33-26 Settembre 24, 1934 Come chi vive nella Volontà Divina diventa membro di Essa, e acquista l’inseparabilità di tutte le opere del suo Creatore.
(1) Mi sento come se nuotassi nell’immenso abisso della Divina Volontà, e siccome sono troppo piccola faccio per prendere, e non mi riesce altro che di prendere che piccole goccioline di Essa, e quel poco che prendo restano in me, ed inseparabili dal Fiat Supremo, e mi fanno sentire l’inseparabilità di Esso e di tutti gli atti suoi. Oh! Volontà Divina, Tu ami tanto chi vive in Te, che non vuoi far nulla, né sai far nulla se non metti a parte colei che già in Te vive, è tanta la tua foga d’amore che dici: “Ciò che faccio Io, devi far tu che vivi in Me”. Mi sembra che ti renderesti infelice se non potessi far e dire: “Ciò che fa la creatura faccio Io, ciò che faccio Io, fa essa”. Ma mentre la mia mente si perdeva in Essa e sentivo i forti vincoli della sua inseparabilità, il mio dolce Gesù ripetendo la sua visitina all’anima mia mi ha detto:
(2) “Mia piccola figlia del mio Volere, tu devi sapere che è tale e tanta l’inseparabilità di chi vive nella mia Volontà da Essa, che non vi è cosa che fa in Cielo ed in tutta la Creazione, che non renda parte a chi vive in Essa. Come il corpo possiede l’inseparabilità delle sue membra, e ciò che fa un membro, tutte le altre membra si accentrano nel membro che opera, sono a giorno di tutto, e tutte prendono parte; così chi vive nella mia Volontà diventa membro di Essa, e come connaturale d’ambi le parti sentono tale inseparabilità, e ciò che fa l’uno fa l’altro. Onde il mio Volere in Cielo felicita, beatifica, coi suoi sorrisi d’amore incanta tutta la corte celeste e fa provare gioie inaudite; in terra a chi vive nel suo Volere, svolge la sua Vita operante, santifica, fortifica, e facendola da conquistatrice vi fa tante conquiste per quanti atti, palpiti, parole, pensieri, passi, fa in Essa. Ora il Cielo, i beati sentono e prendono parte alla Vita operante e conquistatrice che fa la mia Volontà sulla terra nelle anime che vivono in Essa, sentono l’inseparabilità dei loro atti, respiri e palpiti, e la felicità della mia Volontà conquistatrice, per cui si sentono le nuove gioie, le belle sorprese che sa dare il mio Fiat conquistante nelle creature, e siccome sono conquiste d’una Volontà Divina, si sentono i beati che già vivono di Essa conquistatori dei suoi beni e opere sue, ed oh! quanti nuovi mari di felicità godono. Ed ecco che il Cielo si sente inseparabile fin dai respiri della creatura che vive nella mia Volontà sulla terra, e la creatura sente in virtù di Essa, l’inseparabilità delle gioie e felicità del Cielo, la pace dei santi e sua, la fermezza e conferma nel bene si convertono in natura, la vita del Cielo se la sente scorrere nelle sue membra più che sangue nelle sue vene, tutto è inseparabile per chi vive nella mia Volontà, dal cielo, dal sole, dalla Creazione tutta, non vi è cosa che da lei può separarsi, pare che tutti e tutto le dicono: “Siamo inseparabili da te”. Le mie stesse pene sofferte sulla terra, la mia Vita, le mie opere le dicono: “Siamo tue”. La circondano, la investono e prendono il posto d’onore e si vincolano con modi inseparabili da lei. Ecco perciò che la creatura che vive nel mio Volere si sente sempre piccola, perché sentendo l’inseparabilità da tante mie opere grandi ed innumerevoli del mio Amore, dalla mia Luce e Santità, è la vera piccina in mezzo a tutte le opere mie, ma piccina fortunata, amata da tutti, che giunge fino a dare le belle, le nuove conquiste, le nuove gioie al Cielo. Perciò se vuoi tutto, vivi sempre nel mio Volere e ti sentirai la più felice creatura”.
33-27 Ottobre 7, 1934 Amore reciproco tra Dio e la creatura, scambio d’azione, labirinto d’amore in cui viene messo chi vive nel mio Fiat. Dio seminatore del campo delle anime.
(1) Sono sotto le onde eterne del Fiat Divino e la mia povera mente sente il suo dolce incanto, la sua Potenza e virtù operatrice, che investendomi mi fa fare ciò che fa Lui, mi sembra che col suo occhio di luce, dà vita e fa sorgere tutto, e col suo impero impera su tutto, tiene conto di tutto, neppure un respiro le sfugge, dà tutto e vuole tutto, ma con tanto amore che dà dell’incredibile, e quello che è più da stupire, che vuole che la creatura sappia ciò che fa per averla inseparabile con Sé e farla
... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Sono sotto le onde eterne del Fiat Divino e la mia povera mente sente il suo dolce incanto, la sua Potenza e virtù operatrice, che investendomi mi fa fare ciò che fa Lui, mi sembra che col suo occhio di luce, dà vita e fa sorgere tutto, e col suo impero impera su tutto, tiene conto di tutto, neppure un respiro le sfugge, dà tutto e vuole tutto, ma con tanto amore che dà dell’incredibile, e quello che è più da stupire, che vuole che la creatura sappia ciò che fa per averla inseparabile con Sé e farla fare ciò che fa la stessa Divina Volontà. Io sono rimasta incantata e la mia piccolezza si sperdeva, e se non fosse che il mio dolce Gesù mi scuotesse facendomi la sua visitina, sarei rimasta lì chi sa quanto, e tutto bontà e amore mi ha detto:
(2) “Mia buona figlia, non ti meravigliare, tutto è possibile a chi vive nella mia Volontà. C’è un amore reciproco d’ambi le parti, tra Dio e la creatura, ma tanto che la piccolezza umana giunge a voler ed a fare suoi gli atti di Dio, e come suoi li ama tanto, che metterebbe la vita per difendere, amare e dargli tutta la gloria, il primo posto d’onore ad un solo di questi atti divini. Dio di contraccambio fa suoi gli atti della creatura, trova in questi atti Sé stesso, lo sfoggio del suo Amore, l’altezza della sua Santità, ed oh! come li ama, ed in questo amore reciproco si amano tanto, che restano imprigionati l’uno nell’altro, ma prigionia volontaria, che mentre li rende inseparabili, si sentono felici ché Dio si sente amato e trova il suo posto nella creatura, ed essa si sente amata da Dio e tiene il suo posto nell’Ente Supremo. Non vi è felicità maggiore per la creatura (che) poter dire ed essere certa d’essere amata da Dio, e non vi è felicità maggiore per Noi, (che) essere amati da chi fu creato da Noi solo per amarci e per compiere la nostra Volontà. Ora, la creatura mentre si trova nel suo Creatore, vorrebbe che tutti l’amassero, che lo riconoscessero, ed in virtù del Fiat Divino di cui è animata, vuol far sorgere e richiama tutti gli atti delle creature in Dio per dirle: “Tutto ti do, e per tutti ti amo”. Quindi si fa insieme col Voler Divino pensiero per ciascuna intelligenza, sguardo per ogni occhio, parola per ogni voce, palpito per ogni cuore, moto per ogni opera, passo per ogni piede, che cosa non mi vuol dare chi vive nella mia Volontà? Tutti e tutto. Perciò dice alla mia Volontà: “Sento il bisogno di possedere il tuo Amore, la tua Potenza, per poter avere un amore che vi dice per