MaM
Messaggio del 25 gennaio 2004:Cari figli, anche oggi vi invito a pregare. Pregate, figlioli, in modo particolare per tutti quelli che non hanno conosciuto l’amore di Dio. Pregate affinchè i loro cuori si aprano e si avvicinino al mio cuore e al cuore di mio Figlio Gesù, così che possiamo trasformarli in uomini di pace e di amore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

6-94 Febbraio 24, 1905 Parla sulla umiltà.

(1) Questa mattina, quando appena è venuto il benedetto Gesù e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, l’umiltà è un fiore senza spine, e siccome è senza spine si può prendere in mano, si può stringere, si può mettere dove si vuole, senza timore di ricevere molestia o puntura. Così è l’anima umile, si può dire che non tiene le punture dei difetti, e siccome è senza punture si può farne ciò che si vuole, e non avendo spine, naturalmente non punge né dà molestia agli altri, perché le spine le dà chi le tiene, ma chi non le tiene, come può darle?

(3) Non solo, ma l’umiltà è un fiore che fortifica e rischiara la vista, e con la sua chiarezza si sa tenere lontano dalle stesse spine”.

6-95 Marzo 2, 1905 Gesù le dà la chiave della sua Volontà.

(1) Continuando il mio solito stato, mi sono trovata fuori di me stessa, e mi sono trovata in mano una chiave; e sebbene facevo una via lunga, e qualche volta mi distraevo, pure non appena pensavo alla chiave me la trovavo sempre in mano. Ora vedevo che questa chiave serviva ad aprire un palazzo, e dentro vi stava il bambino Gesù che dormiva e che io il tutto vedevo da lontano, ed io avevo tutta la premura, la fretta d’andare ad aprire, temendo che si risvegliasse, che piangesse, e non mi trovavo vicino. Onde m’affrettavo sempre più, ma quando mi sono trovata lì per salire, mi sono trovata in me stessa, quindi sono restata impensierita. Ma dopo, avendo venuto il benedetto Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la chiave che ti trovavi sempre in mano, è la chiave della mia Volontà, che Io ho messo nelle tue mani, e chi tiene in mano un oggetto, può farne ciò che vuole”.

6-96 Marzo 5, 1905 Parla della croce.

(1) Stando un poco più del solito sofferente, per poco è venuto il benedetto Gesù e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la croce è sostegno dei deboli, è fortezza dei forti, è germe e custodia della verginità”.

(3) Detto ciò è scomparso.

6-97 Marzo 20, 1905 Il vero amore e le vere virtù, debbono avere il suo principio in Dio.

(1) Continuando il mio solito stato, quando appena è venuto il benedetto Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, l’amore che non tiene il principio in Dio, non può dirsi amor vero, e le stesse virtù che non hanno principio in Dio, sono virtù falsificate, perché tutto ciò che non ha principio in Dio, non può dirsi né amore né virtù, piuttosto luce apparente che finisce col convertirsi in tenebre”.

(3) Poi ha soggiunto:

(4) “Come per esempio: Un confessore lavora, si sacrifica tanto per un’anima, è cosa santa, apparentemente dà dell’eroismo; eppure se ciò fa perché ha ottenuto o spera d’ottenere qualche cosa, il principio del suo sacrificio non è in Dio, ma in sé stesso e per sé stesso, quindi non può dirsi virtù”.

6-98 Marzo 23, 1905 Gloria e compiacimento di Gesù.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, per poco è venuto il benedetto Gesù, ed io gli ho detto: “Signore, è la gloria tua il mio stato?

(2) E Lui: “Figlia mia, tutta la mia gloria e tutto il mio compiacimento, solo è che ti voglio tutta te più in Me”.

(3) Poi ha soggiunto: “Il tutto sta nella sconfidenza e timore dell’anima in sé stessa, e nella confidenza e coraggio in Dio”.

(4) Detto ciò è scomparso.

6-99 Marzo 28, 1905 Effetti della turbazione. Incontro continuo di Gesù con l’anima.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, quando appena è venuto il benedetto Gesù, ed avendo io detto ad un’anima turbata: “Pensa a non volerti star turbata, non solo per bene tuo, ma molto più per amor di Nostro Signore, perché l’anima turbata non solo sta essa turbata, ma fa turbare Gesù Cristo”. E dopo ho detto tra me: “Che sproposito che ho detto, Gesù non può mai turbarsi”. Onde nel venire mi ha detto:

(2) “Figlia mia, invece di uno sproposito hai detto una verità, perché in ogni anima vi formo una vita divina, e se l’anima è turbata, questa vita divina che Io vado formando, resta anche turbata; non solo, ma mai giunge a compirsi perfettamente”.

