24-24 Giugno 29, 1928 Il ti amo forma il calore, la Divina Volontà forma la luce per formare il Sole. La lunga figliolanza che forma chi vive nel Fiat. I suoi tre regni, tre soli e tre corone. Come la fede non sarà più ombrata.
(1) Stavo facendo i miei soliti atti nel Fiat Divino, e per ogni cosa creata ripetevo la mia lunga cantilena del mio ti amo, ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “E’ tanta l’abitudine che ho fatto, che mi sembra che non so farne a meno di dire, ti amo, ti amo”. Ora in questo mentre, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno dicendomi:
(2) “Figlia mia, questo tuo continuo ti amo non è altro che la continuità del primo ti amo detto nella mia Divina Volontà, che detto una volta, ha virtù
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(1) Stavo facendo i miei soliti atti nel Fiat Divino, e per ogni cosa creata ripetevo la mia lunga cantilena del mio ti amo, ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “E’ tanta l’abitudine che ho fatto, che mi sembra che non so farne a meno di dire, ti amo, ti amo”. Ora in questo mentre, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno dicendomi:
(2) “Figlia mia, questo tuo continuo ti amo non è altro che la continuità del primo ti amo detto nella mia Divina Volontà, che detto una volta, ha virtù di ripetere coi fatti ciò che una volta fu detto. Il ti amo forma il calore e la mia Volontà Divina forma la luce che invadendo il ti amo, forma il sole, uno più fulgido dell’altro; com’è bella la vita dell’anima nella mia Volontà Divina, essa acquista una lunga figliolanza quasi interminabile, perché se pensa, partorisce nella mente divina i suoi pensieri e forma la lunga generazione dei suoi figli nella mente del suo Padre Celeste; se parla, partorisce le sue parole nella parola di Dio, e forma la lunga generazione dei figli della sua parola; se opera, se cammina, se palpita, partorisce le sue opere nelle mani del suo Creatore, i passi suoi nei piedi divini, il suo palpito nel cuore paterno e forma la lunga generazione dei figli delle sue opere, dei suoi passi e dei suoi palpiti, che generazione interminabile forma colei che vive nella mia Volontà al suo Creatore, essa è la popolatrice e la madre feconda che tiene sempre in festa Colui che l’ha creato, perché ogni figlio è una festa che Iddio si sente partorire nel suo proprio seno da colei che vive nella sua Volontà”.
(3) E tutto commosso ripeteva:
(4) “Com’è bella! com’è bella la neonata del mio Volere, nella sua piccolezza vorrebbe mettersi a gara col suo Creatore, vorrebbe dargli occasione di farlo sempre sorridere e con sorprese infantili rapirlo a farsi sempre guardare, per fargli vedere la lunga generazione dei suoi figli”.
(5) E come venendo meno d’amore ha fatto silenzio, ma dopo poco ha soggiunto:
(6) “Figlia mia, la creatura tiene nell’anima sua tre regni, che sono le tre potenze, queste si possono chiamare le capitali di questi tre regni, tutto il resto della creatura: Parole, occhi, opere, passi, sono città, villaggi, fiumi, mari e territori che formano questi regni, lo stesso cuore non si può chiamare capitale, ma città più importante di comunicazione per le altre; ora, in una guerra se si vince la capitale, la guerra finisce, perché tutte le altre città restano vinte insieme con la capitale. Ora se la mia Volontà giungerà a prendere le tre capitali di questi regni, erigendosi il suo trono in esse, tutte le altre città saranno vinte e dominate dal Fiat Supremo. Quanta gloria acquisteranno questi regni, questi saranno i più felici, i più ricchi ed i più popolati, perché Colui che li regge e domina è l’invincibile, il forte ed il potente, nessuno avrà ardire di molestare e turbare l’ordine di essi, tutto sarà pace, gioia e festa perenne, sicché chi viva nel mio Fiat Divino possederanno tre soli, uno più bello dell’altro, tre regni pacifici, arricchiti di tutte le gioie, armonie e felicità, e saranno coronate con tre corone, ma sai tu chi coronerà la fronte dei figli del mio Volere? La Trinità Sacrosanta rapita della loro somiglianza che l’infusero nel crearle, e vedendo che il nostro Fiat le ha cresciuto e formato come Noi le volevamo, e restando ferita nel vedere in essi i nostri lineamenti, sarà tanta la foga del nostro amore, che ciascuna delle tre Divine Persone metterà ognuna la sua corona come distintivo speciale che sono i figli della nostra Volontà Divina”.
(7) Onde mi sentivo tanto immersa nel Fiat Supremo, che mi sentivo come una spugna inzuppata nella luce di Esso, mi sembrava che tutte le cose create mi portavano il bacio del Voler Divino, ed in quel bacio sentivo le labbra del mio Creatore che me lo scoccava, mi pareva che il Fiat trasportava con Sé le tre Divine Persone. Ora mentre la mia mente me la sentivo sperduta nella luce del Fiat, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno e mi ha detto:
(8) “Figlia mia, quando il mio Volere avrà il suo regno sulla terra, e le anime vivranno in esso, la fede non avrà più ombra, non più enigmi, ma tutta sarà chiarezza e certezza, la luce del mio Volere porterà nelle stesse cose create la visione chiara del loro Creatore, lo toccheranno con mano in tutto ciò che ha fatto per amor loro. Adesso l’umano volere è ombra alla fede, le passioni sono nubi che oscurano la luce chiara di essa, e succede come al sole quando dense nubi si formano nella bass’aria, che ad onta che il sole c’è, le nubi si fanno contro alla luce e sembra oscuro come se fosse notte, e chi non avesse visto mai il sole stenterebbe a credere che ci stesse il sole, ma se un vento impetuoso diradasse le nubi, toccando con mano la sua fulgida luce, chi oserebbe dire non esiste il sole? Tale si trova la fede perché non regna la mia Volontà, sono quasi come ciechi che devono credere agli altri che esiste un Dio, invece regnando il mio Fiat Divino, la sua luce farà toccare con mano a loro stessi l’esistenza del loro Creatore, quindi non sarà più necessario che altri lo dicano, sicché le ombre, le nubi non esisteranno più”.
(9) Ma mentre ciò diceva, Gesù faceva uscire un’ondata di gioia e di luce dal suo cuore, che darà altra vita alle creature, e con enfasi d’amore ha soggiunto:
(10) “Come sospiro il regno del mio Volere, esso metterà termine ai mali delle creature, ed ai nostri dolori, Cielo e terra sorrideranno insieme, le feste nostre e le loro riprenderanno l’ordine del principio della Creazione, metteremo un velo su di tutto, affinché le feste non siano più interrotte”.
24-25 Luglio 4, 1928 Necessità degli anticipi per acquistare il regno della Divina Volontà. Come la Divina Volontà rende leggiero tutto come se fosse una piuma e perciò tutto si può abbracciare.