tutti: “Ti amo”. Sicché in essa la nostra Volontà ci fa trovare l’amore ed il ricambio di tutti gli atti delle creature. Oh! Volontà mia, in quale potenza tu getti l’anima e labirinto d’amore, chi vive in te, è tale e tanta, che la piccolezza umana si sente affogata d’amore e come refrigerio sente il bisogno di rintracciare tutti, per dire il suo continuo ritornello: “Ti amo, ti amo” come sfogo del grande amore che le dà la mia Divina Volontà. Questa è nostra Vita, tutta d’amore, la nostra storia tessuta ab eterno tutta d’amore, tale dev’essere chi vive nella nostra Volontà, ci deve essere tale accordo tra essa e Noi, da formare un solo atto e un solo amore. Ora figlia mia benedetta, voglio farti conoscere come amiamo le creature ed i nostri continui sbocchi d’amore che versiamo sopra di loro, il nostro primo atto della nostra felicità è amore e dar amore; se non diamo amore ci manca il respiro, il moto e l’alimento al nostro Essere Supremo; se non diamo amore, e coi fatti amiamo, arresteremmo il corso alla nostra Vita Divina, ciò che non può essere. Ecco perciò i nostri ritrovati, le industrie, gli stratagemmi d’amore sono innumerevoli, e amore non solo di parole ma di fatti, e opere operanti senza mai cessare. Ora, come nella Creazione creammo un sole che con la sua luce operante e calore dà luce a tutti, trasforma la faccia della terra e va seminando in ciascuna pianta, a chi il colore, a chi il profumo, a chi la dolcezza, non vi è cosa in cui il sole non vi getta il suo effetto, quasi come seme di maturazione, per rendere tutte le piante atte per alimentare l’uomo e dargli piacere con tanti gusti, quasi innumerevoli. Così il nostro Essere Supremo riserbandosi per Sé la parte più nobile dell’uomo, qual è l’anima, più che sole fissiamo il suo interno, lo dardeggiamo, lo plasmiamo, e come lo tocchiamo più che luce solare, gettiamo il seme del pensiero nell’intelligenza, il seme del nostro ricordo nella memoria, il seme della nostra Volontà nella sua, il seme della parola nella voce, il seme del moto nelle opere, il seme del nostro Amore nel cuore, e così di tutto il resto. Ora, se ci fa attenzione lavorando il campo della sua anima insieme con Noi, perché mai ritiriamo il nostro Sole Divino, di notte e di giorno stiamo sopra di lui più che tenera madre, ora ad alimentarlo, ora a riscaldarlo, ora a difenderlo, ora a lavorare insieme, ed a coprirlo e nasconderlo nel nostro Amore. Quindi faremo un bel ricolto che li servirà ad alimentarsi di Noi ed a decantarci il nostro Amore, la nostra Potenza e Sapienza infinita, e se non ci fa attenzione, resta soffocato il nostro seme divino, senza produrre il bene che possiede e lui resta digiuno senza gli alimenti divini, e Noi restiamo digiuni del suo amore. Com’è doloroso seminare senza raccogliere, ma con tutto ciò è tanto il nostro Amore, che non lasciamo, continuiamo a dardeggiarlo, a riscaldarlo, quasi come sole che non si stanca di fare la sua passatine di luce, ad onta che non trova né piante, né fiori dove gettare il seme dei suoi effetti. Oh! quanti beni di più farebbe il sole se non trovasse tante terre sterili, pietrose e abbandonate dall’uomo. Così Noi, se trovassimo più anime che ci facessero attenzione, daremmo tanti beni da trasformare le creature in santi viventi e copie nostre fedeli. Ma però nella nostra Volontà Divina non vi è pericolo che non riceva la nostra semina giornaliera, e che non lavori insieme col suo Creatore nel campo dell’anima sua. Perciò sempre nel mio Fiat ti voglio, né ti dare pensiero di altro, così faremo un bel ricolto e tu ed Io avremo alimenti abbondanti, da poter fornire gli altri e saremo felici d’una sola felicità”.
33-28 Ottobre 21, 1934 Come la caratteristica e proprietà della Divina Volontà è la spontaneità. Come tutto il bello, il santo, il grande sta in Essa.
(1) Sono sempre in via nel Fiat Divino, la mia piccola intelligenza non sta mai ferma, corre, corre sempre per potermi trovare, per quanto mi è possibile, insieme alla corsa degli atti incessanti che fa la Divina Volontà per amore delle creature, pensare che Essa mi ama sempre, né cessa mai d’amarmi, ed io non correre nel suo Amore per amarla non lo posso, mi sento che le faccio un torto, anzi mi sento nel labirinto del suo Amore, e senza sforzo l’amo e voglio investigare il suo Amore per vedere quanto mi ama di più, e resto sorpresa nel vedere i suoi mari immensi d’amore, ed il mio amore goccioline appena, e quel che è più, attinte dal suo stesso mare. Quindi mi conviene stare nel suo stesso mare e dirle: “Il tuo Amore è mio, perciò amiamoci con un solo amore”. Così mi quieto, ed il Voler Divino è contento, è necessario prendere del suo, essere ardita, altrimenti resto senza dare nulla, con un amore così piccino che muore sulle labbra. Ma mentre la mia mente spropositava, il mio dolce Gesù, la cara mia vita, facendo la sua breve visitina, che pareva che prendeva gusto ad ascoltarmi mi ha detto:
(2) “Mia piccola figlia, l’amore, gli atti, i sacrifici spontanei, senza sforzo che mi fa la creatura, mi sono così graditi, che per più godermeli me li chiudo nel mio cuore, ed è tanto il mio contento che vado sempre ripetendo: “Come sono belli, com’è dolce il suo amore”. Ahi! trovo in essi il mio modo divino, le mie pene spontanee, il mio Amore che sempre ama, senza che nessuno mi obblighi o mi preghi. Tu devi sapere che una delle caratteristiche più belle, e come sua legittima proprietà e virtù in natura che possiede la mia Divina Volontà, è la spontaneità, tutto è spontaneo in Essa, se ama, se opera, se con un solo atto dà vita e conserva tutto, non mette nessuno sforzo né si fa pregare da nessuno, il suo motto è: “Voglio e faccio”. Perché lo sforzo dice necessità, e Noi non abbiamo di nulla bisogno, né di nessuno; lo sforzo dice mancanza di potenza, mentre siamo potenti per natura e tutti pendono dalla nostra Potenza, ed in uno istante possiamo far tutto, ed in un altro istante, se vogliamo, possiamo tutto atterrare; lo sforzo dice mancanza d’amore, mentre è tale e tanto il nostro Amore che dà dell’incredibile. Ecco perciò che tutto creammo senza che nessuno ci pregò, o ci disse nulla, e nella stessa Redenzione, nessuna legge c’era su di Me, nessuno poteva obbligarmi a soffrire tanto fino a morire, ma la mia legge fu l’amore e la virtù operativa della mia spontaneità divina, tanto che le pene prima si formavano in Me, le davo la vita, e poi investendo le creature me le ridavano, ed Io con quell’amore spontaneo con cui le avevo dato la vita, così le ricevevo, nessuno avrebbe potuto toccarmi se Io non lo volessi. Sicché tutto il bello, il buono, il santo, il grande, sta nell’operare con modi spontanei, mentre chi opera e ama sforzato, perde il più bello, e si possono chiamare e sono opere e amore senza vita, e di conseguenza soggette a modo mutabile, mentre la spontaneità produce la fermezza nel bene.
