MaM
Messaggio del 25 Giugno 2001: Cari angeli! Grazie per le vostre preghiere perché, grazie ad esse, si compie il mio piano. Perciò angeli, pregate, pregate, pregate affinché il mio piano si compia. Ricevete la mia benedizione materna.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1928

24-4 Aprile 4, 1928 Come in Dio la parola è tutto. La conoscenza è la portatrice dell’atto divino ed il possesso alle creature dei beni divini. Cura che prescrisse Gesù.

(1) Stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino, e nella mia mente si aggiravano tante cose sullo stesso Supremo Volere; onde pensavo tra me: “Come può essere che se le conoscenze di questa Divina Volontà saranno conosciute dalle creature, può venire il suo regno? Se per venire il regno della Redenzione fece tanto, non bastò il solo conoscere, ma operò, patì, morì, fece miracoli, e per il regno del Fiat Divino, che è più della Redenzione, basteranno le sole conoscenze?” Ma mentre ciò pensavo il mio amabile Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, per le creature, per formare la più piccola cosa hanno bisogno di opere, di passi e di materie prime, ma per Dio, per il tuo Gesù, non ha bisogno di nulla per creare e formare le opere più grandi, ed universo intero; per Noi la parola è tutto, non fu creato tutto l’universo con la sola parola? E l’uomo per godere di tutto questo universo bastò conoscerlo, sono le vie della nostra sapienza che teniamo, che per dare ci serviamo della parola, e l’uomo per ricevere se ne deve servire di conoscere ciò che Noi abbiamo detto e fatto con la nostra parola, difatti, se qualche popolo non conosce tutte le varietà delle piante che sono sparse in tutta la terra, non gode, né è padrone dei frutti di quelle piante, perché nella nostra parola c’è non solo la forza creatrice, ma unita insieme la forza comunicativa, cioè di comunicare alle creature quello che abbiamo detto e fatto, ma se non conoscono, nulla le vien dato. Che cosa aggiunse l’uomo per godere la luce del sole e ricevere i suoi effetti? Nulla, né aggiunse nulla all’acqua che beve, al fuoco che lo riscalda ed a tant’altre cose da Me create, ma le necessitava conoscere, altrimenti sarebbe stato per l’uomo come se non esistessero. La conoscenza è la portatrice della vita dell’atto nostro ed il possesso alla creatura dei nostri beni, sicché le conoscenze sulla mia Volontà tengono virtù di formare il suo regno in mezzo ad essi, perché tale è stato lo scopo nostro di averle manifestato, e se nella Redenzione volli scendere dal Cielo per prendere umana carne, fu perché volli scendere in tutti gli atti umani per riordinarli, molto più che Adamo si sottrò dalla nostra Volontà Divina per contentare la sua umanità, e con ciò si disordinò tutto, perdette il suo stato d’origine, ed Io dovetti fare la stessa via, scendere in una Umanità per riordinarlo di nuovo, e tutto ciò che feci in Essa doveva servire come rimedio, medicine, esempio, specchio, luce, per poter mettere in ordine l’umanità decaduta. Ora avendo fatto tutto ciò che era necessario, ed anche di più, tanto che Io non avevo più che fare, feci tutto, e la feci da Dio con mezzi sorprendenti e con amore invincibile per riordinare questa umanità decaduta, e l’uomo non può dire che questo Gesù non l’ha fatto per curarci, per riordinarci e metterci in salvo. E tutto ciò che Io feci nella mia Umanità, non fu altro che preparamento e cure che prescrivevo perché l’umana famiglia guarisse, per ritornare di nuovo nell’ordine della mia Divina Volontà. Quindi dopo circa due mila anni di cura, è giusto e decoroso per Noi e per lui che non sia più malato, ma che ritorni sano per entrare nel regno della nostra Volontà, e perciò ci volevano le conoscenze di Essa, per fare che la nostra parola creatrice, che parla e crea, parla e comunica, parla e trasforma, parla e vince, parla e fa sorgere nuovi orizzonti, nuovi soli (per) quante conoscenze manifesta, in modo che formeranno tanti dolci incanti, che sorpresa la creatura resterà conquisa ed investita dalla luce del mio Eterno Volere, perché non ci vuole altro per venire il suo regno che le due volontà si bacino insieme, una si sperda nell’altra, la mia per dare e la volontà umana per ricevere. Perciò la mia parola creatrice come bastò per creare l’universo, così sarà sufficiente per formare il regno del mio Fiat, ma è necessario che si conoscano le parole che ho detto, le conoscenze che ho manifestato, per poter comunicare il bene che contiene la mia parola creatrice, perciò insisto tanto che siano conosciute le conoscenze sulla mia Volontà, lo scopo per cui l’ho manifestato, per poter realizzare il regno mio che tanto sospiro di dare alle creature, ed Io travolgerò Cielo e terra per ottenerne l’intento”.