(1) Continuando il mio giro nel Fiat Divino pensavo tra me: “A che servono queste ripetizioni continue di chiedere e richiedere il regno della Divina Volontà, e la ripetizione di girare in Essa per impegnarla a cedere il suo regno, affinché venga a dominare in mezzo alle creature?” In questo mentre il mio amato Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, quando si vuol fare una compra si danno gli anticipi, e quanti più anticipi si danno, tanto più resta assicurata la compra e meno resta da pagare quando si viene agli ultimi atti della compra definitiva. Ora, volendo tu il regno della mia Volontà, è necessario che tu dia gli anticipi, ed ogni qualvolta tu giri in Essa e chiedi e richiedi il suo regno ed emetti i tuoi atti per tutti per lo stesso scopo, tanti anticipi aggiungi per metterti al sicuro l’acquisto del regno del mio Fiat Divino, e siccome è il suo acquisto che vuoi fare, è necessario che i tuoi atti vengano fatti in Essa, che acquistino il valore di moneta coniata dalla mia Volontà Divina, altrimenti non sarebbe moneta valevole e che potrebbe correre per l’acquisto di Essa, sarebbe come una moneta fuori regno, perché chi Volontà Divina vuole acquistare, deve dare atti di anticipi fatti in Essa, ed Essa si benigna di coniarli col valore del suo Fiat, in modo che l’anima può dare gli anticipi necessari per il suo acquisto. Ecco a che servono le tue giratine nel mio Fiat, gli atti che emetti in Esso, il chiedere e richiedere che venga il suo regno, sono tutte cose necessarie e che ci vogliono per il suo grande acquisto, non feci Io lo stesso per la Redenzione? Dovetti pagare l’anticipo degli atti miei innanzi al mio Celeste Padre, e dovetti pagare per tutti per ottenere il regno della Redenzione, e quando sborsai tutto il pagamento, allora mi fu firmato dalla Divinità che il regno era mio, perciò continua a mettere i tuoi anticipi se vuoi che ti sia firmato che il regno del mio Fiat è tuo”.
(3) Dopo di ciò stavo dicendo al mio Gesù: “Nella tua Volontà prendo nelle mie braccia la Creazione tutta, il cielo, il sole, le stelle e tutto, per portarli innanzi alla Maestà Suprema come adorazione e preghiera più bella per chiedergli il regno del Fiat”. Ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Come posso abbracciare tutto se la mia piccolezza è tanta, che neppure una stella potrei abbracciare, come potrò tutto? Quindi sono cose non effettuabili”. Ed il mio amabile Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(4) “Figlia mia, chi tiene la mia Divina Volontà può prendere tutto, Essa ha virtù di rendere leggiera qualunque cosa, rende leggiera come piuma cieli, stelle, soli, tutto il creato, angeli, santi, la Vergine Regina e lo stesso Dio, perché scorrendo in tutto come vita primaria il mio Voler Divino, una è la vita, uno è il peso, sicché quanto pesano tutti insieme, tanto pesa ciascuna, perciò solo chi tiene il mio Fiat può prendere tutto e darmi tutto, perché tenendo virtù di stendere cieli, di formare soli, eccetera, dove Esso si trova, tiene virtù di prendere tutto e di abbracciare tutto, ché questo è il gran prodigio del vivere nel mio Volere, che la piccolezza può portare ed abbracciare l’immensità, la debolezza può portare la fortezza, il nulla può possedere il tutto, la creatura il Creatore. Dove c’è la vita della mia Volontà Divina ci sono tutti i prodigi uniti insieme, l’infinito, l’eterno si fa portare come in trionfo nelle piccole braccia di colei che vive in Essa, perché guardano in lei, non lei, ma la Divina Volontà che tiene diritto di tutto, può tutto ed abbraccia tutto, e tutto può dare come suo al suo Creatore; difatti, non fu forse il mio Fiat che distese il cielo, lo popolò di stelle? Se tenne virtù di farlo, tiene virtù di abbracciarlo, e come leggiera piuma farlo portare in trionfo dalla creatura che vive nel suo Voler Divino, perciò segui il tuo volo in Esso e tutto farai per darmi tutto e chiedermi tutto”.
24-26 Luglio 7, 1928 Beni che produce la Divina Volontà, mali che produce l’umana. Come tutti i mali cesseranno come d’incanto se regnerà la Divina Volontà. Come nella casa di Nazaret regnava la Divina Volontà.
(1) Stavo seguendo il mio dolce Gesù nella sua vita pubblica, e pensando alle tante malattie umane che Gesù risanò, pensavo tra me: “E perché la natura umana si trasformò tanto, fino a diventare: Chi muti, chi sordi, chi ciechi, chi coperti di piaghe e tant’altri mali, se il male lo fece la volontà umana, perché subì tanto anche il corpo?” Ed il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tu devi sapere che il fisico nulla fece di male, ma tutto il male lo fece la volontà umana; ma
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(1) Stavo seguendo il mio dolce Gesù nella sua vita pubblica, e pensando alle tante malattie umane che Gesù risanò, pensavo tra me: “E perché la natura umana si trasformò tanto, fino a diventare: Chi muti, chi sordi, chi ciechi, chi coperti di piaghe e tant’altri mali, se il male lo fece la volontà umana, perché subì tanto anche il corpo?” Ed il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tu devi sapere che il fisico nulla fece di male, ma tutto il male lo fece la volontà umana; ma siccome Adamo prima di peccare possedeva nell’anima sua la vita totale della mia Volontà Divina, si può dire che era piena fino all’orlo, fino a traboccarne fuori, quindi l’umana volontà, in virtù della mia, traspariva fuori luce, esalava tutti i profumi del suo Creatore, profumi di bellezza, di santità e di piena salute, profumi di candidezza, di fortezza, in modo che come tante nubi luminose uscivano da dentro la sua volontà, ed il corpo restava talmente abbellito in virtù di queste esalazioni, che era un’amore il vederlo bello, vegeto, luminoso, sanissimo, con una grazia che rapiva. Ora, come peccò Adamo, restò sola la volontà umana, e non teneva più chi spandeva nella sua la luce, le varietà di tanti profumi, che trasparendo fuori conservavano l’anima ed il corpo com’era stato creato da Dio, ma invece incominciò ad esalare da dentro la volontà umana dense nubi, aria putrida, profumi di debolezza, di miserie, in modo che anche il corpo perdette la sua freschezza, la sua bellezza, si debilitò e restò soggetto a tutti i mali, partecipando come partecipò al bene, così ai mali della volontà umana, sicché se si sana essa col darle di nuovo la vita del mio Voler Divino, come d’incanto tutti i mali della natura umana non avranno più vita. Non succede forse lo stesso quando un’aria putrida, cattiva, puzzolente, circonda le creature? Quanti altri mali non accresce? Come la puzza giunge a togliere il respiro e penetra fin nelle viscere, fino a produrre mali contagiosi che portano alla tomba? E se tanto male può fare un’aria di fuori, molto più male può fare l’aria nebbiosa e putrida della volontà umana che viene al di dentro della creatura, dal fondo di tutto il suo essere, e poi c’è l’esempio palpabile delle piante, quante volte un giardino, un campo fiorente, che l’agricoltore era tutto in festa per la speranza dell’abbondante ricolto e per tanti bei frutti che doveva raccogliere, è bastato una nebbia per spogliare gli alberi e far cadere a terra tutti i frutti, un’aria troppo gelata, per gettare il lutto sopra del campo fiorente, annerirlo e farlo morire, e mettere in lutto il povero agricoltore. L’aria, se è buona comunica la vita del bene, se è cattiva comunica la vita del male e la stessa morte, l’esalazione dell’aria, se è buona si può chiamar vita, se è cattiva si può chiamar morte per le povere creature. Se tu sapessi quanto Io soffrivo nella mia vita pubblica quando si presentavano innanzi a Me ciechi, muti, lebbrosi, eccetera, perché riconoscevo in essi tutte le esalazioni dell’umano volere e come l’uomo senza del mio si deforma nell’anima e nel corpo, perché solo il mio Fiat tiene virtù di conservare le opere nostre integre, fresche e belle, come uscirono delle nostre mani creatrice”.
