(1) Stavo sperdendomi nel santo Volere di Gesù benedetto e pensavo tra me: “Quale sarà più grande, più variata, più molteplice, l’opera della Creazione o l’opera Redimente?” Ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto: (2) “Figlia mia, l’opera Redimente è più grande, più variata e molteplice dell’opera della Creazione, anzi è tanto più grande, che ogni atto dell’opera Redimente sono mari immensi che circondano l’opera della Creazione, la quale circondata dall’opera Redimente, l’opera della Creazione non resta altro che piccoli fiumicelli circondati dai vastissimi mari dell’opera Redimente. Ora, chi vive nella mia Volontà, chi prende per vita il mio Fiat Voluntas Tua, scorre in questi mari immensi dell’opera Redimente, si diffonde e si allarga insieme, in modo da superare la stessa opera della Creazione, perciò la sola Vita del mio Fiat può dare vero onore e gloria all’opera della Creazione, perché il mio Fiat si moltiplica, si estende dovunque, non ha limiti; invece l’opera della Creazione ha i suoi limiti, né si può allargare di più di quel che è. (3) Figlia mia, il più grande miracolo che può operare la mia onnipotenza, è che un’anima viva del mio Fiat. Ti par poco che la mia Volontà santa, immensa, eterna, scenda in una creatura, e mettendo insieme la mia Volontà con la sua la sperdo in Me e mi fo Vita di tutto l’operato della creatura, anche delle più piccole cose? Sicché il suo palpito, la parola, il pensiero, il moto, il respiro, è del Dio vivente nella creatura; nasconde in sé Cielo e terra, ed apparentemente si vede una creatura; grazia più grande, prodigio più portentoso, santità più eroica non potrei dare che il mio Fiat. Vedi, l’opera della Creazione è grande, l’opera della Redenzione è più grande ancora; il mio Fiat, il far vivere la creatura nella mia Volontà, supera l’una e l’altra, perché nella Creazione il mio Fiat creò e mise fuori le opere mie, ma non restò come centro di vita nelle cose create; nella Redenzione, il mio Fiat restò come centro di vita nella mia Umanità, ma non restò come centro di vita nelle creature, anzi se la loro volontà non aderisce alla mia, rendono vani i frutti della mia Redenzione; invece il mio Fiat, il far vivere la creatura nel mio Volere, Io resto come centro di vita della creatura, e perciò ti ripeto, come altre volte, che il mio Fiat Voluntas Tua sarà la vera gloria dell’opera della Creazione, ed il compimento dei copiosi frutti dell’opera della Redenzione. Ecco la causa perché non voglio altro da te, che il mio Fiat sia la tua vita, che non miri altro che il mio Volere, perché voglio essere come centro della tua vita”.
(1) Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù continua a parlarmi del suo santo Volere dicendomi: (2) “Figlia diletta mia, parto della mia Volontà, Io non ti voglio cielo tempestato di stelle, mi piacerebbe, troverei l’opera mia ma non mi appagherebbe, perché non troverei Me stesso; né ti voglio sole, sebbene troverei gusto, troverei l’ombra della mia luce e del mio calore, ma non trovando la mia Vita ti passerei innanzi; né ti voglio terra fiorita di fiori, di piante e di frutti, ad onta che mi potrebbe gradire perché troverei l’alito dei miei profumi, tracce della mia dolcezza, maestria della mia mano creatrice, insomma, troverei le opere mie ma non la Vita mia, perciò passerei davanti a tutto, continuerei a girare senza fermarmi, per trovare che cosa? La mia Vita. E dove troverò questa mia Vita? Nell’anima che vive della mia Volontà, ecco perciò che non ti voglio né cielo, né sole, né terra fiorita, ma centro del mio Volere. Dove troverò la mia Vita mi fermerò e vi dimorerò per sempre, ed allora sarò contento, mi riposerò non nell’opera mia come nella Creazione, ma nella mia stessa Vita. (3) Sappi che la tua vita deve essere il Fiat, il mio Fiat ti usci alla luce, e qual nobile regina portando nel tuo seno il Fiat Creatore, devi camminare il campo della vita sulle ali dello stesso Fiat, gettando ovunque il seme della mia Volontà, per poter formare tanti altri centri della mia Vita sulla terra, e poi tornare nel mio stesso Fiat nel Cielo. Siimi fedele e la mia Volontà ti sarà vita, mano per condurti, piedi per camminare, bocca per parlare, insomma, si sostituirà a tutto”.