(3) Ora figlia mia, il segno se l’anima vive nella mia Volontà Divina è amare, operare, e anche patire spontaneamente, lo sforzo non esiste; la mia Volontà, che la tiene con Sé, le comunica la sua spontaneità per averla con Sé, nel suo amore che corre nelle sue opere che mai cessano, altrimenti le sarebbe di fastidio tenerla nel suo grembo di luce senza la caratteristica del suo modo spontaneo; anzi la creatura è tutt’occhio a guardare il mio Fiat Divino ché non vuole restare dietro, ma vuol correre insieme per amare col suo Amore e per trovarsi nelle sue opere per contraccambiarla, ed a decantarle la sua Potenza e magnificenza creatrice. Quindi, corri, corri sempre, e fa che l’anima tua, senza sforzo, si tuffi nel mio Voler Divino per percorrere insieme le sue vie amorose e piene di stratagemmi per amore delle creature”.
33-29 Novembre 5, 1934 Il vero amore nella creatura si forma il posticino nelle opere divine, per poter racchiudere la Vita della Divina Volontà.
(1) Sento una forza irresistibile che non mi lascia mai ferma, e pare che ogni cosa creata, tutto ciò che ha fatto il mio dolce Gesù, ha fatto e sofferto, mi dice: “Per te l’ho creata, per amor tuo, e tu niente vuoi mettere per amor mio, niente del tuo in ciò che ho fatto per te? Ho pianto per te, ho sofferto, sono morto per te, e tu niente vuoi mettere nelle mie lacrime, nelle mie pene, nella mia morte, tutto l’Essere mio cerca te, e tu non vuoi investire e cercare tutte le cose mie per investirle e chiuderle nel tuo ti amo? Io sono tutto amore, e tu non vuoi essere tutto amore per Me”. Io resto confusa e la mia povera mente prende la corsa degli atti fatti della Divina Volontà per poter dire: “Anch’io vi ho messo del mio negli atti tuoi, fosse un mio piccolo ti amo, ma nel mio ti amo vi metto tutta me stessa”. Ma mentre facevo la mia corsa, il mio dolce Gesù sorprendendomi con la sua breve visitina, tutto bontà mi ha detto:
(2) “Figlia mia benedetta, tu devi sapere che il vero amore nella creatura mi mette nelle condizioni di farmi dimenticare tutto e di dispormi a concedere che venga a regnare la mia Volontà sulla terra, non che Io soffra di dimenticanza, ciò non può essere in Me, sarebbe difettoso, ma piuttosto provo tanto gusto nel vero amore della creatura quando trovo che tutte le particelle del suo essere mi dicono che mi amano, e sboccando fuori questo suo amore per me, mi investe e corre in tutto l’Essere mio, nelle opere mie, e come impastandosi con Me, mi fa sentire dappertutto e ovunque il suo amore. Io per godermi questo amore della creatura metto da parte tutto, e come se lo dimenticassi mi inclina tanto che, mi dispone e si impone su di Me a darle cose sorprendenti e ciò che vuole, e fino il regno della mia Volontà; il vero amore tiene tale potenza che chiama la mia Volontà come vita nell’essere umano. Tu devi sapere che quando distesi i cieli, creai il sole, fin d’allora, nella mia onniveggenza, vedevo il tuo amore correre nel cielo, investire la luce del sole ed in tutte le cose create formarti un posticino per amarmi, ed oh! come gioivo e la mia Volontà fin d’allora correva verso di te e di quelli che mi avrebbero amato, per darsi come vita in quel posticino d’amore. Vedi dunque, la mia Volontà percorreva i secoli, li riduceva in un punto solo, tutti in atto, e trovava il posto d’amore dove mettere la sua Vita per continuarla con tutta la sua Maestà e decoro divino. Io venni sulla terra, ma sai tu in chi trovavo il posticino per chiudere la mia Vita? Nel vero amore della creatura, fin d’allora Io già vedevo il tuo amore, che facendomi corona investiva tutta la mia Umanità e scorreva nel mio sangue, in tutte le mie particelle, quasi impastandosi con Me. Tutto era in atto per Me e come presente, e le mie lacrime trovavano il posticino dove versarsi, il mio Amore, le mie pene, la mia Vita, il rifugio dove potersi stare in luogo sicuro, e la mia morte trovava fin la risurrezione nell’amor vero della creatura, e la mia Volontà Divina trovava il suo regno dove regnare. Perciò se vuoi che la mia Divina Volontà venga a regnare come vita nelle creature, fammi trovare il tuo amore dappertutto, ovunque ed in ogni cosa fammelo sentire sempre, con ciò formerai il rogo dove tutto bruciare, il quale consumando tutto ciò che non è di mia Volontà, formerà il posto dove potersi chiudere la mia Volontà, e allora tutte le opere mie troveranno posto, il loro nascondiglio dove poter continuare il bene e la virtù operante che posseggono, e così faremo d’ambi le parti scambio di posto, tu troverai il tuo posticino in Me ed in tutte le opere mie, ed Io lo troverò in te ed in tutti gli atti tuoi. Quindi sempre avanti nella mia Divina Volontà per formare il rogo dell’amore dove brucerai te e tutti gli impedimenti che impediscono il suo regnare in mezzo alle creature”.
33-30 Novembre 18, 1934 Amor di Dio nella Creazione, la gloria che le avrebbe dato se avesse ragione. Sacrificio che fa l’amore della sua gloria, il suo grido continuo. L’esercito armato d’amore, scambi d’amore tra Dio e la creatura.
