MaM
Messaggio del 25 gennaio 2009:Cari figli, anche oggi vi invito alla preghiera. Sia la preghiera per voi come un seme che metterete nel mio cuore, che Io consegnerò al mio figlio Gesù per la salvezza delle vostre anime. Desidero figlioli, che ognuno di voi si innamori della vita eterna che è il vostro futuro e che tutte le cose terrene siano per voi un aiuto per avvicinarvi a Dio Creatore. Io sono con voi così a lungo perchè siete sulla strada sbagliata. Soltanto con il mio aiuto, figlioli, aprirete gli occhi. Ci sono tanti che vivendo i miei messaggi comprendono che sono sulla strada della santità verso l’eternità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - Messaggi anno:1921

13-44 Dicembre 23, 1921 Chi opera e vive nel Divino Volere gli dà il campo a Gesù per far uscire nuove opere, nuovo amore e nuova potenza. Effetti del sonno di Gesù.

(1) Mi sentivo tutta immersa nel Divino Volere, ed il mio dolce Gesù nel venire mi ha detto:

(2) “Figlia del mio Volere, come operi e vivi nel mio Volere così fai uscire dalla mia Volontà altri atti nuovi da dentro di Essa, mi dai il campo a nuove opere, a nuovo amore, ed a nuova potenza; come mi sento felice che la creatura vivendo nel mio Volere mi dà il campo di agire. Invece, chi nella mia Volontà non vive, mi piega le mani e rende inutile il mio Volere per lei, mentre il mio Essere è portato dalla forza irresistibile del mio amore al moto, all’opera, e solo chi vive nella mia Volontà mi dà libero il campo, ed Io animo anche i più piccoli atti del mio Voler Divino, non disdegno anche le cose più basse, di mettervi l’impronta di virtù divina. Ecco perciò amo tanto chi vive nel mio Volere, circondo ogni suo atto di tanta grazia, di tale dignità e decoro, perché ne voglio l’onore, la gloria del mio operato divino, perciò sii attenta e pensaci bene che se tutto ciò che fai, non lo fai nella mia Volontà, darai l’inutilità al tuo Gesù. Ah! se sapessi quanto mi pesa l’ozio, come mi contrista, staresti più attenta, non è vero?”

(3) Onde dopo ciò, stavo per chiudere gli occhi al sonno, e dicevo tra me: “Anche il mio sonno nel tuo Volere, anzi, il mio respiro si trasformi nel tuo, affinché ciò che faceva Gesù quando dormiva, faccia pure io. E poi, veramente il mio Gesù dormiva?” E Gesù è ritornato ed ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, brevissimo era il mio sonno, ma dormivo, ma non dormivo per Me ma per le creature, Io come capo rappresentavo tutta l’umana famiglia e dovevo stendere la mia Umanità su di tutti, per darli riposo. Io vedevo tutte le creature coperte d’un manto di turbazione, di lotte, d’irrequietezze; chi cadeva nella colpa e restava triste, chi dominato da tiranniche passioni che voleva vincere e restava turbato, chi voleva far il bene e lottava per farlo, insomma, pace non vi era, perché la vera pace si possiede quando la volontà della creatura ritorna nella Volontà del suo Creatore, donde ne uscì; fuori dal centro, spostata dal principio, pace non vi è. Onde, la mia Umanità dormendo si stendeva su tutti, avvolgendoli come dentro d’un manto, come la gallina quando chiama i suoi pulcini sotto le ali materne per farli dormire, così stendendomi su tutti, chiamavo tutti i miei figli sotto le mie ali per dare a chi, il perdono della colpa, a chi la vittoria sulle passioni, a chi la forza nella lotta, per dare a tutti la pace ed il riposo, e per non darli timore e dar loro coraggio lo facevo dormendo, chi teme d’una persona che dorme?

(5) Ora il mondo non è cambiato, anzi più che mai è in lotte, e perciò voglio chi dorma nel mio Volere, per poter ripetere gli effetti del sonno della mia Umanità”.

(6) E poi con accento afflitto ha ripetuto: “E gli altri miei figli dove sono? Perché non vengono tutti a Me per ricevere il riposo e la pace? Chiamemoli, chiamemoli insieme”.

(7) E pareva che Gesù li chiamava a nome, uno per uno, ma pochi erano quelli che venivano.

13-45 Dicembre 25, 1921 Come la Umanità di Gesù fu alimentata dal suo Volere. Chi vive nella Divina Volontà è la più immediata a Gesù.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio dolce Gesù si faceva vedere bambinello, tutto intirizzito dal freddo, e gettandosi nelle mie braccia mi ha detto:

(2) “Che freddo, che freddo, riscaldami per pietà, non mi lasciare più gelare”.

