MaM
Messaggio del 5 luglio 2019:Cari figli, in questo tempo desidero particolarmente invitarvi a decidervi per Dio. Mettete Dio, nella vostra vita e nelle vostre famiglie, al primo posto! Lasciate la transitorietà di questo mondo, il materialismo, tutto ciò che vi allontana da mio Figlio. Decidetevi saldamente, vivete i miei messaggi! Desidero continuare a guidarvi, guidarvi a mio Figlio, affinché in Lui troviate la pace vera e autentica e l’amore. Grazie, cari figli, per aver anche oggi risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

4-146 Ottobre 22, 1902 Minacce all’Italia.

(1) Questa mattina, per pochi istanti è venuto il mio adorabile Gesù, tutto sdegnato e mi ha detto:

(2) “Quando l’Italia avrà bevuto fino alla freccia le più fetide sozzure fino ad affogarsi, tanto che si dirà è morta, è morta, allora risorgerà”.

(3) Poi, facendosi più calmo ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, quando Io voglio una cosa dalle mie creature, infondo in loro le disposizione naturali, in modo da cambiare la stessa natura a volere quella cosa che voglio; perciò tu quietati nello stato in cui ti trovi”.

(5) Detto ciò è scomparso, ed io sono lasciata impensierita sopra ciò che mi ha detto.

4-147 Ottobre 30, 1902 Gesù Cristo venne a rannodare un’altra volta, insieme Dio e l’uomo.

(1) Questa mattina, trovandomi in un mare d’affanni e di lacrime per l’abbandono totale del mio sommo bene, mentre mi sentivo consumare dal dolore, mi sono sentita alienare la mente, e vedevo Gesù benedetto che sorreggeva la fronte con la sua mano, e come una luce che conteneva dentro tante parole di verità, ed io appena mi ricordo questo, cioè: “Che la nostra umanità sciogliendo il nodo dell’ubbidienza che Iddio aveva fatto tra Lui e la creatura, nodo tale che solo riuniva Dio e l’uomo, si era disperso, e Gesù Cristo prendendo l’umana natura e facendosi nostro capo, venne a riunire l’umanità dispersa, e con la sua ubbidienza ai voleri del Padre venne a riannodare un’altra volta insieme Dio e l’uomo. Ma questa unione indissolubile viene maggiormente rafforzata a misura della nostra ubbidienza ai voleri divini”.

(2) Dopo ciò non ho visto più il mio caro Gesù, ritirandosi insieme con Lui la luce.

4-148 Novembre 1, 1902 La vera serietà si trova nella religione, e la vera religione consiste nel guardare il prossimo in Dio e Dio nel prossimo.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi sono sentita uscire fuori di me stessa, ed ho trovato un bambino che piangeva, e parecchi uomini, tra i quali uno più serio ha preso una bevanda amarissima e l’ha data a quel bambino che piangeva, il quale nel trangugiarla ha sofferto tanto che pareva che si strozzasse la gola. Io non sapendo chi fosse, per compassione l’ho preso in braccia dicendogli: “Eppure è un uomo serio e ti ha fatto questo, poverino, viene a me che ti voglio rasciugare il pianto”.

(2) E lui mi ha detto: “La vera serietà si trova nella religione, e la vera religione consiste nel guardare il prossimo in Dio e Dio nel prossimo”.

(3) Poi, avvicinandosi all’orecchio, tanto che le sue labbra mi toccavano e la sua voce risuonava nel mio interno ha soggiunto:

(4) “La parola religione per il mondo è parola ridicola, e pare che vale niente; ma innanzi a Me ogni parola che a religione appartiene è una virtù di valore infinito, tanto, che mi servii della parola per propagare la fede in tutto l’universo, e chi in ciò si esercita mi serve di bocca per manifestare alle creature la mia Volontà”.

(5) Mentre ciò diceva, capivo benissimo che fosse Gesù nel sentire la sua voce chiara, che da tanto tempo non sentivo; mi sentivo risorgere da morte a vita, e stavo aspettando ché appena finiva di parlare dovevo dirgli i miei estremi bisogni, ma che, non appena finito di sentire la sua voce è scomparso, ed io sono restata sconsolata ed afflitta.

4-149 Novembre 5, 1902 Vede un’albero nel cuore di Gesù, e Lui le spiega il significato.

