MaM
Messaggio del 1 gennaio 2006:Cari figli non dimenticate io sono vostra madre e vi amo con amore tenero.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

4-96 Novembre 22, 1901 il io porta la impronta di tutte le rovine, senza dell’io tutto è sicurezza.

(1) Dopo d’aver passato giorni amarissimi di lacrime, di privazione e di silenzio, il mio povero cuore non ne può più, tanto è lo strazio fuori del mio centro Iddio, che vo’ continuamente sbattuta tra folte onde di fiera tempesta, in stato di forte violenza da subire ad ogni momento la morte, e quel ch’è più di non poter morire. Onde, trovandomi in questa posizione, per poco si è fatto vedere e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quando un’anima fa in tutto la volontà d’un altro si dice che ha fiducia di quella, perciò vive dell’altrui volere e non del suo, così quando l’anima fa in tutto la Volontà mia, Io dico che ha fede, sicché il Divino Volere e la fede sono rami prodotti da un sol tronco, e siccome la fede è semplice, la fede e il Divino Volere producono il terzo ramo della semplicità, ed ecco che l’anima viene a riacquistare in tutto le caratteristiche di colomba. Non vuoi tu dunque essere la mia colomba?”

(3) In un’altra occasione, un’altro giorno mi disse:

(4) “Figlia mia, le perle, l’oro, le gemme, le cose più preziose, si tengono ben custodite dentro di qualche scrigno e con doppia chiave. Ché temi tu dunque se ti tengo ben custodita nello scrigno della santa ubbidienza, custodia sicurissima, dove non una ma due chiavi tengono ben serrata la porta, per tener vietato l’ingresso a qualunque ladro, ed anche all’ombra di qualunque difetto? Solo l’io porta l’impronta di tutte le rovine, ma senza dell’io, tutto è sicurezza”.

4-97 Dicembre 27, 1901 Gesù: somministratore della Santissima Trinità. Scisso dei preti.

(1) E’ inutile il dire il povero mio stato, come mi sono ridotta, sarebbe un voler rincrudire e far più profonde le piaghe dell’anima mia, perciò passo tutto in silenzio facendo un’offerta al Signore. Onde questa mattina mentre ne piangevo la perdita del mio adorabile Gesù, è venuto il confessore e mi ha dato l’ubbidienza di pregare il Signore che si benignasse di venire. Pare ch’è venuto, ed avendo il confessore messo l’intenzione della crocifissione, mi ha partecipato i dolori della croce, e mentre ciò faceva ha detto al confessore:

(2) “Io fui somministratore della Santissima Trinità, cioè, somministrai alle gente la potenza, la sapienza, la carità delle Divine Persone. Voi essendo mio rappresentante, non dovete far altro che continuare la stessa opera mia presso le anime; e se non v’interessate, venite a spezzare l’opera da Me incominciata, ed Io mi sento defraudato nell’esecuzione dei miei disegni, e sono costretto a ritirare la potenza, la sapienza, la carità che vi avrei somministrato se avresti adempito l’opera da Me affidatavi”.

(3) Dopo ciò pareva che mi trasportava fuori di me stessa, e da lontano si vedeva una moltitudine di persone, da cui veniva una puzza insopportabile e Gesù ha detto:

(4) “Figlia mia, che scisso faranno i preti tra loro, e questo sarà l’ultimo colpo per fomentare tra i popoli partiti e rivoluzione”.

(5) E lo diceva tanto amareggiato da far compassione. Onde dopo ciò, ricordandomi del mio stato gli ho detto: “Ditemi Signor mio, volete che mi faccia dare l’ubbidienza che finisca di stare in questo stato, molto più che non soffrendo più come prima mi veggo inutile”. E Lui mi ha risposto:

(6) “Giusto!”

(7) Ma tanto afflitto, ed il mio cuore irrequieto come se non avessi voluto che mi avesse detto così. Onde ho replicato: “Ma Signore, non ché io voglia uscire, ma voglio conoscere il vostro Santo Volere, perché essendo che il mio stato veniva ché voi venivate a me e mi partecipavate le vostre sofferenze, essendo questo cessato, temo che neppure voleste che continui a stare nel letto”. E Gesù ha detto:

(8) “Hai ragione, hai ragione”.

