MaM
Messaggio del 25 settembre 2009:Cari figli, insistentemente lavorate con gioia sulla vostra conversione. Offrite tutte la vostre gioie e tristezze al mio cuore Immacolato cosicchè vi possa guidare tutti al mio Figlio prediletto affinchè nel suo cuore troviate la gioia. Sono con voi per insegnarvi e guidarvi verso l’eternità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1900

3-112 Settembre 1, 1900 L’ubbidienza mette la pace tra Dio e l’anima.

(1) Continuando a non venire, andavo dicendo: “Mio buon Gesù, vieni, non farmi tanto aspettare, questa mattina non ho voglia d’inquietarmi e cercarvi tanto fino a stancarmi. Venite una volta, subito, subito, così, alla buona”. E vedendo che non ci veniva, continuavo a dire: “Si vede che volete che mi debbo stancare e giungere fino ad inquietarmi, altrimenti non ci venite”.

(2) Mentre ciò dicevo, ed altri spropositi, è venuto e mi ha detto:

(3) “Mi sapresti dire che mantiene la corrispondenza tra l’anima e Dio?”

(4) Ed io, ma sempre con una luce che mi veniva da Lui ho detto: “L’orazione”.

(5) E Gesù, approvando il mio detto ha soggiunto: “Ma che attira Iddio a familiare conversazione con l’anima?”

(6) Ed io, non sapendo rispondere, ma subito la luce si è mossa nel mio intelletto ed ho detto: “Se l’orazione vocale serve a mantenere la corrispondenza, certo la meditazione interna deve servire d’alimento come mantenere la conversazione tra Dio e l’anima”.

(7) Lui, contento di ciò, ha replicato: “Or, mi sapresti tu dire chi spezza le dolci contese, chi toglie gli amorosi corrucci che possono sorgere tra Dio e l’anima?”

(8) Ed io non rispondendo, Lui stesso ha detto:

(9) “Figlia mia, la sola ubbidienza tiene questo uffizio, perché lei sola decide delle cose spettanti tra Me e l’anima, e sorgendo delle contese, oppure prendendo qualche corruccio per mortificare l’anima, sorgendo l’ubbidienza spezza le contese, toglie i corrucci e mette pace tra Dio e l’anima”.

(10) Ed io: “Ah! Signore, molte volte pare che anche l’ubbidienza non si vuole brigare e se ne sta indifferente, e la povera anima è costretta a starsi in quello stato di contese e di corrucciamento”.

(11) E Gesù: “Questo lo fa per un certo tempo, volendosi anche lei compiacere d’assistere a quelle amabili contese, ma poi prende il suo uffizio e pacifica tutto. Sicché l’ubbidienza dà la pace all’anima ed a Dio”.

(12) Detto ciò, è scomparso.

4-12 Settembre 22, 1900 Per quante volte si dispone a fare il sacrificio della morte, altrettante volte Gesù le ridona il merito come se realmente morisse.

(1) Trovandomi tutta oppressa ed afflitta, nel venire il mio adorabile Gesù mi ha detto: “Figlia mia, perché te ne stai tutta immersa nella tua afflizione?”

(2) Ed io: “Ah! Diletto mio, come non debbo stare afflitta se non mi volete ancora portare con voi, e mi lasciate più a lungo su questa terra?”

(3) E Lui: “Ah! no, non voglio che tu respiri quest’aria mesta, perché tutto ciò che ho messo dentro e fuori di te, tutto è santo; tanto vero, che se si avvicina a te qualche cosa o persona, che non è retta e santa, tu ne senti fastidio, avvertendo subito la puzza contraria di ciò che non è santo. Ora, perché vorresti adombrare con quest’aria di mestizia ciò che ho messo dentro di te? Sappi però, che ogni qualvolta ti disponi a fare il sacrificio della morte, altrettante volte ti ridono il merito, come se realmente morissi, e questo ti deve essere di gran consolazione, molto più che ti conformi a Me maggiormente, ché la mia vita fu un continuo morire”.

(4) Ed io: “Ah! Signore, non mi pare che la morte sia un sacrificio, anzi sacrificio mi pare la vita”. E volendo più dire è scomparso.

3-113 Settembre 4, 1900 L’impurità e l’opere buone malamente fatte, sono cibo stomachevole per Gesù.