(3) E come lampo è scomparso. Onde io ho continuato il mio solito lavoro interno sulla Passione, ed essendo giunta a quel punto dell’incontro di Gesù e Maria sulla via della croce, di nuovo si è fatto vedere e mi ha detto:

(4)“Figlia mia, anche con l’anima mi incontro continuamente, e se nell’incontro che faccio con l’anima la trovo in atto di esercitare le virtù, ed unita con Me, mi ricompensa dal dolore che soffrii quando incontrai la mia Madre così addolorata per causa mia”.

6-100 Aprile 11, 1905 Come la perseveranza è suggello della vita eterna, e sviluppo della vita divina.

(1) Stando molto afflitta per la privazione del mio adorabile Gesù, stavo dicendo tra me stessa: “Come si è fatto meco crudele, io stessa non so capire come il suo buon cuore può giungere a farlo, e poi, se il perseverare gli piaccia tanto, eppure il mio perseverare non commuove il suo buon cuore”. Mentre dicevo questi ed altri spropositi, tutto all’improvviso è venuto e mi ha detto:

(2) “Certo che la cosa che più mi piace dell’anima è la perseveranza, perché la perseveranza è suggello della vita eterna e sviluppo della vita divina. Perché come Dio è sempre antico e sempre nuovo e immutabile, così l’anima con la perseveranza, con l’averla fatto sempre è antica, e con l’attitudine di farla è sempre nuova, ed ogniqualvolta la fa, si rinnova in Dio, restandovi immutabile e senza accorgersene. Siccome con la perseveranza fa acquisto continuo della vita divina in sé stessa, acquistando Dio vi suggella l’eterna vita. Vi può essere suggello più sicuro di Dio stesso?”

6-101 Aprile 16, 1905 Il patire è regnare.

(1) Continuando il mio solito stato, per poco si è fatto vedere il mio amabile Gesù con un chiodo dentro del cuore, che avvicinandosi al mio cuore me lo toccava col suo stesso chiodo, ed io vi sentivo pene mortali, e dopo mi ha detto:

(2) “Figlia mia, questo chiodo me lo mette il mondo fin dentro del mio cuore, e mi dà una morte continua, sicché per giustizia, come loro mi danno morte continua, così permetterò che si diano morte tra loro, uccidendosi come tanti cani”.

(3) E mentre ciò diceva mi faceva sentire i gridi dei rivoltosi, tanto che sono stata assordata per quattro o cinque giorni. Onde, stando molto sofferente, dopo poco è ritornato e mi ha detto:

(4) “Oggi è il giorno delle palme in cui fui acclamato Re. Tutti devono aspirare ad un regno, e per acquistare il regno eterno è necessario che la creatura acquisti il regime di sé stessa col dominio delle sue passioni. L’unico mezzo è il patire, perché il patire è regnare, cioè, con la pazienza mette a posto sé stesso, facendosi re di sé stesso e del regno eterno”.

6-102 Aprile 20, 1905 L’umanità in questi tempi si trova come un osso fuori del suo posto. Come conoscere se si ha dominato le passioni.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, quando appena è venuto il benedetto Gesù, quasi in atto di castigare le gente, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, le creature mi lacerano le carni, calpestano il mio sangue continuamente, ed Io permetterò che le loro carni siano lacerate ed il loro sangue disperso. L’umanità in questi tempi trovasi come un osso fuori del posto, fuori del suo centro, e per metterlo a posto e farlo rientrare nel suo centro è necessario che lo disfà”.

(3) Poi calmandosi un poco ha soggiunto: “Figlia mia, l’anima può conoscere se ha dominato le sue passioni, se toccata da tentazioni o da persone non ne fa nessun conto, come per esempio: Viene tentata d’impurità; se ha dominato questa passione, l’anima non ne fa conto e la stessa natura sta al suo posto; se invece no, l’anima s’infastidisce, s’affligge, e nel suo corpo si sente scorrere un rivolo marcioso. Oppure una persona mortifica, ingiuria un’altra, se questa ha dominato la passione della superbia se ne resta in pace, se poi no, si sente scorrere un rivolo di fuoco, di sdegno, d’alterigia, che la mette tutta sossopra, perché la passione quando ci sta, all’occasione esce in campo, e così di tutto il resto”.

6-103 Maggio 2, 1905 Tre sorte di risurrezione che contiene il patire.

(1) Continuando un po’ più del solito le mie sofferenze, il mio buon Gesù nel venire mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il patire contiene tre sorte di risurrezione, cioè, il patire fa risorgere l’anima alla grazia; secondo, inoltrandosi il patire vi riunisce le virtù e risorge alla santità; terzo, continuando il patire, il patire perfeziona le virtù, le abbellisce di splendore, formandovi una bella corona, e coronata l’anima vi risorge alla gloria in terra, ed alla gloria in Cielo”.

(3) Detto ciò è scomparso.