(1) Il mio abbandono nel Fiat Divino continua, mi sento che non posso farne a meno di starmi nella cara eredità che il mio dolce Gesù, con tanto amore mi diede dicendomi: “Figlia, te l’affido a te affinché mai ne esca, e facci risuonare il tuo eco continuo da un punto all’altro, in modo che tutto il Cielo può sentire che la nostra interminabile eredità del nostro Fiat sulla terra non è isolata, ma è abitata dalla piccola figlia nostra, lei girerà sempre in Essa per far compagnia a tutti gli atti del nostro Volere, e a tutti ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino per seguire i suoi atti nella Creazione, e giunta nell’eden, la mia povera mente si è fermata nell’atto quando creava l’uomo, e alitandolo gli infondeva la vita, e pregavo Gesù che alitasse la povera anima mia per infondermi il primo alito divino della Creazione, affinché col loro alito rigeneratore potessi ricominciare la mia vita tutta nel Fiat, a secondo lo scopo ché mi avevano creata. Ma mentre ciò facevo, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno, come in atto di volermi alitare e mi ha detto: ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Il mio abbandono nel Fiat Divino continua, e la mia povera mente ora si ferma ad un punto, ora all’altro di Esso, ma non sa uscire da dentro l’immensità dei suoi confini interminabili; anzi non trova né vie, né porte per uscirne. E mentre cammino nel Voler Divino, lo lascio dietro di me, e mentre lo lascio dietro mi si fa avanti con la sua Maestà, a destra e a sinistra, fin sotto dei miei passi e mi dice: “Sono tutto per te, per darti la mia Vita e formarla in te, sicché non c’è altro per te che la mia Volontà Divina e adorabile”. Ora, mentre la mia povera mente si perdeva in Esso, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, chi vive nel mio Voler Divino sente in sé l’atto continuo e costante dell’operato divino del mio Fiat Divino, quest’atto continuo generato dalla sua potenza nella creatura, tiene tale forza, tale impero su tutti, che rapisce tutti col suo dolce incanto, in modo che tutti girano intorno a lei, gli angeli, i santi, la Trinità Sacrosanta, le sfere e la Creazione tutta, tutti vogliono essere spettatori per godere una scena sì dolce, incantevole e bella dell’atto continuo della creatura nel Fiat Divino, essa entra nel banco dell’Ente Supremo, e unificandosi nell’atto continuo del suo Creatore, lei non fa altro che mettere fuori, col suo atto continuo, le innumerevoli bellezze, i suoni più dolci, le rarità insuperabili delle qualità del suo Creatore. E quello che più rapisce è nel vedere la sua piccolezza, che tutta ardita e coraggiosa, senza nulla temere, come se volesse padroneggiare lo stesso Creatore, per fargli piacere, per rapirlo a sé, per chiedergli il regno del suo Volere sulla terra, prende e mette fuori da dentro il banco divino tutte le nostre gioie e felicità come se volesse esaurirle, e vedendo che non le esaurisce non si stanca, ripete il suo atto continuato, in modo che tutti aspettano che finisca, e non vedendola finire si stringono intorno a lei, tanto che essa diventa luogo di centro e tutti girano intorno, per non perdere una scena sì consolante e non mai vista, cioè l’atto continuo della piccolezza umana nell’unità del Fiat Supremo. Molto più che l’operato continuo è solo di Dio e nel vederlo ripetere dalla creatura desta le più grandi sorprese che fa stupire Cieli e terra. Piccola figlia mia, se tu sapessi che significa un’atto continuo nella mia Volontà, quest’atto è incomprensibile a mente creata, essa è la bilocatrice del nostro atto continuo, essa entra nel nostro atto e fa sorgere e mette fuori, mostrando a tutti la nostra rara bellezza, il nostro amore invincibile, la nostra potenza che tutto può, la nostra immensità che tutto abbraccia, vorrebbe dire a tutti: “Guardate chi è il nostro Creatore”. E Noi la facciamo fare e godiamo nel vedere che la piccolezza della creatura vuol darci il nostro paradiso, ed il nostro Essere Divino, come nostro e come suo. Che cosa non può fare e darci chi vive nel nostro Fiat? Tutto! Molto più che stando in terra questa felice creatura, in virtù del libero arbitrio, tiene la virtù conquistatrice, ciò che non tengono neppure i santi in Cielo, e con questa può conquistare e moltiplicare il bene che vuole. Ed il nostro Volere che la tiene dentro di Sé, la rende conquistatrice del nostro Essere Divino”.
