MaM
Messaggio del 6 agosto 1982:Bisogna esortare la gente a confessarsi ogni mese, soprattutto il primo venerdì o il primo sabato del mese. Fate ciò che vi dico! La confessione mensile sarà una medicina per la Chiesa d'occidente. Se i fedeli si confesseranno una volta al mese, presto intere regioni potranno essere guarite.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1927

21-12 Aprile 3, 1927 Effetti d’un amore libero che ama ed effetti d’un amore sforzato. Come nella Volontà Divina gli atti vengono fatti con pienezza, completi ed esuberanti.

(1) Mentre stavo tutta afflitta per la sua privazione e quasi impietrita dal dolore di vedermi come dimenticata dal mio amato Gesù, è uscito da dentro il mio interno e poggiando le sue mani sulle mie spalle metteva la sua testa sul mio petto e respirava forte dicendo: “Tutti attendono gli atti tuoi”. E mentre respirava attirava in sé tutti gli atti miei fatti nel suo Divin Volere ed ha soggiunto:

(2) “Figlia mia, gli atti fatti nel mio Volere sono atti miei e perciò li ho venuto a prenderli col mio respiro mentre respiravo sul ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

21-13 Aprile 8, 1927 Come tutte le figure e simboli dell’antico testamento simboleggiavano i figli della Divina Volontà. Come Adamo da un punto alto precipitò sul punto più basso.

(1) Stavo seguendo gli atti che il Voler Divino, che in tutta la Creazione aveva fatto, come pure cercavo gli atti che aveva fatto tanto nel primo padre Adamo, quanto in tutti quelli che aveva fatto in tutti i santi dell’antico testamento, specialmente dove il Supremo Volere aveva fatto risaltare la sua potenza, la sua fortezza, la sua virtù vivificatrice ed il mio dolce Gesù movendosi nell mio interno mi ha detto:

(2)Figlia mia, le più grandi figure dell’antico testamento, mentre erano figure ed adombravano il futuro Messia, racchiudevano insieme i doni, la figura e ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

21-14 Aprile 12, 1927 Come la Volontà Divina è equilibrata. Come nella Creazione Iddio mise tutti i raporti tra l’uomo e le cose create. Esempio d’una città, la nube luminosa.

(1) Il mio povero stato si fa più penoso per le privazioni del mio dolce Gesù. Che duro martirio e morte senza la dolce e cara speranza di ritrovare la vita. Il dolore d’averlo perduto m’intontisce, m’impietrisce e spande sulla povera anima mia una rugiada malefica, la quale esposta ai raggi d’un sole ardente, invece di vivificarmi mi secca, che togliendomi gli umori vitali, come le gelate alle piante, se non mi fa morire mi appasisce e mi toglie il più bello della vita. Oh! come mi sarebbe più dolce la morte, anzi sarebbe per me la festa più ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

21-15 Aprile 14, 1927 Come Nostro Signore venne sulla terra a soffrire tutti i mali che aveva fatto l’umana volontà. Come la parola di Gesù è vita.

