(1) Continuando il mio solito abbandono nel Fiat Divino, mi sentivo impensierita sulle privazioni del mio dolce Gesù. Oh! come la povera anima mia gemeva sotto il peso infinito d’un dolore che fa dire a tutte le cose create: “Dov’è il tuo Gesù? Colui che tanto ti amava? Ah! tu senti che tutto sostiene, tocchi la sua bellezza che ha sfiorata su tutta la Creazione, vedi la sua immensità che non puoi raggiungere, questo che tu vedi non sono altro che le orme dei suoi passi, che al suo passaggio impresse su tutte le cose da Lui create, ma ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Sono sempre di ritorno nella mia cara eredità del Voler Divino, e mi sembra che vado spigolando in Esso, e Gesù molto buono non tralascia di darmi le sue belle lezioni sopra ciascuna di quelle spighe che vado raccogliendo; ma mentre giravo andavo ripetendo il mio ritornello sopra d’ogni cosa: “Ti amo, e fa che il mio ti amo sia la dolce catena, che legando l’eterno Fiat lo tiri, lo violenti a farlo venire a regnare sulla terra”. Ora, mentre ciò facevo, il mio adorato Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la mia Divina Volontà è luce, l’amore è il calore. Luce e calore sono inseparabili tra loro e formano la stessa vita; così c’è necessità della fusione della mia Volontà e del mio amore, una volontà che non ama, non è operante; un’amore che non ha volontà, è senza vita. Però la mia Volontà tiene il primo atto, si può dire che la sua luce fa sorgere il calore, Essa fa il primo atto e chiama nella sua luce la vita dell’amore, e ne forma una sol cosa. Chi mai può dividere il calore dalla luce? Nessuno. Ma però quanto più grande è la luce, più forte è il calore, sicché una piccola luce, appena si sente la forza del calore; una luce grande dà molto calore e produce effetti mirabili. Quanti e quali effetti produce il sole, perché la sua luce è tanta che abbraccia tutta la terra? Si può dire ch’è il re della terra, con la sua luce e col suo calore carezza tutti, abbraccia tutto e fa bene a tutti, e senza che chieda nulla da nessuno, perché: Prima ché non ha bisogno di nulla, secondo ché tutti si sentirebbero impotenti di contraccambiare il sole del gran bene che fa a tutta la terra. Ecco perciò tu senti in te due potenze infinite, fuse in una: La Divina Volontà mia, ed il mio amore, e la luce del mio Volere ti fa correre per farti mettere il suo ti amo, che sprigiona dal seno della sua luce, su tutte le cose create, per vedere tutta la Creazione brillantata dal suo e tuo ti amo.
(3) Oltre di ciò, la vita fa bisogno d’alimento; la mia Volontà Divina è Vita, il mio amore è cibo, ogni tuo ti amo è un sorso d’alimento che dai al mio Fiat in te, e ogni tuo atto fatto nel mio Volere cresce la Vita di Esso in te. Oh! come ne gode e cresce mirabilmente la Vita del mio Voler nella creatura quando trova molto amor divino, si può dire che il mio Fiat trova il suo cibo, ed il mio amore trova la sua vita”.
(4) Dopo di ciò continuava a pensare al Fiat adorabile, ed il mio dolce Gesù ha ripreso a dire:
(5) “Figlia mia, chi vive nel mio Voler Divino sta sotto lo sbocco continuo del suo Creatore; è tanto il nostro amore verso di lei, ci rapisce tanto nel vedere il nostro Fiat nella piccolezza della creatura, che vogliamo darle sempre, sempre, senza mai cessare. Ora questo nostro sbocco divino la riempie tanto, che non le lascia nessun vuoto in sé stessa, in modo che dovunque si poggia trova sempre la pienezza del nostro sbocco che la sostiene, in modo che non si può ripiegarsi sopra di sé stessa, perché il nostro sbocco la sostiene e la porta come in trionfo nelle sue braccia. Ma sai tu che cosa sbocchiamo? Amore, luce, grazia, santità, potenza, eccetera; ora tutte queste nostre qualità fanno a gara a chi vuol portare in braccia questa piccola creatura, pare che se la contendano tra loro e fanno a turno, per dire che: “Tutti l’abbiamo portata”. E mentre ciascuna la porta nelle sue braccia, se la porta l’amore, la riempie tanto d’amore, che prende gusto a vedere affogata la piccola piccina, affogata del suo amore, e allora si contenta di farla passare nelle braccia della luce quando la vede sboccare amore, perché vogliono vedere ripetere la piccola piccina ciò che ha fatto il suo Creatore. La luce prende gusto ad affogarla di luce, la grazia ad affogarla di grazia, la potenza ad affogarla di potenza, ma tanta da rapire lo stesso Creatore. Insomma, questa piccola creatura vive sotto lo sbocco continuo di Dio, che la riempie tanto, da sentirsi affogata da non poterlo contenere, in modo ch’è costretta a sboccarlo fuori. Sicché ciò che tu dici del mio Volere Divino, non è altro che lo sbocco di ciò che contieni dentro”.
