MaM
Messaggio del 25 ottobre 2016:Cari figli! Oggi vi invito: pregate per la pace! Abbandonate l'egoismo e vivete i messaggi che vi do. Senza di essi non potete cambiare la vostra vita. Vivendo la preghiera avrete la pace. Vivendo nella pace sentirete il bisogno di testimoniare, perché scoprirete Dio che adesso sentite lontano. Perciò, figlioli, pregate, pregate, pregate e permettete a Dio di entrare nei vostri cuori. Ritornate al digiuno e alla confessione, affinché possiate vincere il male in voi e attorno a voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

33-36 Aprile 12, 1935 Chi vive nella Divina Volontà lascia le sue spoglie, si riduce nel nulla ed il Tutto forma la sua Vita nel nulla. Non c’è volontà che non possieda la sua vita. Come ci amò la Celeste Regina nel suo Concepimento, prodigi che fece il Volere Divino in Essa.

(1) Mi sento il piccolo atomo, anzi il nulla sperduta nel Tutto del Voler Divino. Oh! come questo Tutto sente nel nulla della creatura la sua Vita libera, la sua Potenza operante, la sua virtù creatrice che tutto ciò che vuole può fare dentro di questo nulla. Si può dire che questo nulla è il gioco del Fiat Divino, che col suo dominio lo investe, lo alletta, lo rapisce, lo riempie, ed il nulla tutto si fa fare, e niente sperde dei beni che riceve. Ora, mentre ciò pensavo il mio dolce Gesù, facendomi la sua breve visitina mi ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-37 Maggio 14, 1935 Chi fa la Divina Volontà non fa bisogno di leggi. Chi vive in Essa dà lavoro a tutti, al Padre Celeste, alla Madre Celeste e allo stesso Gesù.

(1) Sono nelle braccia del mio adorabile Volere Divino, sebbene immersa nel dolore della privazione del mio Gesù benedetto, le ore sono secoli senza di Lui, che pena, che morte continua, senza pietà e misericordia, giustamente mi punisce perché troppo ingrata ed incorrispondente sono stata. Ma deh! amor mio, nascondi le mie miserie nelle tue piaghe, coprimi col tuo sangue, le mie pene le unisco alle tue pene affinché gridino insieme: Pietà, perdono di questa povera creatura, ma senza di Te non ne posso più. Ma mentre sfogavo il mio dolore, il mio dolce Gesù mosso a compassione del ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-38 Maggio 26, 1935 Il timore, virtù umana; l’amore, Virtù Divina. Come la fiducia rapisce Gesù. Chi fa la Divina Volontà si trova con tutte le opere Divine e resta confermato in esse.

(1) Sebbene mi sento abbandonata nelle braccia del Voler Divino, ma la mia mente me la sentivo piena d’apprensioni e di timori, ma li offrivo al mio dolce Gesù affinché li investisse col suo Fiat e me li cambiasse in pace e amore, e Lui facendomi la sua breve visitina, tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, il timore ancorché fosse santo, è sempre virtù umana, spezza il volo all’amore e fa nascere la paura e lo stento nel camminare nella via del bene, fa guardare sempre a destra e a sinistra e giunge ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-39 Maggio 31, 1935 Come la Potenza Divina non ha limiti. Certezza che deve venire il regno della Divina Volontà. Come la Redenzione ed il suo regno sono inseparabili.

(1) Sono tra le braccia del mio amabile Gesù, il quale mi circonda tanto del suo Santo Volere, che non saprei vivere senza di Esso, me lo sento dentro di me, che col suo dolce impero domina su tutto il mio interno, e con un amore indicibile si fa vita del mio pensiero, del mio palpito e respiro, e pensa, palpita, respira insieme con me, e pare che mi dice: “Come sono felice che tu senta, conosca che la vita del tuo pensiero, del tuo palpito, di tutto te sono Io, tu senti Me in te, ed Io sento ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-40 Giugno 6, 1935 Come chi vive nel Volere di Dio tiene Dio stesso in suo potere. La Regina del Cielo gira per tutte le nazioni per mettere in salvo i suoi figli.