(3) Onde pensavo tra me mentre stavo accompagnando il mio dolce Gesù nella stanzetta di Nazaret per seguire i suoi atti: “Il mio amato Gesù con certezza ebbe il regno della sua Volontà nella sua vita nascosta, perché la Sovrana Signora possedeva il suo Fiat, Lui era la stessa Volontà Divina, san Giuseppe in mezzo a questi mari di luce interminabile, come non poteva farsi dominare da questa Santissima Volontà?” Ma mentre ciò pensavo, il mio Sommo Bene Gesù sospirando di dolore nel mio interno mi ha detto:
(4) “Figlia mia, certo che in questa casa di Nazaret regnava la mia Volontà Divina come in Cielo così in terra, Io e la mia Mamma Celeste non conoscevamo altra volontà, san Giuseppe viveva ai riflessi della nostra, ma Io ero come un re senza popolo, isolato, senza corteggio, senza esercito, e la mia Mamma come regina senza prole, perché non era circondata da altri figli degni di Lei, a cui poteva affidare la sua corona di regina per avere la sua stirpe dei suoi nobili figli tutti re e regine, ed Io avevo il dolore d’essere re senza popolo, e se popolo si può chiamare quelli che mi circondavano, era un popolo malato, chi cieco, chi muto, chi sordo, chi zoppo, chi coperto di piaghe, era un popolo che mi faceva disonore, non onore, anzi neppure mi conosceva, né voleva conoscermi, sicché ero re per me solo e la mia Mamma era regina senza la lunga generazione della sua stirpe dei figli suoi regali. Invece per poter dire che avessi il mio regno e governare dovevo avere i ministri, e sebbene ebbi san Giuseppe come primo ministro, però un solo ministro non costituisce ministero, dovevo avere un grande esercito, tutto intento a combattere per difendere i diritti del regno della mia Volontà Divina, ed un popolo fedele che avesse solo per legge, la legge della mia Volontà; ciò non era figlia mia, perciò non posso dire che col venire sulla terra per allora ebbi il regno del mio Fiat, perciò il nostro regno fu per Noi soli, perché non fu ripristinato l’ordine della Creazione, la regalità dell’uomo, ma col vivere Io e la Madre Celeste tutto di Volontà Divina, fu gettato il germe, formato il lievito come far spuntar e crescere il nostro regno sulla terra, quindi furono fatti tutti i preparativi, impetrate tutte le grazie, sofferte tutte le pene, perché il regno del mio Volere venisse a regnare sulla terra, onde Nazaret si può chiamare il punto di richiamo del regno della nostra Volontà”.
24-27 Luglio 10, 1928 Come la Divina Volontà vuole distendere il suo dominio in tutto. Come il Fiat metterà in comune Cielo e terra. Infelicità del voler umano.
(1) Stavo scrivendo, e mentre scrivevo mi sentivo che mi veniva il sonno e non ero libera di scrivere, onde pensavo tra me: “E perché questo sonno? Finora tanta veglia, tanto, che se io volessi dormire non potevo, ora tutto il contrario, quanti cambiamenti si devono subire, or d’un modo, or d’un altro, si vede che anche con Gesù ci vuole pazienza, mentre con la veglia potevo far di più; ma del resto anche il sonno devo dire Fiat!” In questo mentre, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(2)
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(1) Stavo scrivendo, e mentre scrivevo mi sentivo che mi veniva il sonno e non ero libera di scrivere, onde pensavo tra me: “E perché questo sonno? Finora tanta veglia, tanto, che se io volessi dormire non potevo, ora tutto il contrario, quanti cambiamenti si devono subire, or d’un modo, or d’un altro, si vede che anche con Gesù ci vuole pazienza, mentre con la veglia potevo far di più; ma del resto anche il sonno devo dire Fiat!” In questo mentre, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, non ti meravigliare, il mio Fiat Divino vuol prendere il suo dominio in tutti gli atti umani, tutto vuole che sia proprietà e territorio suo, Esso è geloso che anche una virgola gli sia tolta, quindi se ha preso il suo dominio nella tua veglia, lavorando Lui stesso insieme con te per mettervi il suggello del suo Fiat come dominio e proprietà sua, così vuole mettere il suggello del suo Fiat sopra del tuo sonno come proprietà del suo riposo eterno, vuol trovare tutte le sue similitudini, il suo lavoro incessante e ti ha dato la veglia, ti fa abbracciare tutto e ti dà la sua immensità, ti fa dormire e ti dà il suo riposo eterno, insomma deve poter dire e fare: “Ciò che faccio da solo nella mia Volontà, lo debbo poter fare insieme con la mia piccola figlia, perché dandomi il dominio di tutto, tutto diventa Volontà mia”. Sicché posso dire: “Tutto è proprietà del mio Fiat in essa, nulla le resta che sia suo, tutto a me appartiene, ed Io in ricambio do a lei ciò che appartiene alla mia Volontà Divina”.
(3) Dopo di ciò stavo seguendo coi miei atti il Voler Divino, ed il cielo, le stelle, il sole, mi parevano così belli, che dal fondo del mio cuore andavo ripetendo: “Come son belle le opere del mio Creatore, l’ordine, l’armonia che tiene il Fiat onnipotente in tutta la Creazione, oh! se stesse in mezzo alle creature quest’ordine ed armonia, la faccia della terra si cambierebbe”. Ed il mio amato Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, quando dominerà sulla terra la mia Volontà, allora ci starà un’unione perfetta tra il Cielo e la terra, uno sarà l’ordine, una l’armonia, uno l’eco, una la vita, perché una sarà la Volontà; anzi in Cielo si vedranno come tanti specchi, in cui le creature specchiandosi in essi guarderanno ciò che fanno i beati in Cielo, sentiranno i loro canti, le loro musiche celesti, ed imitando ciò che fanno, i loro canti, le loro musiche, ci sarà la vita del Cielo in mezzo alle creature, il mio Fiat metterà tutto in comune e ci sarà la vera vita del Fiat Voluntas Tua Come In Cielo Così In Terra, allora il mio Volere canterà vittoria e la creatura canterà l’inno del suo trionfo”.