(9) Ma che? Il cuore me lo sentivo crepare per le risposte datemi da Gesù benedetto, ed ho soggiunto: “Ma mio Signore, ditemi almeno qual è più la maggior gloria vostra, che continuasse a stare ancorché dovessi crepare, o che mi faccia dare l’ubbidienza che finisca?” E Gesù vedendo che non la finivo su di ciò, Lui stesso ha cambiato discorso col dirmi:

(10)Figlia mia, mi sento da tutti offeso, vedi, anche le anime devote hanno l’occhio a scrutinare se è o non è colpa, ma emendarsi, estirpare la colpa, non già, segno che non c’è né dolore né amore, perché il dolore e l’amore sono due unguenti efficacissimi, che applicate all’anima la rendono perfettamente guarita; ed uno corrobora e fortifica maggiormente l’altro”.

(11) Ma io pensavo alla mia povera posizione, e volevo ridire di nuovo per conoscere la Volontà del Signore con chiarezza; ma Gesù mi è scomparso, ed io ritornando in me stessa mi vedevo tutta confusa sul da fare, onde per essere sicura ho esposto tutto all’ubbidienza, la quale vuole che continui a starmi. Sia fatta sempre la Volontà del Signore.

4-98 Dicembre 29, 1901 Le tribolazioni sono necessarie a chi vive all’ombra di Gesù.

(1) Stando tutta oppressa, quando appena ho visto il mio adorabile Gesù, onde guardandomi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi vive alla mia ombra è necessario che soffino i venti delle tribolazioni, acciocché l’aria infettiva d’intorno non possa penetrarvi anche al di sotto della mia ombra; quindi i continui venti agitando sempre quest’aria malsana, la tengono sempre lontana, e vi fanno spirare un’aria purissima e salubre”.

(3) Detto ciò è scomparso, ed io comprendevo molte cose su di ciò, ma non è necessario spiegarmi perché credo ch’è facile comprenderne il significato.

4-99 Gennaio 6, 1902 Effetti portentosi dell’unire la nostra vita con quella di Gesù. Due parole sulla morte.

(1) Stando nel solito mio stato, dopo aver molto aspettato, è venuto per poco il mio amatissimo Gesù, e mettendosi a me vicino mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi cerca d’uniformarsi in tutto alla mia vita, non fa altro che accrescere un profumo di più, e distinto a tutto ciò che feci nella mia vita, in modo da profumare il Cielo, tutta la Chiesa, ed anche gli stessi cattivi sentono spirare questo profumo celeste, tanto che tutti i santi non sono altro che tanti profumi, e quel che più rallegra la Chiesa ed il Cielo perché distinti fra loro. Non solo ciò, ma chi cerca di continuare la mia vita operando ciò che feci dove può, e non potendo, almeno col desiderio e con l’intenzione, Io lo tengo nelle mie mani come se stesse continuando tutta la mia vita in detta anima, non come cosa passata ma come se presentemente vivessi, e questo è un tesoro nelle mie mani, che raddoppiando il tesoro di tutto ciò che operai, lo dispongo a bene di tutto il genere umano. Onde non vorresti tu essere una di queste?”

(3) Io mi sono vista tutta confusa e non ho saputo che rispondere, e Gesù mi è scomparso; ma dopo poco è ritornato, ed insieme vedevo varie persone che molto temevano della morte. Ond’io vedendo ciò ho detto: “Amabile mio Gesù, sarà difetto in me questo non temere la morte, mentre veggo che tanto la temono gli altri, ed io, invece, pensando solo che la morte mi unirà per sempre con te, e terminerà il martirio della mia dura separazione, il pensiero della morte non solo non mi dà nessun timore, ma mi è di sollievo, mi dà pace e ne faccio festa, lasciando da banda tutte le altre conseguenze che porta con sé la morte”.

