MaM
Messaggio del 25 gennaio 2006:Cari figli, anche oggi vi invito ad essere portatori del Vangelo nelle vostre famiglie. Non dimenticate, figlioli, di leggere la Sacra Scrittura. MetteteLa in un luogo visibile e testimoniate con la vostra vita che credete e vivete la Parola di Dio. Io vi sono vicino con il mio amore e intercedo davanti a mio Figlio per ognuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 33-34 Marzo 10, 1935 Tutto ciò che si fa nella Divina Volontà, non resta nel basso della terra, ma parte per il Cielo per prendere il loro posto regio nella Patria Celeste.

(1) Sono sempre di ritorno nel mare interminabile della Divina Volontà, per prendere le sue goccioline, che alimentano, conservano e fanno crescere la Vita della Divina Volontà che sento in me, sicché ogni verità che la riguarda, è un pranzo che Gesù mi dà, tutto celeste e divino per alimentare me ed il Fiat Supremo, ogni verità è un nembo di Cielo che scende in me, e circondandomi aspetta finché io compisca i miei atti per portarseli nella patria celeste. Onde, mentre mi sperdevo nella sua Luce divina, il mio amato Bene Gesù, ripetendo la sua breve visitina mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, il Cielo è sempre aperto per chi vive nella mia Volontà, Essa si abbassa e fa insieme con la creatura ciò che lei fa: Ama insieme, opera, prega, soffre, adora, ripara, ed ama tanto quest’atti fatti insieme con Essa, che non li lascia nel basso della terra, ma se li porta nel celeste soggiorno, per farli prendere il loro regio posto come conquiste fatte nel basso mondo, che appartengono ad Essa e alla sua amata creatura. Ciò che si fa nel mio Volere appartiene al Cielo, la terra non è degna di possedere, ed oh! la sicurezza, la felicità che acquista la creatura, pensando che i suoi atti sono in potere del Fiat Divino, e si trovano in Cielo come sue proprietà, non umane ma divine, cui aspettano essa ché vogliono corteggiarla e formarne il suo trono di gloria. E’ tanto l’amore, la sua gelosia, l’immedesimazione che sente con quest’atti fatti nel suo Volere, che non li lascia neppure nella creatura, ma se li tiene con Sé, come parti della sua Vita e parti della creatura, per goderseli e sentire il gusto d’essere amato, e come un anticipo che deve darle della gloria nella patria celeste. Quest’atti fatti nel mio Volere fanno da narratori della storia d’amore che passa tra il Creatore e la creatura, e non vi è gusto maggiore che sentirsi narrare quanto ho amato, come il mio amore giunge all’eccesso, fino ad abbassarmi a voler fare insieme ciò che fa la creatura, non solo, ma mi narra il suo amore ché ha ricevuto il mio atto nel suo, perciò si forma un amore reciproco tra l’uno e l’altro, che ci felicita a vicenda. Oh! com’è bello vedere che mentre essa ancora valica l’esilio, i suoi atti stanno in Cielo, come mie conquiste che ho fatto nell’umana volontà, ed essi prendendo ciascuno il suo ufficio, chi mi ama come Io so amare, chi Mi adora con adorazioni divine, e chi mi forma le musiche celesti per inneggiarmi, lodarmi e ringraziarmi del grande portento dell’operato della mia Volontà. Perciò sii attenta e non ti far sfuggire nulla in cui non chiami la mia, affinché ciò che fai resti animato dalla mia Divina Volontà”.

(3) Onde seguivo a pensare al Fiat Supremo, e mille pensieri si affollavano nella mia mente ed il mio amabile Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, la creatura fu creata da Noi tutta in ordine a Noi, quindi è suo dovere sacrosanto, che in ogni suo atto che fa, di chiamare Colui che l’ha creata per darle il dominio ed il posto regio nell’atto suo che di diritto li spetta, e così l’atto della creatura riceverebbe l’onore che nell’atto suo possieda una Forza, una Luce, un atto divino; è nostra Volontà che dev’essere riempita tutta dell’Essere Divino, e se ciò non fa, ci nega un nostro diritto, ci mette fuori dagli atti suoi ed i suoi atti restano atti umani, svuotati di Forza e di Luce Divina, con un tenebrio sì denso, che la sua intelligenza vede tante ombre nere, che a tentoni fa fare qualche passo; giusta pena di chi può accendere la luce e non l’accende, di chi può chiamare la forza e non la chiama, e mentre se ne serve dell’atto e della opera conservatrice e attrice di Dio, lo mette fuori del suo atto. Ora è nostro decreto che nessuno entra in Cielo se non è riempita l’anima sua, fino all’orlo, tutta della nostra Volontà e del nostro Amore, basta un piccolo vuoto di questo, che il Cielo non si apre per lei, ecco perciò la necessità del Purgatorio, per svuotarsi a via di pene e di fuoco di tutto ciò che è umano, e riempirsi a vie di ansie, di sospiri e di martiri, di puro amore e di Divina Volontà per poter entrare nella patria celeste, e senza acquistare con tante pene, né merito, né gloria maggiore, ma solo per le condizioni che ci vogliono per essere ammesso al Celeste soggiorno. Invece, se l’avessero fatto in terra col chiamare la nostra Vita negli atti suoi, ogni atto era una gloria maggiore, una bellezza di più, suggellato dalle opere del suo Creatore. Oh! con quanto amore vengono ricevute quest’anime che nei loro atti hanno dato il posto all’atto divino nell’incontrarsi con Noi, Noi ci riconosciamo in essa ed essa si riconosce in Noi, e riconoscendoci a vicenda, è tale e tanta la felicità d’ambi le parti, che tutto il Cielo ne resta sorpreso nel vedere le gioie, la gloria, le beatitudini che l’Ente Supremo versa sopra di questa fortunata creatura. Perciò sempre nella mia Volontà e nel mio Amore ti voglio, affinché l’amore bruci ciò che a Me non appartiene, e la mia Volontà col suo pennello di luce vi formi l’atto nostro nell’atto tuo”.