(1) Avendo fatto la comunione, il mio adorabile Gesù mi ha trasportato fuori di me stessa, facendosi vedere sommamente afflitto ed amareggiato. Onde l’ho pregato che versasse in me le sue amarezze, ma Gesù non mi dava retta, ma insistendo io, dopo tanto tempo si è compiaciuto di versare. Quindi, dopo aver versato un poco d’amarezza, ho domandato: “Signore, non vi sentite meglio adesso?”

(2) E Lui: “Si, ma non era quello che versai, che mi dava tanta pena, ma un cibo stomachevole ed insipido, che non mi lascia riposare”.

(3) Ed io: “Versate un poco a me, così vi sollevate un poco”.

(4) E Lui: “Se non posso digerirlo e sopportarlo Io, come lo potresti tu?”

(5) Ed io: “Conosco che la mia debolezza è grande, ma Voi mi darete grazia e forza, e così potrò riuscire a contenerlo in me”. Comprendevo però che il cibo stomachevole erano le impurità, l’insipido le opere buone malamente fatte, tutte strapazzate, che a Nostro Signore gli sono piuttosto di fastidio, di peso e quasi sdegna di riceverle, ché non potendo sopportarle, le vuole rovesciare dalla sua bocca. Chi sa quante delle mie ci sono insieme! Onde, come costretto da me ha versato anche un poco di quel cibo. Come aveva ragione Gesù, che era più tollerabile l’amaro che quel cibo stomachevole ed insipido! Se non fosse per suo amore, a qualunque costo non lo avrei accettato.

(6) Dopo ciò, il benedetto Gesù mi ha messo il braccio dietro il collo, e poggiando la testa sulla mia spalla, si è messo in atto di voler prendere riposo. Mentre riposava, mi sono trovata in un luogo dove stavano tante tavole movibile e sotto l’abisso. Io, temendo di precipitare, l’ho risvegliato, invocando il suo aiuto, e Lui mi ha detto:

(7) “Non temere, è la via che tutti battono. Non ci vuole altro che tutta l’attenzione, e siccome la maggior parte camminano sbadati, ecco la causa perché molti precipitano dentro all’abisso, e pochi sono quelli che giungono al porto della salvezza”.

(8) Dopo ciò, è scomparso ed io mi sono trovata in me stessa.

4-1 Settembre 5, 1900 La speranza, alimento dell’amore.

(1) Siccome nei giorni passati non tanto si faceva vedere il mio adorabile Gesù, così mi sentivo diffidente sulla speranza di riacquistarlo di nuovo; anzi mi credevo che tutto era finito per me: visite di Nostro Signore e stato di vittima. Ma questa mattina nel venire il benedetto Gesù, portava un’orribile corona di spine, e si è messo a me vicino, tutto lamentandosi, in atto di volere un ristoro; ond’io l’ho tolto pian piano, e per dargli più gusto l’ho messo sulla mia testa. Dopo poi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il vero amore è quando è sostenuto dalla speranza, e dalla speranza perseverante, perché se oggi spero e domani no, l’amore si rende infermo, ché essendo l’amore alimentato dalla speranza, per quanto alimento le somministra, tanto più si rende più forte, più robusto, più vivo l’amore; e se questo viene a mancare, prima s’inferma il povero amore, rimanendo solo, senza sostegno, finisce col morire del tutto. Perciò, per quanto grandi siano le tue difficoltà, mai, neppure per un momento devi scostarti dalla speranza col timore di perdermi; anzi, devi fare in modo che la speranza, superando tutto, ti faccia trovare sempre unita con Me, ed allora l’amore avrà perpetua vita”.

(3) Dopo ciò ha seguitato a venire senza dirmi più niente.

4-2 Settembre 6, 1900 Stato di vittima.

(1) Continua a venire il mio Dolcissimo Gesù. Questa mattina appena venuto, ha voluto versare un poco le sue amarezze in me, e poi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, Io voglio dormire un poco, e tu fa il mio uffizio di soffrire, pregare e placare la giustizia”.