(1) Sono sempre in cerca degli atti che continuamente fa la Divina Volontà, e siccome non si fa trovare mai senza far nulla, ma sempre in atto operante, oh! com’è bello poter dire al mio Creatore che il suo Fiat Divino mi ama tanto, che sta distendendo il cielo, creando il sole, dando la vita al vento ed a tutte le altre cose perché mi ama, ed è tanto il suo amore che mi dice coi fatti e con le parole: “Per te faccio questo, non feci ma faccio, a Noi tanto ci costa il creare quanto il conservare
... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Sono sempre in cerca degli atti che continuamente fa la Divina Volontà, e siccome non si fa trovare mai senza far nulla, ma sempre in atto operante, oh! com’è bello poter dire al mio Creatore che il suo Fiat Divino mi ama tanto, che sta distendendo il cielo, creando il sole, dando la vita al vento ed a tutte le altre cose perché mi ama, ed è tanto il suo amore che mi dice coi fatti e con le parole: “Per te faccio questo, non feci ma faccio, a Noi tanto ci costa il creare quanto il conservare le opere nostre”. Onde giravo nella Creazione, ed il cielo, le stelle, il sole e tutto, pareva che mi venivano incontro col loro ritornello: “Per te ci ha creati il nostro Creatore, perché ti ama, perciò vieni ad amare chi tanto ti ha amato”. Io mi sperdevo nelle cose create, ed il mio sempre amabile Gesù facendosi incontro, soffermandomi mi ha detto:
(2) “Mia piccola figlia del mio Volere Divino, il nostro Amore fu tanto e lo è tuttora nella Creazione, che se la creatura facesse attenzione resterebbe affogata dal nostro Amore e non saprebbe fare altro che amarci. Senti figlia mia dove giunse il nostro Amore per la creatura, Noi creammo la Creazione tutta senza ragione, oh! se l’avessimo data la ragione, qual gloria non ci sarebbe dato un cielo sempre disteso, senza mai spostarsi dal suo posto, perché tale era la nostra Volontà? Un sole che mentre fa fedelmente senza mai cambiarsi l’amministratore della nostra luce, del nostro Amore, della nostra dolcezza, dei nostri profumi e di tutti i nostri beni, senza cambiare mai azione e solo perché così Noi volevamo? Se avesse ragione qual gloria non ci sarebbe data? Un vento che sempre soffia imperante nel gran vuoto dell’universo, un mare che sempre mormora, se avessero ragione qual gloria non ci avrebbero dato? Ma no, il grido del nostro Amore gridò più forte della nostra gloria e quasi ci impedì di dar la ragione alla Creazione, e gridando forte ci disse: “E’ per amor della creatura che tutto abbiamo creato, quindi ad essa la ragione, affinché venga nel cielo per ricambiarci in amore incessante ed in perenne gloria, perché distendemmo un cielo sul suo capo, ed in ogni stella sentiamo il suo grido d’amore che ci ama con amore irremovibile; venga nel sole e trasformandosi in esso come se fosse suo, ci ricambi con amore di luce, con amore di dolcezza e ci dia il ricambio d’amore dell’amministrazione dei nostri beni che il sole le dà”. Perciò vogliamo la creatura in tutte le cose create con diritto di giustizia, perché ci dia il ricambio che ci avrebbero dato se tutta la Creazione avesse ragione. Ecco perciò la dotammo di ragione, e vogliamo che la nostra Volontà la dominasse e avesse il suo posto regio come lo tiene nella Creazione, affinché unificandola con tutte le cose create, comprendesse tutte le nostre note d’amore verso di essa, e ce le ricambiasse con le sue note d’amore incessante e di gloria perenne. Noi mai smettiamo d’amarla coi fatti e con le parole, ed essa è obbligata ad amarci sempre e non restarsi indietro, ma venirci incontro e mettere il suo amore sulle stesse nostre note amorose.
(3) Oltre di ciò, il nostro Amore che non dice mai basta vuol sempre dare alla creatura, ne resta contento se non trova nuove invenzioni d’amore per dirle: “Ti ho amato sempre e con amore operante”. Quindi in ciascuna cosa creata il nostro Fiat metteva dentro e le investiva d’un amore distinto l’uno dall’altro, dove metteva la potenza del suo Amore per dirle ti amo potentemente, in un’altra metteva la dolcezza del nostro Amore, e dove l’amabilità, e dove la soavità, e dove il nostro Amore che rapisce, che lega, che vince, in modo che la creatura non ci avrebbe potuto resistere, insomma in ogni cosa creata mettevamo l’arma del nostro Amore distinto. Possiamo dire che il nostro Fiat metteva nella Creazione un esercito armato d’amore, con armi l’una più potente dell’altra, e dotando la creatura di ragione doveva comprendere e ricevere tutte quest’armi d’amore per mezzo delle cose create, e restando essa investita da queste specialità d’armi d’amore, doveva poterci dire, non solo con le parole, ma coi fatti, come facciamo Noi: “Ti amo con amore potente, il mio amore è dolce, è amabile e soave per Te, tanto che mi sento languire, vengo meno, sento il bisogno delle tue braccia per sostenermi, e sorretta da Te sento che il mio amore ti rapisce, ti lega, ti vince, sono le tue stesse armi d’amore con cui mi hai armato che ti amano, che muovono battaglia ad amarci”. Figlia mia, quanto amore nascosto contiene la Creazione, e siccome la creatura non si eleva nella nostra Volontà, non viene a vivere in Essa, con tutto che ha la sua ragione non ne comprende nulla, e Noi restiamo senza il ricambio a Noi con giustizia dovuto; ed il nostro amore che fa? Con pazienza invitta aspetta e continua il suo grido, che vuol essere amato dalla creatura, perché per amor suo avrebbe sacrificato una gloria interminabile se avesse dato la ragione a tutta la Creazione, per amore delle creature. Quindi sii attenta a vivere nel nostro Volere Divino, affinché facendosi rivelatore del nostro Amore ti ceda le armi per farci amare con le qualità del nostro stesso Amore, ed oh! come sarò contento e anche tu ne sarai contenta”.
33-31 Novembre 25, 1934 Vivere nella Divina Volontà è come si vivesse tra Padre e figlio. I suoi atti sono visite al Padre Celeste. Abisso divino in cui viene messo chi vive nella Divina Volontà.
(1) Sono sempre di ritorno nella celeste eredità del Fiat Divino, ogni atto che faccio mi sembra che ritorno nelle braccia del mio Padre Celeste, ma per che fare? Per ricevere uno sguardo, un bacio, una carezza, una parolina d’amore, una conoscenza di più del suo Essere Supremo, per poterlo amare di più, e non solo per ricevere, ma anche per dargli il ricambio delle sue tenerezze paterne. Nel Volere Divino non si fa altro che: Dio svolgere la sua Paternità con un amore tenero ed indicibile, come se stesse aspettando la creatura per cullarla nelle sue braccia per dirle: “Sappi che Io sono il Padre tuo, e tu sei la figlia mia”. Oh! come amo la corona dei figli miei intorno a Me, con essi intorno a Me mi sento più felice, mi sento Padre, e non vi è contento maggiore che possedere una prole numerosa, che attestano l’amore, la figliolanza al Padre loro. E la creatura coll’entrare nel Volere Divino, non fa altro che far la figlia al Padre suo; invece fuori del Voler Divino, i diritti di paternità e di figliolanza cessano. Ma mentre la mia mente si perdeva nella folla di tanti pensieri sul Fiat Divino, il Sovrano Celeste Gesù, la cara mia vita, sorprendendomi con un amore più che paterno, in atto di prendermi fra le sue braccia mi ha detto:
(2) “La figlia mia, la figlia mia, se tu sapessi quali sono le mie ansie, i miei sospiri, e come aspetto e riaspetto di vederti ritornare nella mia Volontà, tu saresti più attenta a ritornarvi più spesso, il mio Amore giunge a rendermi irrequieto quando non ti vede saltare nelle mie braccia per darti il mio Amore, le mie tenerezze paterne e ricevere le tue, ma sai quando mi salti nelle mie braccia? Quando vedendoti piccina piccina, vuoi amarmi e non sai amarmi, mi dici un ti amo, ed il tuo ti amo forma il salto per slanciarti nelle mie braccia, e siccome vedi che il tuo ti amo è piccolo, ardita prendi il mio Amore e mi dici un ti amo grande grande, ed Io me la godo che la figlia mia mi ama col mio Amore, e mi diletto molto di farne scambio, gli atti miei con quelli della creatura; del resto nella mia Volontà non è agli estranei che do, che devo usare il peso, la misura, ma do ai figli miei, perciò faccio prendere quello che vogliono. Sicché ogniqualvolta ti ricordo di far scorrere gli atti tuoi nella mia Volontà, la tua preghiera, le tue pene, il tuo ti amo, il tuo lavoro, sono visitine che fai al Padre tuo, per chiedere qualche cosa, e Lui per dirti: “Dimmi che vuoi? ” E sii certa che sempre otterrai altri doni e favori”.
