(1) Continuando il mio solito stato, mi sono trovata fuori di me stessa in mezzo ad un vastissimo mare e vedevo una macchina, e come si muoveva il motore, così l’acqua zampillava da tutte le parti della macchina, che elevandosi fin al cielo queste ondate di acque, zampillavano su tutti i santi ed angeli, e giungendo fino al trono dell’Eterno, si riversavano con impeto ai suoi piedi e poi scendevano di nuovo nel fondo dello stesso mare. Io sono restata meravigliata nel vedere ciò, e dicevo tra me: “Che sarà questa macchina?” Ed una luce che veniva dello stesso mare mi ha detto:
(2) “Il mare è la mia Volontà; la macchina è l’anima che vive nel mio Volere; il motore è la volontà umana che opera nel Divino Volere. Ogniqualvolta l’anima fa le sue intenzioni speciali nel mio Volere, il motore mette in moto la macchina, e siccome la mia Volontà è vita dei beati, come è pur vita della macchina, non è meraviglia che la mia Volontà, che zampilla da questa macchina, entri in Cielo e rifulga di luce, di gloria, zampillando su tutti, fino al mio trono, e poi scenda di nuovo nel mare della mia Volontà in terra a bene dei viatori. La mia Volontà è dappertutto, e gli atti fatti nella mia Volontà corrono ovunque, e in Cielo e in terra; corrono al passato, perché la mia Volontà esisteva; al presente, perché nulla ha perduto della sua attività; al futuro, perché eternamente esisterà. Come sono belli gli atti nella mia Volontà, e siccome la mia Volontà contiene sempre nuovi contenti, così questi atti sono i nuovi contenti degli stessi beati, sono i suppletivi degli atti dei santi che non sono stati fatti nel mio Volere, sono le nuove grazie di tutte le creature”.
(3) Onde dopo sono rimasta tutta afflitta, perché non avevo visto il mio dolce Gesù; e Lui, muovendosi nel mio interno, mi ha stretto nelle sue braccia dicendomi:
(4) “Figlia mia, perché così afflitta, non sono Io stesso il mare?”