24-5 Aprile 6, 1928 Come si può mettere l’anima nell’unità Divina. Esempio del sole. La ripetitrice del Creatore. Come Iddio dà a sorsi a sorsi. Necessità che le conoscenze facciano la via.

(1) Stavo pensando al Fiat Divino per unirmi alla sua unità, per poter supplire a quell’unità di volontà che manca tra Creatore e creatura. Onde pensavo tra me: “Posso giungere a tanto, di poter penetrare nell’unità del mio Creatore?” E Gesù movendosi nel mio interno, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, l’anima che si mette nell’unità della mia Volontà, è come se si mettesse nella sfera del sole. Vedi il sole, è uno, dall’altezza dove si trova la sua sfera fa un’atto solo, ma la luce che scende fin nel basso abbraccia tutta la terra, e ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

24-6 Aprile 12, 1928 Analogia tra l’Eden ed il Calvario. Non si forma un regno con un solo atto. Necessità della morte e resurrezione di nostro Signore.

(1) Stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino ed accompagnavo il mio dolce Gesù nelle pene della sua passione e seguendolo nel Calvario la mia povera mente si è soffermata a pensare alle pene strazianti di Gesù sulla croce, e Lui movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il Calvario è il nuovo Eden dove veniva restituito al genere umano ciò che perdette col sottrarsi dalla mia Volontà. Analogia tra il Calvario e l’Eden: Nell’Eden l’uomo perdette la grazia, sul Calvario l’acquista; nell’Eden gli fu chiuso il Cielo, perdette la sua felicità e si rese schiavo del nemico infernale, qui nel nuovo Eden, gli viene riaperto il Cielo, riacquista la pace, la felicità perduta e resta incatenato il demonio, e l’uomo libero dalla sua schiavitù; nell’Eden si oscurò e ritirò il Sole del Fiat Divino e per l’uomo fu sempre notte, simbolo del sole che si ritirò dalla faccia della terra nelle tre ore della mia tremenda agonia sulla croce, ché non potendo sostenere lo strazio del suo Creatore, causa dell’umano volere che con tanta perfidia aveva ridotto la mia Umanità, il sole inorridito si ritirò, e come Io spirai, ricomparve di nuovo e continuò il suo corso di luce, così il Sole del mio Fiat, i miei dolori, la mia morte richiamarono di nuovo il Sole del mio Volere a regnare in mezzo alle creature. Sicché il Calvario formò l’aurora che chiamava il Sole del mio Eterno Volere a splendere di nuovo in mezzo alle creature. L’aurora dice certezza che deve uscire il sole, così l’aurora che formai nel Calvario, assicura, sebbene sono due mila anni circa, chiamerà il Sole del mio Volere a regnare di nuovo in mezzo alle creature; nell’Eden il mio amore restò sconfitto da parte di esse, qui trionfa e vince la creatura; nel primo Eden l’uomo riceve la condanna di morte all’anima ed al corpo, nel secondo resta sciolto dalla condanna e viene riconfermata la resurrezione dei corpi con la resurrezione della mia Umanità. Ci sono molti rapporti tra l’Eden ed il Calvario, e ciò che l’uomo là perdette, qui riacquista; nel regno dei miei dolori tutto vien ridato, e riconfermato l’onore, la gloria della povera creatura per mezzo delle mie pene e della mia morte.

(3) L’uomo col sottrarsi dalla mia Volontà formò il regno dei suoi mali, delle sue debolezze, passioni e miserie, ed Io volli venire sulla terra, volli tanto soffrire, permisi che la mia Umanità fosse lacerata, strappate le carni a brandelli, tutta piena di piaghe, e volli anche morire per formare per mezzo di tante mie pene e morte, il regno opposto ai tanti mali che si era formato la creatura. Per formare un regno non si forma con un solo atto, ma con molti e molti atti, e quanto più atti, tanto più grande e glorioso si rende un regno, sicché la mia morte era necessaria al mio amore, con la mia morte dovevo dare il bacio di vita alle creature, e dalle tante mie ferite dovevo far sbucare tutti i beni per formare il regno dei beni alle creature. Quindi le mie piaghe sono sorgenti che sgorgano di beni, e la mia morte è sorgente da dove sgorga la vita a pro di tutti.