(5) E facendo silenzio, dopo poco ha soggiunto:
(6) “Figlia mia, l’umano volere ha prodotto tanto male, da formare lo stato infelice della povera creatura, cambiò la sua sorta, la sua fortuna, ed Io essendo felice per me stesso, tutto ciò che uscì nella Creazione dalle nostre mani creatrici, uscì con la pienezza della felicità, sicché dovunque, dentro e fuori dell’uomo scorreva la gioia e la felicità perenne, l’umano volere fugò da lui questo mare di vera e perpetua felicità, la quale fugata ch’è si ricettò nel seno del suo Creatore che l’aveva uscito fuori per fare che tutte le opere sue fossero felici; e per quanto felici per Noi stessi, che nessuno può ombrare la nostra felicità, siamo costretti a vedere infelice l’uomo, che l’era stato dato il primato nella Creazione, e vedere i nostri figli infelici, e sebbene a Noi non nuoce, è sempre un dolore vedere che il mare della nostra felicità non è goduto da chi n’era il padrone. Ora chi vive nella mia Volontà Divina, richiama in sé questo mare di felicità, e ci toglie la vista di vedere l’infelicità nelle povere creature e ci rende doppiamente felici, perché vediamo che la felicità nostra prende la sua via verso i nostri figli, perciò la mia Volontà Divina metterà tutte le cose a posto e toglierà l’infelicità che ha prodotto l’umano volere, che con la sua bava velenosa sa tutto amareggiare ed intorbidare. Com’è bello vedere tutti felici! Qual consolazione per un padre, tenere e vedere la corona dei suoi figli, tutti felici, ricchi, sani, belli, sempre sorridere, mai piangere, oh! come gode e si sente nuotare nella felicità sua e dei figli suoi, più che padre son’Io, che sento in me la felicità dei figli miei, perché essa è roba mia e può entrare in Me, mentre l’infelicità è roba a Me estranea, che non mi appartiene e non tiene la via d’entrare in Me, sento il dolore di vederla, ma non di sentirla, e come padre amo e voglio che tutti siano felici”.
24-28 Luglio 14, 1928 Come chi vive nel Voler Divino forma i suoi maricelli in Dio stesso. Come la Volontà Divina è luce e va trovando luce, e come tutti i mali si smarriscono avanti alla sua luce. Prodigio del Fiat.
(1) Mi sento tutta nel Fiat Divino, ed il mio adorabile Gesù faceva vedere innanzi alla mia mente un mare interminabile di luce e dentro di questo mare si vedevano tant’altri piccoli mari, fiumicelli formati nello stesso mare, era bello, dilettevole, incantevole, vedere nel mare divino spesso spesso formati questi piccoli maricelli, chi più piccoli, chi più grandicelli, mi sembrava come quando noi ci potessimo trovare nel mare e tuffandoci, l’acqua si fende e facendosi cerchio intorno ci dà il posto per poterci stare nel mare, in modo che si vede in esso tante persone che non sono mari, perché il mare non tiene virtù di convertirci in acqua, mentre il nostro Dio ha virtù di convertirci nella sua stessa luce, ma ad onta di ciò si vede che una volontà umana è andata a tuffarsi nel mare divino per prendervi il suo posto, ed a secondo il molto o il poco operare forma o il piccolo o il più grande maricello nel mare divino. Ora mentre mi dilettavo nel vedere una scena così bella e rapitrice, il mio dolce Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, questi piccoli maricelli e fiumicelli che tu vedi nel mare eterno della Maestà Divina, sono di quelli che operano nella Volontà Divina. Il Creatore dà e fa posto nel suo stesso mare a quelli che vogliono vivere nel Fiat, li ammette in casa sua e li fa formare le loro proprietà, e mentre formano le loro, godono di tutti i beni del mare interminabile dell’Ente Supremo, il quale dà ampia libertà a questi suoi figli di allargarsi i loro maricelli nel suo stesso mare per quanto più possono. In questo mare ci sono i maricelli della mia Umanità e quelli della Sovrana del Cielo, come pure ci saranno quelli di chi vivranno nel mio Volere, nessun atto di essi sarà fatto fuori del mare divino, e questo sarà la più grande gloria di Dio ed il più grande onore per i figli del mio Fiat Divino”.
(3) Dopo di ciò, stando più che mai immersa nel Voler Divino, stavo offrendo tutto l’essere mio e tutti gli atti miei in Esso, oh! come avrei voluto che neppure un pensiero, una parola, un palpito sfuggisse dalla luce del Fiat, anzi avrei voluto far corona su tutti gli atti delle creature, schierarmi su ciascun’atto umano per investire tutto e tutti con la sua luce, affinché una fosse la parola, uno il palpito: “Volontà Divina”. Ma mentre la mia mente si perdeva in Essa, il mio dolce Gesù facendosi vedere, mi ha stretto forte forte fra le sue braccia, poi ha messo il suo volto santissimo sul mio cuore, lo fiatava forte, ed io non so dire che cosa mi sentivo, e poi mi ha detto:
(4) “Figlia della mia Volontà Divina, il mio Fiat è luce, né vi può entrare in Esso neppure l’ombra, né atomo che non sia luce, le tenebre non trovano la via, si smarriscono innanzi alla sua luce interminabile, e l’anima per entrare nel mio Voler Divino deve mettersi ai riflessi della sua luce, cioè, come vuol fare i suoi atti nel mio Volere si mette ai suoi riflessi, i quali hanno virtù di cambiare in luce gli atti dell’anima, e la mia Volontà compie un prodigio investendo ciascun raggio di Essa, chi i palpiti, chi i pensieri, chi le parole, in ogni suo raggio contiene la corona di tutti gli atti della creatura, e siccome il mio Fiat abbraccia tutto e tutti, Cielo e terra, così fa toccare a tutti, e dà a tutti gli atti della creatura che si fanno in Essa; se si potesse vedere da tutti le maraviglie del vivere ed operare nel mio Volere, vedrebbero la scena più bella, incantevole e rapitrice, e la più che fa il bene e che porta il bacio della vita, della luce, della gloria”.
(5) Poi con voce tenera e commovente, e con enfasi più forte d’amore ha soggiunto:
(6) “Oh! Volontà Divina, quanto sei potente! tu sola sei la trasformatrice della creatura in Dio. Oh! Volontà mia, tu sola sei la consumatrice di tutti i mali e la produttrice di tutti i beni. Oh! Volontà mia, tu sola possiedi la forza rapitrice, e chi si fa rapire da te diventa luce, chi da te si fa dominare è la più fortunata del Cielo e della terra, è la più amata da Dio, è quella che tutto riceve e tutto dà”.
24-29 Luglio 19, 1928 Come nella Creazione vi concorsero tre atti da parte di Dio, e come ci vogliono tre volontà sacrificate per il regno della Divina Volontà. Chi vive in Essa la festeggiano ed è la festa di tutti.