(1) La mia povera mente continua il suo volo nella luce interminabile del Voler Divino, non vi è cosa né in Cielo, né in terra, che non sia parto suo, e tutto e tutti hanno che dire di Colui che li ha generati, anzi non si stancano mai di narrare la sua origine eterna, la sua Santità inarrivabile, il suo Amore che sempre genera, senza mai cessare, il suo Fiat che sempre parla, parla alla mente, parla nel cuore, parla sulla lingua, e ora parla con voci articolate, ora con gemiti, ora supplicante, ora con impero, ora con tale ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-41 Giugno 10, 1935 Pioggia d’amore che Nostro Signore versa da dentro le cose create sopra le creature, e come si biloca in essa e si vede pareggiato nel suo Amore.

(1) Stavo facendo il mio giro negli atti della Divina Volontà, ma mentre ciò facevo mi sentivo piovere addosso una pioggia di atti d’amore che mi faceva il mio dolce Gesù. Sicché come giravo nel sole, nel cielo, nel vento, ed in tutte le altre cose create, così mi pioveva una molteplicità di atti d’amore. Essere amato da Dio è la più grande delle felicità, è la gloria più bella che si può trovare in Cielo ed in terra, e anch’io sentivo il bisogno estremo d’amarlo, ed oh! come vorrei essere lo stesso Gesù per fargli anch’io la mia ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-42 Giugno 17, 1935 Come Iddio col darci la volontà umana libera si metteva a nostra disposizione, per sentirsela, adattarsi con lei come se avesse bisogno della creatura. Condizioni amorose in cui Dio si mise per amore delle creature.

(1) Stavo facendo il mio giro nel Voler Divino e mi sono fermata in tutto ciò che la mia Mamma Celeste aveva fatto nella Divina Volontà; mio Dio, quale sorpresa questo Fiat Divino bilocato, moltiplicato, operante, che formava tale incanto di bellezza, di grazia, di opere, da far stupire non solo Cielo e terra, ma Dio stesso, vedendosi rinchiuso nella Sovrana Regina e operare da Dio in Essa come operava in Sé stesso. Ed oh! come avrei voluto dare, da parte mia, dare al mio Dio tutta quella gloria che gli dava la Sovrana Signora di tutti quegli atti ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-43 Luglio 8, 1935 Inseparabilità di chi vive nella Divina Volontà col suo Creatore. La Regina del Cielo insieme con Gesù nell’istituire il Santissimo Sacramento. I figli della Divina Volontà saranno soli e stelle che coroneranno la Sovrana Celeste.

(1) Mi sembra che non so trovare riposo se non mi abbandono nelle braccia della Divina Volontà, la quale mi slancia nel suo mare interminabile dove trovo ciò che ha fatto per amore delle creature, ed io ora mi fermo ad un punto e ora ad un altro delle sue molteplici opere, e le ammiro, le amo, le bacio e la ringrazio di tanta magnificenza e di tante industrie amorose verso di noi, misere creature. Ma mentre giravo, con mia sorpresa mi sono trovata innanzi alla gran Signora Regina e Mamma nostra, la più bella opera della Trinità Sacrosanta. ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

33-44 Luglio 14, 1935 Certezza del regno della Divina Volontà sulla terra. Vento impetuoso per purificare le generazioni. La Regina del Cielo messa a capo di questo regno.