(4) E come fu necessaria la morte, fu necessaria al mio amore la Resurrezione, perché l’uomo col fare la sua volontà perdette la vita del mio Volere, ed Io volli risorgere per formare non solo la resurrezione dei corpi, ma la resurrezione della Vita della mia Volontà in essi, sicché se Io non avessi risorto, la creatura non poteva risorgere di nuovo nel mio Fiat, li mancherebbe la virtù, il vincolo della resurrezione nella mia, e quindi il mio amore si sentiva incompleto, si sentiva che poteva far di più e non lo faceva, onde sarei restato col duro martirio d’un amore non completato; che poi l’uomo ingrato non se ne serve di tutto ciò che ho fatto, il male e tutto è suo, ed il mio amore possiede e gode il suo pieno trionfo”.

24-7 Aprile 16, 1928 La volontà umana è simbolo d’un germe guasto. Come la Divina Volontà tiene virtù di restituire la vita primiera al germe. L’eco divino in mezzo alle creature.

(1) Stavo pensando al Santo Voler Divino, e mille pensieri si aggiravano nella mia testa, specie, come potrà venire il suo regno; come le creature potranno ricevere un tanto bene, ed elevarsi tanto da entrare in quel Fiat da dove uscì la Creazione. Ma mentre ciò ed altro pensavo, il mio amato Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la mia Volontà tiene virtù di purificare, snebbiare, abbellire e cambiare la stessa natura. La volontà umana è come un germe guasto al di dentro, mentre al di fuori sembra buono, la veste ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

24-8 Aprile 22, 1928 Quando non si fa conto delle verità, si abortisce la luce di esse. Come l’amore della Sovrana Regina è diffuso in tutto il creato, perché il Fiat nel suo slancio infinito lo diffondeva ovunque. Mali dell’umano volere.

(1) Continuo il mio abbandono nel Voler Divino, con lo strazio quasi continuo della privazione del mio dolce Gesù. Onde nella mia povera mente vi sentivo scorrere il mare di luce del Fiat, che mi sembrava che volessi dire qualche verità che le riguardava, ed io, era tanta la pena che sentivo della privazione di Gesù, che non davo retta alla luce che voleva parlarmi, ed il mio amato Gesù movendosi nel mio interno e stringendomi fra le sue braccia, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quando la luce del mio Fiat vuole manifestarsi, e l’anima ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

24-9 Aprile 26, 1928 Che cosa si dà a Dio col ti amo. Il prodigioso segreto come forma tanti parti divini. Come nulla sfuggiva alla Vergine Santissima di ciò che faceva Nostro Signore. Come la Divina Volontà è il respiro dell’anima.

(1) Stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino, e secondo il mio solito andavo investendo tutta la Creazione col mio ritornello: “Ti amo, ti adoro, ti benedico”. Onde mentre ciò facevo, pensavo tra me: “Che cosa do al mio Dio con questa lunga storia di ti amo?” Ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il puro, santo e retto amore è parto divino, esce da Dio e tiene virtù di salire ed entrare in Dio, per moltiplicare i suoi parti e portare Dio stesso a ciascuna creatura ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

24-10 Aprile 29, 1928 Come le virtù sono germi, piante, fiori e frutti; la Divina Volontà è vita. Le maraviglie del ti amo; come l’amore non si stanca mai. Chi vive nel Voler Divino non può andare in purgatorio, si ribellerebbe l’universo.

(1) La mia povera mente è sempre in balia del Fiat Supremo, mi sembra che non so pensare ad altro, né voglio occuparmi d’altro, sento una corrente in me, che ora mi ferma ad un punto ed ora ad un’altro del Voler Divino, ma sempre in Esso vado a finire, senza prendere mai tutta la sua luce interminabile, perché ne sono incapace. Ed il mio amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto, facendomi una sorpresa:

(2) “Figlia mia, quando l’anima pratica una virtù, il primo atto che pratica forma il germe, e come pratica ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

24-11 Aprile 30, 1928 Sconvolgimento e riordinamento. Come sta stabilito il regno della Divina Volontà. Come la Redenzione è l’esercito; la parola divina è generatrice.

