(1) Trovandomi tutta oppressa ed afflitta, nel venire il mio adorabile Gesù mi ha detto: “Figlia mia, perché te ne stai tutta immersa nella tua afflizione?”
(2) Ed io: “Ah! Diletto mio, come non debbo stare afflitta se non mi volete ancora portare con voi, e mi lasciate più a lungo su questa terra?”
(3) E Lui: “Ah! no, non voglio che tu respiri quest’aria mesta, perché tutto ciò che ho messo dentro e fuori di te, tutto è santo; tanto vero, che se si avvicina a te qualche cosa o persona, che non è retta e santa, tu ne senti fastidio, avvertendo subito la puzza contraria di ciò che non è santo. Ora, perché vorresti adombrare con quest’aria di mestizia ciò che ho messo dentro di te? Sappi però, che ogni qualvolta ti disponi a fare il sacrificio della morte, altrettante volte ti ridono il merito, come se realmente morissi, e questo ti deve essere di gran consolazione, molto più che ti conformi a Me maggiormente, ché la mia vita fu un continuo morire”.
(4) Ed io: “Ah! Signore, non mi pare che la morte sia un sacrificio, anzi sacrificio mi pare la vita”. E volendo più dire è scomparso.