(3) Gesù ha fatto silenzio, ed io sentivo il bisogno estremo di riposarmi fra le sue braccia per rinfrancarmi delle sue tante privazioni, ma con mia sorpresa, vedevo il dolce Gesù con un pennello in mano, e con una maestria ammirabile dipingeva nell’anima mia, al vivo, gli atti della Divina Volontà fatti nella Creazione e Redenzione, e poi prendendo la parola ha soggiunto:
(4) “La mia Volontà racchiude tutto, dentro e fuori di Sé, e dove Essa regna non sa stare, né può stare senza la vita degli atti suoi, perché i suoi atti si possono chiamare le braccia, il passo, la parola della mia Volontà, quindi, stare la mia Volontà nella creatura senza le sue opere, sarebbe come una vita spezzata, ciò che non può essere, perciò Io non faccio altro che pennellare le opere sue, affinché dove c’è la Vita vengano accentrate le opere sue, vedi dunque in che abisso divino si trova la creatura che possiede la mia Volontà, dentro di sé sente la sua Vita con tutte le sue opere accentrate nella sua piccolezza, per quanto a creatura è possibile, fuori di sé sente la sua interminabilità di cui non si vedono i confini, la quale possedendo la forza comunicativa, si sente come sotto d’una pioggia dirotta che le piove addosso le sue opere, il suo amore, la molteplicità dei suoi beni divini. La mia Divina Volontà racchiude tutto e vuol dare tutto alla creatura, vuol poter dire: “Nulla ho negato, tutto ho dato a chi vive nella mia Volontà”.
33-32 Gennaio 20, 1935 Il vivere nel Voler Divino fa sentire la Paternità del suo Creatore, e sente il diritto di essere la figlia sua. Tre prerogative che acquista chi vive in Esso.
(1) La mia povera mente si sperde nel Voler Divino, ma tanto che non so ridire ciò che comprende, né quello che provo in quel celeste soggiorno del Fiat Divino, so dire solo che sento la Paternità Divina, che con tutto amore mi aspetta fra le sue braccia per dirmi: “Siamo come tra figli e Padre, vieni a godere le mie tenerezze Paterne, i miei tratti amorosi, le mie dolcezze infinite, lasciami che ti faccia da Padre, non vi è gusto maggiore che Io provi, che poter svolgere la mia Paternità, e tu vieni, senza timore, vieni a darmi la tua figliolanza, dammi l’amore, le tenerezze di figlia. Essendo la mia Volontà una con la tua, a Me mi dà la Paternità verso di te, e a te ti dà il diritto di figlia”. Oh! Volontà Divina quanto sei ammirabile e potente, tu sola hai la virtù di unire qualunque distanza e dissomiglianza col nostro Padre Celeste, mi sembra che è proprio questo il vivere in Te, sentire la Paternità Divina e sentirsi figlia dell’Ente Supremo. Ma mentre la mia mente era affollata da tanti pensieri sopra di Essa, il mio dolce Gesù facendomi la sua breve visitina mi ha detto:
(2) “Mia figlia benedetta, è proprio questo vivere nella mia Volontà, acquistare il diritto di figlia, e Dio acquistare la supremazia, il comando, il diritto di Padre, solo Essa sa unire insieme l’uno e l’altra, e formarne una sol vita. Ora tu devi sapere che chi vive nel mio Voler Divino acquista tre prerogative:
(3) 1°. - Diritto di Vita Divina. Tutto ciò che fa è vita che sente, se ama sente la vita dell’amore, e come vita si la sente scorrere nella mente, nel respiro, nel cuore, in tutto, sente la virtù vitale che forma in sé non l’atto che è soggetto a cessare, ma la continuazione d’un atto che forma la vita; se prega, se adora, se ripara, sente la vita incessante della preghiera, dell’adorazione, della riparazione divina, non umana, che non è soggetta ad interruzione, sicché ogni atto fatto nella mia Volontà è un atto vitale, che l’anima acquista, in Essa tutto è vita e l’anima acquista la vita del bene che fa in Essa, che gran differenza tra un bene che possiede la vita ed un bene o atto che come lo fa, finisce la vita di quell’atto, come vita lo tiene in suo potere e sente la continuazione della vita di quel bene, invece come atto non lo terrà in suo potere, né sentirà la continuazione di esso, e ciò che non è continuo, non si può chiamare vita. E solo nella mia Volontà si trovano questi atti pieni di vita, perché hanno per principio la Vita Divina, la quale non è soggetta a finire, e perciò può dare vita a tutto e a tutti, invece fuori di Essa tutte le cose, anche le opere più grandi, trovano la fine, ed oh! che bella prerogativa che solo la mia Volontà può dare, sentirsi nell’anima cambiati i suoi atti in Vita Divina perenne.
(4) 2°. - Ora alla prima prerogativa esce in campo la 2a, cioè il diritto di proprietà. Ma chi è che la dota? Chi la costituisce proprietaria? La mia stessa Volontà, perché in Essa non ci sono povertà, tutto è abbondanza, abbondanza di santità, di luce, di grazie, d’amore, e siccome queste le possiede come vita, è giusto che possieda come sue queste proprietà divine, sicché si sente padrona della Santità, padrona della Luce, della Grazia, dell’Amore e di tutti i beni divini, e solo nella mia Volontà c’è questa padronanza, fuori di Essa si dà tutto a misura e senza renderli proprietari, che differenza tra l’uno e l’altro.
(5) 3°. - Dalla seconda nasce la 3a prerogativa, diritto di gloria. Non vi è cosa che fa, piccola o grande, naturale o soprannaturale, che non le viene dato il diritto di gloria, diritto di glorificare in ogni cosa, anche nel respiro, nel palpito, il loro Creatore, diritto di restare glorificati loro stessi nella gloria di Colui che non vi è gloria che da Lui non viene. Perciò nella mia Volontà troverai tutto, e tutto a tua disposizione e con diritto, non umano ma Divino, di cui la mia stessa Volontà ama cederti questi suoi diritti divini, amando la creatura come sua vera figlia”.
33-33 Febbraio 24, 1935 La ragione, l’occhio dell’anima, è luce che le fa conoscere il bello delle sue opere buone. Quali sono i diritti della Divina Volontà, come in Essa non ci sono intenzioni ma atti.