(1) Stavo facendo il mio solito giro nel Voler Divino, e giunta al punto quando la Celeste Regina fu concepita, ed ebbe l’uso di ragione e fece l’eroico sacrificio di offrire la sua volontà al suo Dio, senza volerla mai conoscere per vivere solo di Volontà di Dio, onde pensavo tra me: “Come vorrei che la mia Mamma Celeste prendesse la mia volontà, l’unisse con la sua e ne facesse dono alla Maestà Suprema, affinché neppure io conoscessi la mia, per vivere solo di Volontà di Dio”. Onde mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù si è mosso nel
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(1) Stavo facendo il mio solito giro nel Voler Divino, e giunta al punto quando la Celeste Regina fu concepita, ed ebbe l’uso di ragione e fece l’eroico sacrificio di offrire la sua volontà al suo Dio, senza volerla mai conoscere per vivere solo di Volontà di Dio, onde pensavo tra me: “Come vorrei che la mia Mamma Celeste prendesse la mia volontà, l’unisse con la sua e ne facesse dono alla Maestà Suprema, affinché neppure io conoscessi la mia, per vivere solo di Volontà di Dio”. Onde mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù si è mosso nel mio interno e con una luce più che lampo mi ha detto:
(2) “Figlia mia, nella Creazione vi concorsero tre atti da parte della Trinità, che furono la potenza, la sapienza, l’amore, e tutte le nostre opere sono sempre accompagnate da questi tre atti, perché essendo il nostro operare perfetto, sono eseguite con somma potenza, con sapienza infinita, con amore perfetto, comunicando tre immensi beni nell’opera che facciamo, come di fatti demmo all’uomo il gran bene dell’intelletto, memoria e volontà. Ora, per venire il regno della mia Divina Volontà, son necessarie tre volontà sacrificate in olocausto alla Divinità, che non avendo vita propria diano luogo alla mia per farla regnare e dominare liberamente per poter prendere il suo posto regio in tutti gli atti umani, qual le conviene, perché così era stabilito da Noi fin dal principio della creazione dell’uomo, che ingrato diede il posto al suo volere umano e lo fece perdere alla Mia. Innanzi a Noi non c’è sacrificio maggiore d’una volontà umana, che mentre tiene la vita, non la esercita per dare vita libera al mio Fiat, ma però con gran guadagno dell’anima, perché dà una volontà umana e ne riceve una Divina, dà una volontà finita e limitata e ne riceve una infinita e senza limite”.
(3) Ora mentre Gesù ciò diceva, pensavo tra me: “La prima fu certo la Regina del Cielo, che fece l’eroico sacrificio di non dar vita alla sua volontà, e le altre due volontà, chi saranno?” E Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, e a Me mi vuoi mettere da parte? Non sai tu che Io tenevo una volontà umana, la quale non ebbe neppure un respiro di vita, cedendo in tutto il posto alla mia Volontà Divina? Quindi la tenevo per tenerla sacrificata, affinché la Volontà Divina stendesse nell’umano mio volere tutta l’estensione del suo regno, e tu hai dimenticato che il tuo volere umano lo tieni sacrificato, affinché non abbia mai vita e che la mia Volontà Divina la tiene come sgabello ai suoi piedi, affinché sopra di essa stenda il regno mio? Or tu devi sapere che in mezzo alla volontà della Madre Celeste ed alla tua, sta la mia volontà umana che fa da prima e sostiene l’una e l’altra, affinché fossero costanti nel sacrificio di non dare mai vita al volere umano, affinché il regno della mia Volontà Divina si stendesse sopra delle tre volontà, per avere la triplice gloria alla nostra potenza, sapienza ed amore, e la triplice riparazione delle tre potenze dell’uomo, che concorsero tutte e tre a sottrarsi dal gran bene della nostra Volontà Divina. E se la Sovrana del Cielo fu aggraziata in virtù dei meriti del futuro Redentore, tu fosti aggraziata in virtù del Redentore già venuto, e siccome i millenni sono per me come un punto solo, fin d’allora ci pensai a tutto e sostenevo le tre volontà sopra delle quale doveva trionfare il mio eterno Volere, perciò ti dico sempre, sii attenta e sappi che tieni due volontà che sostengono la tua, quella della Mamma Celeste e quella del tuo Gesù, che fortificano la debolezza del tuo volere, affinché resista a tenersi sacrificato per una causa sì santa e per il trionfo del regno del mio Fiat”.
(5) Ora mentre la mia mente faceva presente il concepimento della Sovrana Signora, io dicevo tra me: “Immacolata Regina, questa piccola figlia del Voler Divino, viene a prostrarsi ai tuoi piedi per festeggiare il tuo concepimento e darti gli onori di Regina, ed insieme con me chiamo tutta la Creazione a farti corona, gli angioli, i santi, il cielo, le stelle, il sole, e tutti a riconoscerti per nostra Regina ed onorare ed amare la tua altezza ed a dichiararci tutti sudditi tuoi, non vedi oh! Madre e Regina Celeste come tutte le cose create corrono intorno a te per dirti: “Ti salutiamo Regina nostra, finalmente dopo tanti secoli abbiamo avuto la nostra Imperatrice”. Ed il sole ti saluta Regina della luce, il cielo Regina dell’immensità e delle stelle, il vento Regina dell’impero, il mare Regina della purità, fortezza e giustizia, la terra ti saluta Regina dei fiori, tutti a coro ti salutano: “Sei la benvenuta, la nostra Regina, tu sarai il nostro sorriso, la nostra gloria, la nostra felicità, d’ora in poi ai tuoi cenni tutti dipendiamo”. Ma mentre ciò dicevo, pensavo tra me (certo, una delle mie solite sciocchezze) : “Io festeggio la mia Mamma Celeste, e Lei non si dà nessun pensiero di festeggiare la piccola figlia del Voler Divino? Io non vorrei altro che la festa che mi facessi di tenermi nel suo grembo come piccola bambina per imboccarmi l’aria, il respiro, il cibo, la vita della Divina Volontà”. Ma mentre ciò ed altro pensavo, il mio dolce si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(6) “Figlia piccola del mio Volere, chi vive nel mio Fiat Divino la festeggiamo ed è la festa di tutti; vuoi sapere perché tu festeggi fin dal suo concepimento lo stato di Regina della Mamma mia? Perché la sua vita la incominciò nella Volontà Divina, ed Essa ti fa presente il suo stato glorioso di Regina e te la fa festeggiare con tutte le cose create, come fu festeggiata nel suo concepimento, le feste iniziate nel Fiat sono perenni, non finiscono mai, e chi vive in Essa le trova presenti e festeggia insieme, e sebbene la piccola Regina del Cielo fin dal suo concepimento avvertiva che tutti la riverivano, le sorridevano, la sospiravano, era la benvoluta di tutti, ma non sapeva il mistero fin dal principio che doveva essere la Madre mia, Colui che Lei stessa sospirava, lo seppe quando l’angelo lo annunziò, ma sapeva però che la regalità, l’impero e tante dimostrazioni d’ossequi, le venivano perché in Lei regnava la mia Divina Volontà. Ora tu devi sapere che come tu festeggi la Mamma, la Sovranità, la Mamma festeggia la figlia, la neonata di quel Fiat che Lei amò tanto, che lo tenne per vita, e festeggia in te ciò che tu stessa non conosci per ora, ma lo conoscerai di poi, non sai tu che Lei sospira le piccole regine, che sono le piccole figlie del mio Volere per farle la festa che Lei riceve?”