(4) E Gesù: “Figlia, in verità quel timore stravagante di morire è sciocchezza, mentre ognuno tiene tutti i miei meriti, virtù, ed opere, per passaporto per entrare in Cielo, avendone fatto a tutti donazione, molto più si profittano di questa mia donazione chi ha aggiunto il suo, e con tutta questa roba, qual timore si può avere della morte? Mentre con questo sicurissimo passaporto l’anima può entrare dove vuole, e tutti per riguardo del passaporto la rispettano e le fanno il passaggio. A te poi, questo non temere affatto la morte, avviene d’aver trattato con Me, ed avere sperimentato quanto è dolce e cara l’unione col sommo Bene, ma sappi però che il più gradito omaggio che offrire mi si possa, è desiderare di morire per unirsi con Me, ed è la più bella disposizione per l’anima per purgarsi, e senza alcuno intervallo passare a dirittura per la via del Cielo”. Detto ciò è scomparso.

4-100 Gennaio 11, 1902 L’amore per essere perfetto dev’essere triplice. Parla del divorzio.

(1) Questa mattina avendo fatto la santa comunione per poco ho visto il mio adorabile Gesù, ed io appena visto gli ho detto: “Dolce mio bene, dimmi, continuate a volermi bene?”

(2) E Lui: “Sì, ma però sono amante e geloso, geloso ed amante, anzi ti dico che per essere perfetto l’amore deve essere triplice, ed in Me ci sono queste triplici condizioni d’amore: Primo ti amo come Creatore, come Redentore e come Amante. Secondo ti amo nella mia onnipotenza, che mi servi per crearti, e creando tutto per amor tuo, di modo che l’aria, l’acqua, il fuoco, e tutto il resto ti dicono che ti amo, e per amor tuo li feci; ti amo come mia immagine, e ti amo per riguardo tuo distintamente. Terzo ti amo ab eterno, ti amo nel tempo e ti amo per tutta l’eternità. E questo non è altro che un’alito che è uscito fuori del mio amore; immagina tu che sarà quell’amore che contengo in Me stesso.

(3) Ora, tu sei obbligata a contraccambiarmi questo triplice amore, amandomi come tuo Dio, in cui devi fissare tutto te, e niente far uscire da te che non sia amore per Me, amandomi per riguardo tuo e per il bene che a te ne viene, ed amarmi per tutti ed in tutti”.

(4) Dopo ciò mi ha trasportato fuori di me stessa e mi sono trovata in mezzo a tante persone che dicevano: Se si conferma questa legge, povera donna, tutto le andrà a male. E tutti aspettavano con ansia di sentire il pro e il contro, e si vedeva ad un altro luogo appartato che stavano molte persone che stavano discutendo tra loro, ed uno di questi prendeva la parola e li riduceva tutti al silenzio, e dopo d’aver molto stentato è uscito alla porta e ha detto: “Certo sì, in favore della donna”. Nel sentire ciò, quelli di fuori tutti facevano festa, e quelli di dentro restavano tutti confusi, tanto che non avevano coraggio neppure d’uscire.

(5) Credo che sia questa legge del divorzio che dicono, ed io comprendevo che non la confermarono.

4-101 Gennaio 12, 1902 La cecità degli uomini. Gesù parla del divorzio. Le contraddizioni sono perle preziose.

(1) Pare che continua un poco a venire il mio adorabile Gesù. Anzi questa mattina trasportandomi fuori di me stessa, mi faceva vedere i gravi mali della società, e le sue grandi amarezze, ed ha versato abbondante in me parte di ciò che l’amareggiava, e dopo mi ha detto:

(2) “Figlia mia, vedi un po’ dove è giunta la cecità degli uomini, fino a voler formare legge inique e contro loro stessi ed il loro benessere sociale; figlia mia, perciò ti chiamo di nuovo alle sofferenze, affinché offrendoti con Me alla Divina Giustizia, quelli che la devono combattere questa legge del divorzio ottengano lume e grazia efficace per riuscire vittoriosi. Figlia mia, Io tollero che facessero guerre, rivoluzioni, che il sangue dei nuovi martiri inondasse il mondo, questo è onore per Me e per la mia Chiesa; ma questa legge brutale è uno sfregio alla Chiesa, ed a Me abominevole ed intollerabile”.

