MaM
Messaggio del 2 aprile 2017:Cari figli, apostoli del mio amore, spetta a voi diffondere l’amore di mio Figlio a tutti coloro che non l’hanno conosciuto. A voi, piccole luci del mondo, che io istruisco con materno amore perché splendano chiaramente di uno splendore pieno. La preghiera vi aiuterà, perché la preghiera salva voi, la preghiera salva il mondo. Perciò, figli miei, pregate con le parole, con i sentimenti, con l’amore misericordioso e col sacrificio. Mio Figlio vi ha mostrato la via: lui, che si è incarnato ed ha fatto di me il primo calice; lui, che col suo sublime sacrificio vi ha mostrato come bisogna amare. Perciò, figli miei, non abbiate paura di dire la verità. Non abbiate paura di cambiare voi stessi ed il mondo diffondendo l’amore, facendo in modo che mio Figlio sia conosciuto ed amato amando gli altri in lui. Io, come Madre, sono sempre con voi. Prego mio Figlio che vi aiuti affinché nella vostra vita regni l’amore: l’amore che vive, l’amore che attrae, l’amore che dà vita. Questo è l’amore che io vi insegno, l’amore puro. Spetta a voi, apostoli miei, riconoscerlo, viverlo e diffonderlo. Pregate per i vostri pastori con sentimento, affinché possano testimoniare mio Figlio con amore. Vi ringrazio!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 4-152 Novembre 17, 1902 Impossibilità di perdere i sensi. E’ decreto della Volontà di Dio il servirsi dell’opera del sacerdote per farla rinvenire da quello stato di sofferenze.

(1) Onde venendo la solita ora d’essere sorpresa dal mio solito stato, con mia grande amarezza, ma amarezza tale che simile non ho provato in mia vita, la mia mente non sapeva più perdere i sensi, la mia vita, il mio tesoro, colui che formava tutta il mio gusto, il tutto amabile mio Gesù non ci veniva, cercavo di raccogliermi per quanto potevo, ma la mia mente la sentivo tanto vivace, da non potere né perdere i sensi né dormire, quindi, non facevo altro che rompere il freno alle lacrime, facevo per quanto potevo di seguire nel mio interno ciò che facevo nello stato di smarrimento dei sensi, ed uno per uno mi sovveniva gli insegnamenti, le parole, il modo come dovevo starmi unita sempre con Lui, e questi erano tante saette che ferivano il mio cuore acerbamente dicendomi: “Ahi! dopo quindici anni che l’hai visto ogni giorno, quando più, quando meno, quando tre o quattro volte, e quando una, quando ti ha parlato e quando in silenzio, ma l’hai sempre visto; ma adesso l’hai tu perduto? Non più lo vedi? Non più senti la sua voce dolce e soave? Per te tutto è finito”. Ed il mio povero cuore si riempiva tanto di amarezze e di dolore, che posso dire che il mio pane era il dolore e la mia bevanda le lacrime e tanto ne era sazio che goccia d’acqua non entrava nella mia gola. A questo s’aggiungeva un’altra spina, che spesse volte avevo detto al mio adorabile Gesù: “Quanto temo il mio stato, che sono io, che è tutto mia fantasia, che è finzione”.

(2) E Lui mi diceva: “Togli questi timori, poi vedrai che verranno giorni che a costo di qualunque sforzo e di sacrificio che tu vorresti fare per perdere i sensi non lo potrai fare”.

(3) Con tutto ciò sentivo una quiete nel mio interno, ché almeno ubbidivo, sebbene mi costasse la vita. Onde credevo che così dovessero continuare le cose, convincendomi che il Signore, siccome non mi voleva più in quello stato se n’era servito per mezzo di Monsignore di farmi dare quell’ubbidienza. Onde dopo aver passato due giorni, la sera faccio per fare l’adorazione al crocifisso, un lampo di luce si fa innanzi alla mente, mi sento aprire il cuore, ed una voce mi diceva:

(4) “Per pochi giorni ti terrò sospesa, e poi ti farò cadere di nuovo”.

(5) Ed io: “Signore, non mi farai tu stesso rinvenire se mi farai cadere?”

(6) E la voce: “No, è decreto della mia Volontà di servirmene dell’opera del sacerdote per farti rinvenire da quello stato di sofferenze, e se ne vogliono sapere il perché, venissero a Me a domandarlo, la mia sapienza è incomprensibile e tiene tanti modi inusitati per la salvezza delle anime, e sebbene incomprensibile, se ne vogliono trovare la ragione, andassero in fondo che la troveranno chiara come sole. La mia giustizia sta come una nube gravida di grandine, tuoni e saette, ed in te trovava un’argine per non sgravarsi sui popoli; quindi, non volessero anticipare il tempo dell’Ira mia”.

(7) Ed io: “Solo per me stava riservato questo castigo senza speranza d’esserne liberata; avete fatte tante grazie alle altre anime, hanno sofferto tanto per amor vostro, eppure non avevano bisogno di nessuna opera di sacerdote”.

(8) E la voce ha continuato: “Sarai liberata, non ora, ma quando incominceranno le stragi in Italia”.

(9) Questo è stato per me nuovo motivo di dolori e di lacrime amarissime, tanto che il mio amabilissimo Gesù, avendo di me compassione, si è mosso nel mio interno, mettendo come un velo innanzi a ciò che mi aveva detto, senza farsi vedere mi faceva sentire la sua voce che mi diceva:

(10) “Figlia mia, vieni a Me, non volerti affliggere, allontaniamo un po’ la giustizia, diamo luogo all’amore, altrimenti soccombi; sentimi, ho tante cose da insegnarti, credi tu che ho finito di parlarti? No”.

(11) E siccome io piangevo, essendo divenuti i miei occhi due fiume di lacrime, soggiungeva:

(12) “Non piangere diletta mia, ma dami a Me udienza, questa mattina voglio sentire la messa insieme con te, coll’insegnarti il modo come devi sentirla”.

(13) E così Lui diceva ed io seguitavo appresso, e siccome non lo vedevo il mio cuore era spezzato dal dolore continuamente, e per spezzare di tanto in tanto il mio pianto, mi chiamava continuamente, ora insegnandomi qualche cosa della Passione, spiegandomi il significato, ed ora m’insegnava a fare ciò che faceva nel suo interno nel corso della sua Passione, che per ora tralascio di scrivere, riservandole in altro tempo se a Dio piacerà. Così ho seguito per altri due giorni.