24-30 Luglio 23, 1928 L’anima che vive nel Fiat è il punto luminoso nel mondo. Come tutto fu creato per l’anima.
(1) Continuando il mio solito abbandono nel Fiat Supremo, avrei voluto abbracciare tutti e tutto per fare che tutto diventasse Volontà Divina, ed il mio dolce Gesù uscendo da dentro il mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, nell’anima che sta la mia Volontà è il punto luminoso nel mondo, e come si vede un sole sotto alla volta del cielo, che coi suoi raggi investe la terra e con la sua vita di luce, penetrando ovunque abbellisce, colorisce, feconda la terra tutta, così si vede un’altro sole più bello, più fulgido nel punto del mondo, cioè nell’anima dove regna il mio Voler Divino, ed i suoi raggi si allungano tanto e si allargano, che abbracciano tutto e tutti, com’è bello vedere dal Cielo questi punti luminosi nel fondo della terra, non sembra più terra, ma Cielo, perché c’è il Sole del mio Fiat, i suoi raggi abbelliscono, fecondano e gettano tal varietà di colori divini, da comunicare con la sua vita di luce le varietà delle bellezze del Creatore; dove ci sono questi punti luminosi, viene arrestata la corrente del male, la stessa mia giustizia si sente disarmare dalla forza di questa luce e cambia i flagelli in grazia, questi punti sono il sorriso della terra, la sua luce è foriera e portatrice di pace, di bellezza, di santità, di vita che mai muore, si possono chiamare i punti fortunati della terra, perché c’è in mezzo a loro la luce che mai tramonta, la vita che sempre sorge, invece dove non ci sono questi punti luminosi la terra è oscura, e se qualche bene fanno sono come quelle piccole luci che non hanno raggi, perché manca in quel bene la sorgente della luce, e perciò non tiene forza né virtù di allungarsi e di allargarsi, e mancando la sorgente sono soggette a smorzarsi, e la terra resta oscura, come sepolta in fitte tenebre, perché la volontà umana è foriera e portatrice di mali, di turbazioni, di disordine e simile. Sicché l’anima dove non regna il mio Volere sbuffa tenebre, ombra ed inquietudine, e se fa qualche bene, è un bene investito di nebbia, la sua aria è sempre malsana, i suoi frutti immaturi, la sua bellezza scolorita, tutto al contrario dove regna la mia Volontà, questa è la vera regina che domina tutto, dà pace a tutti, fa bene a tutti ed è la benvoluta da tutti, e mentre fa bene a tutti non fa bisogno di nessuno, perché la sorgente del mio Volere che possiede le fa sorgere tutti i beni”.
(3) Onde seguivo il mio giro nel Voler Divino per portare tutte le cose create al mio Creatore, cielo, sole e tutto, come adorazione profonda al mio Dio e potergli dire: “Cielo mi hai dato, stelle, sole, mare, ed io tutto te le ridò come contraccambio del mio amore”. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù mi ha detto:
(4) “Figlia mia, ah! sì, tutto ho creato per te e tutto ti ho dato, ogni cosa che creavo pensavo prima a farti il dono e poi lo mettevo fuori, te ne feci tanti di questi doni, che non hai dove tenerli, ed il mio amore per non tenerti impacciata ti diede lo spazio dove tenerli, in modo che mentre te le godi, ora una cosa or un’altra a tuo piacere, non sei ingombrata, tenendo ciascuno il loro posto per starsi a tua disposizione. Ora, se tu sapessi il nostro contento quando vediamo la piccola figlia nostra prendere il suo volo nella nostra Volontà per portarci il cielo, le stelle, il sole e tutto il resto per contraccambiarci cogli stessi doni che le abbiamo dato, Noi sentiamo la nostra stessa gloria, il nostro amore, la ripetizione delle opere nostre, e conoscendo che se lei avesse potere di farle, ce le farebbe per primeggiare sempre nel nostro amore verso chi vive nel nostro Fiat, le diamo il merito come se la creatura avesse fatto il cielo per amor nostro, il sole, il mare, il vento, insomma tutto, la contraccambiamo come se essa ci mantenesse tutta la Creazione per darci gloria e dirci che ci ama. La mia Volontà ama tanto chi vive in Essa, che non c’è cosa che ha fatto o potesse fare che non dice all’anima: “Facciamolo insieme”. Affinché possa dire: “Ciò che ho fatto Io per amor suo, lei l’ha fatto per amor mio”.
24-31 Luglio 29, 1928 Significato della benedizione e del segno della croce.
(1) I miei giorni si rendono più amari e lunghi per la privazione del mio dolce Gesù, le ore sono secoli, i giorni non finiscono mai, e mentre faccio i miei soliti giri nella Creazione, voglio ed invito tutti a piangere Colui che involandosi da me mi lascia sola ed abbandonata nel mio duro martirio di vivere come se non avessi vita, perché Colui che formava la vera mia vita non è più con me, e perciò nella mia amarezza chiamo il sole perché piangesse lacrime di luce per intenerire Gesù, perché ritorni alla sua piccola esiliata; chiamo il vento perché faccia lacrime di gemiti, di urli, e col suo impero impetuoso assorda l’udito di Gesù, affinché lo pieghi a farmelo ritornare; chiamo il mare in mio aiuto, affinché tutte le sue acque le converta in lacrime, e mormorando lacrime e tumultuando con le sue onde faccia tumulto fin dentro il suo cuore divino, perché si decida presto a ridarmi la sua vita il mio Tutto; ma chi può dire i miei spropositi? Cercavo aiuto da tutti perché mi facessero ritornare Gesù, ma Lui non veniva, ed io seguivo il mio giro nella sua adorabile Volontà e seguendo i suoi atti che fece stando su questa terra mi son fermata quando Gesù benediva i fanciulli, benediva la sua Mamma Celeste, benediva le turbe ed altro, ed io pregavo Gesù che benedisse questa sua piccola figlia che tanto ne aveva bisogno, e Lui movendosi nel mio interno ed alzando il suo braccio in atto di benedirmi mi ha detto:
(2) “Figlia mia, ti benedico di cuore nell’anima e nel corpo, la mia benedizione sia la conferma della nostra somiglianza in te, essa ti conferma ciò che la Divinità fece nella creazione dell’uomo, cioè la nostra somiglianza, perciò tu devi sapere che nel corso della mia vita mortale, in ogni cosa che Io facevo benedivo sempre, era il primo atto della Creazione che Io richiamavo sulle creature, e per confermarlo, benedicendo invocavo il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo; gli stessi sacramenti sono animati da queste benedizioni ed invocazioni, sicché mentre chiama la somiglianza del Creatore nelle anime, chiama insieme la vita della mia Divina Volontà, perché ritorni come nel principio della Creazione a regnare nelle anime, perché Essa sola tiene virtù di pennellare in esse al vivo la somiglianza di Colui che l’ha creato, di farla crescere e conservarla coi vivi colori divini. Vedi dunque che significa benedizione: Conferma della nostra opera creatrice, perché l’opera che Noi facciamo una volta, è tanto piena di sapienza e di sublimità e bellezza, che amiamo di ripeterla sempre. E se con la nostra benedizione non è altro che il sospiro del nostro cuore di vedere reintegrata la nostra immagine nelle creature e la ripetitrice della nostra conferma di ciò che vogliamo fare, il segno della croce che la Chiesa insegna ai fedeli, non è altro che impetrare da parte delle creature la nostra somiglianza, e perciò facendo eco alla nostra benedizione ripete: “In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Quindi senza conoscerlo, la Chiesa con tutti i fedeli armonizzano coll’eterno Creatore e vogliono la stessa cosa, Iddio col benedire e pronunziare le parole Padre, Figlio e Spirito Santo, vuol dare la sua somiglianza, le creature la impetrano col farsi il segno della croce pronunziando le stesse parole”.