(3) Ora, mentre ciò diceva, ho visto un uomo che combatteva contro di questa legge, stanco e sfinito di forze in atto di volersi ritirare dall’impresa; onde insieme col Signore, l’abbiamo rincorato, e quello ha risposto: “Mi veggo quasi solo a combattere, ed impossibilitato ad ottenere l’intento”. Ed io gli ho detto: “Coraggio, ché le contraddizione sono tante perle che il Signore si servirà per ornarvi in Cielo”. E quello ha preso lena ed ha seguitato l’impresa.

(4) Dopo ciò ho visto un’altro tutto affannato, impensierito, non sapendo come decidere, e qualcuno che gli dicevano: “Sai che vuoi (devi) fare? Esci, esci da Roma”. E quello: “No, non posso, è parola data a mio padre, metterò la vita, ma uscire non mai”.

(5) Dopo ci siamo ritirati, Gesù è scomparso ed io mi sono trovata in me stessa.

4-102 Gennaio 14, 1902 Non si è degno di Gesù se non si vuota di tutto. In che consiste la vera esaltazione.

(1) Stando nel solito mio stato è venuto il mio adorabile Gesù e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non può essere veramente degno di Me, se non chi ha vuotato tutto da dentro di sé, e si è riempito tutto di Me, in modo da formare di sé un’oggetto tutto d’amore divino, tanto, che deve giungere a formare la sua vita, il mio amore, e ad amarmi non col suo amore, ma col mio amore”.

(3) Poi ha soggiunto: “Che significa quelle parole: “Ha deposto dal trono i potenti ed ha esaltato i piccoli?” Che l’anima, distruggendo affatto sé stessa si riempie tutta di Dio, ed amando Dio con Dio medesimo, Iddio esalta l’anima ad un’amore eterno, e questa è la vera e la più grande esaltazione, ed insieme la vera umiltà”.

(4) Poi ha ripetuto: “Il vero segno per conoscere se si possiede questo amore, è se l’anima di niuna cosa si cura che solo d’amar Dio, di farlo conoscere, e fare che tutti l’amassero”.

(5) Poi, ritirandosi nel mio interno ho sentito che pregava dicendo:

(6) “Sempre santa ed indivisibile Trinità, vi adoro profondamente, vi amo intensamente, vi ringrazio perpetuamente per tutti, e nei cuori di tutti”.

(7) E così l’ho passato, che lo sentivo quasi sempre che pregavo dentro di me, ed io insieme con Lui.

4-103 Gennaio 25, 1902 La febbre del amore fa prendere il volo all’anima verso il Cielo. Rimproveri di Gesù.

(1) Questa mattina, dopo avere molto stentato, è venuto il mio adorabile Gesù, ed appena visto gli ho detto: “Amato mio bene, non ne posso più, portatemi una volta per sempre con voi nel Cielo, oppure lasciatevi per sempre con me su questa terra”.

(2) E Lui: “Fammi osservare un poco dove è giunta la febbre del tuo amore, ché siccome la febbre naturale quando giunge ad un grado alto, ha virtù di consumare il corpo e farlo morire, così la febbre dell’amore, se giunge ad un grado altissimo, ha virtù di sciogliere il corpo e far prendere il volo all’anima addirittura verso il Cielo”.

(3) E mentre ciò diceva ha preso il mio cuore fra le sue mani come per visitarlo, ed ha continuato a dirmi:

(4) ”Figlia mia, la forza della febbre dell’amore non è giunta al punto; ci vuole un’altro poco”.

(5) Poi faceva atto che voleva versare, ma io non gli dicevo niente, e Lui, quasi rimproverandomi, dolcemente ha soggiunto:

(6) “Non sai il tuo dovere, che la prima cosa che dovresti fare nel vedermi, è di vedere se c’è in Me qualche cosa che mi affligge ed amareggia, e pregarmi che la versassi sopra di te? Questo è il vero amore, soffrire le pene della persona amata, per poter vedere in tutto contenta la persona che si ama”.

(7) Io, vergognandomi di ciò ho detto: “Signore, versate”. E Lui ha versato ed è scomparso.

