(1) Il mio abbandono nel Fiat continua, sento in me tale un bisogno di vivere in Esso, che mi si è reso più necessario della mia stessa natura, anzi la natura me la sento cambiata in Volontà di Dio, me la sento in Essa sperduta, ed in tutte le cose, invece di trovare me stessa, trovo quel Fiat che mi dice: “Io sono la tua vita, corri, corri sempre in Me, nel mare della mia luce per vivere degli atti miei, della mia santità, della mia felicità e di tutti i beni che posseggo”. Ma mentre valicavo il mare del Fiat Divino, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, come l’anima va operando nel mio Voler Divino, così Esso si dilata di più nella creatura, in modo che ogni atto in più fatto in Esso, tanta crescenza di più fa in lei, sicché si vede in modo mirabile crescere la Vita Divina nella creatura. Ma non è tutto, come cresce la Vita Divina nella creatura, così, quanti più atti fa nel mio Fiat Divino, tanto più cresce la creatura nel seno del suo Celeste Padre, l’Ente Supremo apre il suo seno e chiude questa felice creatura per crescerla a modo divino, per vestirla con vesti regali, per imboccarle il cibo con le loro mani, per abbellirla di rara bellezza. Tutto il Cielo resta sorpreso, rapito, nel vedere che il loro Creatore cresce nel suo seno una creatura, e dicono fra loro: “Qualche cosa di grande farà di lei, che l’ama tanto e la custodisce tanto che la cresce nel suo seno paterno”. E tutti aspettano la piena crescenza di questa creatura per vedere ciò che ne sarà di lei. Perciò il prodigio di vivere del mio Volere è singolare, Esso comunica tale potenza a chi vive in Esso, che entra ovunque, e Dio stesso ama e vuole di crescerla nel suo seno divino. Oltre di ciò, è tale e tanta la potenzialità e diffusione dell’atto fatto nella mia Divina Volontà, che dovunque si diffonde: Si stende nel cielo e chiama come all’appello le stelle, si stende nel sole e chiama all’appello la luce, investe l’aria, il vento, il mare, e chiama all’appello gli uccelli, la forza del vento, le acque ed i pesci, e mettendoli tutti in ordine, dice a tutti col suo atto: Inchinatevi e adoriamo con doppio omaggio il nostro Creatore, quel Fiat che ci creò sta nel mio atto, ed io voglio creare con Esso, nuovo amore, nuova adorazione e gloria al nostro Creatore. E non solo si stende in tutte le cose create, ma si stende negli atti della Vergine, in tutti gli atti che Io feci sulla terra, negli atti del suo Creatore, in quelli di tutti i santi, e dal primo all’ultimo; tutti li chiama all’appello e vi fa scorrere dentro la nuova vita d’amore, d’adorazione, di gloria a Colui che l’ha creata. Si può dire che dovunque c’è la mia Divina Volontà si stende l’atto della creatura fatto nella mia, fin nell’inferno sentono la potenza che una creatura opera nel mio Fiat Divino, perché come tutto il Cielo sentono la nuova felicità, la gloria ed il nuovo amore dell’atto della creatura fatto nel mio Volere, così l’inferno sentono il nuovo tormento di quella Volontà Divina che respinsero, e che mentre sta con loro con giustizia, sta per tormentarli, e ogni volta che la creatura opera in Essa, sentono il peso della giustizia più grave sopra di loro, e si sentono bruciare di più. Come niente sfugge dal mio Fiat Divino, così niente sfugge a chi opera in Esso, e ogniqualvolta ripete i suoi atti, tante volte chiama l’appello per essere sicura che nessuno manca nell’atto suo di dare la nuova gloria, adorazione e amore a quel Dio tre volte santo, e a quella Volontà Divina che con tanto amore le fa il posto a farla vivere in Essa, e la fa distendere nella sua interminabilità”.
