(1) I miei giorni si rendono più amari e lunghi per la privazione del mio dolce Gesù, le ore sono secoli, i giorni non finiscono mai, e mentre faccio i miei soliti giri nella Creazione, voglio ed invito tutti a piangere Colui che involandosi da me mi lascia sola ed abbandonata nel mio duro martirio di vivere come se non avessi vita, perché Colui che formava la vera mia vita non è più con me, e perciò nella mia amarezza chiamo il sole perché piangesse lacrime di luce per intenerire Gesù, perché ritorni alla sua piccola esiliata; chiamo il vento perché faccia lacrime di gemiti, di urli, e col suo impero impetuoso assorda l’udito di Gesù, affinché lo pieghi a farmelo ritornare; chiamo il mare in mio aiuto, affinché tutte le sue acque le converta in lacrime, e mormorando lacrime e tumultuando con le sue onde faccia tumulto fin dentro il suo cuore divino, perché si decida presto a ridarmi la sua vita il mio Tutto; ma chi può dire i miei spropositi? Cercavo aiuto da tutti perché mi facessero ritornare Gesù, ma Lui non veniva, ed io seguivo il mio giro nella sua adorabile Volontà e seguendo i suoi atti che fece stando su questa terra mi son fermata quando Gesù benediva i fanciulli, benediva la sua Mamma Celeste, benediva le turbe ed altro, ed io pregavo Gesù che benedisse questa sua piccola figlia che tanto ne aveva bisogno, e Lui movendosi nel mio interno ed alzando il suo braccio in atto di benedirmi mi ha detto:
(2) “Figlia mia, ti benedico di cuore nell’anima e nel corpo, la mia benedizione sia la conferma della nostra somiglianza in te, essa ti conferma ciò che la Divinità fece nella creazione dell’uomo, cioè la nostra somiglianza, perciò tu devi sapere che nel corso della mia vita mortale, in ogni cosa che Io facevo benedivo sempre, era il primo atto della Creazione che Io richiamavo sulle creature, e per confermarlo, benedicendo invocavo il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo; gli stessi sacramenti sono animati da queste benedizioni ed invocazioni, sicché mentre chiama la somiglianza del Creatore nelle anime, chiama insieme la vita della mia Divina Volontà, perché ritorni come nel principio della Creazione a regnare nelle anime, perché Essa sola tiene virtù di pennellare in esse al vivo la somiglianza di Colui che l’ha creato, di farla crescere e conservarla coi vivi colori divini. Vedi dunque che significa benedizione: Conferma della nostra opera creatrice, perché l’opera che Noi facciamo una volta, è tanto piena di sapienza e di sublimità e bellezza, che amiamo di ripeterla sempre. E se con la nostra benedizione non è altro che il sospiro del nostro cuore di vedere reintegrata la nostra immagine nelle creature e la ripetitrice della nostra conferma di ciò che vogliamo fare, il segno della croce che la Chiesa insegna ai fedeli, non è altro che impetrare da parte delle creature la nostra somiglianza, e perciò facendo eco alla nostra benedizione ripete: “In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Quindi senza conoscerlo, la Chiesa con tutti i fedeli armonizzano coll’eterno Creatore e vogliono la stessa cosa, Iddio col benedire e pronunziare le parole Padre, Figlio e Spirito Santo, vuol dare la sua somiglianza, le creature la impetrano col farsi il segno della croce pronunziando le stesse parole”.