24-32 Agosto 2, 1928 Come è Volontà di Dio assoluta che devono uscire gli scritti. L’opera della Redenzione ed il regno del Fiat Divino sono collegati insieme. Il campo del Voler Divino. Spiegazioni.
(1) Mi sentivo tutta impensierita per questi benedetti scritti, il pensiero d’uscirli fuori è sempre un tormento per me, e poi i tanti incidenti che si danno, or d’un modo or d’un altro, molte volte mi fa pensare che forse non è Volontà di Dio che si pubblichino, altrimenti non succedevano tante cose, chi sa ché il Signore non vuole il mio sacrificio in parole, ma coi fatti vuole risparmiarmi un tanto dolore, che solo il pensiero d’oppormi al suo Voler Divino mi fa dire Fiat! Fiat! Ma mentre ciò pensavo, il mio sempre amabile Gesù si è mosso
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(1) Mi sentivo tutta impensierita per questi benedetti scritti, il pensiero d’uscirli fuori è sempre un tormento per me, e poi i tanti incidenti che si danno, or d’un modo or d’un altro, molte volte mi fa pensare che forse non è Volontà di Dio che si pubblichino, altrimenti non succedevano tante cose, chi sa ché il Signore non vuole il mio sacrificio in parole, ma coi fatti vuole risparmiarmi un tanto dolore, che solo il pensiero d’oppormi al suo Voler Divino mi fa dire Fiat! Fiat! Ma mentre ciò pensavo, il mio sempre amabile Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la Volontà di Dio che vengano alla luce gli scritti della mia Divina Volontà è assoluta, e per quanti incidenti si possano dare, Essa trionferà di tutto, ed ancorché passassero anni ed anni saprà disporre tutto perché la sua assoluta Volontà venga compiuta; il tempo quando verranno alla luce è relativo e condizionato quando si dispongano le creature a ricevere un tanto bene, e quelli che si devono occupare a farne i banditori, e farne il sacrificio per portare la nuova era di pace, il nuovo sole che snebbierà tutte le nubi dei mali. Se tu sapessi quante grazie e lumi tengo preparati sopra di chi veggo disposto ad occuparsi! saranno loro i primi a sentire il balsamo, la luce, la vita del mio Fiat, guardami come tengo preparato nelle mie mani le vesti, il cibo, i fregi, i doni, per chi deve occuparsi, ma sto guardando chi sono i veri disposti per poterli investire delle prerogative che ci vogliono per un’opera sì santa, che Io tant’amo e voglio che facciano. Ma debbo dirti pure: “Guai a chi si oppone o potesse mettere ostacoli”. Tu però non spostare nulla, neppure una virgola di ciò che ci vuole per preparare il regno della mia Volontà Divina, affinché da parte mia e da parte tua, facendo ciò che ci vuole per dare questo gran bene alle creature, nulla manchi da parte nostra, affinché non appena le creature si dispongano, possano trovare tutto a posto e ciò che ci vuole. Non feci Io lo stesso nell’opera della Redenzione? Preparai tutto, feci e soffrii tutto, e ad onta di tanti incidenti contrari che vedevo, gli stessi miei apostoli vacillanti, dubbiosi, timidi, fino a fuggirsene da Me non appena mi videro in mano dei nemici, lasciato solo, non ebbi il bene di vedere nessun frutto mentre Io stavo sulla terra; ma con tutto ciò non lasciai nulla di ciò che ci voleva per l’opera completa della Redenzione, affinché quando avrebbero aperto gli occhi per guardare ciò che feci, avrebbero trovato tutto il bene per essere redenti, e nulla gli mancassi per ricevere il frutto della mia venuta sulla terra. Figlia mia, il regno della mia Redenzione e quello della mia Volontà sono tanto collegati insieme, che si danno la mano e quasi subiscono la stessa sorte da parte dell’ingratitudine umana, ma non bisogna badarci né arrestarsi da parte di chi deve dare e formare un tanto bene, è necessario che facciamo opere compiute, affinché da parte nostra nulla manchi, e quindi disponendosi loro, trovino tutto ciò che ci vuole per ricevere il regno della mia Volontà”.
(3) Dopo di ciò seguivo i miei atti nel Divin Volere, ma continuavo a sentirmi oppressa, ed il mio dolce Gesù ritornando a farsi vedere, pareva che stringeva nelle sue braccia da tre o quattro sacerdoti, e tenendoli sul suo petto come se li volessi infondere la vita del suo cuore divino mi ha detto:
(4) “Figlia mia, guarda come tengo stretti fra le mie braccia coloro che devono occuparsi degli scritti sulla mia adorabile Volontà, come veggo in essi qualche piccola disposizione d’occuparsi, Io me li prendo fra le mie braccia per infondere in loro ciò che ci vuole per un’opera sì santa, perciò coraggio, non temere”.
(5) Onde dopo di ciò si faceva vedere nel mio interno, io vedevo nel fondo di esso un campo larghissimo, ma non di terra, ma di cristallo tersissimo, ogni due o tre passi di questo campo stava il bambino Gesù circondato da una luce, oh! come sembrava bello questo campo con tanti bambinelli, ognuno dei quali teneva il suo sole fulgido e bello, tutto suo proprio. Io ero meravigliata nel vedere tanti Gesù nel fondo dell’anima mia, tutto intento ognuno dei quali a godersi il suo sole, ed il mio dolce Gesù vedendo la mia maraviglia mi ha detto:
(6) “Figlia mia, non ti meravigliare, questo campo che tu vedi è la mia Divina Volontà, ed i tanti Gesù che vedi sono le mie verità che riguardano il mio Fiat, in ciascuna di esse c’è una mia vita, la quale formando il suo fulgido sole si circonda di luce, per spandere i suoi interminabili raggi per far conoscere che son’Io la fonte che sorge delle mie verità. Vedi dunque quante mie vite ho messo fuori, per quante verità ti ho manifestato, sono vite mie che ho messo fuori con la sorgente del sole, non semplice luce, e mi son rimasto nel mezzo di esse per fare che tutti sentissero la forza, la virtù creatrice in queste verità, e le amo tanto ciascuna di esse quanto amo me stesso, e chi non vorrebbe riconoscere la mia vita, il mio sole, la mia virtù creatrice in queste verità sul mio Fiat, o è cieco, oppure ha perduto il bene dell’intelletto. Come pure ti dovrebbe essere di grande consolazione che possiedi in te tante mie vite per quante verità ti ho manifestato, perciò riconosci il gran bene, tesoro più grande non potevo affidarti, né ti impensierire, il sole saprà fare la sua via, e siccome è luce nessuno potrà impedirgli il passo”.