(3) Così Lui ha preso sonno, ed io mi sono messa a pregare vicino a Gesù. Dopo, risvegliandosi, abbiamo girato un poco in mezzo alle gente, e mi ha fatto vedere diversi combinamenti che stanno facendo, come uscire per smuovere rivoluzione, e specialmente notavo un’assalto all’improvviso che stavano macchinando per riuscire meglio nel loro intento, e per fare che nessuno si potesse difendere e prevenirsi contro il nemico. Quanti spettacoli funesti! Ma però pare che il Signore non li dà libertà ancora per ciò fare, e non sapendo loro la cagione, si rodono di rabbia, ché ad onta della loro perversa volontà si veggono impotenti a ciò fare. Non ci vuol altro che il Signore conceda loro questa libertà, ché il tutto è preparato. Dopo ciò ce ne siamo ritornati, e Gesù si mostrava tutto piagato, e mi ha detto:

(4) “Vedi quante piaghe mi hanno aperto e la necessità dello stato continuo di vittima, delle tue sofferenze, perché non c’è momento che mi risparmiano d’offendermi; ed essendo continue le offese, continue devono essere le sofferenze e le preghiere per risparmiarmi, e se ti vedi sospeso il patire, trema e temi, ché non vedendomi rinfrancato nelle mie pene, non sia che conceda ai nemici quella libertà da loro tanto bramata”.

(5) Nel sentire ciò, mi sono messa a pregarlo che facesse soffrire a me, ed in questo mentre, vedevo il confessore che con le sue intenzioni sforzava Gesù a farmi soffrire. Allora il benedetto Signore mi ha partecipato tali e tante pene, che non so io stessa come sono lasciata viva, ma però il Signore nelle mie pene non mi ha lasciato sola, anzi pareva che non le dava il cuore di lasciarmi, ed ho passato parecchi giorni insieme con Gesù, e mi ha comunicato tante grazie e mi faceva comprendere tante cose; ma parte per lo stato sofferente, parte che non so manifestarmi, passo innanzi e faccio silenzio.

4-3 Settembre 9, 1900 Gesù prepara l’anima di Luisa alla comunione. Minacce contro i reggitori dei popoli.

(1) Continua a venire, però sono stata la maggior parte della notte senza di Gesù, onde nel venire mi ha detto:

(2) “Figlia mia, che vuoi, che con tanta ansia mi stai aspettando? Ti bisogna forse qualche cosa?”

(3) Ed io, siccome sapevo che dovevo fare la comunione, ho detto:

(4) “Signore, tutta la notte vi stavo aspettando, molto più che dovendo fare la comunione, temo che il mio cuore non stesse ben disposto per potervi ricevere, perciò ho bisogno che l’anima mia fosse rivista da voi per potersi disporre ad unirmi con voi sacramentalmente”.

(5) E Gesù, benignamente ha rivisto l’anima mia per prepararmi a riceverlo, e poi mi ha trasportato fuori di me stessa, ed insieme ho trovato la nostra Regina Mamma che diceva a Gesù:

(6) “Figlio mio, quest’anima sarà sempre pronta a fare ed a soffrire ciò che Noi vogliamo; e questo è come un legame che ci lega la giustizia, perciò risparmiate tante strage e tanto sangue che devono spargere le gente”.

(7) E Gesù ha detto: “Madre mia, è necessario lo spargimento del sangue perché voglio che questa stirpe di re decada dal suo regnare, e questo non ci può essere senza sangue, ed anche per purgare la mia Chiesa perch’è molto infettata; al più posso concedere di risparmiare in parte, per riguardo delle sofferenze”.

(8) In questo mentre vedevo la maggior parte dei deputati che stavano macchinando come far decadere il re, e pensavano di mettere sul trono uno di quei deputati che stavano consigliandosi, dopo ciò mi sono trovata in me stessa; quante miserie umane, ah! Signore, abbiate compassione della cecità in cui è immersa la povera umanità. Onde continuando a vedere il Signore e la Regina Madre, ho visto il confessore insieme, e la Vergine Santissima ha detto:

(9) “Vedi, mio Figlio, abbiamo un terzo, qual’è il confessore che si vuole unire con Noi e prestare l’opera sua con l’impegnarsi a concorrere per farla soffrire, per soddisfare la divina giustizia, ed anche questo è un rendere più forte la fune che vi lega come placarvi; e poi, quando mai avete resistito alla forza delle unioni di chi soffre e prega, e di chi concorre teco puramente per il solo fine di glorificarvi e per il bene dei popoli”.