(1) Stavo pensando alla Divina Volontà, ed oh! quanti pensieri si affollavano nella mia mente, ed avendomi trasportato fuori di me stessa, il mio sempre amabile Gesù mi aveva fatto vedere i molti castighi con cui vuol colpire le umane generazioni, ed io impressionata pensavo tra me: “Come potrà venire il regno del Fiat Divino se la terra abbonda di male e la giustizia divina arma tutti gli elementi per distruggere l’uomo e ciò che serve all’uomo? E poi non venne questo regno quando Gesù venne sulla terra con la sua presenza visibile, come potrà venire ora? Come stanno le cose sembra difficile”. Ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutto ciò che tu hai visto servirà a purificare ed a preparare l’umana famiglia, gli sconvolgimenti serviranno per riordinare e le distruzioni per edificare cose più belle; se un edificio crollante non si atterra, non si può formare il nuovo più bello su quelle stesse rovine; Io tutto rivolgerò al compimento della mia Volontà Divina. E poi quando venni sulla terra, non era stabilito dalla nostra Divinità che dovessi venire il regno della mia Volontà, ma quello della Redenzione, e ad onta dell’ingratitudine umana Essa venne effettuata, ma non ancora ha fatto tutta la sua via, molte regioni e popoli vivono come se Io non fossi venuto, perciò è necessario che faccia la sua via, cammini ovunque, perché la Redenzione è la via preparatoria al regno della mia Volontà, Essa è l’esercito che va avanti per formare i popoli a ricevere il regime, la vita, il re del mio Voler Divino. Ecco che ciò che non fu stabilito allora, stabiliamo oggi per l’effettuazione del regno del nostro Fiat, e quando Noi stabiliamo, tutto è fatto, in Noi basta stabilire per effettuare ciò che vogliamo. Ecco perciò che ciò che a te sembra difficile, la nostra potenza faciliterà tutto e farà come quei venti impetuosi dopo lunghi giorni di fitte nuvole e piovose, la forza del vento dirada le nubi, porta via la pioggia e fa ritornare il sereno ed il sole ad abbracciare la terra. Così la nostra potenza, più che vento imperante, fugherà le fitte tenebre dell’umano volere, e farà ricomparire il Sole del mio Eterno Volere ad abbracciare le creature. E tutto ciò che ti manifesto di verità che ad Esso appartengono, non è altro che la conferma di ciò che Noi abbiamo stabilito.

(3) Oltre di ciò, se non fosse stato prima stabilito dalla Divinità il regno del mio Fiat Divino ed il tempo quando sarebbe giunto il vicino effettuamento, non c’era nessuna ragione, né necessità, né scopo, di eleggere te, di tenerti sacrificata per sì lunghi anni, di affidarti non solo le sue conoscenze, le sue mirabili verità ed i suoi segreti e nascosti dolori, come a sua piccola figlia, Essa ha tenuto con te modo tutto paterno e materno, affinché gettasse in te il germe della figliolanza divina, e tu avessi cura dei suoi interessi più che se fossero tuoi, ciò significa la realtà di ciò che era stabilito da Noi, che giungeva a scegliere il soggetto ed ad usare i mezzi, a dare gli insegnamenti, per scendere nel basso dell’umana famiglia e stabilire in mezzo a loro ciò che stava stabilito nel Cielo. Se non fosse stabilito il regno della mia Volontà non te ne avrei detto tanto, né ti sarei eletta in modo tutto speciale per tale scopo; la mia parola sarebbe stata senza vita e senza frutto se ciò non fosse, e senza virtù generatrice e fecondatrice, ciò che non può essere, la mia parola tiene la virtù generatrice, e di formarsi con la sua fecondità il suo seguito di vite interminabili. Ciò successe nella Redenzione; perché stava stabilita da Noi nel Cielo fu creata una Vergine che doveva essere la Madre del Verbo Eterno, se non fosse stabilito non c’era nessuna ragione, né necessità di creare e di eleggere questa Vergine tutta singolare e speciale, né di fare tante manifestazioni ai profeti che dettagliarono la vita del Verbo nella sua Umanità, così al vivo, descrivendo le sue pene, come se lo avessero presente. Sicché quando la nostra benignità divina si compiace di eleggere e di manifestarsi, è segno certo e principio di svolgimento delle sue opere che tiene stabilite. Perciò sii attenta e lascia fare il tutto al tuo Gesù, perché non manca né potenza né mezzi per ciò che voglio, e di realizzare ciò che ho stabilito”.

24-12 Maggio 6, 1928 I figli della Divina Volontà non toccheranno la terra. Amarezze di Gesù. Il filo elettrico.