(3) Io me l’ho stretto al cuore dicendogli: “Nel mio cuore posseggo il tuo Volere, sicché il calore di Esso è più che sufficiente per riscaldarti”. E Gesù tutto contento:

(4) “Figlia mia, il mio Volere contiene tutto, e chi lo possiede tutto può darmi. La mia Volontà fu tutto per Me: Mi concepì, mi formò, mi fece crescere e mi fece nascere, e se la mia cara Mamma contribuì col darmi il sangue, lo potette fare perché conteneva la mia Volontà assorbita in Sé, se non avesse il mio Volere non poteva contribuire a formare la mia Umanità, sicché la mia Volontà diretta e la mia Volontà assorbita nella mia Mamma, mi diedero la vita. L’umano non aveva potere su di Me a darmi nulla, ma solo il Voler Divino col suo alito mi alimentò e mi diede alla luce. Ma credi tu che fu il freddo dell’aria che mi gelo? Ah! no, fu il freddo dei cuori che m’intirizzì, e l’ingratitudine che al primo uscire alla luce mi fece piangere amaramente. Ma la mia diletta Madre mi quietò il pianto, sebbene pianse anch’Essa, e le nostre lacrime si mescolarono insieme, e dandoci i primi baci ci sfogammo in amore. Ma la nostra vita doveva essere il dolore ed il pianto, e mi feci mettere nella mangiatoia per ritornare al pianto e chiamare coi miei singhiozzi e con le mie lacrime i miei figli, volevo intenerirli con le mie lacrime e coi miei gemiti per farmi ascoltare; ma sai tu chi fu la prima dopo la mia Mamma che chiamai con le mie lacrime a Me vicino nella stessa mangiatoia per sfogarmi in amore? Fosti tu, la piccola figlia del mio Volere, tu eri tanto piccola che superasti la mia cara Mamma nella piccolezza, tanto, che ti potetti tenere a Me vicina nella stessa mia mangiatoia, e potetti versare le mie lacrime nel tuo cuore, ma queste lacrime suggellarono in te il mio Volere, e ti costituivano figlia legittima della mia Volontà. Il mio cuore ne gioì, vedendo ritornare in te, integro nella mia Volontà, ciò che nella Creazione il mio Volere aveva uscito, ciò per Me era importante ed indispensabile; dovevo al primo uscire alla luce di questo mondo, rinsaldare i diritti della Creazione e ricevere la gloria come se la creatura mai si fosse partita dal mio Volere. Onde a te fu il primo bacio ed i primi doni della mia infantile età”.

(5) Ed io: “Amor mio, come poteva essere ciò, se io non esistevo allora?”

(6) E Gesù: “Nella mia Volontà tutto esisteva e tutte le cose erano per Me un punto solo, ti vedevo allora come ti vedo tuttora, e tutte le grazie che ti ho dato non sono altro che conferma di ciò che ab eterno ti era stato dato, e non solo vedevo te, ma vedevo in te la mia piccola famiglia che avrebbe vissuto nel mio Volere. Come ne fui contento, questi mi quietavano il pianto, mi riscaldavano, e facendomi corona d’intorno mi difendevano dalla perfidia delle altre creature”.

(7) Io sono restata pensierosa e dubbiosa.

(8) E Gesù: “Come, ne dubiti? Io non ti ho detto niente ancora dei rapporti che ci sono tra Me e l’anima che vive nel mio Volere. Ti dirò per ora che la mia Umanità viveva del continuo sbocco della Volontà Divina, se un solo respiro facessi che non fosse animato dal Voler Divino, sarebbe degradarmi, snobilitarmi. Ora, chi vive nella mia Volontà è la più immediata a Me, e tutto ciò che fece e soffrì la mia Umanità, è la prima fra tutti a riceverne i frutti, gli effetti che Essa contiene”.

13-46 Dicembre 27, 1921 L’anima che vive nella Divina Volontà, mette in vigore lo scopo della Creazione, ed in ogni cosa che fa, è uno sbocco di Gesù che le viene.

(1) Continuando il mio solito stato, il mio dolce Gesù nel venire mi ha detto:

(2) “Figlia mia, ogniqualvolta l’anima entra nel mio Volere, viene a specchiarsi nello specchio della mia Divinità, e specchiandosi riceve i lineamenti divini, e questi lineamenti la vincolano alla Divinità, e trovando in essa la loro fisionomia la riconoscono per una della loro famiglia, le danno il posto in mezzo a loro, la ammettono ai loro segreti, e riconoscendo in essa come centro di vita il loro Volere, l’ammettono a quel punto eterno e l’arricchiscono di tutto ciò che l’eternità contiene. Oh! come è bello vedere questa nostra piccola immagine inondata di tutto ciò che l’eternità contiene, essa, come piccola si sente sperduta, affogata, non potendo contenerle in sé, ma l’amore, lo svolgimento della Vita del nostro Volere in lei, la spinge a rispecchiarsi in Noi, e le nostre onde eterne le continuano, come macchina che non cessa mai il moto. Oh! come ci divertiamo; era questo l’unico scopo della creazione dell’uomo, con lo scambio dei nostri volere, lui con Noi e Noi con lui, di formarci il nostro divertimento ed insieme di rendere in tutto felice l’uomo. Rotta l’unione col nostro Volere dall’uomo, incominciarono le nostre amarezze e la sua infelicità, sicché lo scopo della Creazione ci andò fallito. Ora, chi risarcisce questo nostro fallimento, chi mette in vigore le rendite della Creazione? L’anima che vive nel nostro Volere, lei lascia indietro tutte le generazioni e come se fosse la prima da Noi creata, si mette in ordine nello scopo con cui creammo l’uomo, il nostro Volere ed il suo fanno uno solo, ed operando col Voler Divino, la nostra Volontà agisce nel voler umano, ed ecco che incominciano le nostre rendite divine nella volontà umana, lo scopo della Creazione è già in vigore, e siccome la Volontà nostra tiene modi infiniti, purché trovi un’anima che si presti per fare agire il nostro Volere, subito viene a rifarsi dal fallimento di tutte le altre volontà umane, ecco perché l’amiamo tanto, da superare tutto l’amore di tutte le altre creature insieme. La nostra Volontà conculcata, disprezzata nelle altre creature, lei le ha reso il decoro, l’onore, la gloria, il regime, la vita, e come non dobbiamo dare tutto a lei?”

(3) Poi, come se non potesse contenere l’amore, mi ha stretto al suo cuore ed ha soggiunto:

(4) “Tutto, tutto alla piccola figlia del mio Volere; starò in continuo sbocco su di te, i tuoi pensieri saranno lo sbocco della mia sapienza; i tuoi sguardi saranno lo sbocco della mia luce; il tuo respiro, il tuo palpito, la tua azione, saranno preceduti primo dai miei sbocchi, e poi avranno vita. Sii attenta ed in ogni cosa che fai, pensa che è uno sbocco di Gesù che ti viene”.

13-47 Dicembre 28, 1921 Timori. Gesù le dà la pace. Luisa vuole che Gesù faccia la sua volontà.

(1) Mi sentivo molto afflitta, e con una oppressione tale, da sentirmi morire per certe cose che non è necessario qui scrivere. Ora, il mio dolce Gesù nel venire mi ha preso fra le sue braccia per sostenermi e darmi forza, e poi tutto dolcezza e bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia, che c’è, che c’è? Troppo ti opprimi, ed Io no lo voglio”.

(3) Ed io: “Mio Gesù, aiutami, non mi abbandonare in tanta amarezza, e questo che più mi opprime è che sento sorgere in me un volere che vorrebbe dirti: “Questa volta Tu farai la mia volontà, non io la tua”. Il solo pensare questo mi dà la morte, oh! com’è vero che la tua Volontà è vita, ma le circostanze mi spingono, deh! aiutami”. Ed ho rotto in pianto, e Gesù facendosi bagnare le sue mani dalle mie lacrime, e stringendomi più ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, coraggio, non temere, sono Io tutto per te; vedi come sono belle le mie mani imperlate dalle lacrime di chi teme di non fare il mio Volere, neppure una è andata per terra, ora senti e quietati, Io farò ciò che vuoi tu, ma non perché lo vuoi tu, ma come se lo volessi Io, non ne sei contenta? Del resto è necessario un po’ di sospensione del tuo stato, non ho a chi affidarti, chi lo potrebbe? Hanno il cuore coperto di una corazza di ferro, le mie voci non sono né ascoltate né capite, i peccati sono orrendi, i sacrilegi enormi, i flagelli sono già alle porte della città, ci sarà grande mortalità, perciò un po’ di sospensione ci vuole del tuo stato che impedisce il corso alla mia giustizia. Tu mi darai il tempo libero per venire, ed Io ritirandomi, senza farti uscire dalla mia Volontà, ti darò ciò che ti sarà necessario”.

(5) Io sono restata più che mai amareggiata per tant’altre cose che Gesù mi ha detto, che riguardano ai nostri tristi tempi, ma quieta, ché mi ha assicurato che non mi faceva uscire dal suo Volere. Ma nel altro giorno è venuta la mia Regina Mamma, e portandomi il pargoletto Gesù me lo ha messo nelle braccia e mi ha detto:

(6) “Figlia mia, tienilo stretto, non lo far andare, se sapessi che vuol fare, pregalo, pregalo, la preghiera nel suo Volere lo rapisce, l’incatena; almeno si risparmierebbero in parte i flagelli”.

(7) Detto ciò è scomparsa, ed io sono ritornata al tragico dubbio, che avevo indotto Gesù a fare il mio volere.