(1) Dopo d’aver passato giorni amarissimi di lacrime, di privazione e di silenzio, il mio povero cuore non ne può più, tanto è lo strazio fuori del mio centro Iddio, che vo’ continuamente sbattuta tra folte onde di fiera tempesta, in stato di forte violenza da subire ad ogni momento la morte, e quel ch’è più di non poter morire. Onde, trovandomi in questa posizione, per poco si è fatto vedere e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, quando un’anima fa in tutto la volontà d’un altro si dice che ha fiducia di quella, perciò vive dell’altrui volere e non del suo, così quando l’anima fa in tutto la Volontà mia, Io dico che ha fede, sicché il Divino Volere e la fede sono rami prodotti da un sol tronco, e siccome la fede è semplice, la fede e il Divino Volere producono il terzo ramo della semplicità, ed ecco che l’anima viene a riacquistare in tutto le caratteristiche di colomba. Non vuoi tu dunque essere la mia colomba?”
(3) In un’altra occasione, un’altro giorno mi disse:
(4) “Figlia mia, le perle, l’oro, le gemme, le cose più preziose, si tengono ben custodite dentro di qualche scrigno e con doppia chiave. Ché temi tu dunque se ti tengo ben custodita nello scrigno della santa ubbidienza, custodia sicurissima, dove non una ma due chiavi tengono ben serrata la porta, per tener vietato l’ingresso a qualunque ladro, ed anche all’ombra di qualunque difetto? Solo l’io porta l’impronta di tutte le rovine, ma senza dell’io, tutto è sicurezza”.