(10) Gesù sentiva la Madre, aveva riguardo del confessore ma non ha pronunziato sentenza al tutto favorevole, ma si limitava a risparmiare in parte.

4-4 Settembre 10, 1900 Minacce contro i perversi.

(1) Questa mattina mi sono trovata fuori di me stessa e vedevo le tante nefandezze e peccati enormissimi che si fanno, come pure commessi contro alla Chiesa ed il Santo Padre. Onde, ritornando in me stessa, è venuto il mio adorabile Gesù e mi ha detto:

(2) “Che ne dici tu del mondo”.

(3) Ed io, senza sapere dove voleva sbattere questa domanda, impressionata com’ero delle cose viste, ho detto: “Signore benedetto, chi può dirvi la perversità, la durezza, la bruttezza del mondo? Non ho parola come dirvi quanto ne è cattivo!”

(4) E Lui, prendendo occasione delle mie stesse parole ha soggiunto: “Hai visto com’è perverso? Tu stessa l’hai detto, non c’è modo come arrenderlo, dopo che l’ho tolto quasi il pane, se ne sta nella stessa tenacità, anzi peggio, e per ora va a procurarselo coi furti e con le rapine, facendo danno al suo simile, quindi è necessario che gli tocchi la pelle, altrimenti si pervertirà maggiormente”.

(5) Chi può dire come sono restata di stucco a questo parlare di Gesù, mi pare che sono stata io l’occasione come farlo sdegnare contro del mondo; invece di scusarlo l’ho dipinto nero, ho fatto quanto ho potuto dopo a scusarlo, ma non mi ha dato retta; il male era già fatto. Ah! Signore, perdonami questa mancanza di carità, ed usate misericordia.

4-5 Settembre 12, 1900 Crudo patire, Gesù la ristora. Macchinazioni di rivoluzioni contro la Chiesa.

(1) Continua quasi lo stesso, questa mane nel venire ha versato le sue amarezze, ed io sono lasciata tanto sofferente, che ho incominciato a pregare il Signore che mi desse la forza e che mi sollevasse un poco, ché non potevo resistere. In questo mentre, mi è venuto un lume nella mente che facevo peccato in ciò fare, e poi, che dirà il benedetto Gesù, mentre in altre occasioni l’ho pregato tanto che versasse, questa volta che senza farsi pregare aveva versato, andavo cercando sollievo, pare che mi vado facendo più cattiva, e giunge a tanto la mia cattiveria, che anche innanzi a Lui stesso non mi astengo di commettere difetti e peccati. Onde, non sapendo che fare per riparare, ho risolto nel mio interno che per questa volta, per fare un maggiore sacrificio e darmi una penitenza, acciocché la mia natura un’altra volta non ardisse di cercare sollievo, di rinunziare la venuta di nostro Signore, e se venisse dovevo dirgli: “Non venite amore, abbiate compassione di me, e mi sollevate”. Così ho fatto, ed ho passato parecchie ore in denso patire e senza di Gesù; quanto mi costava amaro. Ma Gesù avendo di me compassione, senza che lo cercassi è venuto, ed io subito gli ho detto: “Abbiate pazienza, non ci venite, che non voglio sollievo”.

(2) E Lui: “Figlia mia, sono contento del tuo sacrificio, ma hai bisogno d’un ristoro, altrimenti verresti meno”.

(3) Ed io: “No Signore, non voglio sollievo”.

(4) Ma Lui avvicinandosi alla mia bocca, quasi per forza ha versato dalla sua bocca qualche goccia di latte dolce, che ha mitigato il mio patire; chi può dire la confusione, il rossore che provavo innanzi a Lui, aspettandomi un rimprovero, ma Gesù, come se non avesse avvertito la mia mancanza, si mostrava più affabile, più dolce. Io vedendo così, ho detto: “Mio adorabile Gesù, una volta che avete versato in me ed io soffro, non dovete risparmiare il mondo, non è vero?”