(1) La mia mente è sempre di ritorno nel mare interminabile del Voler Divino, il quale, come mormora sorride d’amore alla creatura, e vuole i suoi sorrisi d’amore, non vuole che le resti dietro e non le renda la pariglia. Non fare ciò che fa la Divina Volontà mentre si vive in Essa, è quasi impossibile, ma chi può dire che sente la creatura in questo mare Divino? La purezza dei suoi baci, i suoi casti amplessi che gli infondono pace celeste, Vita Divina, fortezza tale da vincere lo stesso Dio. Oh! come amerei che tutti provassero, che venissero a vivere in questo mare, certo che non uscirebbero mai più. Ma mentre ciò pensavo dicevo tra me: “Ma chi sa chi lo vedrà questo regno del Fiat Divino quando verrà, oh! come sembra difficile”. Ed il mio amato Gesù, facendomi la sua breve visitina mi ha detto:

(2) “Figlia mia, eppure verrà, tu misuri l’umano, i tempi tristi che involgono le presenti generazioni e perciò ti sembra difficile, ma l’Ente Supremo tiene le misure divine, le quali sono tanto lunghe, che ciò che all’umano è impossibile, a Noi è facile. Non dobbiamo fare altro che un vento impetuoso il quale sarà tanto forte che si faranno portare dalle correnti del vento, che purificherà l’aria malsana dell’umana volontà e di tutte le cose tristi di questi tempi, ne farà un mucchio e le sperderà come polvere investita da un vento impetuoso. Il nostro vento sarà tanto forte, impetuoso ed imperante, che non li riuscirebbe facile il resistere, molto più che le sue ondate saranno zeppe di grazie, di luce, d’amore che affogheranno le umane generazioni e si sentiranno trasformate. Quante volte un vento forte non sbalza città intere e trasporta uomini, alberi, terre, acqua in altri luoghi e forse anche lontani, senza che si possano opporre? Molto più il nostro vento divino, voluto, decretato da Noi, con la nostra Forza creatrice. E poi c’è la Regina del Cielo, che col suo impero prega continuamente che venga il regno della Divina Volontà sulla terra, e quando mai le abbiamo negato nulla? Le sue preghiere sono venti impetuosi per Noi, che non possiamo resisterle, e la stessa forza che Lei possiede della nostra Volontà, è per Noi impero, comando, Lei ne tiene tutto il diritto d’impetrarlo, perché lo possedeva in terra e lo possiede nel Cielo, quindi come posseditrice può dare ciò che è suo, tanto che questo regno sarà chiamato il regno dell’Imperatrice Celeste, farà da Regina in mezzo ai suoi figli in terra, metterà a loro disposizione i suoi mari di grazie, di santità, di potenza, metterà in fuga tutti i nemici, li crescerà nel suo grembo, li nasconderà nella sua luce, coprendoli col suo amore, alimentandoli con le sue proprie mani, con il cibo della Divina Volontà; che non farà questa Madre e Regina in mezzo a questo suo regno, come suoi figli e come suo popolo? Darà grazie mai udite, sorprese mai viste, miracoli che scuoteranno Cieli e terra, le daremo tutto il campo libero perché ci formi il regno della nostra Volontà sulla terra, sarà la guida, il vero modello, sarà pure il regno della Sovrana Celeste. Perciò prega anche tu insieme con Lei e a suo tempo otterrete l’intento”.

33-45 Luglio 21, 1935 Le pene più intime e più dolorose di Gesù sono l’aspettazioni; sue invenzioni, deliri, ritrovati d’amore.