(1) Continuando il mio solito abbandono nel Fiat, mi sono trovata fuori di me stessa, e con mia maraviglia mi sono trovato il nemico infernale vicino, come se si volesse menare sopra di me; io mi sono sentita tal forza da mettermi sopra di lui, e come mi metteva sopra così restava tutto fracassato ed in frantume. Io mi sentivo impressionata e pensavo tra me: “E’ da tanto tempo che non lo vedevo il nemico, anzi se mi vedeva fuggiva da me, e ora che cosa vuole con questo suo avvicinarsi”. Ed il mio amabile Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, l’anima che possiede il mio Fiat Divino tiene tal potenza, da mettere in frantume la potenza diabolica, ed Io ho permesso di farti toccare con mano che solo col menarti sopra di lui ha restato stritolato, affinché non lo temi e lui sentisse la potenza di chi possiede il mio Volere, che sperde come polvere al vento la fortezza diabolica. Perciò non ti dar pensiero di lui e continua la vita nel mio Fiat, perché tu devi sapere che ogni preghiera, ogni atto e moto di chi vive in Esso racchiude dentro una forza e un peso infinito ed incancellabile, e l’infinito si stende ovunque, contiene la virtù produttrice di tutti i beni, abbraccia l’eternità, racchiude lo stesso Dio, perciò un’atto fatto nel mio Volere è un’atto che non finisce mai, ed ha tale potenza che racchiude Cielo e terra. Ed il nostro Fiat con la sua potenza infinita racchiude la nostra Divinità nell’atto della creatura, formando coi suoi veli di luce la più bella e deliziosa reggia al nostro Essere Divino”.
(3) Gesù è scomparso, ed io mi sentivo inabissata nell’abisso di luce del Fiat supremo. Dopo ciò stavo seguendo i miei atti nel Fiat Divino, e giungendo nell’eden pensavo tra me: “In quest’eden fece i primi atti nel Fiat Divino il nostro primo padre Adamo. Sicché la Creazione tutta ebbe il principio dentro d’un atto di Volontà Divina operante in tutte le cose create, come pure il primo uomo; Essa stendeva la pienezza della sua santità, potenza, bellezza e luce in ciascuna cosa, facendosi attore e spettatore, racchiudendo tutto in un’atto solo di sua Volontà Divina. Com’era bella la Creazione al suo principio, una era la Volontà che operava, ed i diversi atti non erano altro che gli effetti di Essa”. Ma mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(4) “Figlia mia, tutte le generazioni pendono dai primi atti fatti d’Adamo nella pienezza della mia Divina Volontà, perché essendo fatti in Essa, erano atti pieni di vita e potevano dar principio e vita a tutti gli altri atti di tutte le creature. E ad onta che le creature non vivono di mia Volontà, ma della loro, ma è sempre Essa che le dà vita, e mentre le dà vita la tengono come soffocata e agonizzante negli atti loro. Perciò tutti gli atti di Adamo fatti nel mio Volere, stanno come atto primo di tutti gli atti delle creature. Chi può distruggere un’atto fatto nella mia Divina Volontà? Chi mai può toglierle la sovranità, la potenza, la bellezza, la vita? Nessuno. Non c’è cosa che non penda dal primo atto, tutte le cose create pendono dal primo atto fatto da Colui che le ha create. E se tanto amo, sospiro e voglio che la mia Volontà sia conosciuta e vi regni in mezzo alle creature, è proprio questa la ragione, che siano restituiti i suoi diritti giusti e santi, e che come ebbe principio la Creazione tutta, così ritorni tutta nella nostra Divina Volontà”.