(1) Sono sempre tra le braccia della Divina Volontà, e sebbene tra le intense amarezze delle privazioni del mio dolce Gesù, che più che mare inonda la povera anima mia, la sua Luce inaccessibile che non mi è dato né di chiuderla tutta nell’anima mia, né di comprenderla, non mi lascia mai, anzi superando il mare delle mie amarezze se ne serve come vittoria e conquista che fa sulla mia povera volontà umana. Onde io pensavo tra me che tutto il valore, tutto il bene mi sembra che è tutto della Divina Volontà, e a me non resta nulla;
... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Sono sempre tra le braccia della Divina Volontà, e sebbene tra le intense amarezze delle privazioni del mio dolce Gesù, che più che mare inonda la povera anima mia, la sua Luce inaccessibile che non mi è dato né di chiuderla tutta nell’anima mia, né di comprenderla, non mi lascia mai, anzi superando il mare delle mie amarezze se ne serve come vittoria e conquista che fa sulla mia povera volontà umana. Onde io pensavo tra me che tutto il valore, tutto il bene mi sembra che è tutto della Divina Volontà, e a me non resta nulla; ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù, la cara mia vita, facendomi la sua breve visitina tutto bontà mi ha detto:
(2) “Figlia mia benedetta, tu devi sapere che Noi dotammo la creatura di ragione perché conoscesse il bene ed il male che facesse, ed in ogni atto che facesse, se buono fosse dotato di nuovo merito, nuova grazia, nuova bellezza e unione maggiore col suo Creatore; se cattivo, ne subisse una pena, la qual pena, fa sentire la debolezza e l’allontanamento da Colui che l’ha creata. La ragione è l’occhio dell’anima e luce che mentre strada la creatura, le fa conoscere il bello delle sue opere buone, i frutti dei suoi sacrifici, e sa straziarla quando fa il male. La ragione tiene questa virtù: Se la creatura opera il bene, si sente al suo posto d’onore e come re di essa tiene l’ordine, ed in virtù del merito che acquista si sente la forza e la pace; e se fa il male, si sente tutta sconvolta e schiava dei suoi stessi mali. Ora se la creatura fa gli atti buoni nella mia Volontà Divina in virtù della ragione che tiene, le diamo il merito di atti divini, il merito le viene dato a seconda che conosce e a seconda che la volontà umana vuole operare: Se nella nostra, essa si eleva tanto che non resta nel basso delle azioni umane anche buone, ma viene nel nostro Volere Divino, e come spugna si tuffa dentro ed impregna i suoi atti di luce, di santità, d’amore, in modo che l’atto suo scomparisce nel nostro e ricomparisce il nostro atto divino, quindi con giustizia deve correre il merito divino, e siccome nella nostra Volontà Divina perde il prestigio umano, si crede che la creatura non faccia nulla, ma non è vero, se Essa opera è in virtù del filo dell’umano volere che ha ricevuto nelle sue mani, che forma il trionfo e le sue conquiste sull’atto della creatura, e la ragione umana che volontariamente viene a cedere i suoi diritti ricevuti, come omaggio e padronanza a Colui che l’ha ricevuto, e questo è più che fare, perché Dio ha ricevuto il ricambio dei doni più belli che diede alla creatura, cioè la ragione e la volontà, con ciò ci da tutto quello che può darci, ci riconosce, si spoglia di sé stessa, ci ama con amor puro, ed è tanto il nostro amore che la vestiamo di Noi stessi, le diamo le nostre opere, in modo che Noi ed essa possiamo dire: “Facciamo insieme”. Ci metteremo nelle condizioni che la creatura non potrà far nulla senza della nostra Volontà, ed è tanta la nostra Bontà, che anche quando la creatura fa il bene umanamente, siccome nel bene corre sempre la ragione, le diamo il merito umano, perché è nostro solito di non lasciare senza premio nessun atto buono della creatura. Si può dire che stiamo tutt’occhio sopra di essa per vedere in che dobbiamo rimeritarla? ”
(3) Dopo ciò ha fatto silenzio, ed io continuavo a pensare come questa Divina Volontà è tutt’occhio sopra di noi, ci ama tanto e non ci lascia un istante, ed il mio dolce Gesù ha ripreso a dire:
(4) “Figlia mia, la mia Divina Volontà è tutto per la creatura, senza di Essa non potrebbe vivere neppure un minuto, tutti i suoi atti, moti e passi si possono chiamare imboccamenti, parti che le fa il mio Volere e la creatura li riceve, li sente in sé stessa e non conosce né chi l’imbocca, né chi dà vita alla sua vita, e perciò per molti è come se la mia Volontà non stesse per loro, e non le danno i dovuti diritti che conviene di darle. Quindi è necessario che si conosca quali sono questi diritti del mio Volere Divino, per fare che conoscendoli potessero contraccambiarla e conoscere chi è Colei che è vita della loro vita, e che loro non sono altro che le spoglie, le statue animate da Essa. Ora, i diritti sono innumerevoli: Diritto di creazione, diritto di conservazione, di animazione continua, tutto ciò che ha creato e che serve al benessere dell’uomo, costituisce un suo diritto sopra di lui, perciò il sole, l’aria, il vento, l’acqua, la terra, e tutto, sono stati creati e dati all’uomo dalla mia Volontà, quindi per quante cose gli ha dato, tanti diritti di più tiene sopra dell’uomo; la mia Redenzione, il perdono dopo la colpa, la mia grazia, il bene operare, sono diritti maggiori che Essa acquista sopra di lui. Si può dire che è come impastata nella mia Volontà, eppure non conosciuta; che dolore non essere riconosciuta! Ora per avere il trionfo, la Vita della mia Volontà nella creatura, è necessario che si conosca che cosa ha fatto, che fa per amore di esse, e quali sono i suoi giusti diritti, e quando avrà ciò conosciuto si metterà in ordine col mio Volere, sentirà chi è che le da la vita, chi si muove nel suo moto, chi palpita nel suo cuore, e mentre riceverà da Essa la vita che forma la sua vita, ridarà ad Essa come omaggio, amore e gloria quella stessa vita che forma in essa, e la mia Volontà riceverà i suoi diritti e ritornerà nel suo seno di luce tutto ciò che è suo, che con tanto amore le aveva dato, insomma si sentirà rinata di nuovo nelle sue braccia colei che con tanto amore aveva creato. Oh! se tutti conoscessero i diritti della mia Volontà, il suo Amore ardente e costante, che è tanto, che mentre le dà la vita la mette fuori alla luce del giorno, più che madre è tanta la sua gelosia d’amore, che non la lascia un istante, la investe dentro e fuori, di sopra e di sotto, a destra e a sinistra, e ancorché la creatura non la conoscesse, né l’amasse, Essa con eroismo divino continua ad amarla e a farsi vita e porgitrice degli atti della creatura. Oh! Volontà mia, tu sola sai amare con amore eroico, forte, incredibile ed infinito colei che creasti e neppure ti riconosce. Ingratitudine umana, quanto sei grande”.