(1) Avevo letto nel primo volume dei miei scritti come Nostro Signore mi aveva detto che voleva che io accettassi d’entrare in battaglia col nemico infernale, nelle dure prove che mi sottoposi. Ond’io pensavo tra me: “Mi sembra che ci sia contraddizione, perché Gesù mi ha detto tante volte che chi vive nella sua Volontà Divina non è soggetto né a tentazioni, né a turbazione, né il nemico tiene potere di poter entrare nel Fiat Divino, perché questo lo brucerebbe più dello stesso fuoco dell’inferno, e per non restare più bruciato fugge dall’anima che vive in Esso”. Ora, ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Continuando il mio solito abbandono nel Fiat Divino, stavo seguendo gli atti di Esso nella Creazione, mi sembrava che unendomi ai suoi atti, ora facevo un’atto di luce, ora un’atto d’immensità, ora un’atto di potenza, e così via via. Ma mentre ciò facevo, il mio sempre amabile Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, chi vive nella mia Divina Volontà e segue gli atti suoi, è la narratrice di tutte le opere nostre. Sicché come tu giri nel sole per ripetere insieme con la mia Volontà ciò che feci nel creare ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Continuando il mio solito abbandono nel Fiat Divino, mi sentivo impensierita sulle privazioni del mio dolce Gesù. Oh! come la povera anima mia gemeva sotto il peso infinito d’un dolore che fa dire a tutte le cose create: “Dov’è il tuo Gesù? Colui che tanto ti amava? Ah! tu senti che tutto sostiene, tocchi la sua bellezza che ha sfiorata su tutta la Creazione, vedi la sua immensità che non puoi raggiungere, questo che tu vedi non sono altro che le orme dei suoi passi, che al suo passaggio impresse su tutte le cose da Lui create, ma ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Sono sempre di ritorno nella mia cara eredità del Voler Divino, e mi sembra che vado spigolando in Esso, e Gesù molto buono non tralascia di darmi le sue belle lezioni sopra ciascuna di quelle spighe che vado raccogliendo; ma mentre giravo andavo ripetendo il mio ritornello sopra d’ogni cosa: “Ti amo, e fa che il mio ti amo sia la dolce catena, che legando l’eterno Fiat lo tiri, lo violenti a farlo venire a regnare sulla terra”. Ora, mentre ciò facevo, il mio adorato Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la mia Divina Volontà è luce, l’amore è il calore. Luce e calore sono inseparabili tra loro e formano la stessa vita; così c’è necessità della fusione della mia Volontà e del mio amore, una volontà che non ama, non è operante; un’amore che non ha volontà, è senza vita. Però la mia Volontà tiene il primo atto, si può dire che la sua luce fa sorgere il calore, Essa fa il primo atto e chiama nella sua luce la vita dell’amore, e ne forma una sol cosa. Chi mai può dividere il calore dalla luce? Nessuno. Ma però quanto più grande è la luce, più forte è il calore, sicché una piccola luce, appena si sente la forza del calore; una luce grande dà molto calore e produce effetti mirabili. Quanti e quali effetti produce il sole, perché la sua luce è tanta che abbraccia tutta la terra? Si può dire ch’è il re della terra, con la sua luce e col suo calore carezza tutti, abbraccia tutto e fa bene a tutti, e senza che chieda nulla da nessuno, perché: Prima ché non ha bisogno di nulla, secondo ché tutti si sentirebbero impotenti di contraccambiare il sole del gran bene che fa a tutta la terra. Ecco perciò tu senti in te due potenze infinite, fuse in una: La Divina Volontà mia, ed il mio amore, e la luce del mio Volere ti fa correre per farti mettere il suo ti amo, che sprigiona dal seno della sua luce, su tutte le cose create, per vedere tutta la Creazione brillantata dal suo e tuo ti amo.
