MaM
Messaggio del 25 Dicembre 2001: Cari figli! Oggi quando Gesù è nato nuovamente per voi, in modo particolare desidero invitarvi alla conversione. Pregate, pregate, pregate per la conversione del vostro cuore, affinchè Gesù nasca in tutti voi, dimori in voi e regni in tutto il vostro essere. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 21-19 Aprile 24, 1927 Sconvolgimento generale per riordinare il regno del Fiat. Sbocco d’amore divino nella Creazione e come dura ancora. Come stava accentrata sull’anima tutta la Creazione.

(1) Mi sentivo ammareggiata per la privazione del mio dolce Gesù e mentre sospiravo il suo ritorno è uscito da dentro il mio interno, ma tanto afflitto che faceva pietà ed io gli ho detto: “Ma dimmi, che hai che stai così afflitto?” E Gesù:

(2) “Ah! figlia mia, devono succedere cose gravi; per riordinare un regno, una casa, succede prima uno sconvolgimento generale e molte cose periscono, alcuni perdono, altri guadagnano, insomma succede uno scompiglio, un affaticare di più e molte cose si soffrono per riordinare, rinnovare e dare la nuova forma al regno, oppure alla casa. Si soffre più e si lavora di più se si deve distruggere per edificare, che se si dovesse solo edificare. Così succederà per riedificare il regno della mia Volontà, quante innovazioni bisogna fare; è necessario sconvolgere tutto, abbattere e distruggere esseri umani, scompigliare la terra, il mare, l’aria, il vento, l’acqua, il fuoco, affinché tutti si mettono al lavoro per poter rinnovare la faccia della terra, per poter portare l’ordine del nuovo regno della mia Volontà Divina in mezzo alle creature. Perciò molte cose gravi succederanno ed Io nel vederle, se guardo lo scompiglio mi sento afflitto e se guardo più in là, nel vedere l’ordine ed il nuovo mio regno riedificato, passo da una profonda mestizia ad una gioia così grande che tu non puoi comprendere. Ecco la causa perché mi vedi ora mesto ed ora con la giogia della mia Patria Celeste”.

(3) Io mi sentivo mesta per questo sconvolgimento che Gesù mi aveva detto, le cose grave erano terrificanti, si sentivano tumulti, rivoluzioni e guerre in più parti. Oh! come gemeva il mio povero cuore e Gesù per sollevarmi mi ha preso fra le sue braccia, mi ha stretto forte al suo Cuore Santissimo e mi ha detto:

(4) “Figlia mia, guardiamo più in là per sollevarci, Io voglio far ritornare le cose come al principio della Creazione, che non fu altro che uno sbocco d’amore ed esso dura ancora, perché ciò che Noi facciamo una volta, facciamo sempre, non viene mai interrotto, in Noi non entra mai la stanchezza dal ripetere un’atto, ciò che facciamo una volta ci piace fare sempre; questo è l’operato divino, il fare un’atto che dura secoli e secoli ed anche tutta l’eternità. Sicché il nostro sbocco d’amore, il nostro alito si sprigiona continuamente dal nostro seno divino e corre per alitare le generazioni delle creature. Onde il nostro sbocco d’amore alegiando in tutta la Creazione investe cielo e terra, sole e mare, vento e acqua e corre verso le creature; se ciò non fosse il cielo si ristringerebbe, le stelle si sperderebbero, il sole s’impoverirebbe di luce, l’acqua verrebbe a mancare, la terra non produrrebbe né piante, né frutti, perché mancando la vita del nostro amore alegiando in tutte le cose, si ritirerebbero nella nostra sorgente da dove uscirono e se venisse a mancare il nostro alito, la generazione delle creature finiva perché esse non son’altro che faville che manda il nostro alito per fecondare la crescente generazione. Ora le creature prendono ciò che è materia nelle cose create e lasciano la vita dell’amore, che alegiando in tutto resta sospesa senza potersi dare. Succede come quando si va in un prato fiorito o in un giardino dove ci sono alberi carichi di preziosi frutti, se solo si guarda il fiore e non si coglie, non si riceverà il gusto e la vita del profumo del fiore, se si guarda il frutto e non si prende dall’albero per mangiarlo, non si gusterà né si riceverà la vita del frutto. Così è di tutta la Creazione, l’uomo la guarda, ma non riceve la vita d’amore messa da Dio in tutte le cose create, perché l’uomo non mette la sua volontà né apre il suo cuore per ricevere questo sbocco d’amore continuato del suo Creatore; ma ad onta di ciò, il nostro sbocco d’amore non si arresta, il nostro alito rigeneratore è sempre in atto ed in moto ed aspettiamo il regno del nostro Fiat Divino per fare che questo nostro amore, alegiando scenda in mezzo alle creature e dia questa nostra Vita Divina, che ricevendola, formeranno le creature il loro sbocco d’amore da dare a Colui del quale la ricevono. Perciò, figlia mia, tutta la Creazione è accentrata su di te, Io ti guardo dal cielo stellato e ti mando questo sbocco d’amore; ti guardo dal sole ed alitandoti ti mando la mia Vita Divina; ti guardo dal mare e nelle sue onde spumeggianti ed impetuose ti mando il mio amore, ché essendo contenuto lo scarico con impetuosità come mare su di te; ti guardo dal vento e ti verso il mio amore imperante, purificante e riscaldante; ti guardo dai monti e ti mando lo sbocco del mio amore fermo ed irremovibile, non c’è punto o cosa creata da dove non ti guardo per versarti amore, perché stando il mio Volere in te, da tutte le parti mi tiri a guardarti; perché Esso allarga la tua capacità per ricevere questo mio sbocco d’amore continuato. Dove regna la mia Volontà Divina tutto posso dare, tutto accentrare e viene formata la gara tra Creatore e creatura, Io nel dare ed essa a ricevere, do e mi dà, mi dà e do con modi più soprabondanti. Perciò sempre nel mio Volere ti voglio, per poter stare sempre a gara, tu con Me ed Io con te”.