MaM
Messaggio del 23 marzo 1985:Quando vi accorgete di aver commesso un peccato, confessatelo subito per evitare che rimanga nascosto nella vostra anima.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 33-33 Febbraio 24, 1935 La ragione, l’occhio dell’anima, è luce che le fa conoscere il bello delle sue opere buone. Quali sono i diritti della Divina Volontà, come in Essa non ci sono intenzioni ma atti.

(1) Sono sempre tra le braccia della Divina Volontà, e sebbene tra le intense amarezze delle privazioni del mio dolce Gesù, che più che mare inonda la povera anima mia, la sua Luce inaccessibile che non mi è dato né di chiuderla tutta nell’anima mia, né di comprenderla, non mi lascia mai, anzi superando il mare delle mie amarezze se ne serve come vittoria e conquista che fa sulla mia povera volontà umana. Onde io pensavo tra me che tutto il valore, tutto il bene mi sembra che è tutto della Divina Volontà, e a me non resta nulla; ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù, la cara mia vita, facendomi la sua breve visitina tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, tu devi sapere che Noi dotammo la creatura di ragione perché conoscesse il bene ed il male che facesse, ed in ogni atto che facesse, se buono fosse dotato di nuovo merito, nuova grazia, nuova bellezza e unione maggiore col suo Creatore; se cattivo, ne subisse una pena, la qual pena, fa sentire la debolezza e l’allontanamento da Colui che l’ha creata. La ragione è l’occhio dell’anima e luce che mentre strada la creatura, le fa conoscere il bello delle sue opere buone, i frutti dei suoi sacrifici, e sa straziarla quando fa il male. La ragione tiene questa virtù: Se la creatura opera il bene, si sente al suo posto d’onore e come re di essa tiene l’ordine, ed in virtù del merito che acquista si sente la forza e la pace; e se fa il male, si sente tutta sconvolta e schiava dei suoi stessi mali. Ora se la creatura fa gli atti buoni nella mia Volontà Divina in virtù della ragione che tiene, le diamo il merito di atti divini, il merito le viene dato a seconda che conosce e a seconda che la volontà umana vuole operare: Se nella nostra, essa si eleva tanto che non resta nel basso delle azioni umane anche buone, ma viene nel nostro Volere Divino, e come spugna si tuffa dentro ed impregna i suoi atti di luce, di santità, d’amore, in modo che l’atto suo scomparisce nel nostro e ricomparisce il nostro atto divino, quindi con giustizia deve correre il merito divino, e siccome nella nostra Volontà Divina perde il prestigio umano, si crede che la creatura non faccia nulla, ma non è vero, se Essa opera è in virtù del filo dell’umano volere che ha ricevuto nelle sue mani, che forma il trionfo e le sue conquiste sull’atto della creatura, e la ragione umana che volontariamente viene a cedere i suoi diritti ricevuti, come omaggio e padronanza a Colui che l’ha ricevuto, e questo è più che fare, perché Dio ha ricevuto il ricambio dei doni più belli che diede alla creatura, cioè la ragione e la volontà, con ciò ci da tutto quello che può darci, ci riconosce, si spoglia di sé stessa, ci ama con amor puro, ed è tanto il nostro amore che la vestiamo di Noi stessi, le diamo le nostre opere, in modo che Noi ed essa possiamo dire: “Facciamo insieme”. Ci metteremo nelle condizioni che la creatura non potrà far nulla senza della nostra Volontà, ed è tanta la nostra Bontà, che anche quando la creatura fa il bene umanamente, siccome nel bene corre sempre la ragione, le diamo il merito umano, perché è nostro solito di non lasciare senza premio nessun atto buono della creatura. Si può dire che stiamo tutt’occhio sopra di essa per vedere in che dobbiamo rimeritarla? ”

(3) Dopo ciò ha fatto silenzio, ed io continuavo a pensare come questa Divina Volontà è tutt’occhio sopra di noi, ci ama tanto e non ci lascia un istante, ed il mio dolce Gesù ha ripreso a dire:

(4) “Figlia mia, la mia Divina Volontà è tutto per la creatura, senza di Essa non potrebbe vivere neppure un minuto, tutti i suoi atti, moti e passi si possono chiamare imboccamenti, parti che le fa il mio Volere e la creatura li riceve, li sente in sé stessa e non conosce né chi l’imbocca, né chi dà vita alla sua vita, e perciò per molti è come se la mia Volontà non stesse per loro, e non le danno i dovuti diritti che conviene di darle. Quindi è necessario che si conosca quali sono questi diritti del mio Volere Divino, per fare che conoscendoli potessero contraccambiarla e conoscere chi è Colei che è vita della loro vita, e che loro non sono altro che le spoglie, le statue animate da Essa. Ora, i diritti sono innumerevoli: Diritto di creazione, diritto di conservazione, di animazione continua, tutto ciò che ha creato e che serve al benessere dell’uomo, costituisce un suo diritto sopra di lui, perciò il sole, l’aria, il vento, l’acqua, la terra, e tutto, sono stati creati e dati all’uomo dalla mia Volontà, quindi per quante cose gli ha dato, tanti diritti di più tiene sopra dell’uomo; la mia Redenzione, il perdono dopo la colpa, la mia grazia, il bene operare, sono diritti maggiori che Essa acquista sopra di lui. Si può dire che è come impastata nella mia Volontà, eppure non conosciuta; che dolore non essere riconosciuta! Ora per avere il trionfo, la Vita della mia Volontà nella creatura, è necessario che si conosca che cosa ha fatto, che fa per amore di esse, e quali sono i suoi giusti diritti, e quando avrà ciò conosciuto si metterà in ordine col mio Volere, sentirà chi è che le da la vita, chi si muove nel suo moto, chi palpita nel suo cuore, e mentre riceverà da Essa la vita che forma la sua vita, ridarà ad Essa come omaggio, amore e gloria quella stessa vita che forma in essa, e la mia Volontà riceverà i suoi diritti e ritornerà nel suo seno di luce tutto ciò che è suo, che con tanto amore le aveva dato, insomma si sentirà rinata di nuovo nelle sue braccia colei che con tanto amore aveva creato. Oh! se tutti conoscessero i diritti della mia Volontà, il suo Amore ardente e costante, che è tanto, che mentre le dà la vita la mette fuori alla luce del giorno, più che madre è tanta la sua gelosia d’amore, che non la lascia un istante, la investe dentro e fuori, di sopra e di sotto, a destra e a sinistra, e ancorché la creatura non la conoscesse, né l’amasse, Essa con eroismo divino continua ad amarla e a farsi vita e porgitrice degli atti della creatura. Oh! Volontà mia, tu sola sai amare con amore eroico, forte, incredibile ed infinito colei che creasti e neppure ti riconosce. Ingratitudine umana, quanto sei grande”.

(5) Onde mi sentivo che toccavo con mano il grande amore del Fiat Divino e pensavo tra me: “Come si può vivere in Esso, forse mettendo sempre l’intenzione di vivere in Esso? ” Ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:

(6) “Mia buona figlia, il vivere nella mia Volontà, non ci sono intenzioni, l’intenzione serve quando non si possono fare gli atti, perché manca chi tiene virtù di dar vita a tutto ciò che di bene vuol fare la creatura, e questo è fuori del vivere nel mio Volere, ed Io do il merito ad esse non come atti, ma come sante intenzioni. Invece nella mia Volontà c’è la virtù vivificatrice, attrice e operatrice, in modo che tutto ciò che la creatura vuol fare, trova chi forma la vita ai suoi atti, sente la forza vivificatrice che vivifica l’atto suo e converte in opere. Perciò nella mia Volontà tutte le cose cambiano, tutte le cose posseggono la vita, l’amore, la preghiera, l’adorazione, il bene che si vuol fare, le virtù tutte sono piene di vita, quindi non soggette a finire, a mutarsi, perché chi le somministra la vita le tiene con sé perché facciano vita insieme, ed Io le do il merito di opere animate dalla mia Volontà. Che differenza tra l’intenzione e le opere, l’intenzione simboleggia i poveri, gli infermi, che non potendo vorrebbero almeno con la buona volontà esercitare la carità, propagare il bene, fare chi sa quante belle cose, ma la povertà, l’infermità, l’inceppano e li rendono quasi prigionieri senza poter attuare il bene che vogliono fare. Invece l’operare nella mia Divina Volontà simboleggia il ricco, che tenendo le ricchezze a sua disposizione, l’intenzione non ha valore, perché se vuole può fare la carità, può andare dove vuole, può fare bene a tutti, aiutare tutti. Sono tali e tante le ricchezze del mio Volere, che la creatura si sperde in Essa, e a mani piene può prendere ciò che vuole per aiutare tutti, e molto più senza fare né strepito, né rumore, quasi come luce tacita porge l’aiuto e si ritira”.