(1) Questa mattina il mio adorabile Gesù si faceva vedere nel mio interno, e pareva che teneva un’albero piantato nel cuore, e tanto radicato che parevano le radici dalla punta del cuore; insomma pareva nato insieme con la medesima natura. Io, ne sono rimasta meravigliata nel vedere la bellezza, la speciosità e l’altezza che pareva che toccava il cielo, ed i suoi rami si estendevano fino agli ultimi confini del mondo. Ora, Gesù benedetto nel vedermi così meravigliata mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quest’albero fu concepito insieme con Me, dentro il centro del cuore, e fin d’allora Io sentii nel più profondo del cuore tutto ciò che di bene e di male doveva fare l’uomo, mercé quest’albero di redenzione, chiamato albero di vita, tanto che tutte quelle anime che si tengono unite a quest’albero riceveranno vita di grazia nel tempo, e quando li avrà bene cresciuti le somministrerà vita di gloria nell’eternità. Eppure quale non è il mio dolore? Che sebbene non possono svellere l’albero, non possono toccare il tronco; molti cercano di tagliarmi dei rami per fare che le anime non ricevessero la vita, e togliermi tutta la gloria ed il piacere che quest’albero di vita mi avrebbe prodotto”.

(3) Mentre ciò diceva, è scomparso.

4-150 Novembre 9, 1902 Differenze tra l’operare di Gesù, ed il operare dell’uomo.

(1) Mentre stavo desiderando il mio adorabile Gesù, è venuto nell’aspetto quando i suoi nemici lo schiaffeggiavano, coprivano il volto di sputi e gli bendavano gli occhi. Lui, con ammirabile pazienza tutto soffriva, anzi pareva che neppure li guardasse, tanto era intento nel suo interno a guardare il frutto che quei patimenti gli avrebbe prodotto. Io il tutto ammiravo con stupore, e Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, nel mio operare e patire non guardai mai al di fuori, ma sempre al di dentro, e vedendone il frutto, qualunque cosa si fosse, non solo soffrivo, ma con desiderio ed avidità il tutto soffrivo. L’uomo invece, tutto al contrario, nell’operare il bene non guarda al di dentro dell’opera, e non vedendo il frutto facilmente s’annoia, tutto s’infastidisce e molte volte tralascia di fare il bene; se patisce, facilmente s’impazientisce, e se fa il male, non guardando il di dentro di quel male, con facilità lo fa”.

(3) Poi ha soggiunto: “Le creature non vogliono persuadersi che la vita va accompagnata da varie vicende, ora di sofferenze ed ora di consolazione; e sono le piante, i fiori gliene danno l’esempio col stare sottoposti ai venti, nevi, grandine e caldi”.

4-151 Novembre 16, 1902 La parola di Dio è gioia. Il confessore le dice che Monsignore comandava assolutamente che non dovesse venire più il sacerdote a farla uscire dal solito suo stato.

(1) Questa notte l’ho passato molto angustiata, vedevo il confessore che stava in atto di darmi divieti e comandi. Il benedetto Gesù per poco è venuto col dirmi solo:

(2) “Figlia mia, la parola di Dio è gioia, e chi l’ascolta e non la fruttifica con le opere, le dà una tinta nera e l’infanga”.

(3) Onde, sentendomi molto sofferente ho cercato di non dar retta a ciò che vedevo, quando al meglio è venuto il confessore col dirmi che Monsignore comandava assolutamente che non dovesse venire più il sacerdote a farmi uscire dal solito mio stato, ma che da me stessa dovevo uscirne, cosa che per ben diciott’anni non ho potuto mai ottenere, per quante lacrime e preghiere, voti e promesse ho fatto innanzi all’Altissimo, perché, lo confesso innanzi a Dio, che tutto ciò che ho potuto passare di sofferenze non sono state per me vere croci, ma gusti e grazie di Dio, ma la sola e vera croce per me è stata la venuta del sacerdote. Quindi, conoscendo per tanti anni di esperienza l’impossibilità dell’esito, il mio cuore era lacerato dal timore di non dover ubbidire, non facendo altro che versare lacrime amarissime, pregando quel Dio che solo scorge il fondo del cuore, d’aver pietà della posizione in cui mi trovavo. Mentre pregavo piangendo ho visto un lampo di luce ed una voce che diceva:

(4) “Figlia mia, per farmi conoscere che sono Io, ubbidirò a lui, e dopo che ho dato prove d’ubbidienza, lui ubbidirà a Me”.