(3) Oltre di ciò, la vita fa bisogno d’alimento; la mia Volontà Divina è Vita, il mio amore è cibo, ogni tuo ti amo è un sorso d’alimento che dai al mio Fiat in te, e ogni tuo atto fatto nel mio Volere cresce la Vita di Esso in te. Oh! come ne gode e cresce mirabilmente la Vita del mio Voler nella creatura quando trova molto amor divino, si può dire che il mio Fiat trova il suo cibo, ed il mio amore trova la sua vita”.
(4) Dopo di ciò continuava a pensare al Fiat adorabile, ed il mio dolce Gesù ha ripreso a dire:
(5) “Figlia mia, chi vive nel mio Voler Divino sta sotto lo sbocco continuo del suo Creatore; è tanto il nostro amore verso di lei, ci rapisce tanto nel vedere il nostro Fiat nella piccolezza della creatura, che vogliamo darle sempre, sempre, senza mai cessare. Ora questo nostro sbocco divino la riempie tanto, che non le lascia nessun vuoto in sé stessa, in modo che dovunque si poggia trova sempre la pienezza del nostro sbocco che la sostiene, in modo che non si può ripiegarsi sopra di sé stessa, perché il nostro sbocco la sostiene e la porta come in trionfo nelle sue braccia. Ma sai tu che cosa sbocchiamo? Amore, luce, grazia, santità, potenza, eccetera; ora tutte queste nostre qualità fanno a gara a chi vuol portare in braccia questa piccola creatura, pare che se la contendano tra loro e fanno a turno, per dire che: “Tutti l’abbiamo portata”. E mentre ciascuna la porta nelle sue braccia, se la porta l’amore, la riempie tanto d’amore, che prende gusto a vedere affogata la piccola piccina, affogata del suo amore, e allora si contenta di farla passare nelle braccia della luce quando la vede sboccare amore, perché vogliono vedere ripetere la piccola piccina ciò che ha fatto il suo Creatore. La luce prende gusto ad affogarla di luce, la grazia ad affogarla di grazia, la potenza ad affogarla di potenza, ma tanta da rapire lo stesso Creatore. Insomma, questa piccola creatura vive sotto lo sbocco continuo di Dio, che la riempie tanto, da sentirsi affogata da non poterlo contenere, in modo ch’è costretta a sboccarlo fuori. Sicché ciò che tu dici del mio Volere Divino, non è altro che lo sbocco di ciò che contieni dentro”.
(1) Continuando il mio solito abbandono nel Fiat, mi sono trovata fuori di me stessa, e con mia maraviglia mi sono trovato il nemico infernale vicino, come se si volesse menare sopra di me; io mi sono sentita tal forza da mettermi sopra di lui, e come mi metteva sopra così restava tutto fracassato ed in frantume. Io mi sentivo impressionata e pensavo tra me: “E’ da tanto tempo che non lo vedevo il nemico, anzi se mi vedeva fuggiva da me, e ora che cosa vuole con questo suo avvicinarsi”. Ed il mio amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, l’anima che possiede il mio Fiat Divino tiene tal potenza, da mettere in frantume la potenza diabolica, ed Io ho permesso di farti toccare con mano che solo col menarti sopra di lui ha restato stritolato, affinché non lo temi e lui sentisse la potenza di chi possiede il mio Volere, che sperde come polvere al vento la fortezza diabolica. Perciò non ti dar pensiero di lui e continua la vita nel mio Fiat, perché tu devi sapere che ogni preghiera, ogni atto e moto di chi vive in Esso racchiude dentro una forza e un peso infinito ed incancellabile, e l’infinito si stende ovunque, contiene la virtù produttrice di tutti i beni, abbraccia l’eternità, racchiude lo stesso Dio, perciò un’atto fatto nel mio Volere è un’atto che non finisce mai, ed ha tale potenza che racchiude Cielo e terra. Ed il nostro Fiat con la sua potenza infinita racchiude la nostra Divinità nell’atto della creatura, formando coi suoi veli di luce la più bella e deliziosa reggia al nostro Essere Divino”.