(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù è venuto, ma tutto maestà ed amore; mi ha preso la mano destra nella sua ed avvicinandosi al mio cuore me lo ha baciato; poi, con ambe le mani mi ha stretto il mio capo nelle sue, tenendole per qualche tempo sul mio capo. Chi può dire ciò che mi sentivo infondere, solo Lui può dire ciò che infondeva in me. Poi mi ha detto:
(2) “Figlia del mio Volere, il mio Volere ti riempie, e per custodire questo mio Volere in te, mi offro Io stesso a custodia della mia stessa Volontà. E’ tanto grande il dono che ho messo in te, che non voglio lasciarlo in balia di te stessa, perché non avresti cura sufficiente per custodirlo, perciò non solo sarò a difesa, ma ti aiuterò a farlo sboccare fuori, in modo che dovunque si vedrà l’impronta della mia Volontà”.
(3) Onde dopo ha soggiunto: “Chi vive nel mio Volere dev’essere come centro di tutto, guarda il sole, in alto, nel cielo si vede il centro della luce, la sua circonferenza, ma la luce e il calore che spande battono e riempiono tutta la terra, facendosi vita e luce di tutta la natura; così chi vive nel mio Volere deve vivere come circonfuso nel mio stesso centro, cui è vita di tutto; queste anime sono più che sole, sono pure luce, calore e fecondità di tutti i beni, sicché chi non vive del tutto del mio Volere, si possono chiamare piante, fiori, alberi, che ricevono luce, calore, fecondità e vita da questi soli, onde vivendo nel basso sono soggetti a crescere e decrescere, esposti ai venti, alle brine, alle tempeste. Invece, chi vive nel mio Volere, come sole primeggia su tutto, trionfa e conquida tutto, e mentre lui tocca tutto e si fa vita di tutto, lui è intangibile, né si fa toccare da nessuno, perché vivendo in alto nessuno lo può raggiungere”.
(1) Mi stavo riversando tutta nel Divino Volere, ed il mio dolce Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, le anime che vivono nel mio Volere sono il riverbero di tutti e di tutto, e siccome riflettono in tutto, per conseguenza ricevono il riverbero di tutti, e siccome la mia Volontà è vita di tutto, esse nel mio Volere corrono a dar vita a tutto, sicché anche le cose inanimate e vegetali ricevono i loro riflessi, ed esse ricevono il riflesso di tutto il creato, armonizzano insieme tra tutte le cose da Me create, nel mio Volere danno a tutti, sono amiche e sorelle con tutti, e ricevono amore e gloria da tutti. Il mio Volere me le rende inseparabili, e perciò quello che faccio Io fanno loro, il mio Volere non sa fare cose dissimili da Me. Il regno della mia Volontà è regnare, perciò sono tutte regine; ma il vero regnare è non essere escluso da nessuna cosa da Me creata”.
(1) La mia volontà nuotava nel Voler Eterno, ed una luce incomprensibile mi faceva comprendere e mi diceva:
(2) “Figlia mia, per chi vive nella mia Volontà succede come alla terra che sta esposta al sole; il sole, re di tutto il creato sta al disopra di tutto, e tutta la natura pare che mendica dal sole ciò che forma la sua vita, la sua bellezza, la sua fecondità: Il fiore mendica dal sole la sua bellezza, il suo colorito, il suo profumo, e come va sbocciandosi ed aprendosi, così apre la bocca per ricevere dal sole il calore e la luce per colorirsi e profumarsi, e formare la sua vita; le piante mendicano dal sole la maturità, la dolcezza, il sapore; tutte le cose mendicano dal sole la loro vita.
(3) Il mio Volere è più che sole, e come l’anima entra nei suoi raggi cocenti, così riceve la vita, e come va ripetendo gli atti nel mio Volere, così riceve, or la mia bellezza, or la mia dolcezza e fecondità, or la mia bontà e santità, sicché ogniqualvolta entra nei raggi del mio Volere, tante qualità divine di più riceve. Oh! quante svariate bellezze acquista, quanta vivacità di colori, quanti profumi, se si potesse vedere dalle altre creature, formerebbero il loro paradiso in terra, tale è la bellezza di quest’anima, esse sono i miei riflettori, le mie vere immagini”.
(1) Continuando il mio solito stato, mi sentivo molto amareggiata e dicevo tra me: “Il solo tuo Volere mi resta, non ho più nulla, tutto è scomparso”. Ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la mia Volontà è quella che ti deve restare, Essa è simboleggiata dall’acqua, che mentre si vede abbondante nei mari, nei fiumi, nei pozzi, il resto della terra si vede come se l’acqua non ci fosse, eppure non c’è punto della terra che non sia inzuppato dall’acqua, non ci sono edifici in cui l’acqua non sia stato il primo elemento per edificarli, non c’è cibo in cui l’acqua non tenga il suo posto primiero, altrimenti sarebbe cibo arido cui l’uomo neppure potrebbe inghiottire. E’ tale e tanta la forza che contiene l’acqua, che se avesse il campo libero d’uscire dal lido del mare sconvolgerebbe ed atterrirebbe tutta la terra. Più che acqua è la mia Volontà; è vero che in certi punti, epoche e circostanze è come allidata in vastissimi mari, fiumi e pozzi, ma non c’è cosa, dalla più grande alla più piccola, in cui la mia Volontà non corra e non tenga il posto primiero, ma come nascosta, come sta nascosta l’acqua nella terra, che mentre non comparisse è lei che fa vegetare le piante e dà la vita alle radici. Ma quando il mio amore farà spuntare l’era della mia Volontà, l’era novella del massimo beneficio verso le creature, allora strariperanno i mari, i fiumi del mio Volere, ed uscendo fuori le sue onde gigantesche travolgeranno tutto nel mio Volere, ma non più come nascosto, ma le sue onde fragorose si faranno vedere a tutti e toccheranno tutti, e chi vorrà resistere alla corrente, passerà pericolo di lasciarvi la vita.