(5) E dicendo io: “Signore, temo assai di non dover ubbidire”. Ha soggiunto:

(6) “L’ubbidienza scioglie ed incatena, e siccome è catena, lega il Volere Divino coll’umano e ne forma un solo, in modo che l’anima non agisce col potere della volontà sua, ma col potere della Volontà Divina, e poi non sarai tu che ubbidirai, ma Io che ubbidirò in te”.

(7) Poi, tutto afflitto ha soggiunto: “Figlia mia, non te lo dicevo? Che tenerti in questo stato di vittima ed incominciare la strage in Italia mi riesce quasi impossibile?”

(8) Ond’io sono restata un poco più quieta, ma non sapevo in che modo doveva effettuarsi quest’ubbidienza.

4-152 Novembre 17, 1902 Impossibilità di perdere i sensi. E’ decreto della Volontà di Dio il servirsi dell’opera del sacerdote per farla rinvenire da quello stato di sofferenze.

(1) Onde venendo la solita ora d’essere sorpresa dal mio solito stato, con mia grande amarezza, ma amarezza tale che simile non ho provato in mia vita, la mia mente non sapeva più perdere i sensi, la mia vita, il mio tesoro, colui che formava tutta il mio gusto, il tutto amabile mio Gesù non ci veniva, cercavo di raccogliermi per quanto potevo, ma la mia mente la sentivo tanto vivace, da non potere né perdere i sensi né dormire, quindi, non facevo altro che rompere il freno alle lacrime, facevo per quanto potevo di seguire nel mio interno ciò ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

4-153 Novembre 21, 1902 Gesù se ne serve della natura di Luisa per continuare il corso dei suoi patimenti in lei.

(1) Seguitando a non poter né perdere i sensi né dormire, la mia povera natura non ne poteva più, ed il mio carissimo Gesù, quando io mi sentivo più che mai convinta che non dovevo più vederlo, tutto all’improvviso è venuto e mi ha fatto perdere i sensi; sono stata colpita come da folgore. Chi può dire il timore, ma che, non era più padrona di me stessa, non stava più in mio potere il riacquistare i miei sensi. Gesù mi diceva:

(2) “Figlia mia, non temere, sono venuto per corroborarti; non vedi tu stessa come non ne puoi più? E come la tua natura senza di Me viene meno?”

(3) Ed io gli ho detto piangendo: “Ah! mia vita, senza di te sono morta, non mi sento più forze vitali; tu formavi tutto il mio essere, e mancandomi tu, il tutto mi manca; certo che se non seguiti a venire io me ne morrò di dolore”.

(4) E Lui: “Figlia diletta mia, tu dici Io sono la vita tua; ed Io ti dico che sei la vita mia vivente. Come me ne servii della mia Umanità per patire, così me ne servo della tua natura per continuare il corso dei miei patimenti in te; perciò tutta mia tu sei, anzi la mia stessa vita”.

(5) Mentre ciò diceva mi sono ricordata dell’ubbidienza e gli ho detto: “Dolce mio bene, mi farai ubbidire col farmi riavere da me stessa?”

(6) E Lui: “Figlia mia, Io, Creatore, ho ubbidito alla creatura col tenerti sospesa questi giorni, è ben giusto che la creatura ubbidisca al suo Creatore sottomettendosi alla mia Volontà, perché innanzi alla mia Volontà Divina la ragione umana non vale, e la ragione più forte innanzi alla Volontà Suprema si risolve in fumo”.

(7) Chi può dire quanto sono restata amareggiata, ma però rassegnata, facendone voto al Signore di non mai ritirare la mia volontà della sua neppure per un battere d’occhio, e siccome mi avevano detto che se era sorpresa da questo stato e non rinveniva da me stessa mi dovevano far morire, per ciò mi stavo preparando alla morte, ritenendola questa per gran fortuna, e pregavo il Signore che mi prendesse fra le sue braccia.

(8) Mentre ciò facevo, è venuto il confessore per farmi riavere, amareggiandomi maggiormente, tanto, che il Signore vedendomi così amareggiata mi ha detto nel mio interno:

(9) “Dille che mi conceda altri due giorni di sospensione, per dargli tempo a potersi regolare”.

(10) E così se ne è andato, lasciandomi tutta trafitta e come riempita d’amarezza; e Gesù facendo sentire di nuovo la sua voce mi ha detto:

(11) “Povera figlia, come l’amareggiano, mi sento lacerare il cuore nel vederti, coraggio, non temere figlia mia, e poi ricordati che per l’intervento dell’ubbidienza fosti sospesa da questo stato, se ora più non vogliono, Io pure ti farò ubbidire, non è questo il chiodo che più ti trafigge, il non dover ubbidire?”