(3) Gesù è scomparso, ed io mi sentivo inabissata nell’abisso di luce del Fiat supremo. Dopo ciò stavo seguendo i miei atti nel Fiat Divino, e giungendo nell’eden pensavo tra me: “In quest’eden fece i primi atti nel Fiat Divino il nostro primo padre Adamo. Sicché la Creazione tutta ebbe il principio dentro d’un atto di Volontà Divina operante in tutte le cose create, come pure il primo uomo; Essa stendeva la pienezza della sua santità, potenza, bellezza e luce in ciascuna cosa, facendosi attore e spettatore, racchiudendo tutto in un’atto solo di sua Volontà Divina. Com’era bella la Creazione al suo principio, una era la Volontà che operava, ed i diversi atti non erano altro che gli effetti di Essa”. Ma mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(4) “Figlia mia, tutte le generazioni pendono dai primi atti fatti d’Adamo nella pienezza della mia Divina Volontà, perché essendo fatti in Essa, erano atti pieni di vita e potevano dar principio e vita a tutti gli altri atti di tutte le creature. E ad onta che le creature non vivono di mia Volontà, ma della loro, ma è sempre Essa che le dà vita, e mentre le dà vita la tengono come soffocata e agonizzante negli atti loro. Perciò tutti gli atti di Adamo fatti nel mio Volere, stanno come atto primo di tutti gli atti delle creature. Chi può distruggere un’atto fatto nella mia Divina Volontà? Chi mai può toglierle la sovranità, la potenza, la bellezza, la vita? Nessuno. Non c’è cosa che non penda dal primo atto, tutte le cose create pendono dal primo atto fatto da Colui che le ha create. E se tanto amo, sospiro e voglio che la mia Volontà sia conosciuta e vi regni in mezzo alle creature, è proprio questa la ragione, che siano restituiti i suoi diritti giusti e santi, e che come ebbe principio la Creazione tutta, così ritorni tutta nella nostra Divina Volontà”.
(1) La mia piccola intelligenza non fa altro che valicare il mare interminabile del Fiat Divino, e come forma le sue onde di luce così mormora il suo linguaggio celeste e divino, e mette fuori i suoi segreti, e con parole arcane si manifesta alla piccola anima mia, e molte volte il mio dolce Gesù esce da dentro quelle onde di luce, corre, mi abbraccia, e mettendosi la mano al suo cuore per sostenerlo, tanto è la foga del suo amore ché sente e parla del suo Volere Santissimo. Onde mentre mi trovavo in questo stato, il mio amato ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Mentre scrivevo pensavo tra me: “Quanti sacrifici per scrivere, quante notti di veglia, quanto tempo impiegato, solo Gesù è stato testimone, che avendo compassione di me mi sorreggeva, mi aiutava, m’imboccava i vocaboli e molte volte mi faceva da dettatore, ma quale ne sarà l’utile di tante premure di Gesù per farmi scrivere? E di tante mie lotte interne per vergare sulla carta ciò che Gesù mi faceva sentire dentro di me? Quale utile di tanti sacrifici sostenuti? Chi si prenderà la briga di leggerli, di farli conoscere, affinché portino il bene di tante verità sulla Divina Volontà ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)