(1) Sono tra le braccia della Divina Volontà, ma col chiodo nel cuore della privazione del mio dolce Gesù; aspetto e riaspetto, ed il solo aspettare è la pena che più mi tortura, le ore mi sembrano secoli, i giorni interminabili, e se mai sia si presenta il dubbio che la cara mia Vita, il dolce Gesù più non verrà, oh! allora non so che mi succede, voglio disfarmi di me, della stessa Divina Volontà che mi tiene imprigionata su questa terra, e con rapido volo andarmene al Cielo, ma ciò neppure mi è dato, perché le sue catene sono tanto forti, che non sono soggette a spezzarsi e mi sento legare più forte, tanto che appena mi è dato di pensarlo e finisco con un abbandono più intenso nel Fiat Supremo. Ma mentre deliravo, non potendone più, il mio sempre amabile Gesù è ritornato alla sua piccola figlia facendosi vedere con una ferita nel cuore che versava sangue e fiamme, come se volesse coprire tutte le anime col suo sangue e bruciarle col suo amore e tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia, coraggio, anche il tuo Gesù soffre e le pene che mi danno più dolore sono le pene intime, che mi fanno versare sangue e fiamme, ma la mia pena maggiore è la continua aspettazione, i miei sguardi sono sempre fissi sulle anime e vedo che una creatura è caduta nel peccato, e aspetto e riaspetto il suo ritorno al mio cuore per perdonarla, e non vedendola venire, aspetto col perdono nelle mie mani, quell’aspettare mi si rincrudisce la pena e mi forma tale un tormento, da farmi versare sangue e fiamme dal mio trafitto cuore, le ore, i giorni che aspetto mi sembrano anni, oh! come è duro aspettare. Passiamo avanti, il mio Amore ama tanto la creatura, che nel metterla alla luce del giorno, stabilisco quanti atti d’amore deve farmi, quante preghiere, quante opere buone deve fare, e questo per darle il diritto che Io l’amassi sempre, che le concedessi le grazie, gli aiuti per ben operare, ma le creature se ne servono per formarmi la pena d’aspettare. Oh! quante aspettazioni da un atto d’amore all’altro, se pure me lo fanno, quanta lentezza nell’operare il bene, nel pregare, se pure lo fanno, ed Io aspetto, riaspetto, sento l’irrequietezza del mio amore che mi dà il delirio, le smanie e mi dà tale pena intima, che se fossi soggetto a morire sarei morto tante volte per quante volte non sono amato dalle creature. Oltre di ciò vi è la lunga aspettazione nel Sacramento del mio Amore, Io aspetto tutti, giungo a contare i minuti, macché, molti invano li aspetto, altri vengono con una freddezza glaciale, da mettermi il colmo al duro martirio delle mie aspettazioni, pochi sono quelli che ci aspettavamo a vicenda, e solo in questi che mi rinfranco, mi sento come rimpatriato nel loro cuori, sfogo il mio Amore, e trovo un ristoro al duro martirio del mio continuo aspettare, a certi sembra che sia nulla questa pena, invece è la massima che costituisce il più duro martirio, e tu lo puoi dire quanto ti costa l’aspettarmi, tanto che se Io non venissi a mettere termine e a sostenerti, non avresti potuto durare. E poi vi è un’altra aspettazione più dolorosa ancora, il sospiro, il desiderio ardente, le lunghe ansie del regno della mia Divina Volontà, sono circa seimila anni che aspetto che la creatura rientri in Essa, l’amo tanto che voglio, sospiro di vederla felice, ma per ottenere ciò dobbiamo vivere d’una sola Volontà, sicché ogni atto opposto alla mia è un chiodo che mi trafigge. Ma sai perché? Perché me la rende maggiormente infelice e dissimile da Me, ed Io vedendomi nel pelago immenso delle mie felicità, ed i miei figli infelici, oh! come soffro, e mentre aspetto e riaspetto le sono d’intorno, la abbondo di grazie, di luce, in modo che loro stessi possono correre per far vita insieme con Me, e con un solo Volere, si cambierà la loro sorte, avremo beni comuni, felicità senza termine, le altre pene mi danno qualche tregua, ma la pena di aspettare non mi cessa mai, mi tiene sempre in sentinella, mi fa usare i ritrovati più eccessivi, mi fa formare le invenzioni d’amore da fare strabiliare Cieli e terra, mi fa giungere a pregare la creatura, a supplicarla che non mi faccia più aspettare, che più non posso, mi pesa troppo. Perciò figlia mia, unisciti insieme con Me ad aspettare il regno della mia Volontà, e a tutte le aspettazioni che mi fanno soffrire le creature, almeno saremo in due, e la tua compagnia mi darà un ristoro ad una pena sì dura”.