà, non solo formò il tarlo alla radice dell’albero dell’umanità, ma vi aggiunse l’innesto, il quale innesto comunicò tutti gli umori cattivi che nel corso dei secoli doveva produrre nell’albero dell’umanità l’innesto d’Adamo; a principio un’innesto non può produrre né grandi bene né grandi mali, ma solo il principio o del male o del bene, difatti Adamo non fece i tanti mali delle umane generazioni, ma appena l’innesto egli fece, e fu causa di torrenti di mali, molto più che non ebbe subito l’innesto in contrario della mia venuta sulla terra, ma dovettero passare secoli e secoli, quindi gli umori cattivi crescevano ed i mali si moltiplicavano, perciò al regno della mia Volontà non c’era da pensarci. Ma quando Io venni sulla terra, col mio concepimento formai l’innesto contrario all’albero della umanità, ed i mali incominciarono ad arrestarsi, gli umori cattivi a distruggersi, onde c’è tutta la speranza che il regno della mia Divina Volontà può formarsi in mezzo alle umane generazioni. Le tante verità che ti ho manifestato sul mio Fiat Divino sono sorsi di vita, i quali, chi innaffia, chi coltiva, chi aumenta gli umori all’albero dell’umanità da Me innestato. Quindi, se nell’albero della mia Umanità è entrata la Vita del mio Fiat Divino e ha formato l’innesto, c’è tutto da sperare che il mio regno abbia il suo scettro, il suo giusto dominio ed il suo comando in mezzo alle creature. Perciò prega e non dubitarne”.
27-11 Ottobre 30, 1929 Chi vive nel Voler Divino può girare in tutte le opere di Dio, e acquista i diritti divini.
(1) Il dolce incanto del Fiat onnipotente, con la sua luce mi tiene come eclissata in Esso, ed io non so vedere che tutti i suoi atti, per mettervi come suggello il mio ti amo sopra di ciascuno degli atti suoi per chiedergli il regno della sua Divina Volontà in mezzo alle creature. Ora, innanzi alla mia mente vedevo una gran ruota di luce che riempiva tutta la terra, e mentre il centro della ruota era tutta una luce, al d’intorno di essa sporgevano tanti raggi per quanti atti aveva fatto il Fiat Divino, ed io passavo da un raggio all’altro per mettervi il suggello del mio ti amo, per restarlo in ogni raggio a chiedergli continuamente il regno della sua Divina Volontà. Ora mentre ciò facevo, il mio sempre amabile Gesù uscendo dal mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, chi vive nel mio Divin Volere e forma i suoi atti in Esso, questi atti rimangono come lavoro della creatura che impegnano Dio per cedergli i diritti d’un regno sì santo, quindi i diritti di farlo conoscere e farlo regnare sulla terra. Perché l’anima che vive nel mio Fiat riacquista tutti gli atti di Esso fatti per amore delle creature. Dio la rende conquistatrice non solo del suo Volere, ma di tutta la Creazione, non vi è atto di Esso in cui la creatura non vi metta il suo atto, fosse pure un ti amo, un ti adoro, eccetera. Onde avendo messo del suo, tutto resta impegnato, ed il mio Fiat si sente felice che finalmente ha trovato la fortunata creatura che può dare ciò che Lui voleva dare con tanto amore fin dal principio della creazione di tutto l’universo. Perciò la creatura col vivere nel mio Voler Divino entra nell’ordine divino, si rende proprietaria delle opere sue, e con diritto può dare e chiedere per gli altri ciò ch’è suo, e siccome vive in Esso i suoi diritti sono divini, e con diritto divino chiede, non umano, ogni suo atto è una chiamata che fa al suo Creatore e col suo stesso impero divino gli dice: “Dammi il regno della tua Divina Volontà, affinché possa darlo alle creature, perché regni in mezzo ad esse, e tutte ti amino con amore divino, e tutte riordinate in te”. Ora tu devi sapere che ogni volta che giri nella mia Volontà per mettervi del tuo, è un diritto divino che più acquisti per chiedere un regno sì santo. Ecco perciò mentre giri in Essa ti si fanno avanti tutte le opere della Creazione, e tutte quelle della Redenzione si schierano intorno a te, aspettandoti per ricevere ciascuna l’atto tuo, per darti il ricambio dell’atto delle opere nostre, e tu le vai rintracciando una per una, per riconoscerli, abbracciarli, per mettervi il tuo piccolo ti amo, il tuo bacio d’amore per farne acquisto. Nel nostro Fiat non c’è tuo e mio tra Creatore e creatura, ma tutto è comunanza, e perciò con diritto può chiedere ciò che vuole. Oh! come mi sentirei afflitto e dolente se in tante pene e atti miei fatti stando sulla terra, la piccola figlia del mio Voler Divino neppure li riconoscesse, né cerca di corteggiare col suo amore e coll’atto suo il mio; come potrei darti il diritto se non li riconoscessi? Molto meno potresti farli tuoi. Il riconoscere le opere nostre è non solo diritto che cediamo, ma possesso. Perciò se vuoi che la mia Divina Volontà vi regni, gira sempre nel nostro Fiat, riconosci tutte le opere nostre, dalla più piccola alla più grande, mettici il tuo piccolo atto a ciascuna di esse, e tutto ti sarà accordato”.