(1) Stavo pensando alla Divina Volontà ed il male dell’umano volere ed il mio amato Gesù tutto afflitto mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutto ciò che Io soffrii nella mia Umanità, non fu altro che tutto il male che aveva prodotto l’umana volontà alla povera creatura. Essa formò la prigione, le tolse la libertà di poter spaziare nel suo Dio, nei cieli, dove volesse, la rese incapace di fare il bene, le tolse la luce e la circondò di fitte tenebre. Ed Io venni sulla terra e mi chiusi nella prigione del seno della mia cara Mamma e sebbene era santa quella prigione, ma non si può negare ch’era la più stretta ed oscura prigione che potesse essistere nel mondo, tanto, che non potei stendere né una mano, né un piede, né mi era dato di fare un passo, né c’era spazio di poter aprire gli occhi. Tutto ciò aveva fatto l’umana volontà alle creature ed Io fin dal principio del mio concepimento venni a subire la pena, per abbattere la prigione dall’umana volontà e restituirgli ciò che aveva perduto. Volli nascere in una stalla e soffrire la povertà più estrema, più che stalla aveva formato l’umano volere alle povere creature, mentre le passioni avevano formato il letame nelle anime loro e soffiando più che vento, erano rimaste intirizzite da un freddo intenso, fino ad influire sulla natura ed togliergli non solo la felicità terrestre, ma a fargli provare la fame e la povertà non solo dell’anima, ma anche quella del corpo ed Io volli soffrire il gelo, la povertà estrema, la puzza del letame che vi era nella stalla e vedendomi due animali vicino, avevo il dolore che l’umano volere aveva convertito quasi in bestia l’opera nostra più bella, il nostro caro gioello, la nostra cara immaggine qual’era il povero uomo. Non ci fu pena che Io soffrii che non aveva il suo principio dalla volontà umana ed Io mi assoggettavo a tutto per riabilitarla di nuovo nel regno del Fiat Supremo, fin nella mia Passione volli soffrire d’essere spogliato nella flagellazione e denudato sulla croce, stirato in modo orribile, tanto che si potevano contare le mie ossa, tra confusione, abbandoni ed amarezze indicibile. Tutto ciò non era altro che lo sbocco dell’umano volere che lo aveva spogliato di tutti i beni e col suo soffio velenoso lo aveva coperto di confusione e di obbrobri fino a trasformarlo in modo orribile ed a renderlo oggetto di ludibrio a tanti suoi nemici. Figlia, se vuoi conoscere tutti i mali che ha fatto l’umana volontà, studia bene la mia Vita, numera una per una le mie pene e leggerai i caratteri neri della storia malefica dell’umana volontà, ne proverai tant’orrore nel leggerla che ti contenterai di morire anzichè far entrare in te una sola sillaba di essa”.

(3) Dopo di ciò Gesù ha fatto silenzio e se ne stava tutto taciturno, pensoso ed afflitto, guardava d’intorno e lontano come se volesse indagare le disposizioni delle creature e non vedendole disposte continuava il suo profondo silenzio. Quindi ho dovuto passare parecchi giorni di privazione come se non più vivese in me. Poi come sole che sorge, ho incominciato a sentire che si moveva nel mio interno e mi ha detto:

(4) “Figlia mia, quando Io parlo esce da Me una Vita, il dono più grande e debbo vedere se c’è disposizione da parte delle creature per mettervi questa mia Vita e non vedendola sono costretto a tacere, perché non c’è posto dove mettere questo gran dono. Ecco perciò la causa perché molte volte non parlo, perché ciò che riguarda il Fiat Divino non è per te sola, ma servirà alle altre creature, al più forma il suo capitale in te per trasmetterlo a bene altrui. Onde mentre faccio silenzio tu preghi che venga conosciuto il regno della mia Volontà e soffri perché ti vedi priva di Me, tua vita; vivere senza vita è il più grande martirio, queste pene e queste preghiere maturano il dono e mentre mi fanno aprire la bocca per uscire la nuova Vita che riguarda la mia Divina Volontà, dispongono le creature a riceverla. Queste pene sono più che raggi di sole che maturano i campi, le frutte, i fiori, perciò tutto è necessario: Il silenzio, le pene, le preghiere, per il decoro delle manifestazioni della mia Volontà”.

21-16 Aprile 16, 1927 Come Nostro Signore fece il deposito della sua Vita Sacramentale nel cuore della Santissima Vergine. Il gran bene che può fare una vita animata dalla Divina Volontà. Come la Vergine Santissima, nei suoi dolori trovava il segreto della forza nella Volontà Divina.

(1) Stavo facendo l’ora quando Gesù istituii la Santissima Eucaristia e Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quando faccio un atto, primo guardo se vi è almeno una creatura dove mettere il deposito dell’atto mio, affinché prendesse il bene che faccio, lo tenga custodito e ben difeso. Ora quando istituii il Santissimo Sacramento cercai questa creatura e la mia Regina Mamma si offrii Lei a ricevere quest’atto mio ed il deposito di questo gran dono dicendomi: “Figlio mio, se ti offrii il mio seno e tutto l’essere mio nel tuo concepimento ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

21-17 Aprile 18, 1927 La Resurrezione di Nostro Signore ha dato il diritto di risorgere alle creature. Differenza che passa tra chi opera nel Divin Volere e quel che opera fuori di Esso.

