(1) Continuando il mio solito stato, per poco si è fatto vedere il mio amabile Gesù con un chiodo dentro del cuore, che avvicinandosi al mio cuore me lo toccava col suo stesso chiodo, ed io vi sentivo pene mortali, e dopo mi ha detto:
(2) “Figlia mia, questo chiodo me lo mette il mondo fin dentro del mio cuore, e mi dà una morte continua, sicché per giustizia, come loro mi danno morte continua, così permetterò che si diano morte tra loro, uccidendosi come tanti cani”.
(3) E mentre ciò diceva mi faceva sentire i gridi dei rivoltosi, tanto che sono stata assordata per quattro o cinque giorni. Onde, stando molto sofferente, dopo poco è ritornato e mi ha detto:
(4) “Oggi è il giorno delle palme in cui fui acclamato Re. Tutti devono aspirare ad un regno, e per acquistare il regno eterno è necessario che la creatura acquisti il regime di sé stessa col dominio delle sue passioni. L’unico mezzo è il patire, perché il patire è regnare, cioè, con la pazienza mette a posto sé stesso, facendosi re di sé stesso e del regno eterno”.