(5) Onde mi sentivo che toccavo con mano il grande amore del Fiat Divino e pensavo tra me: “Come si può vivere in Esso, forse mettendo sempre l’intenzione di vivere in Esso? ” Ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:
(6) “Mia buona figlia, il vivere nella mia Volontà, non ci sono intenzioni, l’intenzione serve quando non si possono fare gli atti, perché manca chi tiene virtù di dar vita a tutto ciò che di bene vuol fare la creatura, e questo è fuori del vivere nel mio Volere, ed Io do il merito ad esse non come atti, ma come sante intenzioni. Invece nella mia Volontà c’è la virtù vivificatrice, attrice e operatrice, in modo che tutto ciò che la creatura vuol fare, trova chi forma la vita ai suoi atti, sente la forza vivificatrice che vivifica l’atto suo e converte in opere. Perciò nella mia Volontà tutte le cose cambiano, tutte le cose posseggono la vita, l’amore, la preghiera, l’adorazione, il bene che si vuol fare, le virtù tutte sono piene di vita, quindi non soggette a finire, a mutarsi, perché chi le somministra la vita le tiene con sé perché facciano vita insieme, ed Io le do il merito di opere animate dalla mia Volontà. Che differenza tra l’intenzione e le opere, l’intenzione simboleggia i poveri, gli infermi, che non potendo vorrebbero almeno con la buona volontà esercitare la carità, propagare il bene, fare chi sa quante belle cose, ma la povertà, l’infermità, l’inceppano e li rendono quasi prigionieri senza poter attuare il bene che vogliono fare. Invece l’operare nella mia Divina Volontà simboleggia il ricco, che tenendo le ricchezze a sua disposizione, l’intenzione non ha valore, perché se vuole può fare la carità, può andare dove vuole, può fare bene a tutti, aiutare tutti. Sono tali e tante le ricchezze del mio Volere, che la creatura si sperde in Essa, e a mani piene può prendere ciò che vuole per aiutare tutti, e molto più senza fare né strepito, né rumore, quasi come luce tacita porge l’aiuto e si ritira”.
33-34 Marzo 10, 1935 Tutto ciò che si fa nella Divina Volontà, non resta nel basso della terra, ma parte per il Cielo per prendere il loro posto regio nella Patria Celeste.
(1) Sono sempre di ritorno nel mare interminabile della Divina Volontà, per prendere le sue goccioline, che alimentano, conservano e fanno crescere la Vita della Divina Volontà che sento in me, sicché ogni verità che la riguarda, è un pranzo che Gesù mi dà, tutto celeste e divino per alimentare me ed il Fiat Supremo, ogni verità è un nembo di Cielo che scende in me, e circondandomi aspetta finché io compisca i miei atti per portarseli nella patria celeste. Onde, mentre mi sperdevo nella sua Luce divina, il mio amato Bene Gesù, ripetendo la sua breve visitina mi
... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Sono sempre di ritorno nel mare interminabile della Divina Volontà, per prendere le sue goccioline, che alimentano, conservano e fanno crescere la Vita della Divina Volontà che sento in me, sicché ogni verità che la riguarda, è un pranzo che Gesù mi dà, tutto celeste e divino per alimentare me ed il Fiat Supremo, ogni verità è un nembo di Cielo che scende in me, e circondandomi aspetta finché io compisca i miei atti per portarseli nella patria celeste. Onde, mentre mi sperdevo nella sua Luce divina, il mio amato Bene Gesù, ripetendo la sua breve visitina mi ha detto:
(2) “Figlia mia benedetta, il Cielo è sempre aperto per chi vive nella mia Volontà, Essa si abbassa e fa insieme con la creatura ciò che lei fa: Ama insieme, opera, prega, soffre, adora, ripara, ed ama tanto quest’atti fatti insieme con Essa, che non li lascia nel basso della terra, ma se li porta nel celeste soggiorno, per farli prendere il loro regio posto come conquiste fatte nel basso mondo, che appartengono ad Essa e alla sua amata creatura. Ciò che si fa nel mio Volere appartiene al Cielo, la terra non è degna di possedere, ed oh! la sicurezza, la felicità che acquista la creatura, pensando che i suoi atti sono in potere del Fiat Divino, e si trovano in Cielo come sue proprietà, non umane ma divine, cui aspettano essa ché vogliono corteggiarla e formarne il suo trono di gloria. E’ tanto l’amore, la sua gelosia, l’immedesimazione che sente con quest’atti fatti nel suo Volere, che non li lascia neppure nella creatura, ma se li tiene con Sé, come parti della sua Vita e parti della creatura, per goderseli e sentire il gusto d’essere amato, e come un anticipo che deve darle della gloria nella patria celeste. Quest’atti fatti nel mio Volere fanno da narratori della storia d’amore che passa tra il Creatore e la creatura, e non vi è gusto maggiore che sentirsi narrare quanto ho amato, come il mio amore giunge all’eccesso, fino ad abbassarmi a voler fare insieme ciò che fa la creatura, non solo, ma mi narra il suo amore ché ha ricevuto il mio atto nel suo, perciò si forma un amore reciproco tra l’uno e l’altro, che ci felicita a vicenda. Oh! com’è bello vedere che mentre essa ancora valica l’esilio, i suoi atti stanno in Cielo, come mie conquiste che ho fatto nell’umana volontà, ed essi prendendo ciascuno il suo ufficio, chi mi ama come Io so amare, chi Mi adora con adorazioni divine, e chi mi forma le musiche celesti per inneggiarmi, lodarmi e ringraziarmi del grande portento dell’operato della mia Volontà. Perciò sii attenta e non ti far sfuggire nulla in cui non chiami la mia, affinché ciò che fai resti animato dalla mia Divina Volontà”.
(3) Onde seguivo a pensare al Fiat Supremo, e mille pensieri si affollavano nella mia mente ed il mio amabile Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, la creatura fu creata da Noi tutta in ordine a Noi, quindi è suo dovere sacrosanto, che in ogni suo atto che fa, di chiamare Colui che l’ha creata per darle il dominio ed il posto regio nell’atto suo che di diritto li spetta, e così l’atto della creatura riceverebbe l’onore che nell’atto suo possieda una Forza, una Luce, un atto divino; è nostra Volontà che dev’essere riempita tutta dell’Essere Divino, e se ciò non fa, ci nega un nostro diritto, ci mette fuori dagli atti suoi ed i suoi atti restano atti umani, svuotati di Forza e di Luce Divina, con un tenebrio sì denso, che la sua intelligenza vede tante ombre nere, che a tentoni fa fare qualche passo; giusta pena di chi può accendere la luce e non l’accende, di chi può chiamare la forza e non la chiama, e mentre se ne serve dell’atto e della opera conservatrice e attrice di Dio, lo mette fuori del suo atto. Ora è nostro decreto che nessuno entra in Cielo se non è riempita l’anima sua, fino all’orlo, tutta della nostra Volontà e del nostro Amore, basta un piccolo vuoto di questo, che il Cielo non si apre per lei, ecco perciò la necessità del Purgatorio, per svuotarsi a via di pene e di fuoco di tutto ciò che è umano, e riempirsi a vie di ansie, di sospiri e di martiri, di puro amore e di Divina Volontà per poter entrare nella patria celeste, e senza acquistare con tante pene, né merito, né gloria maggiore, ma solo per le condizioni che ci vogliono per essere ammesso al Celeste soggiorno. Invece, se l’avessero fatto in terra col chiamare la nostra Vita negli atti suoi, ogni atto era una gloria maggiore, una bellezza di più, suggellato dalle opere del suo Creatore. Oh! con quanto amore vengono ricevute quest’anime che nei loro atti hanno dato il posto all’atto divino nell’incontrarsi con Noi, Noi ci riconosciamo in essa ed essa si riconosce in Noi, e riconoscendoci a vicenda, è tale e tanta la felicità d’ambi le parti, che tutto il Cielo ne resta sorpreso nel vedere le gioie, la gloria, le beatitudini che l’Ente Supremo versa sopra di questa fortunata creatura. Perciò sempre nella mia Volontà e nel mio Amore ti voglio, affinché l’amore bruci ciò che a Me non appartiene, e la mia Volontà col suo pennello di luce vi formi l’atto nostro nell’atto tuo”.