(1) Stavo seguendo il Santo Voler Divino nell’atto quando risuscitò dal sepolcro, glorioso e trionfante ed il mio amabile Gesù uscendo da dentro il mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, col risorgere la mia Umanità, diede il diritto a tutte le creature di far risorgere non solo le loro anime alla gloria ed alla beatitudine eterna, ma anche i loro corpi. Il peccato aveva tolto questi diritti alle creature di risorgere; la mia Umanità col risorgere li restituì. Essa rachiudeva il germe della resurrezione di tutti ed in virtù di questo germe rachiuso in Me, tutti ebbero il bene di poter risorgere dalla morte. Chi fa il primo atto deve tenere tale virtù da rachiudere in sé tutti gli altri atti che devono fare le altre creature, in modo che in virtù del primo atto, gli altri possono imitare e fare lo stesso atto. Quanto bene non portò la Resurrezione della mia Umanità dando il diritto a tutti di risorgere. Per l’uomo, perché si era sottratto dalla mia Volontà, gloria, felicità, onori, tutto l’era fallito, aveva rotto l’anello di congiunzione che congiungendolo con Dio gli dava i diritti a tutti i beni del suo Creatore e la mia Umanità col risorgere congiunse l’anello d’unione, restituendogli i diritti perduti, dandogli virtù di risorgere. Tutta la gloria, tutto l’onore è della mia Umanità, se non avessi Io risorto, nessuno poteva risorgere. Col primo atto vengono le successioni degli atti simili al primo. Vedi che cosa è la potenza d’un primo atto, la mia Mamma Regina fece il primo atto di concepirmi; Essa per poter concepire Me, Verbo Eterno, racchiuse in Sé tutti gli atti delle creature per ricambiare il suo Creatore in modo da potergli dire: “Son’Io che ti amo, ti adoro, ti soddisfo per tutti”. Onde trovando tutti nella Mamma mia, ad onta che fu uno il mio concepimento, potetti darmi a tutti come vita di ciascuna creatura. Così tu figlia mia, col fare i tuoi primi atti nella mia Volontà, le altre creature ricevono il diritto di entrare in Essa e di ripetere gli atti tuoi, per ricevere gli stessi effetti. Quanto è necessario che anche uno solo faccia il primo atto, perché questo serve ad aprire la porta, a preparare le materie prime, a formare il modello per dare vita a quell’atto. Quando il primo è fatto, agli altri riesce più facile imitarlo. Ciò succede anche nel basso mondo, chi è il primo a formare un oggetto, deve più lavorare, più sacrificarsi, deve preparare tutte le materie che ci vogliono, deve fare tante prove e quando il primo è fatto, non solo acquistano il diritto di poterlo fare gli altri, ma le riesce più facile il ripeterlo, ma tutta la gloria è di chi ha fatto il primo, perché se non fosse fatto il primo, gli altri atti simili mai potevano avere esistenza. Perciò sii atenta a formare i tuoi primi atti se vuoi che il regno del Fiat Divino venga a regnare sulla terra”.

(3) Dopo di ciò stavo fondendomi nel Santo Voler Divino, richiamando tutti gli atti delle creature perché tutti risorgessero in Esso ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

(4) “Figlia mia, che gran differenza passa tra un’atto fatto nella mia Volontà ed un’atto anche buono fatto fuori di Essa. Nel primo vi corre una Vita Divina dentro di esso e questa Vita riempie Cielo e terra e quell’atto riceve il valore d’una Vita Divina; nel secondo vi corre un’atto di vita umana e questo è limitato, ristretto, che molte volte il suo valore finisce col finire l’atto e se valore c’è dentro, è valore umano soggetto a perire”.

21-18 Aprile 22, 1927 Come la Creazione sono gli ornamenti dell’Essere Divino. Incapacità di comprenderlo. Grande compiacimento nella creazione dell’uomo.

(1) Continuando il mio solito stato, il mio dolce Gesù si faceva vedere di bambino, tutto afflitto ed era tanta la sua mestizia che pareva come se si sentisse morire. Io me l’ho stretto al cuore, l’ho baciato più volte, chi sa che cosa avrei fatto per sollevarlo. E Gesù sospirando mi ha detto:

(2) “Figlia mia, guarda com’è bella tutta la Creazione, che fascino di luce, che incanto di varietà e di rara belleza, eppure non sono altri che ornamenti del nostro Essere Divino, se tali sono gli ornamenti nostri, il nostro Essere supera in ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

21-19 Aprile 24, 1927 Sconvolgimento generale per riordinare il regno del Fiat. Sbocco d’amore divino nella Creazione e come dura ancora. Come stava accentrata sull’anima tutta la Creazione.