(5) E Lui: “Figlia mia, credi tu che Io abbia versato tutto in te? E poi, come potresti affrontare tutto ciò che di castigo verserò sul mondo; tu stessa hai visto che quel poco che ho versato non potevi resistere, e se non fossi venuto ad aiutarti, l’avresti finito, or che sarebbe se versassi tutto in te? Cara mia, ti ho data la parola, in parte ti contenterò”.

(6) Dopo ciò mi ha trasportato fuori di me stessa, in mezzo alle gente, e continuavo a vedere i tanti mali, specie macchinazioni di rivoluzione contro la Chiesa, e tra la società, d’uccidere il Santo Padre e sacerdoti. Io mi sentivo straziare l’anima nel vedere queste cose, e pensavo tra me: “Se non sia mai, giungessero ad effettuarsi queste macchinazioni, che ne sarà? Quanti mali ne verranno? E tutta afflitta ho guardato Gesù, e Lui mi ha detto:

(7) “E di quella sommossa successa di qua, che ne dici tu?”

(8) Ed io: “Quale sommossa? Nel mio paese non è successo niente”.

(9) E Lui: “Non ti ricordi la sommossa d’Andria?”

(10) “Sì, Signore”.

(11) “Ebbene, pare ch’è niente, ma non è così, quella fu tutta occasione, ed è un attizzo, una forza ad altri paesi come smuoversi e spargere sangue, recando oltraggio alle persone sacre, ed ai miei tempi, e perché ognuno vuole mostrare quanto sia più bravo nell’elettrizzare il male, faranno a gara a chi più possa farne”.

(12) Ed io: “Ah! Signore, date la pace alla Chiesa e non permettete tanti guai!” E volendo più dire, mi è scomparso, lasciandomi tutta afflitta ed impensierita.

4-6 Settembre 14, 1900 Gesù versa per placare la sua giustizia. L’eroismo della vera virtù.

(1) Questa mattina il mio adorabile Gesù non ci veniva, onde dopo molto aspettare si faceva vedere da dentro il mio interno, che facendosi appoggio del mio cuore cingeva le sue braccia d’intorno e poggiava la sua sacratissima testa, tutto afflitto, serio, in modo che t’imponeva silenzio, e voltato di spalle al mondo. Dopo essere stato qualche poco in muto silenzio, perché l’aspetto in cui si mostrava non faceva ardire di dire una parola, si ha tolto da quella posizione e mi ha detto:

(2) “Avevo risoluto di non versare, ma sono giunto a tal punto le cose, che se non versassi scoppierebbero imminente tali fracassi, da muovere rivoluzione, da farne stragi sanguinolenti”.

(3) Ed io: “Sì, Signore, versate, questo è l’unico mio desiderio, che sfogate sopra di me l’ira vostra e risparmiate le creature”. Così ha versato un poco. Dopo poi, come se si fosse sollevato ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, come agnello mi feci condurre al macello, e stiedi muto innanzi a chi mi sacrificò, così sarà di quei pochi buoni di questi tempi; ma però questo è l’eroismo della vera virtù”.

(5) Di nuovo ha soggiunto: “Ho versato, se ho versato vuoi tu che versi un’altro poco, così mi alleggerisco di più?”

(6) Ed io: “Signore mio, non me lo domandate neppure, sono a vostra disposizione, potete fare di me ciò che volete”. Così ha versato di nuovo e mi ha scomparso, lasciandomi sofferente e contenta per il pensiero che avevo alleggerito le pene del mio diletto Gesù.

4-7 Settembre 16, 1900 Andria.

(1) Continuando a venire il mio amabile Gesù, mi ha partecipato varie pene della sua passione, e poi mi ha trasportato fuori di me stessa, facendomi vedere i paesi circonvicini, specie mi pareva che fosse Andria, che se il Signore non fa uso della sua onnipotenza per loro castigo, le cose smosse si faranno serie, molto più pareva che ci stesse l’incitamento da parte d’alcuni preti a queste smosse, che più amareggiavano Nostro Signore. Onde, dopo d’aver visitato varie chiese insieme con Gesù benedetto, facendo atti di riparazione ed adorazione per le tante profanazioni che si commettono nelle chiese, Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, lasciami versare un poco, che sono tali e tante le amarezze che non posso trangugiarle solo, ed il mio cuore non le può sopportare”.

(3) Così ha versato e mi è scomparso, ritornando altre volte senza dirmi più niente.