(7) Poi ha soggiunto con un’accento più tenero: “Figlia mia, la nostra Maestà Adorabile ama tanto la creatura, che mettiamo a sua disposizione la nostra vita per farne un’altro simile a Noi, mettiamo la vita nostra come un modello innanzi alla creatura, affinché modellandosi sul nostro, copi la nostra vita e formi dei facsimile col suo Creatore, perciò usiamo tanti stratagemmi, finezze d’amore, diamo grazie sorprendenti, per vederci copiato nella creatura. Ed allora saremo contenti quando il nostro amore unito con la nostra Divina Volontà, vincendo la creatura, potremo riconoscere in essa la nostra immagine e somiglianza quale uscì dalle nostre mani creatrici”.
24-33 Agosto 6, 1928 Come l’operato nel Fiat è sorgente di vita divina. Differenza dell’operato umano. Come la sua luce svuota l’anima da tutte le passioni.
(1) Stavo seguendo i miei atti nel Fiat Divino, e mentre ciò facevo pensavo tra me: “Qual’è la differenza tra l’operare il bene nel Divin Volere, e l’operare il bene nell’umano volere?” Ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, che differenza c’è? Vi è tale distanza che tu stessa non puoi giungere a comprenderne tutto il valore che c’è nell’operare nel mio Voler Divino. L’operare nel mio Fiat è vita che l’anima prende in sé, è vita divina, questa vita con la pienezza e sorgente di tutti i
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(1) Stavo seguendo i miei atti nel Fiat Divino, e mentre ciò facevo pensavo tra me: “Qual’è la differenza tra l’operare il bene nel Divin Volere, e l’operare il bene nell’umano volere?” Ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, che differenza c’è? Vi è tale distanza che tu stessa non puoi giungere a comprenderne tutto il valore che c’è nell’operare nel mio Voler Divino. L’operare nel mio Fiat è vita che l’anima prende in sé, è vita divina, questa vita con la pienezza e sorgente di tutti i beni; ad ogni atto fatto nella mia Volontà, racchiude in sé l’anima una vita che non ha principio né fine, racchiude un’atto che tutto sorge, sorgenti che mai esauriscono, ma che cosa sorge? Sorge la continua santità, sorge la felicità, la bellezza, l’amore, tutte le qualità divine stanno in atto di continuamente sorgere e crescere; e l’anima che potesse possedere un’atto solo fatto nella mia Volontà, se si potessero mettere tutte insieme tutte le opere buone di tutte le creature di tutti i secoli, non potranno mai eguagliare quest’atto solo fatto nella mia Volontà, perché in questo vi regna la vita; nelle altre opere fatte fuori del mio Volere non c’è la vita dentro, ma l’opera senza vita; supponi che tu fai un lavoro, ci metti la tua opera, ma non la tua vita dentro, perciò chi potesse possedere o vedere quel lavoro, possederebbe o vedrebbe l’opera tua, ma non la tua vita, tale è l’operato umano, sono lavori che fanno, non vita che mettono nei loro lavori, quindi soggetti a macchiarsi, a consumarsi ed anche a sperdersi; invece la mia Volontà è tanto l’amore, la gelosia dell’operato dell’anima fatto in Essa, che vi mette nel mezzo dell’opera, come centro, la sua vita divina, sicché l’anima che fa tutti i suoi atti in Essa, possiede tante vite divine per quanti atti esercita nel mio Fiat Supremo, Lei si può chiamare la bilocatrice e la popolatrice della vita divina nel mare interminabile del mio eterno Volere. Perciò, per quanto possono fare e sacrificarsi le altre creature, non possono mai piacermi se non veggo scorrere la vita della mia Volontà in loro, perché essendo senza vita, non c’è nelle loro opere l’amore che sempre ama, la santità che sempre cresce, la bellezza che sempre si abbellisce, la gioia che sempre sorride, al più ci potette essere nell’atto del loro operare, ma come finì l’opera, finì l’esercizio della lor vita nell’opera loro, ed Io non trovando la continuazione della vita loro nell’opera loro, non trovo gusto e piacere, e sospiro l’anima che vive nella mia Divina Volontà, per trovare le loro opere piene di vite divine che sempre amano, non sono opere mute, ma parlanti, e siccome posseggono una Volontà Divina, sanno parlare così bene del loro Creatore, che prendo tutti i gusti a sentirle e mi trattengo con esse con tant’amore, che mi riesce impossibile il separarmi, molto più ch’è la mia stessa vita che mi lega con loro con nodi inseparabili. Oh! se tu sapessi il gran bene d’averti chiamato a vivere nella mia Volontà, i prodigi, le ricchezze infinite che puoi racchiudere, l’amor con cui si sente il tuo Gesù d’amarti, ne saresti più attenta e riconoscente, ed ameresti che il mio Fiat fosse conosciuto e che formasse il suo regno in mezzo alle creature, perché Esso solo sarà il seminatore della vita divina nella Creazione”.
(3) Onde seguivo il mio abbandono nel Fiat, e la mia mente si sperdeva nel vedere la interminabilità di Esso, la sua luce che tutto investe, la sua potenza che tutto fa, la sua sapienza che tutto ordina e dispone, la mia povera e piccola mente voleva prendere tante cose da quella luce e mare interminabile, ma non prendeva altro che poche stille, e quello che più senza vocaboli umani ma divini, che la mia piccola capacità non sa ridurli in parole; ma mentre ero immersa in quel mare di luce, il mio amato Gesù facendosi vedere in quella luce mi ha detto:
(4) “Figlia mia, la mia Volontà è luce, e la prerogativa e virtù della sua luce è svuotare l’anima che si fa dominare da Essa da qualunque passione, perché la sua luce vi si mette dentro, come centro e col suo calore e con la sua luce vivificatrice si disfà da qualunque peso umano e vivifica e converte tutto in germe di luce, e formano nell’anima la nuova vita senza germe di male, tutta pura e santa quale uscì dalle nostre mani creatrici, in modo che questa fortunata creatura non può temere di far male a nessuno, perché la vera luce non fa mai male a nessuno, ma anzi porta a tutti il bene che contiene la mia luce vivificatrice, né può temere di riceverne, perché la vera luce è intangibile di ricevere neppure l’ombra del male, quindi non deve fare altro che godersi la sua fortuna e spandere a tutti la luce che possiede”.