(1) Mi sentivo ammareggiata per la privazione del mio dolce Gesù e mentre sospiravo il suo ritorno è uscito da dentro il mio interno, ma tanto afflitto che faceva pietà ed io gli ho detto: “Ma dimmi, che hai che stai così afflitto?” E Gesù:

(2) “Ah! figlia mia, devono succedere cose gravi; per riordinare un regno, una casa, succede prima uno sconvolgimento generale e molte cose periscono, alcuni perdono, altri guadagnano, insomma succede uno scompiglio, un affaticare di più e molte cose si soffrono per riordinare, rinnovare e dare la nuova forma al regno, oppure ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

21-20 Aprile 30, 1927 Gloria dell’unità della Volontà Divina e come il fare in Essa è sempre modo divino. Lavori e sacrifizi che fa Gesù nell’anima per formare il regno del Fiat.

(1) Stavo facendo il mio giro nella Creazione per seguire gli atti della Divina Volontà in tutte le cose create ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, una fu la mia Volontà che uscì nella Creazione, ma si sparse e si moltiplicò in ciascuna cosa creata e l’anima che gira nella Creazione per seguire gli atti suoi ed abbracciarli tutti insieme, raccoglie la Volontà Divina sparse in tutte le cose e la fa una e mi dà la gloria dell’unità di Essa e poi spargendola di nuovo in tutte le cose create, mi dà la gloria della mia Volontà Divina moltiplicata e bilocata in tante cose. Gran che figlia mia, che la picolezza della creatura riunisce tutta insieme questa mia Volontà bilocata e moltiplicata in tante cose per dirmi: “Una è la gloria, l’onore, l’amore che voglio darvi, perché l’atto uno contiene tutto, è perfetto e degno solo di Te, una fu la Volontà che uscì da Te ed una te la voglio portare”. E poi facendo uso dei suoi stratagemmi amorosi la sparge di nuovo e mi dà la gloria del Fiat Supremo moltiplicato e bilocato in tutte le cose. Ed Io tutto le faccio fare e mi diletto e godo dei suoi stratagemmi amorosi. Perché stando nel mio Volere sta in casa mia e non può fare altro se non che ciò che appartiene a Famiglia Celeste, il suo fare è sempre modo di fare divino, che solo mi può piacere e darmi amore e gloria perfetta”.

(3) Dopo di ciò mi sentivo oppressa, le privazioni di Gesù si fanno più lunghe, sentivo tutto il peso del mio lungo esilio ed il dolore della mia Patria lontana, una profonda mestizia invadeva la povera anima mia ed il mio amato Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(4) “Figlia mia, dobbiamo avere pazienza tutti e due e pensare al lavoro della formazione del regno della Divina Volontà, nessuno conosce ciò che stiamo facendo, i sacrifizi che ci vogliono, gli atti continuati, le preghiere che occorrono per formare ed ottenere un tanto bene. Nessuno prende parte ai nostri sacrifizi, nessuno ci aiuta a formare questo regno che le porterà tanto bene e mentre non ci fanno nessuna attenzione, pensano a godersi la misera vita, senza neppure disporsi a ricevere il bene che stiamo preparando. Oh! se le creature potessero vedere ciò che passa nel segreto dei nostri cuori, come resterebbero sorpresi di meraviglia. Ciò successe quando Io e la Mamma mia stavamo in terra, mentre tra Essa e Me stavamo preparando il regno della Redenzione, tutti i rimedi che occorrevano affinché tutti potessero trovare la salvezza, non si risparmiavano né sacrifizi, né lavori, né vita, né preghiere e mentre eravamo intenti a pensare a tutti, a dare la vita per tutti, nessuno pensava a Noi, nessuno conosceva ciò che stavamo facendo. La mia Celeste Mamma fu la depositaria del regno della Redenzione e perciò prese parte a tutti i sacrifizi, a tutti i dolori. Solo San Giuseppe sapeva ciò che stavamo facendo, ma non entrò a parte di tutti i nostri dolori. Oh! come ci doleva il cuore nel vedere che mentre Madre e Figlio ci consumavamo di pene e d’amore per tutti, per formare tutti i rimedi possibili ed immagginabili a tutti per guarirli e metterli in salvo, essi non solo non pensavano a noi, ma ci offendevano, ci disprezzavano ed altri mi tramavano la vita fin dalla mia nascita. Ciò sto ripetendo con te figlia mia, per formare il regno del Fiat Divino. Il mondo prende da noi ad onta che non ci conosce e solo il mio ministro assistente conosce ciò che stiamo facendo, ma non prende parte né ai nostri sacrifizi, né al nostro lavoro, siamo soli, perciò pazienza in questo lungo lavoro, quanto più lavoreremo più godremo i frutti di questo regno Celeste”.