(12) Ed io: “Sì”.

(13) “Ebbene, Io ti ho promesso di farti ubbidire, quindi non più voglio che ti amareggi. Ma però digli: “Con Me vogliono scherzare?” Guai a chi vuole scherzare con Me e lottare contro la mia Volontà”.

(14) Ed io: “Senza di te come faccio? Perché se non sono sorpresa da quello stato io non ti veggo”.

(15) E Lui: “Siccome non è la tua volontà d’uscire da questo stato di sacrificio, Io troverò altri modi come farmi vedere e trattenermi con te; non sei tu contenta?”

(16) Così la mattina seguente, senza perdere i sensi, si è fatto vedere sensibilmente col darmi qualche goccia di latte per ristorarmi, essendo estrema la mia debolezza.

4-154 Novembre 22, 1902 Passa pericolo di morire, la ubbidienza si oppone.

(1) Il giorno 22 Novembre, continuando a sentirmi male, di nuovo il benedetto Gesù è venuto e mi ha detto:

(2) “Diletta mia, te ne vuoi venire?”

(3) Ed io: “Sì, non più mi lasciare su questa terra”.

(4) E Lui: “Sì, ti voglio contentare una volta”.

(5) E mentre ciò diceva me sono sentita chiudere lo stomaco e la gola, in modo che dentro non entrava più niente, appena potevo tirare il respiro, sentendomi soffocare. Poi ho visto che Gesù benedetto ha chiamato gli angioli e li diceva: “Ora che la vittima se ne vieni, sospendete le fortezze, acciò i popoli facciamo ciò che vogliono”.

(6) Ed io: “Signore, chi sono quelli?”

(7) E Lui: “Sono gli angioli che custodiscono le città, finché le città sono assistite della fortezza della protezione divina comunicata agli angioli, non possono far niente, quando questa protezione le viene tolta, per le gravi colpe che commettono, lasciandoli a loro stessi, possono fare rivoluzione e qualunque sorta di male”.

(8) Onde io mi sentivo placida e vedendomi sola col mio caro Gesù ed abbandonata da tutte le creature, di cuore ne ringraziavo il Signore, e lo pregavo che si benignase di non farmi venire nessuno a darmi molestia. Mentre me ne stavo in questa posizione, è venuto la sorella e vedendomi male ha mandato a chiamare il confessore, il quale a via d’ubbidienza e riuscito a farmi aprire qualche poco la gola, e se si è uscito col darmi l’ubbidienza di non dover morire; povera chi ha che ci fare con le creature, che non conoscendo a fondo tutte le pene e strazi d’una povera anima, aggiungono alle pene maggiori dolori, ed è più facile d’aver da Dio compassione aiuto e sollievo, che dalle creature, anzi pare che vi aizzano maggiormente. Ma sempre sia benedetto il Signore, che il tutto dispone per la sua gloria ed il bene delle anime.

4-155 Novembre 30, 1902 Timore che il suo stato fosse opera del demonio. Gesù l’insegna come conoscere quando è Lui, e quando il demonio

(1) Trovandomi con timori, dubbi, agitazioni, che tutto fosse opera del demonio, venendo il mio adorabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, Io sono Sole che riempio di luce il mondo, ed andando all’anima si riproduce in detta anima un’altro Sole, in modo che a via di raggi di luce si saettano a vicenda continuamente. Ora, in mezzo a questi due Soli si riproducono delle nubi, quali sono le mortificazioni, le umiliazioni, contrarietà, sofferenze, ed altro; se questi sono veramente Soli, hanno tanta forza che col loro saettarsi continuamente di trionfare di queste nubi e di convertirle in luce; se poi sono Soli apparenti e falsi, queste nubi che si riproducono in mezzo hanno forza di convertire questi Soli in tenebre. Questo è il segno più certo per conoscere se sono Io o il demonio, e dopo che una persona ha ricevuto questo segno, può mettere la vita per confessare la verità ch’è luce e non tenebre”.

(3) Sono andata ruminando nella mia mente se si trovano in me questi segni, e mi veggo tanta difettosa, che non ho parola per manifestare la mia cattiveria. Ma però non mi sconfido, anzi spero che la misericordia del Signore voglia avere compassione di questa povera creatura.