(1) Stavo seguendo i miei atti nel Fiat Divino, e mentre ciò facevo pensavo tra me: “Qual’è la differenza tra l’operare il bene nel Divin Volere, e l’operare il bene nell’umano volere?” Ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, che differenza c’è? Vi è tale distanza che tu stessa non puoi giungere a comprenderne tutto il valore che c’è nell’operare nel mio Voler Divino. L’operare nel mio Fiat è vita che l’anima prende in sé, è vita divina, questa vita con la pienezza e sorgente di tutti i beni; ad ogni atto fatto nella mia Volontà, racchiude in sé l’anima una vita che non ha principio né fine, racchiude un’atto che tutto sorge, sorgenti che mai esauriscono, ma che cosa sorge? Sorge la continua santità, sorge la felicità, la bellezza, l’amore, tutte le qualità divine stanno in atto di continuamente sorgere e crescere; e l’anima che potesse possedere un’atto solo fatto nella mia Volontà, se si potessero mettere tutte insieme tutte le opere buone di tutte le creature di tutti i secoli, non potranno mai eguagliare quest’atto solo fatto nella mia Volontà, perché in questo vi regna la vita; nelle altre opere fatte fuori del mio Volere non c’è la vita dentro, ma l’opera senza vita; supponi che tu fai un lavoro, ci metti la tua opera, ma non la tua vita dentro, perciò chi potesse possedere o vedere quel lavoro, possederebbe o vedrebbe l’opera tua, ma non la tua vita, tale è l’operato umano, sono lavori che fanno, non vita che mettono nei loro lavori, quindi soggetti a macchiarsi, a consumarsi ed anche a sperdersi; invece la mia Volontà è tanto l’amore, la gelosia dell’operato dell’anima fatto in Essa, che vi mette nel mezzo dell’opera, come centro, la sua vita divina, sicché l’anima che fa tutti i suoi atti in Essa, possiede tante vite divine per quanti atti esercita nel mio Fiat Supremo, Lei si può chiamare la bilocatrice e la popolatrice della vita divina nel mare interminabile del mio eterno Volere. Perciò, per quanto possono fare e sacrificarsi le altre creature, non possono mai piacermi se non veggo scorrere la vita della mia Volontà in loro, perché essendo senza vita, non c’è nelle loro opere l’amore che sempre ama, la santità che sempre cresce, la bellezza che sempre si abbellisce, la gioia che sempre sorride, al più ci potette essere nell’atto del loro operare, ma come finì l’opera, finì l’esercizio della lor vita nell’opera loro, ed Io non trovando la continuazione della vita loro nell’opera loro, non trovo gusto e piacere, e sospiro l’anima che vive nella mia Divina Volontà, per trovare le loro opere piene di vite divine che sempre amano, non sono opere mute, ma parlanti, e siccome posseggono una Volontà Divina, sanno parlare così bene del loro Creatore, che prendo tutti i gusti a sentirle e mi trattengo con esse con tant’amore, che mi riesce impossibile il separarmi, molto più ch’è la mia stessa vita che mi lega con loro con nodi inseparabili. Oh! se tu sapessi il gran bene d’averti chiamato a vivere nella mia Volontà, i prodigi, le ricchezze infinite che puoi racchiudere, l’amor con cui si sente il tuo Gesù d’amarti, ne saresti più attenta e riconoscente, ed ameresti che il mio Fiat fosse conosciuto e che formasse il suo regno in mezzo alle creature, perché Esso solo sarà il seminatore della vita divina nella Creazione”.
(3) Onde seguivo il mio abbandono nel Fiat, e la mia mente si sperdeva nel vedere la interminabilità di Esso, la sua luce che tutto investe, la sua potenza che tutto fa, la sua sapienza che tutto ordina e dispone, la mia povera e piccola mente voleva prendere tante cose da quella luce e mare interminabile, ma non prendeva altro che poche stille, e quello che più senza vocaboli umani ma divini, che la mia piccola capacità non sa ridurli in parole; ma mentre ero immersa in quel mare di luce, il mio amato Gesù facendosi vedere in quella luce mi ha detto:
(4) “Figlia mia, la mia Volontà è luce, e la prerogativa e virtù della sua luce è svuotare l’anima che si fa dominare da Essa da qualunque passione, perché la sua luce vi si mette dentro, come centro e col suo calore e con la sua luce vivificatrice si disfà da qualunque peso umano e vivifica e converte tutto in germe di luce, e formano nell’anima la nuova vita senza germe di male, tutta pura e santa quale uscì dalle nostre mani creatrici, in modo che questa fortunata creatura non può temere di far male a nessuno, perché la vera luce non fa mai male a nessuno, ma anzi porta a tutti il bene che contiene la mia luce vivificatrice, né può temere di riceverne, perché la vera luce è intangibile di ricevere neppure l’ombra del male, quindi non deve fare altro che godersi la sua fortuna e spandere a tutti la luce che possiede”.