(1) I miei giorni sono amarissimi per la privazione del mio sommo e unico bene Gesù, posso dire che il mio cibo continuato è l’intenso dolore d’essere priva di Colui che formava tutto l’insieme della mia vita quaggiù; com’è doloroso il ricordarmi che prima respiravo Gesù, palpitava il palpito di Gesù nel mio cuore, circolava nelle mie vene Gesù, sentivo l’alimento di Gesù che alimentava le mie opere, i miei passi, insomma in tutto sentivo Gesù, e ora tutto è finito e mi si ha cambiato in alimento di dolore. Oh! Dio, che pena, respirare e palpitare dolore intenso d’essere priva di Colui che mi era più che vita propria, che solo l’abbandono nel Fiat mi dà la forza a sopportare un tanto dolore. Ma mentre ciò mi sentivo, il mio dolce Gesù uscendo dal mio interno e stringendomi fra le sue braccia mi ha detto:
(2) “Figlia mia, coraggio, non ti abbattere troppo; dimmi, chi forma il giorno? Il sole, non è vero? E perché forma il giorno? Perché è un’atto di mia Volontà Divina. Ora, come la terra gira, la parte che si scosta dal sole rimane all’oscuro e forma la notte, e la povera terra resta tetra, come sotto un manto di mestizia, in modo che tutti sentono la realtà della notte, ed il gran cambiamento che subisce la terra coll’aver perduto l’astro benefico della luce, cioè l’atto della mia Divina Volontà che creò il sole e lo conserva col suo atto continuo. Così l’anima, fino a tanto che si gira sotto l’atto continuo del mio Volere, è sempre per lei pieno giorno; notte, tenebre, mestizia, non esistono. L’atto continuo del mio Fiat, più che sole le sorride, la mantiene in festa; invece se si gira nella sua volontà umana, più che terra rimane all’oscuro, nella notte della sua umana volontà, la quale padroneggiando l’anima produce tenebre, dubbi, mestizia, da formare la vera notte reale alla povera creatura. Chi può dirti il gran bene, il giorno fulgidissimo che produce un’atto di mia Divina Volontà sopra della creatura? Essa, col suo atto continuo produce tutti i beni e la felicità nel tempo e nell’eternità, perciò sii attenta, racchiude tutta te stessa dentro d’un atto solo della mia Divina Volontà, non uscirne mai se vuoi vivere felice, e tenere in tuo potere la vita della luce ed il giorno che mai tramonta. Un’atto di mia Divina Volontà è tutto per la creatura; Essa col suo atto continuo che mai cessa e mai si cambia, più che tenera madre, tiene stretta al suo seno colei che si abbandona nel suo atto di luce, e alimentandola di luce la cresce come parto suo, nobile e santa, e la tiene difesa nella sua stessa luce”.