(1) La mia piccola intelligenza non fa altro che valicare il mare interminabile del Fiat Divino, e come forma le sue onde di luce così mormora il suo linguaggio celeste e divino, e mette fuori i suoi segreti, e con parole arcane si manifesta alla piccola anima mia, e molte volte il mio dolce Gesù esce da dentro quelle onde di luce, corre, mi abbraccia, e mettendosi la mano al suo cuore per sostenerlo, tanto è la foga del suo amore ché sente e parla del suo Volere Santissimo. Onde mentre mi trovavo in questo stato, il mio amato ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Mentre scrivevo pensavo tra me: “Quanti sacrifici per scrivere, quante notti di veglia, quanto tempo impiegato, solo Gesù è stato testimone, che avendo compassione di me mi sorreggeva, mi aiutava, m’imboccava i vocaboli e molte volte mi faceva da dettatore, ma quale ne sarà l’utile di tante premure di Gesù per farmi scrivere? E di tante mie lotte interne per vergare sulla carta ciò che Gesù mi faceva sentire dentro di me? Quale utile di tanti sacrifici sostenuti? Chi si prenderà la briga di leggerli, di farli conoscere, affinché portino il bene di tante verità sulla Divina Volontà ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Il mio abbandono nel Fiat continua, sento in me tale un bisogno di vivere in Esso, che mi si è reso più necessario della mia stessa natura, anzi la natura me la sento cambiata in Volontà di Dio, me la sento in Essa sperduta, ed in tutte le cose, invece di trovare me stessa, trovo quel Fiat che mi dice: “Io sono la tua vita, corri, corri sempre in Me, nel mare della mia luce per vivere degli atti miei, della mia santità, della mia felicità e di tutti i beni che posseggo”. Ma mentre valicavo il mare ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Il mio abbandono nel Fiat Divino è continuo, e la sua luce mi eclissa tanto la mia piccola intelligenza, che non so fare altro che pensare, ora ad una verità, ora ad un’altra della Divina Volontà, e quanto più la penso, tanto più bella e maestosa si fa innanzi a me, e con un’amore indicibile, più che una tenera madre, apre il suo seno di luce e mette fuori un parto di luce per chiuderlo nella sua piccola figlia. Ora, mentre mi trovavo in questo stato, il mio dolce Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) Stavo seguendo il mio giro nel Fiat Supremo, e la mia piccola mente giunta nell’eden stava dicendo: “Maestà adorabile, vengo innanzi a te per portarti il mio tenue interesse del mio ti amo, ti adoro, ti glorifico, ti ringrazio, ti benedico, per darti il mio piccolo interesse ché mi hai dato un cielo, un sole, un’aria, un mare, una terra fiorita e tutto ciò che hai creato per me. Tu mi dicesti che ogni giorno vuoi fare i conti con me e ricevere questo mio tenue interesse per starci sempre d’accordo, e tenere al sicuro nel piccolo banco ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
(1) La mia povera mente si perdeva nel Fiat Divino, sentivo il dolce incanto della sua luce rapitrice, e pensavo tra me: “Ma che cosa è questa Divina Volontà nella povera anima mia?” Ed il mio amato Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, qual fortuna la tua vivere sotto il dolce incanto del mio Volere Divino, e non sai tu che Essa quando vi prende possesso della creatura vi forma la sua Vita operante, in modo che come opera in sé stessa così opera in chi regna? E più che Regina s’impone su tutto, si stende con la sua luce nella piccolezza della creatura, vi forma il suo dolce incanto all’umana volontà per essere più libera di formare la sua Vita, e siccome la Vita Divina del mio Fiat è composta di atti ripetuti non mai interrotti, non è soggetta a fermarsi, ecco perciò senti in te un’atto che non finisce mai, una luce che mai si spegne, un amore che sempre arde. Non è così per chi non vive nel mio Volere, essi sentono la Vita Divina interrotta nel loro interno, i loro atti spezzati, ora si sentono d’un modo, e ora d’un altro, la loro volontà non è investita da una luce continuata che dolcemente la pasce e l’incanta, e sentendo il dolce del mio Volere, non si dà nessun pensiero d’uscire in campo per operare umanamente; e se sentono luce, è ad intervallo. Simbolo di chi vive nella mia Divina Volontà è chi potesse stare sempre sotto del sole, la sua luce non finisce mai, né ha bisogno d’essere alimentata per non spegnersi, sicché chi potesse vivere sotto del sole, si sentirebbe piovere sempre luce, e siccome la luce contiene mirabili effetti, si pascerebbe di dolcezze, di profumi, di varietà di colori, di luci in modo da sentirsi formare in sé stessa la vita del sole. Invece, per chi non vive nel mio Volere, ancorché non fosse cattivo, è simbolo di chi vive sotto la luce del basso mondo, la quale non tiene virtù né forza di formare un dolce incanto di luce, da eclissarla tanto da non poter guardare altro che luce, e soggetta a spegnersi spesso spesso, perché non possiede in natura la virtù alimentatrice continuata, e se non si alimenta, la sua luce finisce, e siccome una luce formata dalla creatura non possiede né dolcezza, né colori, né profumi, non può sentirsi in sé formarsi la vita di quella luce. Che gran differenza per chi vive nel mio Volere Divino, e per chi vive fuori di Esso”.
(3) Sia tutto a gloria di Dio, e a bene della povera anima mia.
(1) Avendo fatto la santa comunione, la stavo offerendo a gloria di San Luigi, e offerivo per regalo a lui stesso tutto ciò che aveva fatto Nostro Signore nella sua Divina Volontà con la sua mente, con le sue parole, opere e passi, a gloria accidentale di San Luigi nel giorno della sua festa. Ora, mentre ciò facevo, il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, regalo più bello non potevi farle nel giorno della festa del caro San Luigi, come tu offrivi la tua comunione e tutti gli atti ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)