MaM
Messaggio del 14 agosto 1992: Figli cari! Vi invito a rinnovare la preghiera del rosario nelle vostre famiglie. Pregatelo più spesso e offritelo per la pace.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 27-1 Settembre 23, 1929 Chi vive nella Divina Volontà, nella sua piccolezza racchiude il Tutto e dà Dio a Dio. I prodigi divini.

(1) La Divina Volontà mi assorbe in tutto, e per quanto sento ripugnanza nello scrivere, il Fiat onnipotente col suo impero s’impone sopra di me, piccola creatura, e con la sua padronanza divina mi vince, atterra la mia volontà e mettendosela come sgabello ai suoi piedi divini, col suo impero dolce e forte m’induce a scrivere un nuovo volume, mentre io credevo di farne sosta. Oh! Volontà adorabile, imperante e santa, giacché ne vuoi il sacrificio, non mi sento la forza di resistere e di lottare contro di Te, anzi adoro le tue disposizioni, e sperdendomi nel tuo Santo Volere ti prego che mi aiuti, fortifichi la mia debolezza e non permettere che io scriva se non ciò che vuoi, e come vuoi Tu; deh! che sia la tua ripetitrice e nulla aggiunga di mio. E tu, amor mio sacramentato, da quella custodia santa con cui tu guardi me, ed io guardo te, mentre scrivo non mi negare il tuo aiuto, anzi vieni insieme con me a scrivere, così solo mi sentirò la forza d’incominciare.

(2) Stavo facendo il mio solito giro nella Creazione per seguire tutti gli atti che il Supremo Volere aveva fatto in tutte le cose create, ed il mio dolce Gesù uscendo dal mio interno mi ha detto:

(3) “Figlia mia, quando la creatura percorre le opere del suo Creatore, significa che vuole riconoscere, apprezzare, amare, ciò che Dio ha fatto per amor suo, e non avendole che dare per contraccambio, mentre percorre le sue opere prende tutta la Creazione come nel suo proprio pugno, e la ridà a Dio, integra e bella per sua gloria e onore dicendogli: “Ti riconosco, ti glorifico per mezzo delle tue stesse opere, che solo sono degne di Te”. Ora, è tale e tanto il nostro compiacimento nel vederci riconosciuti dalla creatura nelle opere nostre, che ci sentiamo come se la Creazione si ripetesse di nuovo per darci doppia gloria, e siccome questa doppia gloria ci viene data perché la creatura riconosce le opere nostre fatte per amor loro, e date ad esse come dono nostro perché ci amassero. La creatura col riconoscere il nostro dono racchiude nel cielo dell’anima sua il Tutto, e Noi vediamo nella piccolezza di essa il nostro Essere Divino con tutte le nostre opere; molto più ché stando il nostro Fiat Divino nella piccolezza di questa creatura, tiene capacità e spazio di racchiudere il Tutto, ed oh! il prodigio, veder racchiuso nella piccolezza umana il Tutto, e che ardita dà il Tutto al Tutto solo per amarlo e glorificarlo. Che il Tutto del nostro Essere Supremo sia il Tutto, non è da meravigliarsi, perché tale è la natura nostra divina: Essere Tutto; ma il Tutto nella piccolezza umana è la meraviglia delle meraviglie, sono prodigi del nostro Voler Divino, che dove regna non sa fare del nostro Essere Divino un essere a metà, ma tutto intero. E siccome la Creazione non è altro che uno sbocco d’amore del nostro Fiat Creante, dove Esso regna racchiude tutte le opere sue, e perciò la piccolezza umana può dire: “Do Dio a Dio”. Ecco perciò quando ci diamo alla creatura vogliamo tutto, anche il suo nulla, affinché sul suo nulla venga ripetuta la nostra parola creatrice, e formiamo il nostro Tutto sopra del nulla della creatura; se non ci dà tutto, la sua piccolezza, il suo nulla, la nostra parola creatrice non viene ripetuta, né è decoro e onore per Noi ripeterla, perché 28[1] Questo libro è stato copiato direttamente dal originale manoscritto di Luisa Piccarreta quando Noi parliamo vogliamo disfarci di tutto ciò che a Noi non appartiene, e quando vediamo che non si dà tutta, non la facciamo roba nostra, ed essa resta la piccolezza e il nulla che è, e Noi restiamo col nostro Tutto che siamo”.

(4) Dopo di ciò continuavo il mio abbandono nel Supremo Fiat, ma mi sentivo mesta per certe cose che non sono necessario dirle sulla carta, ed il mio sempre amabile Gesù, movendosi di me a compassione mi ha stretto tra le sue braccia, e tutto amore mi ha detto:

(5) “Oh! come mi è cara la figlia del mio Volere. Or tu devi sapere che la mestizia non entra nella mia Divina Volontà. Essa è gioia perenne che rende pacifico e felice il suo soggiorno dove regna, perciò questa mestizia, sebbene so ch’è per causa mia, è roba vecchia della tua volontà umana, quindi le robe vecchie non le riceve nella tua anima la mia Volontà Divina, perché ne tiene tante delle nuove, che non basta lo spazio dell’anima tua per metterle tutte, perciò fuori la tua mestizia, fuori. Oh! se sapessi quante rare bellezze forma nell’anima la mia Divina Volontà; dove Essa regna forma il suo cielo, il suo sole, il suo mare ed il venticello dei suoi refrigeri e freschezza divine; Essa, essendo artefice insuperabile, tiene in Sé stessa l’abilità dell’arte della Creazione, e quando entra nella creatura per formare il suo regno, tiene una smania di ripetere la sua arte, e perciò vi stende il cielo, forma il sole, e tutte le bellezze della Creazione, perché dove Essa regna vuole le robe sue, e con la sua arte le forma e si fa circondare dalle opere degne del mio Fiat, perciò la bellezza dell’anima dove Essa regna è indescrivibile. Non succede questo anche nell’ordine umano? Che quando si fa un lavoro, col farlo non perde la sua arte, l’arte rimane dentro della creatura come proprietà sua, e quante volte vuol ripetere il suo lavoro, tiene virtù di ripeterlo, e se il lavoro è bello, smania d’aver occasione di ripetere il suo lavoro. Tale è la mia Volontà Divina, il lavoro della Creazione è bello, maestoso, sontuoso, pieno di ordine e armonia indicibile, quindi va trovando occasione per ripeterlo, e quest’occasione gliela danno le anime che le danno il possesso di farla dominare e stendere il suo regno in loro. Perciò coraggio, allontana da te ciò che non appartiene al mio Fiat Divino, affinché resti libero nel suo lavoro divino, altrimenti formeresti le nubi in torno a te, le quali impedirebbero che la mia luce si allargasse e splendesse coi suoi fulgidi raggi nell’anima tua”.