(1) Stavo secondo il mio solito tutta immersa in quel Fiat Divino che più che sole splende nella povera anima mia, ed il mio sempre amabile, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, sarà tale e tanto il mio amore verso i figli della mia Volontà, che non permetterò che toccheranno la terra, stenderò i miei passi sotto dei loro piedi, affinché se camminano tocchino i passi miei, non la terra, in modo da sentirsi la vita dei miei passi, i quali comunicheranno la vita dei passi del mio Voler Divino ai passi ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

24-13 Maggio 10, 1928 Chi fa la Divina Volontà entra nell’ordine divino. Come nella Divinità non possono entrare le pene. Esempio del sole.

(1) Mi sentivo sotto l’incubo d’un peso infinito, la povera anima mia gemeva con gemiti soffocati, senza lo sfogo di poterli uscire fuori per la privazione del mio dolce Gesù, e mentre mi sentivo consumare dal dolore straziante d’essere priva della mia vita e del mio tutto, lo stesso dolore mentre mi rendeva impavida, mi distruggeva in me la vita del dolore, e mentre mi sentivo immersa in un dolore, incapace d’esprimermi, era dolore senza dolore, pena senza pena, e nella mia amarezza pensavo tra me: “E perché non posso dolermi? Sento in me un dolore infinito, come infinito Colui che mi ha lasciato, eppure volendo penetrare in un dolore sì giusto e santo, qual’è l’essere priva di Gesù, per abbeverare la povera anima mia, il dolore mi sfugge e resto senza la vita del dolore. Mio Gesù, abbi pietà di me, non mi lasciare in uno stato così infelice”. Ma mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi vive nella mia Volontà entra nell’ordine divino, e siccome la nostra Divinità è incapace di dolore, nessuna cosa, anche minima, può ombrare menomamente la nostra perenne ed infinita felicità, e per quanto le creature ci offendono, il dolore, le offese, restano al di fuori di Noi, ma mai dentro, e se il dolore potesse entrare in Noi, perderebbe subito la natura del dolore e si convertirebbe in felicità. Così chi vive nella mia Volontà, il dolore non può entrare nell’anima sua, molto più che sentendo in lei la luce, la forza, la felicità della natura della mia Volontà Divina, si sente già in possesso di quel Gesù che le sembra d’essere priva, come può dolersi se già lo possiede? Quindi il dolore resta al di fuori dell’anima, cioè nella natura umana, e mentre sente tutto lo spasimo della mia privazione, ed il peso d’un dolore infinito, qual’è la mia privazione, l’anima, perché è investita dal Fiat Divino, sembra che non può dolersi, perciò sente dolore senza dolore, pena senza pena, perché il dolore, le pene, non possono entrare nel sacrario della mia Volontà, perciò sono costrette a restarne fuori, e l’anima le sente, le vede, le tocca, ma non li entrano nel suo centro, e se ciò fosse, la mia Volontà perderebbe la sua natura felice in te, ciò che non può essere. Succede come succede del sole, ch’è incapace di tenebre, tutte le forze umane non possono fare entrare un’atomo di tenebre nella sua luce, però le tenebre si possono stendere al di fuori della luce, ma il sole nulla perde, né il suo calore né i suoi mirabili effetti, è sempre trionfante nel suo stato di luce, né le tenebre lo fanno scendere, né nulla tolgono alla sua luce, ma se il sole si potesse dolere, si sentirebbe male nell’essere circondato di tenebre ad onta che non le portasse nel suo centro, né al suo stato felice, nessun nocumento. Però questo è un dolore che sorpassa tutti gli altri dolori, perché è dolore di ordine divino; quante volte lo provò la mia Umanità? Essa si sentiva stritolare, tutte le pene pesavano sopra di me, ma al di dentro di me la mia Volontà Divina era intangibile di tutte le mie pene, e possedeva felicità immense, beatitudini senza fine, si può dire che in Me c’erano due nature, una opposta all’altra, una di felicità, l’altra di pene, ed oh! come la mia natura umana sentiva più al vivo le pene innanzi alle immense gioie della mia Natura Divina. Perciò tu non sei capace d’esprimerti, perché sono pene di ordine divino, e se tu prima, quando Io mi nascondevo da te, sentivi che tutto si convertiva in te in dolore, era perché mancava in te tutta intera la Vita della mia Volontà, e perciò quei vuoti si riempivano di dolore e tu sentivi la sensibilità del dolore e ti rendeva non imperturbabile, pacifica come oggi, ma agitata, senza quella fermezza che dà di divino, ed Io correvo subito a sostenerti perché non vedevo tutti i caratteri incancellabili della mia Volontà, perché ciò che Essa mette non si cancella mai, ed Io sentendomi sicuro, lascio il mio compito al mio Fiat Divino”.