(3) Ora, essendoti lasciato il solo mio Volere, sei come l’acqua che tiene il posto primiero su tutti i beni, ed in tutte le cose, e in Cielo ed in terra, e quando il mio Volere uscirà dai suoi lidi, il tuo volere scomparso nel Mio ne avrà il suo primato; che vuoi di più?”
(1) Continua a parlarmi sul suo santo Volere il mio dolce Gesù:
(2) “Figlia mia, se il sole è il re dell’universo, se con la sua luce simboleggia la mia Maestà e col suo calore il mio amore e la mia giustizia, ché quando trova la terra che non vuol prestarsi alla fecondità, col suo alito bruciante la finisce di disseccare e renderla sterile; l’acqua si può dire regina della terra, che simboleggiando la mia Volontà non c’è punto dove non entri, né c’è creatura che possa stare senza di Lei; forse senza del sole si può vivere, ma senza dell’acqua nessuno, essa entra in tutto, fin nelle vene, nelle viscere umane, come nelle profonde viscere della terra; essa in muto silenzio fa il suo corso continuato, si può dire che l’acqua non solo è regina, ma è come l’anima della terra, senza dell’acqua la terra sarebbe come un corpo morto. Tale è la mia Volontà, non solo è regina, ma è più che anima di tutte le cose create, è vita d’ogni palpito, d’ogni fibra del cuore. Il mio Volere come acqua scorre in tutto, or silenzioso e nascosto, ed or palpitante e visibile. L’uomo si può sottrarre dalla mia luce, dal mio amore, dalla mia grazia, ma dalla mia Volontà non mai, sarebbe come uno che volesse vivere senza dell’acqua, è vero che ci può essere qualche pazzo che odi l’acqua, ma con tutto ciò che l’odia, che non l’ama, sarà costretto a berla, o l’acqua o la morte. Così è della mia Volontà, essendo vita di tutto, le creature, o la terranno con loro con amore, o con odio, ma loro malgrado saranno costrette a far scorrere il mio Volere in loro, come il sangue nelle vene, e chi volesse sottrarsi dal mio Volere sarebbe come suicidare l’anima propria; ma il mio Volere neppure li lascerebbe, seguirebbe su di loro il corso della giustizia, non avendo potuto seguire su di loro il corso dei beni che contiene il mio Volere. Se l’uomo sapesse che significa fare o non fare la mia Volontà, tutti tremerebbero di spavento al solo pensiero di sottrarsi per un solo istante dal mio Volere”.
(1) Continuando il mio solito stato, mi sono trovata fuori di me stessa in mezzo ad un vastissimo mare e vedevo una macchina, e come si muoveva il motore, così l’acqua zampillava da tutte le parti della macchina, che elevandosi fin al cielo queste ondate di acque, zampillavano su tutti i santi ed angeli, e giungendo fino al trono dell’Eterno, si riversavano con impeto ai suoi piedi e poi scendevano di nuovo nel fondo dello stesso mare. Io sono restata meravigliata nel vedere ciò, e dicevo tra me: “Che sarà questa macchina?” Ed una luce che veniva dello stesso mare mi ha detto:
(2) “Il mare è la mia Volontà; la macchina è l’anima che vive nel mio Volere; il motore è la volontà umana che opera nel Divino Volere. Ogniqualvolta l’anima fa le sue intenzioni speciali nel mio Volere, il motore mette in moto la macchina, e siccome la mia Volontà è vita dei beati, come è pur vita della macchina, non è meraviglia che la mia Volontà, che zampilla da questa macchina, entri in Cielo e rifulga di luce, di gloria, zampillando su tutti, fino al mio trono, e poi scenda di nuovo nel mare della mia Volontà in terra a bene dei viatori. La mia Volontà è dappertutto, e gli atti fatti nella mia Volontà corrono ovunque, e in Cielo e in terra; corrono al passato, perché la mia Volontà esisteva; al presente, perché nulla ha perduto della sua attività; al futuro, perché eternamente esisterà. Come sono belli gli atti nella mia Volontà, e siccome la mia Volontà contiene sempre nuovi contenti, così questi atti sono i nuovi contenti degli stessi beati, sono i suppletivi degli atti dei santi che non sono stati fatti nel mio Volere, sono le nuove grazie di tutte le creature”.
