(1) Stavo facendo il mio solito giro nel Voler Divino, e giunta al punto quando la Celeste Regina fu concepita, ed ebbe l’uso di ragione e fece l’eroico sacrificio di offrire la sua volontà al suo Dio, senza volerla mai conoscere per vivere solo di Volontà di Dio, onde pensavo tra me: “Come vorrei che la mia Mamma Celeste prendesse la mia volontà, l’unisse con la sua e ne facesse dono alla Maestà Suprema, affinché neppure io conoscessi la mia, per vivere solo di Volontà di Dio”. Onde mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù si è mosso nel mio interno e con una luce più che lampo mi ha detto:
(2) “Figlia mia, nella Creazione vi concorsero tre atti da parte della Trinità, che furono la potenza, la sapienza, l’amore, e tutte le nostre opere sono sempre accompagnate da questi tre atti, perché essendo il nostro operare perfetto, sono eseguite con somma potenza, con sapienza infinita, con amore perfetto, comunicando tre immensi beni nell’opera che facciamo, come di fatti demmo all’uomo il gran bene dell’intelletto, memoria e volontà. Ora, per venire il regno della mia Divina Volontà, son necessarie tre volontà sacrificate in olocausto alla Divinità, che non avendo vita propria diano luogo alla mia per farla regnare e dominare liberamente per poter prendere il suo posto regio in tutti gli atti umani, qual le conviene, perché così era stabilito da Noi fin dal principio della creazione dell’uomo, che ingrato diede il posto al suo volere umano e lo fece perdere alla Mia. Innanzi a Noi non c’è sacrificio maggiore d’una volontà umana, che mentre tiene la vita, non la esercita per dare vita libera al mio Fiat, ma però con gran guadagno dell’anima, perché dà una volontà umana e ne riceve una Divina, dà una volontà finita e limitata e ne riceve una infinita e senza limite”.
(3) Ora mentre Gesù ciò diceva, pensavo tra me: “La prima fu certo la Regina del Cielo, che fece l’eroico sacrificio di non dar vita alla sua volontà, e le altre due volontà, chi saranno?” E Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, e a Me mi vuoi mettere da parte? Non sai tu che Io tenevo una volontà umana, la quale non ebbe neppure un respiro di vita, cedendo in tutto il posto alla mia Volontà Divina? Quindi la tenevo per tenerla sacrificata, affinché la Volontà Divina stendesse nell’umano mio volere tutta l’estensione del suo regno, e tu hai dimenticato che il tuo volere umano lo tieni sacrificato, affinché non abbia mai vita e che la mia Volontà Divina la tiene come sgabello ai suoi piedi, affinché sopra di essa stenda il regno mio? Or tu devi sapere che in mezzo alla volontà della Madre Celeste ed alla tua, sta la mia volontà umana che fa da prima e sostiene l’una e l’altra, affinché fossero costanti nel sacrificio di non dare mai vita al volere umano, affinché il regno della mia Volontà Divina si stendesse sopra delle tre volontà, per avere la triplice gloria alla nostra potenza, sapienza ed amore, e la triplice riparazione delle tre potenze dell’uomo, che concorsero tutte e tre a sottrarsi dal gran bene della nostra Volontà Divina. E se la Sovrana del Cielo fu aggraziata in virtù dei meriti del futuro Redentore, tu fosti aggraziata in virtù del Redentore già venuto, e siccome i millenni sono per me come un punto solo, fin d’allora ci pensai a tutto e sostenevo le tre volontà sopra delle quale doveva trionfare il mio eterno Volere, perciò ti dico sempre, sii attenta e sappi che tieni due volontà che sostengono la tua, quella della Mamma Celeste e quella del tuo Gesù, che fortificano la debolezza del tuo volere, affinché resista a tenersi sacrificato per una causa sì santa e per il trionfo del regno del mio Fiat”.
(5) Ora mentre la mia mente faceva presente il concepimento della Sovrana Signora, io dicevo tra me: “Immacolata Regina, questa piccola figlia del Voler Divino, viene a prostrarsi ai tuoi piedi per festeggiare il tuo concepimento e darti gli onori di Regina, ed insieme con me chiamo tutta la Creazione a farti corona, gli angioli, i santi, il cielo, le stelle, il sole, e tutti a riconoscerti per nostra Regina ed onorare ed amare la tua altezza ed a dichiararci tutti sudditi tuoi, non vedi oh! Madre e Regina Celeste come tutte le cose create corrono intorno a te per dirti: “Ti salutiamo Regina nostra, finalmente dopo tanti secoli abbiamo avuto la nostra Imperatrice”. Ed il sole ti saluta Regina della luce, il cielo Regina dell’immensità e delle stelle, il vento Regina dell’impero, il mare Regina della purità, fortezza e giustizia, la terra ti saluta Regina dei fiori, tutti a coro ti salutano: “Sei la benvenuta, la nostra Regina, tu sarai il nostro sorriso, la nostra gloria, la nostra felicità, d’ora in poi ai tuoi cenni tutti dipendiamo”. Ma mentre ciò dicevo, pensavo tra me (certo, una delle mie solite sciocchezze) : “Io festeggio la mia Mamma Celeste, e Lei non si dà nessun pensiero di festeggiare la piccola figlia del Voler Divino? Io non vorrei altro che la festa che mi facessi di tenermi nel suo grembo come piccola bambina per imboccarmi l’aria, il respiro, il cibo, la vita della Divina Volontà”. Ma mentre ciò ed altro pensavo, il mio dolce si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(6) “Figlia piccola del mio Volere, chi vive nel mio Fiat Divino la festeggiamo ed è la festa di tutti; vuoi sapere perché tu festeggi fin dal suo concepimento lo stato di Regina della Mamma mia? Perché la sua vita la incominciò nella Volontà Divina, ed Essa ti fa presente il suo stato glorioso di Regina e te la fa festeggiare con tutte le cose create, come fu festeggiata nel suo concepimento, le feste iniziate nel Fiat sono perenni, non finiscono mai, e chi vive in Essa le trova presenti e festeggia insieme, e sebbene la piccola Regina del Cielo fin dal suo concepimento avvertiva che tutti la riverivano, le sorridevano, la sospiravano, era la benvoluta di tutti, ma non sapeva il mistero fin dal principio che doveva essere la Madre mia, Colui che Lei stessa sospirava, lo seppe quando l’angelo lo annunziò, ma sapeva però che la regalità, l’impero e tante dimostrazioni d’ossequi, le venivano perché in Lei regnava la mia Divina Volontà. Ora tu devi sapere che come tu festeggi la Mamma, la Sovranità, la Mamma festeggia la figlia, la neonata di quel Fiat che Lei amò tanto, che lo tenne per vita, e festeggia in te ciò che tu stessa non conosci per ora, ma lo conoscerai di poi, non sai tu che Lei sospira le piccole regine, che sono le piccole figlie del mio Volere per farle la festa che Lei riceve?”