4-104 Gennaio 26, 1902 La Regina Mamma resta arricchita delle tre prerogative della SS. Trinità.

(1) Questa mattina, mentre mi trovavo nel solito mio stato, mi vedevo innanzi a me una luce interminabile, e comprendevo che in quella luce vi dimorava la Santissima Trinità, ed insieme vedevo innanzi a quella luce la Regina Mamma, che restava tutta assorbita dalla Santissima Trinità, e Lei che assorbiva in Sé tutte e Tre le Divine Persone, in modo tale che restava arricchita delle tre prerogative della Trinità Sacrosanta, cioè: Potente, Sapiente, Carità, e siccome Iddio ama il genere umano come parte di Sé, e come particella uscita da Sé, e desidera ardentemente che questa parte di Sé stesso ritorni in Lui stesso, così Mamma Regina, partecipando a questo, ama il genere umano di sviscerato amore.

(2) Ora, mentre ciò comprendevo ho visto il confessore, ed ho pregato la Vergine Santissima che s’interponesse presso la Santissima Trinità per lui, e Lei ha fatto un inclino portando la mia prece al Trono di Dio, ed ho visto che dal Trono Divino usciva un flusso di luce, che copriva tutto il confessore, e mi sono trovata in me stessa.

4-105 Febbraio 3, 1902 Offre la sua vita per non far confermare la legge del divorzio.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi sono trovata fuori di me stessa col mio adorabile Gesù Bambino fra le mie braccia; prima ha versato un po’ di ciò che l’amareggiava e poi faceva atto di volersene andare, ed io stringendolo fra le mie braccia gli ho detto: “Carino mio e vita della mia vita, che fate, ve ne volete andare? Ed io come faccio? Non vedete che quando sono priva di voi, è per me un continuo morire? E poi, il vostro cuore che è la stessa bontà non avrà coraggio di farlo, ed io giammai vi lascerò partire”. E stringendolo forte, come se le mie braccia fossero divenute catene, onde non potendo svincolarsi si è restato con me, taciturno, ed io vedendo i mali della società imperversarsi maggiormente, gli ho detto: “Dolce mio bene, dimmi che ne sarà di questo divorzio che dicono, giungeranno a formare questa legge empia o no?”

(2) E Lui mi ha detto: “Figlia mia, l’interno dell’uomo contiene un tumore cancrenoso, ripieno di marciume, come se fosse giunto a suppurazione e non potendo contenerlo più dentro, vogliono dare il taglio a questo tumore, ma non per guarirsi, ma per fare che uscendo fuori parte di questo marciume potesse contaminare, ammorbare tutta la società. Ma il Sole Divino, quasi nuotando in mezzo alla società grida continuamente dicendo: “Oh! uomo, non ti ricordi da qual fonte di purità sei uscito? Che qual aura di luce ti richiamava al tuo cammino? Come, non solo ti sei contaminato, ma vuoi giungere ad agire contro natura, quasi volendo dare un’altra forma alla natura che ti ho dato, e dal modo da Me stabilito”.

(3) Poi ha detto tante altre cose che io non so dire, e diceva questo con tanta amarezza, che io non potendo resistere di vederlo in quel modo, ho detto:

(4) “Signore, ritiriamoci, non vedete come gli uomini vi amareggiano e quasi non vi danno pace?” Così ci siamo ritirati nel letto, e volendo sollevare il mio buon Gesù, gli ho detto: “Se tanto vi affligge se gli uomini ciò facessero, io vi offro la mia vita a patire qualunque pena per potere ottenere che a ciò non giungessero, e per fare che in qualunque modo non fosse ributtata, l’unisco al tuo sacrificio per poter ottenere con sicurezza rescritto di grazia”. Mentre ciò dicevo, pareva che il Signore servisse la mia offerta per presentarla alla divina giustizia. Lui è scomparso ed io mi sono trovata in me stessa.

(5) Pare che gli uomini a qualunque costo vogliono confermare almeno qualche articolo di questa legge, non potendo ottenere di confermarla tutta come loro vogliono e piace.