(3) Onde dopo sono rimasta tutta afflitta, perché non avevo visto il mio dolce Gesù; e Lui, muovendosi nel mio interno, mi ha stretto nelle sue braccia dicendomi:
(4) “Figlia mia, perché così afflitta, non sono Io stesso il mare?”
(1) Mi sentivo molto afflitta, ed il mio amabile Gesù, muovendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, coraggio, non ti voglio afflitta, perché chi vive nella mia Volontà, sfiora su tutto il suo essere il sorriso del Cielo, il contento dei beati, la pace dei santi. La mia Volontà contiene la sostanza di tutte le gioie, la fonte di tutte le felicità, e chi nel mio Volere vive, anche nel dolore si sente impastati insieme: dolore e gioia, lacrime e sorriso, amarezza e dolcezza. Il contento è inseparabile della mia Volontà. Tu devi sapere che come pensi nella mia Volontà, come parli, come operi, come ami, ecc., tanti figli partorisci al mio Volere per quanti pensieri fai, per quante parole dici, per quante opere e atti d’amore emetti; questi figli si moltiplicano all’infinito nel mio Volere e girano per il Cielo e per tutta la terra, portando al Cielo nuova gioia, nuova gloria e contento, e alla terra nuova grazia girando per tutti i cuori, portando i miei sospiri, i miei gemiti, le suppliche della Madre loro che li vuole salvi e che li vuol dare la sua Vita. Or, questi figli, parto del mio Volere, per essere riconosciuti che sono i miei figli, devono rassomigliare, tenere gli stessi modi della Madre che li ha partoriti, se si veggono mesti, dal Cielo saranno messi fuori e gli diranno: “Nel nostro soggiorno non entra la mestizia”. Alle creature non faranno breccia, perché vedendoli mesti si metteranno in dubbio se siano i veri figli legittimi del mio Volere, e poi, chi è mesto non ha la grazia d’insinuarsi negli altri, di vincerli e dominarli; chi è mesto non è capace di eroismo e di darsi a bene di tutti. Molte volte questi figli restano abortiti e muoiono al parto, senza uscire alla luce del Divino Volere”.
(1) Continuando il mio stato di privazione e d’amarezza indicibile, il mio amabile Gesù è venuto appena, e facendomi cerchio con le sue braccia, mi ha detto:
(2) “Figlia mia, figlia del mio Volere, Io amo tanto chi vive nella mia Volontà, che mi fo custodia e lo tengo a difesa nelle mie stesse braccia. Sono geloso che neppure un atto vada sperduto, perché in ogni atto c’è la compromissione della mia stessa Vita. Il Fiat fece uscire la Creazione, e dal Fiat riceve continua conservazione, se il mio Fiat si ritirasse si risolverebbe nel nulla, e se si conserva integra, senza mutarsi, è perché dal Fiat non è uscita, ma però un nuovo Fiat non l’ho ripetuto, altrimenti uscirebbero altri nuovi cieli, altri nuovi soli e stelle, ma uno diverso dall’altro; ma nell’anima che vive nel mio Volere non è un solo Fiat, ma ripetuti Fiat, per cui come l’anima opera nel mio Volere, Io ripeto il Fiat e si estendono nuovi cieli, nuovi soli e stelle, e siccome l’anima contiene un’intelligenza, questi cieli sono nuovi cieli d’amore, di gloria, di luce, di adorazione, di conoscenza, da formare tale varietà di bellezza che Io stesso ne resto rapito. Tutto il Cielo, i santi, gli angioli non sanno distaccare lo sguardo, perché mentre stanno guardando la varietà dei cieli che contiene, altri nuovi si estendono, l’uno più bello dell’altro; veggono la celeste patria ricopiata nell’anima che vive nel mio Volere, la molteplicità delle cose nuove si moltiplicano all’infinito. Come non devo tenere custodita quest’anima e sommamente esserne geloso, se un solo suo atto vale più della stessa Creazione? Perché il cielo, il sole, sono senza intelligenza, onde da parte sua non hanno nessun valore, tutto il valore è mio. Invece, per chi vive nel mio Volere, contenendo un’intelligenza c’è il suo volere che corre nel Mio, e la potenza del mio Fiat se ne serve come materia per estendere questi nuovi cieli, sicché, come l’anima opera nel mio Volere mi dà il diletto di formare nuove Creazioni. Quest’atti sono l’esplicazione della Vita della mia Volontà, i prodigi del mio Volere, il mio Fiat ripetuto, come non devo amare quest’anima?”