(3) Dopo di ciò stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino, e andavo raccogliendo tutte le cose create, tutti gli atti delle creature per formarne un’atto solo nell’unità di Esso, ed il mio amabile Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, la sola mia Divina Volontà possiede l’atto unico, e nella sua unità abbraccia tutto, fa tutto, dà vita a tutto, ma mentre fa un solo atto, quest’atto tiene la sorgente di tutti gli atti insieme, che mentre sono effetti dell’unico atto, si spargono in tutto il creato e scendono a bene delle creature come atti reali, mentre nell’unità dell’atto solo del Fiat Divino è sempre un solo atto, tanto che mai distacca da sé un solo effetto, né lo può distaccare, perché tutti gli effetti formano l’unità del suo solo atto. Succede come al sole, una è la luce, uno è l’atto di luce che continuamente manda alla terra, ma quest’unica luce come tocca la terra, gli effetti sono innumerevoli e reali, tanto vero, che come la luce tocca la terra si veggono gli effetti cambiati in atti, in modo che si vede la varietà dei colori ai fiori, la diversità delle dolcezze ai frutti, e tant’altre cose; forse il sole ha perduto un solo dei tanti effetti che come atti reali ha comunicato alla terra? Ah! no, geloso li conserva nel suo solo atto di luce, molto più che la forza, la pienezza ed il solo suo atto di luce è formato di tutti gli effetti che esso possiede, sicché il sole, simbolo della mia Volontà Divina, possiede innumerevoli effetti, li dà come atti reali alla terra, senza perderne nessuno, e vi fa sempre un’atto solo. Se ciò fa il sole, creato da Noi, molto più lo fa la mia Divina Volontà. Ora figlia mia, l’uomo col fare la sua volontà uscì dall’unità della mia, e tutti gli atti suoi perdettero la forza dell’unità e rimangono sparsi, chi ad un punto, chi ad un’altro e divisi fra loro. Quest’atti umani non avendo unità, non hanno sorgenti di effetti, né pienezza di luce, e perciò sono simboli di quelle piante e fiori che crescono senza sole, e siccome sono sparsi e divisi tra loro, non hanno forza duratura e crescono misere e scolorite. Sicché l’uomo col fare la sua volontà perde l’unità con la mia, perde la sorgente della vita, perde la pienezza della luce. Ora, chi vive nel mio Volere Divino va raccogliendo tutti i beni sparsi dalle creature, e vi forma un solo atto, e questi atti divengono diritto di chi fa e vive nel mio Fiat Divino. Non vi è bene che non può prendere chi vive nel mio Volere, con la forza bilocatrice di Esso, chiama, raccoglie e unisce tutti gli atti insieme, e ordinandoli tutti nel mio Fiat, mi dà tutto, e le do tutto”.
(5) Dopo di ciò stavo seguendo i miei atti nel Voler Supremo, e mille pensieri si affollavano nella mia mente sopra le tante sue maraviglie, ma per non fare lungherie sulla carta dico solo quello che mi ha detto Gesù:
(6) “Figlia mia, ciò che si fa nella mia Divina Volontà resta sperduto in Essa, e come è inseparabile la luce ed il calore, e se si estingua la luce resta estinto il calore, e se si dà vita alla luce, di sua natura la luce fa sorgere insieme la vita del calore, così gli atti della creatura fatti in Essa sono inseparabili dal mio Volere, molto più che non è soggetta ad estinguersi, perché è luce eterna ed immensa, è perciò che Adamo, lui uscì da dentro la mia Volontà quando peccò, ma gli atti suoi restarono in Essa, lui potette distaccarsi dai suoi stessi atti, ma gli atti suoi fatti nel mio Volere, né potettero uscire, né distaccarsi, perché già avevano formato la loro vita di luce e di calore in Essa; ciò che entra nella mia Volontà perdono la vita in Essa, formano la stessa vita, perdono i diritti di uscire, ed il mio Volere dice: “Questi atti sono stati fatti in casa mia, nella mia luce, i diritti sono i miei e non c’è forza, né umana né divina che può fare uscire e separare un’atto fatto dalla creatura nella mia Volontà”. Ecco perciò che gli atti di Adamo fatti in Essa prima di peccare, stanno come atto primo da cui dipende la Creazione e gli atti delle umane generazioni. Ora, supponi che tu uscissi da dentro la mia Volontà, tu esci e resti fuori, ma i tuoi atti non escono, né hanno diritto d’uscire, né lo possono, e fino a tanto che tu resti nel mio Volere, i tuoi atti sono i miei e sono i tuoi, ma se tu uscissi perdi i diritti, e siccome sono stati fatti nel regno della mia Divina Volontà, e non nell’umano volere, restano diritti miei, ad onta che si veggono e sono conosciuti che sono stati fatti da te. Ora, tu devi sapere che tutto ciò che tu fai nel mio Fiat, serviranno come atto primo alle altre creature per vivere nel regno di Essa, come ordine, regime e vita di quelli che vivano nel regno del mio Fiat; perciò ti raccomando tanto nel girare in Esso, ti vigilo, ti accompagno, molte volte lo faccio insieme con te, perché non solo servono per te, ma devono servire come atti primi e come modelli di chi deve vivere nel regno del mio Fiat Divino”.