21-21 Maggio 4, 1927 Come l’anima che fa la Divina Volontà è sempre cielo e come non si esaurisce mai.

(1) Le privazioni del mio dolce Gesù mi tormentano, mi debilitano e mi sento la povera anima mia come esposta ai raggi d’un sole ardente qual’è il Voler Divino, che offuscano e quasi mi anneriscano, ma ad onta che mi sento abbrunire, sono costretta da una forza suprema a restarmi affissata in questi raggi del Sole del Fiat Divino senza potermi spostare, senza di Colui che innaffiandomi rende meno cocenti questi raggi e farebbe spuntare nel mio insanguinato cuore qualche filo d’erba; come mi sento male, senza di Gesù tutto si è cambiato in me, solo il Voler Divino mi è restato unica mia eredità che non mi può essere tolta da nessuno, neppure da Gesù. Essa sola è la mia vita, il mio soggiorno, il mio tutto, tutto il resto è finito, tutti mi hanno lasciato, né ho a chi può rivolgermi, né al Cielo, né alla terra; ma mentre sfogavo il mio dolore, il mio amato Bene, Colui che mi dà morte e mi dà vita, mi rende infelice la mia povera esistenza e mi felicita, si è mosso nel mio interno dicendomi:

(2) “Figlia mia, il cielo è sempre cielo, non si muta mai, né si sposta e per quanto alle volte le nubi lo offuscano, si stendono e coprono il bello azzurro del cielo, però le nubi non lo possono toccare, si stendono tanto nel basso dell’aria, che c’è gran distanza tra il cielo e le nubi. Sicché il cielo non perde mai la sua bellezza, l’ornamento delle stelle, il suo colore azzurro per causa delle nubi, esso è intangibile a tutto, se qualche cambiamento subiscono è la bassa terra, è l’occhio umano che invece di vedere cielo, vede nubi e l’aria oscurata. Tale è l’anima che fa la mia Volontà, è più che cielo, Essa si stende nell’anima più che cielo azzurro tempestato di stelle e ferma ed irremovibile si sta al suo posto, regnante e dominando tutto, con tale maestà da rendere anche i più piccoli atti della creatura, in virtù della sua luce, più che stelle e sole fulgidissime. Sicché le pene, le mie privazioni, sono come nubi formate nel basso dell’umana natura, cui pare che l’oscurano, ma il cielo della mia Volontà resta intangibile ed il suo Sole che in esso risplende dardeggia più forte i suoi raggi ardenti, tanto che tu ti senti come offuscata, ma è tutto superficiale e nel basso della tua umana natura, ma nell’anima tua il cielo del Fiat Divino non subisce nessuna mutazione, chi mai può toccare la mia Volontà? Nessuno. Essa è irremovibile ed incrollabile e dov’Essa regna forma il suo soggiorno di luce, di pace e di immutabilità. Perciò non temere, basta un piccolo venticello per mettere in fuga le nubi che investono la tua umana natura e togliere l’oscurità che apparentemente occupano l’anima tua”.

(3) Ed io: “Mio Gesù, come ti sei cambiato, pare che anche del tuo Divin Volere non vuoi dirmi più nulla”. E Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, la mia Volontà non si esaurisce mai, se non ti parlo Io di Essa, ti parleranno tutte le cose create, fin le pietre si cambieranno in voce per parlarti, il cielo, il sole, il mare, insomma tutta la Creazione tengono da dire molto sul mio eterno Volere, perché siccome sono piene della sua vita, tutte hanno che dire della Vita della mia Volontà che le cose create posseggono. Perciò, un poco d’attenzione che farai ad una cosa che guardi o ad una cosa che tocchi, sentirai nuove lezioni sulla mia Volontà”.