33-35 Marzo 19, 1935 La Volontà Divina e l’umano volere sono due potenze spirituali. Tutto l’uomo sta nella volontà. Come Gesù non insegna né vuole cose impossibili.
(1) Mi sento come travolta nelle onde eterne del Voler Divino, sento il suo moto continuo che come vita mormora continuamente, ma che cosa mormora? Mormora amore e dà amore a tutti, mormora e felicita, mormora e fortifica, mormora e dà luce, mormora e dà vita a tutti, conserva tutti e forma l’atto di tutti, investe tutto, coinvolge e nasconde tutto in Sé per darsi a tutti e ricevere tutto. Oh! potenza del Voler Divino, come vorrei possederti come vita nell’anima, vivere di Te per non conoscere altra Vita che la tua, ma oh! quanto ne sono lontana, troppo
... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Mi sento come travolta nelle onde eterne del Voler Divino, sento il suo moto continuo che come vita mormora continuamente, ma che cosa mormora? Mormora amore e dà amore a tutti, mormora e felicita, mormora e fortifica, mormora e dà luce, mormora e dà vita a tutti, conserva tutti e forma l’atto di tutti, investe tutto, coinvolge e nasconde tutto in Sé per darsi a tutti e ricevere tutto. Oh! potenza del Voler Divino, come vorrei possederti come vita nell’anima, vivere di Te per non conoscere altra Vita che la tua, ma oh! quanto ne sono lontana, troppo ci vuole per giungere a vivere di Volontà Divina. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù, la cara mia vita, sorprendendomi tutto bontà mi ha detto:
(2) “Figlia mia benedetta, dimmi che vuoi? Vuoi tu che la mia Volontà regni e viva in te come Vita? Se veramente lo vuoi tutto è fatto, perché è tanto il nostro Amore ed il desiderio ardente che la creatura possieda la nostra Volontà come vita, per farla vivere di Essa, che come la sua volontà umana veramente lo vuole, così la nostra riempie l’umano volere del nostro Supremo Volere per formarvi la sua Vita, e vivere in essa come nel suo proprio centro. Tu devi sapere la Volontà Divina e l’umana sono due potenze spirituali, la Divina, immensa d’una potenza inarrivabile; l’umana, piccola potenza, ma per quanto piccola ha la sua potenza, ed essendo ambedue spirituali, l’una si può riversare nell’altra e formare una sol vita; tutta la potenza sta nel volere, ed essendo potenza spirituale, tiene spazio di poter mettere dentro della sua volontà il bene che vuole, e anche il male. Sicché ciò che vuole la volontà quello si trova dentro di sé: Se vuole la propria stima, la gloria, l’amore ai piaceri, alle ricchezze, si troverà dentro del suo volere la vita della stima propria, della gloria, la vita dei piaceri, delle ricchezze, e se vuole il peccato, anche il peccato formerà la sua vita. Molto più se vuole la Vita della nostra Volontà nella sua, voluto, comandato da Noi con tanti sospiri, se davvero la vuole avrà il gran bene di possedere la nostra Volontà come vita, e se ciò non fosse, la santità del vivere nel mio Volere sarebbe una santità difficile e quasi impossibile, ed Io non so né insegnare cose difficili, né voglio cose impossibili, anzi è mio solito facilitare per quanto è possibile alla creatura le cose più ardue ed i sacrifici più duri, e se occorre ci metto del mio per fare che la piccola potenza del suo volere venga sostenuta, aiutata, animata dalla invincibile Potenza del mio, e così rendere facile il bene, o la Vita del mio Volere che vuole possedere la creatura, ed è tanto il mio Amore, che per facilitarla maggiormente le sussurro all’orecchio del cuore: “Se vuoi farlo davvero questo bene, lo farò Io insieme con te, non ti lascerò sola, metterò a tua disposizione la mia Grazia, la mia Forza, la mia Luce, la mia Santità, saremo in due a fare il bene che vuoi possedere”. Perciò non ci vuol troppo a vivere della mia Volontà, il troppo sta nel volere, se questo si decide e lo vuole fermamente e perseverantemente, già ha vinto la mia e l’ha fatta sua. Oh! quante cose può racchiudere l’umano volere essendo potenza spirituale che molto raccoglie e nulla sperde, si rassomiglia alla luce del sole, quante cose non racchiude il sole mentre non si vede altro che luce e calore? Eppure i beni che racchiude sono quasi innumerevoli, e si vede che come tocca la terra, così comunica beni mirabili, eppure non si vede altro che luce; tale è la volontà umana, quanti beni non può racchiudere se vuole, può racchiudere amore, santità, luce, riparazione, pazienza, tutte le virtù e anche il suo stesso Creatore. Essendo potenza spirituale tiene virtù e capacità di racchiudere tutto ciò che vuole, e non solo tiene la potenza di racchiudere il bene che vuole, ma di trasmutarsi nel bene che racchiude. Sicché la volontà umana si cambia nella natura del bene che vuole, e ancorché molte cose che veramente vuole non le faccia, nella volontà restano come fatte, e si vede che all’occasione di fare quel bene che voleva, possedendone la vita, con prontezza, con tutto amore, senza punto esitare fa quel bene che da tanto tempo voleva fare; simbolo del sole che non trovando né il seme, né il fiore, non dà né il bene di maturare il seme, né il bene del colore ai fiori, ma non appena le viene dato di toccarli con la sua luce, possedendone la vita, dà subito la maturazione al seme, il colore ai fiori. La volontà umana possiede con caratteri incancellabili tutto ciò che fa e che vuol fare, e se la memoria dimentica, ma la volontà nulla perde, contiene il deposito di tutti gli atti suoi senza che possa sperdere nulla. Perciò si può dire: “Tutto l’uomo sta nella volontà”. Se questa è santa, anche le cose più indifferenti sono sante per lui, se poi è cattiva, forse anche il bene si cambia per lui in atto perverso, quindi se vuoi veramente la mia Volontà Divina come vita, non ci vuol troppo, molto più che unita alla tua c’è la mia che lo vuole, c’è una Potenza che tutto può, e da parte tua si vedrà coi fatti se in tutte le cose ti comporterai come posseditrice d’una Volontà Divina. Perciò sii attenta figlia mia, ed il tuo volo sia sempre continuo nel Fiat Supremo”.